Verbale di s.r.l. di distribuzione di riserve da imputarsi eventualmente su utili a maturare nell'esercizio in corso

Giuseppe Trimarchi

Inquadramento

Le riserve possono essere classificate in base all'origine, distinguendo così tra riserve di utili, di capitale e di rivalutazione. Le prime nascono dal risparmio degli utili non distribuiti tra i soci, ma trattenuti all'interno dell'impresa.

In aggiunta alle riserve obbligatorie (tra cui la riserva legale ordinaria, ex art. 2430 c.c.), la società può costituire ulteriori riserve, facoltative, sia con apposita previsione statutaria che con deliberazione dell'assemblea ordinaria.

Le riserve vanno riportate nello stato patrimoniale, secondo lo schema di cui all'art. 2424 c.c.: in particolare, nella Voce A. (patrimonio netto) del passivo, devono essere indicate le riserve da sovrapprezzo delle azioni, le riserve di rivalutazione, la riserva legale e quelle statutarie.

Formula

VERBALE DI S.R.L. DI DISTRIBUZIONE DI RISERVE DA IMPUTARSI EVENTUALMENTE SU UTILI A MATURARE NELL'ESERCIZIO IN CORSO

Società: …S.r.l.

Sede: …

Capitale sociale: …

Registro Imprese di … num. iscrizione ………

VERBALE DI DISTRIBUZIONE DI RISERVE DA IMPUTARSI EVENTUALMENTE AD UTILI A MATURARE NELL'ESERCIZIO IN CORSO

L'anno … il mese…… il giorno …… alle ore……. In… via … n. … è riunita l'assemblea dei soci della società …s.r.l. per discutere e deliberare sugli argomenti di cui al seguente

ORDINE DEL GIORNO

1 – ricognizione di situazione patrimoniale aggiornata a tutto il…;

2 – distribuzione di riserve da utili rinvenienti dal bilancio di esercizio al…, approvato il……, da imputarsi agli eventuali utili dell'esercizio in corso.

Assume la Presidenza dell'assemblea come da statuto e legge il Sig…… che designa segretario il Sig. ……, che, confermato da tutti i partecipi presente, accetta.

Quindi, il presidente constata e fa constare

1) che la presente assemblea è stata regolarmente convocata ai sensi di legge e statuto mediante …….

2) che sono presenti, per l'organo amministrativo:

- il Sig.……;

assenti giustificati……;

3) che sono presenti, per l'organo di controllo:

il sindaco unico ……

3) che sono presenti soci che rappresentano il …% del capitale sociale e precisamente

- il sig…… titolare di nominali euro …… pari al…… % del capitale sociale;

assenti …….

Il Presidente, accertata l'identità dei presenti e la legittimazione degli stessi a partecipare all'assemblea ed a votare, dichiara questa assemblea regolarmente costituita ed atta a deliberare.

Il Presidente illustra il primo punto posto all'ordine del giorno, dando lettura di una situazione patrimoniale aggiornata a tutto il … e redatta con i criteri del bilancio di esercizio che al presente verbale si allega sub “…” da cui si evince che la società non ha perdite di periodo e che, in particolare, sono, al momento, integre tutte le riserve risultanti dall'ultimo bilancio approvato il giorno …… regolarmente depositato presso il registro delle imprese di … il giorno……. Più precisamente risulta integra la riserva da utili appostata in bilancio alla voce… per l'importo di euro… e confermata dall'allegata situazione patrimoniale. Per tale ragione il Presidente invita i soci a distribuire detta riserva tra i medesimi in proporzione delle rispettive partecipazioni sociali. Precisa il Presidente che secondo i dati della situazione patrimoniale attuale è ragionevolmente e prudentemente prevedibile che alla chiusura dell'esercizio sociale in corso risulterà dal conto economico, dopo le imposte un utile tale da consentire il ripristino della riserva in questione in guisa che la riserva di cui oggi si propone la distribuzione possa considerarsi contabilmente anche quale acconto sugli utili che verrebbero a maturarsi nell'esercizio in corso. Per tale ragione una volta che gli utili dell'esercizio in corso si saranno maturati e la loro effettiva esistenza verrà accertata nel corso della delibera di approvazione del bilancio dell'esercizio in corso, i soci potranno deliberarne l'accantonamento così ripristinando una riserva da utili fino all'ammontare di quella di cui oggi si propone la distribuzione. Fermo restando che l'eventuale mancanza di utili, ovvero finanche un risultato negativo per l'esercizio in corso non avrà alcun effetto sulla distribuzione oggi proposta che, ripetesi, ha ad oggetto riserve di utili esistenti perché risultanti come più sopra evidenziato e comprovato.

Il Sindaco unico conferma l'eseguibilità legale dell'operazione ed i dati relativi sia al bilancio di esercizio al… regolarmente depositato al registro delle imprese di… che quelli rinvenienti dall'allegata situazione patrimoniale.

L'assemblea, preso atto delle parole del Presidente, dei documenti messi a disposizione, udita l'esposizione del Sindaco unico, dopo breve discussione, per alzata di mano con il voto favorevole di tanti soci che rappresentano il …% del capitale sociale, astenuti… assenti….

DELIBERA

1) di prendere atto della situazione patrimoniale aggiornata a tutto il…… redatta con i criteri del bilancio di esercizio (qui allegata sub “…”) da cui risulta confermata l'esistenza di una riserva da utili già sussistente all'approvazione del bilancio dell'esercizio al…… regolarmente depositato nel registro delle imprese di…… il…… per complessivi euro ……;

2) di distribuire detta riserva per l'intero suo suindicato importo di euro… tra tutti i soci in proporzione delle rispettive partecipazioni sociali;

3) di prendere atto che secondo i dati della situazione patrimoniale allegata sub… sia ragionevolmente e prudentemente prevedibile che alla chiusura dell'esercizio sociale in corso risulterà, dopo le imposte, un utile tale da consentire il ripristino della riserva di cui s'è testé deliberata la distribuzione, e che, quindi dal punto di vista contabile quella oggi distribuita possa considerarsi anche quale acconto sugli utili che verrebbero a maturarsi – nel sopraddetto caso – per l'esercizio in corso, riservandosi, perciò, in caso di accertata sussistenza di utili per l'esercizio… in sede di approvazione del bilancio dell'esercizio… a ripristinare una riserva da utili fino ad importo di …… ossia pari a quello della riserva testè distribuita.

Esaurita la discussione e la votazione e nessuno chiedendo la parola il presidente scioglie la seduta alle ore ……

Il Presidente Il Segretario

Commento

La riserva da rivalutazione: introduzione al problema.

Prevista dall'articolo 2424 Voce AIII del Passivo, la riserva in esame è la conseguenza del principio per cui i costi relativi a determinarti beni, quando la loro utilizzazione sia limitata nel tempo, devono essere ammortizzati (art. 2426, n. 2, c.c.). Va ricordato che per effetto del susseguirsi della l. n. 74/1952; del 2 dicembre 1975, n. 576, e del 19 marzo 1983, n. 72 si sono disciplinati cd. saldi da rivalutazione monetaria mercé:

- la rivalutazione dei beni indicati nella formulazione dei nn. 1, 3 e 5 del previgente testo dell'art. 2425 c.c.;

- l'utilizzo di certi coefficienti;

- fissandosi, inoltre, che “i saldi attivi” risultanti dalle rivalutazioni dovevano essere accantonati in una speciale riserva, di cui si prevedeva sia l'imputazione a capitale sia l'utilizzazione al fine dell'assorbimento delle perdite, anche se con l'osservanza delle disposizioni dei c. 2 e 3 dell'(allora vigente) art. 2445c.c., e fermo restando, in tal caso, che risultava preclusa la distribuzione di utili fino a che “la riserva” non fosse stata reintegrata o ridotta in misura corrispondente;

- la “riduzione” della riserva doveva deliberarsi dall'assemblea senza l'osservanza delle disposizioni di cui all' (allora vigente) art. 2445 c.c.;

- si precisava, inoltre, che detti saldi attivi risultanti dalle rivalutazioni non concorrevano a formare il reddito imponibile della società o dell'ente.

La rilevanza fiscale delle riserve in parola venne presa, più peculiarmente, in considerazione dalla l. 29 dicembre 1990, n. 408 che previde la “liberazione” delle stesse con il pagamento di un'imposta “straordinaria” sostitutiva.

Le basi della disciplina della riserva di rivalutazione erano state, in sostanza, gettate: la legislazione successiva si è sempre orientata in questa direzione.

Oggi, vale ricordare che disciplina speciale rende possibile la rivalutazione di beni ammortizzabili come quella di cespiti che non lo sono. Quale che sia la tecnica utilizzata, la rivalutazione del bene comporta l'iscrizione all'attivo dello stato patrimoniale di una riserva definita, appunto, riserva da rivalutazione.

Si precisa che il valore della riserva da rivalutazione sarà al netto dell'imposta sostitutiva dovuta a carico del valore lordo della rivalutazione detta meno il 12% o il 6% (che rappresentano, di norma, le aliquote dell'imposta sostitutiva secondo le vigenti disposizioni di legge, ed in particolare il comma 471, l. n. 266/2005). La riserva che si forma è disciplinata dalla legge con criteri di parziale vincolatività. Stabilisce, infatti, l'art. 13 l. n. 342/2000, che il saldo attivo deve essere imputato a capitale o accantonato a speciale riserva. La dottrina, sia pure relativamente alle riserve da rivalutazione di cui alla più risalente legislazione sopra ricordata, era orientata a respingere l'idea della cittadinanza dell'imputazione “diretta” a capitale, in quanto si argomentava dalla necessità di verificare prima quale fosse l'ammontare del saldo detto, che, a sua volta, presupponeva la necessaria preventiva formazione della riserva.

Nel primo caso, ove si voglia contestualmente provvedere alla delibera di aumento del capitale sociale, fermo restando l'approvazione del bilancio nei modi di legge, all'aumento provvederà l'assemblea straordinaria (artt. 2442 e 2481 ter c.c.) e con la disciplina proprie delle modifiche statutarie (art. 2436 c.c.).

Nel caso in cui la riserva venga formata, sempre in sede di approvazione del bilancio, e contabilizzata al fine dell'accantonamento, essa sarà assoggettata ad un parziale vincolo di disponibilità.

Ciò chiarito, appare evidente che la riserva da rivalutazione una volta formata, ove non utilizzata per l'aumento del capitale, possa essere utilizzata per coprire perdite (art. 13, l. n. 342/2000, c. 2, seconda parte).

In tal caso, tuttavia, in deroga al generale principio della sovranità dell'assemblea ordinaria sulle riserve, la delibera che destina la riserva de qua alla copertura delle perdite dovrà essere adottata dall'assemblea straordinaria, benché essa non comporti modifica statutaria e nonostante la delibera non sia iscrivibile nel Registro delle imprese.

Vale qui segnalare che, con ogni probabilità, nella s.r.l. riformata la competenza sia dei soci.

Nel caso di destinazione della riserva a copertura perdite, non si rintraccia indicazione in ordine alla necessità dell'intervento del notaio, e ciò tanto se si tratti di s.p.a. che di s.r.l.

Successivamente alla destinazione a copertura perdite, la riserva da rivalutazione dovrà essere o ripristinata o ridotta in misura corrispondente alla perdita assorbita, ed in tal caso, nel silenzio della legge, la competenza torna ad essere dell'assemblea ordinaria, la quale non è tenuta all'osservanza di procedure particolari. Vale ricordare che fino a che l'assemblea non abbia provveduto nel senso appena ipotizzato (ripristino o riduzione della riserva) è fatto divieto alla società di distribuire utili (art. 13, comma 2, l. n. 340/2000).

La riserva al vaglio può essere, altresì, utilizzata come tutte le riserve per essere distribuita ai soci. In tal caso, tuttavia, la legge fissa un singolare sistema procedimentale:

- è stabilita l'osservanza delle disposizioni dei c. 2 e 3 dell'art. 2445 c.c. (art. 13, l. n. 342/2000).

Appare chiaro, pertanto, che l'avviso di convocazione dovrà indicare le ragioni della riduzione e le modalità attraverso cui avverrà la distribuzione.

Trova anche applicazione il comma 2 dell'art. 2445 c.c., quindi la delibera potrà essere eseguita solo decorsi novanta giorni dall'iscrizione nel registro delle imprese, così tutelando i creditori sociali, cui è riconosciuto il diritto di proporre opposizione nel termine esposto.

Vale sottolineare che, a differenza dell'utilizzo della riserva al vaglio per la copertura perdite, la distribuzione ai soci della stessa prevede l'iscrizione nel registro delle imprese. Il richiamo esprime in tutta evidenza la necessità di approntare un sistema adeguato di tutela dei creditori, creando, non senza fantasia, una pubblicità con evidente funzione informativa, altrimenti assolutamente estranea al sistema della distribuzione delle riserve.

Pur in mancanza di un espresso richiamo, non si pongono particolari problemi per ritenere applicabile anche il c. 4 dell'attuale formulazione dell'art. 2445 c.c. in quanto il potere del tribunale - sul presupposto dell'insussistenza del pericolo per i creditori, come nel caso di prestazione d'idonea garanzia - di disporre la riduzione, essendo strettamente connesso in punto procedimentale al comma precedente, appare necessariamente applicabile

Infine, appare tutt'altro che peregrino ipotizzare che se il legislatore ha inteso assoggettare la disciplina della distribuzione ai soci della riserva da rivalutazione alle stesse cautele ipotizzate per la riduzione reale del capitale sociale è lecito supporre che il rinvio riguardi anche l'organo e le modalità procedimentali.

Giova da ultimo ricordare che il comma 472 dell'art. 1 della l. n. 266/2005 ha previsto la possibilità di “affrancare” la riserva da rivalutazione assoggettandola ad un'imposta sostitutiva di quella sui redditi e sull'Irap.

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