Azione di responsabilità verso l'organo di controllo nelle s.r.l.

Linda Rizzi

Inquadramento

Per quanto riguarda la società a responsabilità limitata il legislatore non ha dettato alcuna disciplina in materia di collegio sindacale, bensì si è limitato a precisare che sono applicabili anche alle s.r.l. le norme previste in materia di s.p.a.

L'art. 2477, comma 5, c.c., infatti, dispone che: “nel caso di nomina di un organo di controllo, anche monocratico, si applicano le disposizioni sul collegio sindacale previste per le società per azioni”. Ne discende, in primo luogo, il rinvio all'art. 2407 c.c., nonché agli artt. 2393 e ss. c.c. Tale rimando non impone un recepimento acritico, ma una valutazione di compatibilità con la struttura del tipo sociale delle s.r.l., specialmente nel caso in cui l'organo sia monocratico.

Si è anche posta la questione in merito al fatto che il mero richiamo alle norme sull'organo di controllo (o revisore), fosse di per se sufficiente a rendere applicabile anche al caso di specie l'art. 2409 c.c. sul controllo giudiziario. E' da preferire la tesi che esclude tale possibilità, non fosse altro perché, in caso contrario, si porrebbe un insuperabile contrasto con i principi che hanno ispirato la riforma delle società a responsabilità limitata, la quale ha attribuito ampi poteri a ciascun socio, inclusi il controllo contabile, la legittimazione a promuovere l'azione di responsabilità e la revoca giudiziale degli amministratori “in caso di gravi irregolarità nella gestione della società”.

Formula

TRIBUNALE DI …

Sezione Specializzata in materia di Impresa

ATTO DI CITAZIONE

* * *

Nell'interesse della società … s.r.l. (C.F. e P.I. … ), con sede legale in … , via … n. … , in persona del legale rappresentante dott. … (C.F. … ), rappresentata e difesa, in forza di procura in calce al presente atto, dall'Avv. … (c. f. … ) del Foro di … , ed elettivamente domiciliata presso lo Studio del difensore in … , via … , n. … , il quale dichiara di voler ricevere ogni comunicazione inerente al presente procedimento al numero di telefax … e all'indirizzo di posta elettronica certificata …

* * *

FATTO

1.- Descrizione della società e, dal momento che la responsabilità dei sindaci può essere sia esclusiva sia concorrente, bisognerà procedere, nel primo caso, alla indicazione delle condotte oggetto di addebito nei confronti dei soli sindaci della … s.r.l., nel secondo caso, invece, all'esposizione delle condotte dannose poste in essere dagli amministratori e all'omesso, consequenziale controllo da parte dei sindaci.

2.- Descrizione del collegio sindacale (nel caso in cui non fosse monocratico, ai sensi dell'art. 2477, comma 1, c.c., dare atto delle previsioni contenute nell'atto costitutivo in cui si faccia espresso riferimento alle competenze e ai poteri spettanti ai componenti dell'organo sindacale)

3.- I più recenti accadimenti societari (cosa è accaduto a seguito delle condotte dannose sia attive, in caso, per esempio, di diffusione di un segreto di ufficio, che omissive, nel caso di omesso controllo, poste in essere dai sindaci);

DIRITTO

3.- La deliberazione assunta dall'assemblea per promuovere l'azione di responsabilità;

5.- La responsabilità dei sindaci [analisi della disciplina prevista dall'art. 2407 e dagli artt. 2393 e ss. c.c. (vd. rimando indicato nell'art. 2477, comma 5, c.c.) / valutazione dei fatti concreti alla luce delle disposizioni codicistiche analizzate];

6.- Il danno subito dalla società.

7- Conclusioni

Per tutto quanto premesso, la società … s.r.l., come sopra rappresentata e difesa,

CITA

In caso di responsabilità concorrente dei sindaci con gli amministratori

i signori amministratori:

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

nonché i signori sindaci:

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

In caso di responsabilità esclusiva dei sindaci

i signori sindaci:

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

a comparire dinanzi al Tribunale di … , Sezione Specializzata in materia di Impresa, all'udienza del giorno, ore di rito, con invito a costituirsi in Cancelleria nel termine di venti giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. ed a comparire alla detta udienza, dinanzi al Giudice che sarà designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., e che in caso di mancata costituzione si procederà in sua legittima contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria eccezione e deduzione, previa ogni opportuna declaratoria, in accoglimento all'opposizione formulata con il presente atto,

NEL MERITO

in caso di responsabilità concorrente dei sindaci con gli amministratori

- accertare e dichiarare la responsabilità in solido tra loro, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2393 c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Consiglio di Amministrazione della … s.r.l. nonché, ai sensi e per gli effetti degli artt. 2477, 5° comma, c.c., 2407 c.c. e 2393 e ss. c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Collegio sindacale della … s.r.l.;

(ovvero, in caso di responsabilità esclusiva dei sindaci

- accertare e dichiarare la responsabilità in solido tra loro, ai sensi e per gli effetti ai sensi e per gli effetti degli artt. 2477, comma 5, c.c., 2407 c.c. e 2393 e ss. c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Collegio sindacale della … s.r.l.);

- per l'effetto della statuizione relativa al punto che precede, condannare gli odierni convenuti ivi menzionati – in via tra loro solidale – al risarcimento dei danni a favore della … s.r.l., danni il cui ammontare viene calcolato nella misura pari ad Euro … oltre interessi di legge e rivalutazione monetaria a far data dalla notifica del presente atto di citazione.

Con il favore delle spese e competenze del presente giudizio.

Il sottoscritto procuratore dichiara che il valore del presente procedimento è indeterminabile e, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro … .

Si depositano in copia, unitamente alla procura, i seguenti documenti:

1) … ;

2) … ;

3) … ;

Luogo … , data …

Firma Avv. …

Commento

L'organo di controllo nelle società a responsabilità limitata

La nuova formulazione dell'art. 2477, comma 1, c.c., nel caso non vi siano norme statutarie contrarie, prevede che la società sia dotata di un organo di controllo monocratico, costituito da un solo membro effettivo, con implicita esclusione di nomina di membri supplenti.

La possibilità per l'atto costitutivo di operare una scelta tra un organo di controllo interno e un revisore, comporta la necessità di comprendere se ciò determini anche per i soci, la scelta tra, rispettivamente, il solo controllo sulla gestione, o il solo controllo contabile. Altro problema è rappresentato dal fatto che vi sia o meno la possibilità per la s.r.l di prevedere sia il revisore, sia l'organo di controllo.

La risposta è da individuare nel comma 5 dell'articolo in esame. Il rimando alla disciplina prevista per le società per azioni, infatti, limita ampiamente l'autonomia della compagine sociale, con la conseguenza che la scelta di uno dei due organi previsti determinerà, inevitabilmente, l'opzione per un tipo o per l'altro di controllo. Da ciò consegue che, da un lato, la scelta dell'organo di controllo sottenderà il controllo sulla gestione così come si ricava dall'art. 2403 c.c.; mentre, d'altra parte, la scelta del revisore implicherà l'opzione per la vigilanza sui conti.

Dal momento che l'art. 2477, comma 5, c.c. rimanda, laddove compatibile, alla disciplina della responsabilità dell'organo sindacale di s.p.a., quindi agli artt. 2407,2393 e ss. c.c., si ripropone, per quanto riguarda la tipologia di responsabilità, il commento già predisposto per l'organo di controllo di s.p.a.

La diligenza richiesta ai sindaci nell’esercizio delle loro funzioni

Conformemente al disposto dell'art. 2392, i sindaci si devono contraddistinguere per professionalità e diligenza così come «richieste dalla natura dell'incarico». Non è, quindi, sufficiente considerare il generico canone della diligenza del buon padre di famiglia, dal momento che occorre fare riferimento al criterio specifico della diligenza professionale media di cui all'art. 1176, 2° co. Ciò perché le prestazioni dovute dei componenti del collegio sindacale presentano oggettivamente i connotati tipici della professionalità, per questo motivo i sindaci devono avere un'appropriata preparazione professionale e, di conseguenza, un'adeguata competenza tecnica come previsto dall'art. 2397, 2° comma.

La responsabilità esclusiva dei sindaci

Secondo l'opinione dominante in dottrina e in giurisprudenza la responsabilità può derivare sia da atti dannosi a loro direttamente imputabili (responsabilità esclusiva), sia da atti compiuti dagli amministratori sui quali non abbiano vigilato in modo professionale e con la diligenza richiesta dalla natura del loro incarico (responsabilità concorrente).

Per quanto riguarda la responsabilità esclusiva dei sindaci, ad essa sono ricollegabili delle ipotesi limitate. In modo particolare, l'art. 2407 c.c. ne individua espressamente due:

- attestazione di fatti non veri;

- violazione del segreto d'ufficio.

In merito alla prima ipotesi, tra le attestazioni vanno ricomprese le relazioni annuali al bilancio ed ogni dichiarazione da loro effettuata, avente carattere interno o esterno, e che abbia per oggetto la situazione economica della società.

Alle due ipotesi succitate vanno poi ricollegate anche quelle situazioni nelle quali si configura un danno sconnesso da un preciso inadempimento dell'organo gestorio ma cagionato direttamente dal collegio o da uno o più dei suoi componenti. E' il caso, per esempio, dei danni derivanti da una gestione scorretta di funzioni amministrative ai sensi degli artt. 2386, comma 5, c.c. e 2385, comma 3, c.c. In queste circostanze la responsabilità dei sindaci è solidale.

La responsabilità solidale

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la responsabilità dei sindaci deriva direttamente dal compimento di atti dannosi da parte degli amministratori, artefici di comportamenti dolosi o colposi che i sindaci avrebbero potuto o dovuto impedire o prevenire, espletando la loro funzione di vigilanza.

In questo caso si parla di responsabilità dei sindaci concorrente con quella degli amministratori, la quale presuppone il sussistere dei seguenti presupposti:

a) gli amministratori devono avere posto in essere un comportamento illecito;

b) dal comportamento illecito deve essere derivato un danno;

c) i sindaci, violando le norme di controllo imposte a loro carico, non hanno vigilato con diligenza ed in modo professionale;

d) deve sussistere una relazione di causa-effetto tra la mancata vigilanza dei sindaci/il loro comportamento negligente e il danno verificatosi.

A tali requisiti, riconosciuti anche dalla dottrina, si aggiunge un'elaborazione giurisprudenziale, secondo cui, ai fini della configurabilità del dovere di vigilanza imposto ai sindaci, non è necessario che vengano individuati specifici comportamenti dell'organo sindacale in contrasto con i loro doveri di vigilanza e di controllo, essendo sufficiente che i componenti dell'organo non abbiano individuato macroscopiche violazioni o, comunque, non abbiano reagito davanti ad atti di dubbia legittimità e regolarità (ex multis, Cass. n.13518/2014). Sempre la giurisprudenza ritiene che i sindaci, una volta rilevati comportamenti illeciti da parte degli amministratori, debbano rispondere del danno cagionato al patrimonio sociale non soltanto quando non adottino strumenti di reazione loro forniti dall'ordinamento, bensì anche quando non ne facciano esplicito riferimento nella relazione del bilancio d'esercizio (cfr. Trib. Milano, 10 settembre 2015).

La natura della responsabilità concorrente

L'opinione prevalente, sia in dottrina che in giurisprudenza, ritiene che la responsabilità dei sindaci, anche se concorrente con quella degli amministratori, non possa essere considerata quale responsabilità indiretta, bensì come responsabilità per fatto proprio, derivante dalla violazione del loro dovere di vigilare in modo diligente sull'operato degli amministratori: è la c.d. culpa in vigilando.

In questi casi, la responsabilità dei sindaci è solidale con quella dell'organo amministrativo.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario