Verbale del C.d.A. di s.p.a. con comunicazione di situazione di conflitto di interessi

Gaetano Vladimiro Colonna

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 2391 c.c. qualora l'amministratore sia portatore di un interesse confliggente per conto proprio o di terzi in una determinata operazione della società deve darne notizia agli altri amministratori e al Collegio sindacale.

Formula

Repertorio N. .... Raccolta N. ....

VERBALE DI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI S.P.A.

REPUBBLICA ITALIANA

L'anno ....il giorno ....del mese di ....alle ore ....

 

in ....presso la sede della Società “ ....s.p.a”

Innanzi a me Dott. ....Notaio residente in .... con studio ivi alla via ....numero ....iscritto presso il Collegio notarile di ....

È presente:

.... ....il .... domiciliato per la carica presso la sede sociale, il quale mi dichiara di intervenire al presente atto nella sua qualità di Presidente del Consiglio di amministrazione della Società “ ....s.p.a.”, con sede in ....via ....n. ...., capitale sociale di Euro ....interamente versato, iscritta al Registro Imprese di .... al n. ....in forza dei poteri di legge e di statuto.

Il comparente della cui identità personale, io Notaio sono certo, nella detta qualità mi chiede di assistere redigendo pubblico verbale, alla riunione del consiglio di amministrazione della predetta società, convocata in .... in questo giorno luogo e ora per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) ....

2) delibere inerenti e consequenziali

Aderendo alla richiesta fattami, io Notaio do atto di quanto segue.

Assume la presidenza della riunione ai sensi dell'art. ....dello statuto sociale, il costituito signor ....il quale constata e fa constare quanto segue:

1) che il Consiglio di amministrazione è stata regolarmente convocato mediante ....

2) è presente il Consiglio di amministrazione nelle persone di:

....

....

.... [1]

3) è presente il Collegio sindacale nelle persone di ....

4) Il Presidente ha accertato l'identità e la legittimazione dei presenti.

Ciò constatato e fatto constare, il Presidente dichiara che il Consiglio, regolarmente convocato è validamente costituito e idoneo a discutere e deliberare sugli argomenti all'ordine del giorno.

Prima di passare alla trattazione dell'ordine del giorno il Presidente dà atto che l'amministratore Dott. ...., con riferimento al .... punto messo all'ordine del giorno, chiede la parola e comunica al Consiglio di amministrazione e al Collegio sindacale la situazione di conflitto di interesse in cui versa [2] per le seguenti ragioni ....

Il Presidente a questo punto procede illustrando i termini dell'operazione di cui all'ordine del giorno e precisamente fa presente .... ....

Con riferimento al denunciato conflitto di interesse il Presidente ritiene, che la proponenda delibera può essere ugualmente assunta posto che l'operazione in cui l'amministratore è coinvolto [3] , per le modalità con le quali avrà esecuzione e sopra riportate [4] , rimane comunque vantaggiosa per la Società [5] .

Dopo esauriente discussione il Presidente, accerta e dichiara che il consiglio con voto espresso mediante ....recante il seguente risultato ....

Favorevoli ....

Contrari ....

Astenuti .... [6]

DELIBERA

....

....

Null'altro essendovi da deliberare il Presidente dichiara sciolta la riunione alle ore ....e minuti ....

Richiesto io notaio ho ricevuto il presente atto del quale ho dato lettura al comparente che a mia interpellanza dichiara di approvarlo e con me Notaio lo sottoscrive alle ore e minuti

Consta di ....fogli ....su .... facciate fin qui.

....

....

....Notaio

 

L'amministratore in conflitto di interessi deve darne sempre notizia e la sua responsabilità non viene meno nel caso in cui decida di disertare la riunione.

Si ricorda che ai sensi dell'art. 2391 c.c., l'amministratore che abbia un interesse per conto proprio o di terzi in conflitto con quello di una determinata operazione, deve comunicarlo agli altri amministratori ed al collegio sindacale, specificandone la natura, la portata e l'origine; in tali casi la deliberazione del consiglio di amministrazione dovrà motivare adeguatamente le ragioni in base a cui l'operazione viene portata a termine nonostante la presenza del conflitto.

Nel caso in cui l'interesse comunicato dall'amministratore non sia per conto di terzi è necessario che esso tragga origine da un rapporto giuridicamente rilevante, quale può essere quello coniugale o quello contrattuale (Cass. n. 3483/1998).

Gli amministratori e il collegio sindacale possono impugnare entro 90 giorni dalla data della loro adozione le deliberazioni carenti di adeguata motivazione in ordine alle ragioni e alla convenienza dell'operazione per la società.

La norma di cui all'art. 2391 c.c. in effetti mira ad evitare che la sussistenza del conflitto di interessi induca al compimento di operazioni in cui la società non ha un interesse, oppure in cui tale interesse è presente ma si tratta di operazioni economicamente svantaggiose per la stessa.

Sia per evitare impugnazioni che per un principio di correttezza è opportuno che l'amministratore interessato si astenga dalla delibera.

Commento

Qualora un amministratore abbia un interesse in una determinata operazione della società per conto proprio o di terzi deve darne notizia agli altri amministratori e al Collegio sindacale precisandone la natura, i termini, l'origine e la portata (art. 2391 c.c.).

La comunicazione deve essere data a tutti gli altri amministratori; con riguardo al collegio sindacale è sufficiente la comunicazione al suo presidente. L'obbligo di comunicazione grava sull'amministratore anche in caso di delibere del comitato esecutivo: in detta ipotesi destinatari della informativa saranno anche i componenti del comitato.

L'interesse dell'amministratore e quello della società possono essere concorrenti, in potenziale conflitto, in contrasto o in conflitto attuale. Non è interesse rilevante ai fini della norma in esame quello che l'amministratore può avere in quanto socio.

L'amministratore non ha l'obbligo di astenersi dal voto, sebbene l'astensione sia opportuna poiché essa elimina in radice uno dei presupposti per annullare la relativa delibera ossia la prova di resistenza vale a dire il voto determinante dell'amministratore interessato. Infatti sia l'organo amministrativo che il collegio sindacale possono impugnare le delibere che arrechino un danno alla società nei casi previsti dall'art. 2391, comma 3, c.c. tra cui quelle adottate con il voto determinante dell'amministratore interessato o le delibere mancanti di una motivazione adeguata sulle ragioni e la convenienza per la società della operazione da compiere.

Dal venir meno dell'obbligo di astensione deriva che il Presidente del Consiglio di amministrazione non può escludere l'amministratore interessato dal computo dei voti anche quando ritenga che la delibera possa provocare un danno alla società ed il voto risulti essere determinante.

La legittimazione attiva non spetta a chi abbia consentito alla deliberazione con il proprio voto, fatti salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della delibera. L'amministratore che abbia violato gli obblighi di cui all'articolo in commento risponde dei danni che ne sono derivati alla società a causa della sua azione o omissione o provocati dall'utilizzo a proprio vantaggio o a vantaggio di terzi di dati, notizie o opportunità di affari appresi durante l'incarico.

Una recente Massima della Cassazione (Cass. Civ. 21 marzo 2022, n. 9054) stabilisce l'ambito di applicazione dell'art. 2391 c.c.: “Al contratto concluso in conflitto di interessi tra rappresentante e rappresentato firmato da un amministratore di società per azioni è applicabile solo la disciplina generale di cui all'art. 1394 c.c., relativa all'esercizio del potere rappresentativo qualora sia mancato del tutto un momento deliberativo dell'organo gestorio collegiale precedente la conclusione del contratto. Non sono invece applicabili le norme sul conflitto di interessi e gli interessi degli amministratori (artt. 2373 e 2391 c.c.), che invece disciplinano il momento dell'esercizio del potere deliberativo. E' possibile per l'organo amministrativo convalidare gli atti posti in essere in conflitto di interessi da parte dell'amministratore della società, ove si rientri nella fattispecie di cui all'art. 2391 c.c., purché sia accertabile univocamente, al di là della mera approvazione degli atti gestori, la specifica volontà di far proprio l'atto posto in essere dal rappresentante”.

Assonime, nell'esame degli “Interessi degli amministratori tra obblighi di comunicazione e doveri di vigilanza del collegio sindacale”, anche alla luce di recenti pronunce della Cassazione con cui si è compiuta un'interpretazione sistematica dell'art. 2391 c.c., ribadisce la portata applicativa generale dell'obbligo di comunicazione dell'interesse dell'amministratore, che deve essere rivolto agli altri amministratori e ai sindaci e prescinde dall'effettiva incidenza del conflitto di interessi sulle delibere in concreto assunte dal Consiglio di amministrazione. Quanto al dovere di trasparenza, secondo la S.C., esso è configurabile anche per le riunioni delle articolazioni del consiglio di amministrazione investite di compiti di controllo. Infine, si riconosce, ormai, la responsabilità dei sindaci qualora non si attivino per denunciare gli amministratori che abbiano agito in violazione del dovere di trasparenza di cui all'art. 2391 c.c.

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