Statuto di farmacia in forma di s.r.l. con socio unico

Giuseppe Trimarchi

Inquadramento

L'attenzione riservata alle "attività professionali" come possibile oggetto d'attività d'impresa (collettiva) non è certo una novità, ancorchè non sia questa la sede per ripercorrere il lungo solco dell'evoluzione del sofferto rapporto tra attività sociale ed attività professionale.

Qui appare necessario muovere ogni considerazione, per quanto sintetica, dalla asimmetria determinata dalle disposizioni del codice civile in materia di prestazione d'opera intellettuale (in particolare quella protetta dall'iscrizione in appositi Albi) (art. 2229 c.c.), ovvero avuto riguardo all'esigenza connessa alla "personalità" dell'esecuzione dell'opera (art. 2232 c.c.), ed al limitato riconoscimento della circostanza per cui solo se "l'esercizio della professione costituisce elemento di un'attività organizzata in forma d'impresa si applicano le norme del titolo II" (ossia gli artt. 2082 e ss.) (così l'articolo 2238 c.c.) e l'abrogazione del divieto dell'articolo 2 l. 1815\39 cit. (con rinvio al regolamento mai attuato), abbia subito un'incisiva evoluzione in ragione delle nuove disposizioni "di liberalizzazione" a cominciare dalla l. 248 del 2006. Quest'ultima in particolare non risolveva del tutto il problema della propria idoneità a fare tabula rasa, oltre che di tutti i divieti incompatibili con la proposizione che lì si assumeva a precetto normativo, anche di tutte le altre norme che lungi dal porsi come divieti costituivano l'archetipo normativo di una nuova disciplina. D'altra parte poteva essere più verosimile che essa esprimesse il principio (peraltro non nuovo) dell'esigenza di dare corso all'interdisciplinarietà come possibile oggetto delle attività sociali delle società tra professionisti. In tale contesto le novità portate dalla L. 248 finivano per convergere sulla riconosciuta inclinazione di quella normativa a distinguere tra attività professionale protetta e non protetta, potendosi sostenere che solo per la seconda – in quel quadro normativo – sarebbe valso il principio della libera scelta dell'assoggettarsi alla disciplina degli articoli 2229 e ss. o degli articoli 2247 e ss. cc. L'attività professionale non protetta, infatti, svincolata dalla limitazione derivante da iscrizioni ad albi appariva in forte predicato di attenuazione del principio della personalità dell'esecuzione della prestazione di cui all'articolo 2232 c.c.. Dopo quel primo impatto normativo il più celebre art. 10 della legge di stabilità per il 2012 (l. 183/2011) ed in particolare del suo terzo comma con cui si introduceva definitivamente la possibilità dell'esercizio societario delle attività professionali (le cd. “stp” - società tra professionisti).

Formula

STATUTO DELLA SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA CON UNICO SOCIO DENOMINATA FARMACIA COMUNALE … SRL

TITOLO I

ELEMENTI IDENTIFICATIVI

ARTICOLO 1 - DENOMINAZIONE

È costituita una società a responsabilità limitata con unico socio il Comune di… sotto la denominazione “FARMACIA COMUNALE …S.R.L.".

ARTICOLO 2 - SEDE

La Società ha sede legale in… (…).

In caso di variazione dell'indirizzo, purché nell'ambito dello stesso Comune, gli amministratori depositeranno, secondo quanto previsto dall'art. 111 ter disposizioni attuazione del c.c., apposita dichiarazione presso il competente Registro delle Imprese.

La Società, nelle forme di legge, potrà istituire o sopprimere sedi secondarie, nonché filiali e/o dipendenze, uffici di rappresentanza e di corrispondenza, sia in Italia sia all'estero.

ARTICOLO 3 - DURATA

La durata della Società è fissata sino al 31 dicembre 2050 e potrà essere prorogata una o

più volte o anticipatamente sciolta per decisione dei soci.

ARTICOLO 4 - OGGETTO

1. La Società ha per oggetto la gestione di farmacie e di esercizi commerciali attinenti la tutela della salute e del benessere, la vendita al minuto e la distribuzione intermedia di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, sanitari e simili, l'informazione ed educazione sanitaria, nonché l'aggiornamento professionale e tutti gli altri servizi, attività e prestazioni consentite dalla legge e/o dalle norme convenzionali o comunque posti a carico delle farmacie, nonché la prestazione di servizi utili complementari e di supporto all'attività commerciale.

2. Nell'ambito della sua attività la società può assumere ulteriori iniziative atte a conseguire scopi di pubblico interesse nel settore sociosanitario - assistenziale, in forma diretta oppure a mezzo di terzi soggetti, a seguito di stipulazione di specifiche convenzioni.

3. In particolare e a titolo esemplificativo e non esaustivo oggetto della società sono le seguenti attività inerenti alla distribuzione di prodotti farmaceutici e parafarmaceutici e alle prestazioni di servizi:

a) la vendita al minuto di specialità medicinali anche veterinarie, prodotti farmaceutici, prodotti omeopatici, prodotti affini ai farmaceutici, preparati galenici, officinali e magistrali; materiali di medicazione; reattivi; articoli sanitari e protesici; dispositivi e presidi medico – chirurgici; prodotti ad uso diagnostico e per la riabilitazione personale; apparecchi medicali ed elettromedicali; pile ed apparecchi acustici; giocattoli; prodotti dietetici, alimenti ed integratori alimentari, alimenti per l'infanzia, dietetici speciali, prodotti apistici; prodotti per l'igiene personale; profumeria; cosmetici, anche a base di prodotti naturali; prodotti di erboristeria; macrobiotica; prodotti per la salute e per il benessere; articoli di vestiario confezionati, accessori di abbigliamento, biancheria; calzature per la mamma, il bambino, lo sportivo; la rivendita o distribuzione di libri ed altre pubblicazioni, giornali e riviste di interesse sanitario attinenti la salute e il benessere; e tutti gli altri prodotti caratteristici dell'esercizio farmaceutico;

b) la produzione di prodotti officinali, omeopatici, di erboristeria, di profumeria, cosmetici, dietetici, integratori alimentari, ed altri prodotti caratteristici dell'esercizio farmaceutico;

c) l'effettuazione di test di auto-diagnosi e di servizi di carattere sanitario rivolti all'utenza; la prenotazione di prestazioni specialistiche; il noleggio di apparecchi elettromedicali e dispositivi medici;

d) L'organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento rivolti ai farmacisti e ai dipendenti delle farmacie pubbliche e private; la promozione e la gestione di attività di formazione e di aggiornamento professionale dei propri dipendenti ed altri;

e) la promozione, la partecipazione, la collaborazione ai programmi di medicina preventiva, di informazione ed educazione sanitaria rivolti agli utenti, anche mediante convegni e incontri culturali;

f) la gestione della distribuzione intermedia a farmacie pubbliche e private nonché alle ASL, Enti, Istituti, Case di Cura e di Riposo, anche al di fuori del territorio comunale, di specialità medicinali, di prodotti parafarmaceutici e di articoli vari normalmente collegati al servizio farmaceutico;

g) la fornitura di servizi sanitari complementari inerenti sia la distribuzione dei prodotti di cui ai commi precedenti sia la prestazione di servizi in coordinamento con le ASL;

h) la fornitura di ulteriori servizi integrativi e accessori comunque inerenti agli scopi della società, ad operatori, enti, istituti o imprese sia pubbliche che private che agiscono in campo farmaceutico o svolgono prestazioni sanitarie a favore della collettività;

4. La Società, per il conseguimento degli scopi sociali, potrà altresì:

- esercitare qualsiasi attività e compiere tutte le operazioni commerciali, industriali, finanziarie, mobiliari ed immobiliari che l'organo amministrativo riterrà necessarie o utili, inclusa la possibilità di effettuare erogazioni in conformità agli scopi degli enti soci

- assumere, direttamente o indirettamente, interessenze e/o partecipazioni in altri enti, società, imprese, consorzi o altre forme associative previste dalla legge, ovvero costituire Società dalla stessa partecipate aventi oggetto analogo o connesso al proprio, con esclusione di ogni attività riservata ai sensi delle leggi vigenti e di ogni operazione ivi prevista svolta nei confronti del pubblico;

- rilasciare fideiussioni, cauzioni, avalli ed ogni altra garanzia, concedere pegni ed ipoteche ed in genere prestare garanzie reali anche nell'interesse altrui.

5. La società è in ogni caso vincolata a realizzare la parte più importante della propria attività con i soci, loro aziende ed enti dipendenti e società dai medesimi partecipate o affidatarie del servizio pubblico locale e comunque con le collettività rappresentate dai soci e nel territorio di riferimento dell'insieme dei soci medesimi. in particolare, le attività di cui al terzo comma del presente articolo dovranno essere svolte esclusivamente nell'ambito dei territori di riferimento degli enti soci.

6. La società dovrà operare, nell'affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, anche laddove non siano applicabili le normative europee e nazionali sulle procedure di aggiudicazione ad evidenza pubblica, sulla base dei principi derivanti dal trattato CE di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza.

TITOLO II - CAPITALE SOCIALE E QUOTE

ARTICOLO 5 - CAPITALE SOCIALE

1. Il capitale sociale è fissato in Euro ……. rappresentato da quote di partecipazione ai sensi di legge.

2. Il capitale sociale dovrà essere di proprietà di Comuni o di altri enti pubblici.

3. I Soci si impegnano a garantire che la quota di capitale pubblico non sia mai inferiore al 100% per tutta la durata della Società; a tale riguardo, possono concorrere a comporre il capitale pubblico anche le partecipazioni di società vincolate per legge e/o per statuto ad essere a capitale interamente pubblico.

4. Il capitale sociale potrà essere aumentato una o più volte per deliberazione dell'Assemblea, anche con conferimento di beni in natura e di crediti o altri beni conferibili ai sensi di legge.

5. Con il consenso di tutti i soci, le partecipazioni dei soci possono essere determinate anche in misura non proporzionale ai rispettivi conferimenti; il tutto nel rispetto delle norme di legge e come sarà specificato nella delibera di modifica del capitale sociale.

ARTICOLO 6 - FINANZIAMENTI

1. I soci potranno finanziare la società nel rispetto e con le prescrizioni previste dalla legge. Tali finanziamenti si intendono sempre non onerosi anche ai sensi della legislazione fiscale, salva espressa previsione contraria.

2. I soci potranno inoltre decidere l'emissione di titoli di debito nel rispetto delle norme di legge.

ARTICOLO 7 - GRADIMENTO

1. Le quote sono trasferibili per atto tra vivi solo ad altri Enti Pubblici o Società a capitale interamente pubblico previo gradimento espresso dal Consiglio di Amministrazione o dell'Amministratore Unico;

2. A tal fine la proposta di trasferimento contenente le generalità dell'acquirente e la descrizione della partecipazione da trasferire, deve essere comunicata all'organo amministrativo con lettera raccomandata, che deve pronunciarsi mediante apposita decisione senza obbligo di motivazione da comunicarsi mediante lettera raccomandata al socio richiedente entro trenta giorni dalla avvenuta comunicazione della proposta di trasferimento.

3. Nel caso di mancato gradimento e quindi di intrasferibilità delle quote, al socio spetta il diritto di recesso.

4. Nel caso invece di gradimento affermativo, e quindi di trasferibilità delle quote, agli altri soci spetta il diritto di prelazione.

ARTICOLO 8 - TRASFERIMENTI E PRELAZIONE

1. Il Socio non può alienare le proprie quote senza prima averle offerte in prelazione agli altri soci, in proporzione alle rispettive partecipazioni, e con diritto di accrescimento.

2. Il Socio che intenda quindi vendere, in tutto o in parte, le proprie quote, dovrà darne comunicazione scritta agli Organi di Amministrazione della Società, descrivendo la partecipazione offerta in vendita, nonché il prezzo di vendita ed il nominativo dell'acquirente.

3. La Società dovrà darne comunicazione entro quindici giorni a tutti gli altri Soci, i quali, nel termine di trenta giorni dal ricevimento della comunicazione potranno comunicare alla Società il proprio intendimento di esercitare la prelazione alle condizioni indicate.

4. In caso di pluralità di Soci interessati all'acquisto, la partecipazione offerta spetterà ad ognuno in proporzione alla partecipazione da ciascuno di essi posseduta.

5. Il diritto di prelazione dovrà comunque essere esercitato per la totalità delle quote poste in vendita.

6. Tutte le comunicazioni previste nel presente articolo dovranno essere date, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento, ai soci agli indirizzi risultanti dal Libro dei Soci (ove sussistente) ed alla Società indirizzandole presso la sede legale.

7. Il diritto di prelazione a favore dei Soci opererà, ai sensi del presente articolo, anche nel caso in cui taluno di essi intenda permutare o altrimenti disporre a titolo oneroso delle quote, anche per transazione o per cessione dei beni.

8. Il diritto di prelazione non spetta in caso di costituzione di pegno o usufrutto.

9. Le quote di proprietà dei Soci e quelle di proprietà delle società costituite dagli stessi a norma dell'art. 113, comma 13, del d.lgs. n 267 del 2000 possono essere direttamente cedute, in deroga ai commi successivi, a società a capitale interamente pubblico locale, partecipate dai Soci. medesimi, ed incedibile, costituite in base a norme di legge o dello statuto dell'ente socio per l'amministrazione delle partecipazioni societarie ad esse conferite.

10. In caso di trasferimento di quote o di diritti di opzione in violazione di quanto previsto dal presente articolo l'acquirente non sarà legittimato all'esercizio del voto e degli altri diritti amministrativi e patrimoniali.

ARTICOLO 9 - VERSAMENTI

1. I versamenti sulle partecipazioni sono richiesti dal consiglio di amministrazione o dall'Amministratore Unico nei termini e nei modi che reputa convenienti. Qualora sia trascorso il termine fissato per i versamenti a carico dei soci morosi - salvo sempre l'esercizio da parte della società delle facoltà previste dalla normativa vigente - decorre sull'ammontare del pagamento dovuto un interesse annuo in misura pari al tasso legale.

ARTICOLO 10 - RECESSO

1. Ciascun socio ha diritto di recedere dalla società nei casi inderogabilmente previsti dalla legge (art. 2469, e art. 2473 c.c.) e con le modalità previste dall'art. 2473 c.c.

TITOLO III - DECISIONI DEI SOCI

ARTICOLO 11 - DECISIONI DEI SOCI O DEL SOCIO UNICO

1. I soci decidono sugli argomenti che uno o più amministratori o tanti soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale sottopongono alla loro approvazione.

In ogni caso, sono riservate alla competenza dei soci:

1) l'approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili;

2) la nomina e la revoca degli amministratori;

3) la nomina, nei casi previsti dalla legge, dell'organo di controllo e\o del revisore;

4) le modificazioni dell'atto costitutivo;

5) la decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto sociale o una rilevante modificazione dei diritti dei soci;

6) ogni altra materia loro inderogabilmente riservata dalla legge.

2. Ogni socio ha diritto di partecipare alle decisioni previste dal presente articolo ed il suo voto vale in misura proporzionale alla sua partecipazione.

3. Le decisioni dei soci possono essere adottate:

a) mediante deliberazione assembleare;

b) mediante consultazione scritta sulla base del consenso espresso per iscritto, purché dai documenti sottoscritti risultino con chiarezza l'argomento oggetto della decisione ed il consenso alla stessa; la documentazione da cui risulta il consenso dei soci deve essere conservata tra gli atti della società.

4. Debbono essere adottate in ogni caso con deliberazione assembleare, le decisioni relative alla modificazione dell'atto costitutivo oppure al compimento di operazioni che comportino una sostanziale variazione dell'oggetto sociale o dei diritti dei soci, nonché all'approvazione del bilancio, e la nomina e revoca degli amministratori ed in ogni altro caso previsto dalla legge, ovvero qualora ne sia fatta richiesta da uno o più amministratori o da tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale.

ARTICOLO 12 - ASSEMBLEA

L'assemblea è convocata mediante lettera raccomandata o semplice, o a mezzo e-mail recapitati ai soci almeno otto giorni prima dell'adunanza.

Nell'avviso dovrà essere indicato il giorno, il luogo e l'ora dell'adunanza e l'elenco delle materie da trattare; potrà essere altresì indicato il giorno, il luogo e l'ora della eventuale seconda convocazione, da tenersi un giorno successivo alla prima.

In mancanza di formale convocazione, l'assemblea si reputa regolarmente costituita in forma totalitaria ricorrendone i presupposti e le condizioni di legge.

L'Assemblea potrà essere convocata e potrà riunirsi anche in luogo diverso da quello della sede sociale, purché in Italia.

L'Assemblea potrà riunirsi anche per tele - video conferenza.

In questo caso tutti i partecipanti, pur trovandosi in luoghi diversi, saranno collegati fra loro audio e video e potranno simultaneamente vedersi e colloquiare reciprocamente e nell'avviso di convocazione dovranno essere indicati i luoghi ove i partecipanti potranno riunirsi.

ARTICOLO 13 - RAPPRESENTANZA IN ASSEMBLEA

Il socio può farsi rappresentare in assemblea e la relativa documentazione è conservata dalla società.

ARTICOLO 14 - PRESIDENZA

1. L'assemblea è presieduta dal Presidente o, in caso di sua assenza o impedimento, è presieduta dal vice presidente, se nominato, o, in subordine, da persona designata dagli intervenuti.

2. L'assemblea, su proposta del presidente, nomina un segretario, anche al di fuori dei soci.

3. Nei casi previsti dalla legge o laddove il presidente dell'assemblea ne ravvisi l'esigenza, il verbale è redatto per atto pubblico da notaio designato dal presidente medesimo.

4. Il presidente dell'assemblea verifica la regolarità della costituzione, accerta l'identità e la legittimazione dei presenti, regola il suo svolgimento ed accerta i risultati delle votazioni; degli esiti di tali accertamenti deve essere dato conto nel verbale sottoscritto dal presidente, dal segretario e, eventualmente dal Notaio (nei casi di legge, ovvero quando il Presidente lo ritenga opportuno), e redatto ai sensi di legge.

5. Le modalità di espressione del voto saranno scelte dall'Assemblea, nel rispetto delle norme inderogabili di legge, che dovranno comunque consentire l'identificazione dei votanti. L'assemblea può scegliere tra gli intervenuti due o più scrutatori.

ARTICOLO 15 - MAGGIORANZE

Sia in prima sia in seconda convocazione le decisioni dei soci, sia in forma assembleare, sia in forma di consultazione o consenso scritto, sono prese validamente con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino la maggioranza del capitale sociale, ad eccezione per l'assunzione delle delibere attinenti ad una delle seguenti materie:

- nomina e revoca del Consiglio di Amministrazione;

- operazioni di scorpori/conferimenti di attività e/o rami aziendali, di fusioni e di scissioni;

- operazioni di aumenti di capitale;

- ingresso di nuovi soci per operazioni di aumento di capitale;

- approvazione del bilancio e distribuzione dei dividendi.

che dovranno essere adottate con il voto favorevole di tanti Soci che rappresentino almeno l'80% (ottanta percento) del capitale sociale

TITOLO IV - ORGANI AMMINISTRATIVI E DI CONTROLLO

ARTICOLO 16 - AMMINISTRATORE UNICO DELLA SOCIETA' – POTERI –

1. La società è amministrata da un Amministratore Unico.

2. L'Amministratore Unico è investito dei più ampi poteri per l'amministrazione ordinaria e straordinaria della società, ed ha pertanto facoltà di compiere tutti gli atti che ritenga opportuni per l'attuazione ed il raggiungimento degli scopi sociali, in Italia come all'estero.

3. L'Amministratore Unico può delegare al Direttore della Farmacia nei limiti dell'art. 2381 del codice civile le proprie attribuzioni stabilendone all'atto della nomina gli atti e i limiti della delega e le modalità di operatività della stessa.

4. L'Amministratore Unico può nominare uno o più direttori, vice direttori, direttori e procuratori per singoli atti o categorie di atti, determinandone i poteri, anche di legale rappresentanza, nonché gli emolumenti.

ARTICOLO 17 - RAPPRESENTANZA LEGALE DELLA SOCIETA'

1. La rappresentanza legale e la firma sociale della società spettano all'Amministratore Unico e, in caso di sua assenza o impedimento, al Direttore.

ARTICOLO 18 - COMPENSI E RIMBORSO SPESE DELL'AMMINISTRATORE UNICO

1. All'Amministratore Unico potranno essere assegnati compensi ai sensi di legge.

2. In particolare, il Socio Unico contestualmente alla Nomina delibera i compensi assegnati.

ARTICOLO 19 - CONTROLLO CONTABILE

1. Nei casi previsti dall'art. 2477 Codice Civile, la Società potrà nominare un Organo di Controllo, ovvero un Revisore, ovvero entrambi gli organi.

2. In caso di nomina dell'Organo di Controllo lo stesso sarà composto da un Sindaco Unico scelto tra i revisori legali iscritti nell'apposito registro oppure da un Collegio Sindacale composto da tre membri effettivi e due supplenti, aventi i requisiti di cui agli artt. 2397 e ss. del Codice Civile.

3. L'Organo di Controllo resta in carica per tre esercizi e scade alla data della decisione dei Soci di approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica. Lo stesso termine vale rispetto al Revisore. La cessazione per scadenza del termine dell'Organo di Controllo ha effetto nel momento in cui esso è ricostituito. Lo stesso principio vale rispetto al Revisore.

Sia il Sindaco Unico, sia i componenti il Collegio Sindacale, sia il Revisore sono in ogni caso rieleggibili. I relativi poteri, doveri e competenze, le cause d'ineleggibilità e decadenza, le ipotesi di cessazione dall'ufficio ed i relativi effetti sono quelli stabiliti dalla legge.

4.Il compenso dei Sindaci e/o del Revisore è determinato dai Soci all'atto della nomina, per l'intero periodo della durata del loro ufficio.

L'Organo di Controllo ha i doveri e i poteri di cui agli articoli 2403 e 2403 – bis Codice Civile e, salvo il caso in cui sia stato nominato anche il Revisore, esercita la revisione legale dei conti della Società, ai sensi dell'art. 2409-bis, comma 2, Codice Civile, ove ricorrano tutte le condizioni prescritte dalla citata normativa. In ogni altra ipotesi di prescrizione obbligatoria di revisione legale dei conti, la stessa sarà esercitata nei modi, forme e termini di legge.

5. Si applicano le disposizioni di cui agli artt. 2405,2406,2407 e 2408 Codice Civile.

Delle riunioni del Collegio Sindacale deve redigersi verbale, che deve essere trascritto nel libro delle decisioni del Collegio Sindacale e sottoscritto dagli intervenuti; le deliberazioni del Collegio Sindacale devono essere prese a maggioranza assoluta dei presenti. Il Sindaco dissenziente ha diritto di far iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.

7. La riunione potrà tenersi anche per audioconferenza o videoconferenza; in tal caso si applicano le disposizioni sopra previste per le adunanze del Consiglio di Amministrazione.

In caso di nomina del Revisore, sia in alternativa all'Organo di Controllo che unitamente al medesimo, il Revisore svolgerà i compiti ad esso affidati dalla legge, avvalendosi dei poteri ad esso conferiti dalla legge stessa.

Fuori dalle ipotesi previste dal secondo e terzo comma dell'art. 2477 Codice Civile, la Società non avrà né Organo di Controllo né Revisore, salva contraria decisione dei Soci.

TITOLO V - BILANCIO

ARTICOLO 20 - CHIUSURA ESERCIZIO SOCIALE - RIPARTO UTILI

1. Gli esercizi sociali si chiudono al 31 dicembre di ogni anno.

2. Il bilancio, redatto dall'organo amministrativo con l'osservanza delle norme di legge,

è presentato ai soci, per la sua approvazione, entro centoventi giorni dalla chiusura

dell'esercizio sociale.

3. Nei casi previsti dall'art. 2364 c.c., tale termine potrà essere prorogato a cento

ottanta giorni dalla chiusura dell'esercizio sociale.

4. Gli utili netti, dedotte le somme da destinare alle riserve previste dalla legge,

saranno ripartiti tra i Soci in proporzione alle rispettive quote di partecipazione, salvo diversa decisione dei soci.

TITOLO VI - DISPOSIZIONI VARIE

ARTICOLO 21 - SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE

1. Addivenendosi in qualunque tempo e per qualunque causa allo scioglimento della Società, spetta al Socio Unico determinare le modalità della liquidazione e nominare uno o più liquidatori indicandone i poteri. Lo stato di liquidazione potrà essere revocato nel rispetto di quanto previsto dall'art. 2487ter c.c.

TITOLO VII - STRUMENTI DEL CONTROLLO ANALOGO DA ESERCITARSI SULLA SOCIETA'

ARTICOLO 22 - CONTROLLO IN VIA ANTICIPATA (ex ante)

1. L'Amministratore Unico entro il 30 novembre di ciascun anno, predispone ed invia ai soci una relazione previsionale relativa all'attività e agli obiettivi della Società per l'anno successivo

2. Il Consiglio Comunale, entro il 31 dicembre dello stesso anno, approva la relazione di cui al comma precedente.

3. Saranno inoltre sottoposti alla preventiva autorizzazione dell'Ente Socio, i seguenti atti:

a) modifiche societarie e costituzione di nuove società; b) acquisti e alienazioni di immobili, aziende e rami d'azienda, c) acquisizioni e dismissioni di partecipazioni societarie;

ARTICOLO 23 - CONTROLLO DELLA GESTIONE IN CORSO D'ANNO (In itinere)

1. L'Amministratore Unico trasmette al Comune di …… entro il 30 settembre una relazione tecnico finanziaria sull'andamento generale della gestione in relazione agli obiettivi approvati e sulla prevedibile evoluzione, nonché sulle operazioni di maggiore rilievo.

ARTICOLO 24 - RENDICONTO DELLA GESTIONE (ex post)

1. L'Amministratore Unico al termine dell'esercizio di riferimento trasmette al Socio Unico il bilancio di esercizio corredato dai documenti di legge

ARTCOLO 25 - REVOCA DELL'AMMINISTRATORE UNICO

1. Fatte salve le cause di revoca dall'incarico previste dal Codice Civile costituisce specifico motivo di revoca l'inosservanza delle disposizioni di cui ai precedenti articoli 22, 23 e 24.

2. I Risultati Negativi della gestione o il mancato raggiungimento degli obiettivi possono costituire elementi di giusta causa per la revoca dell'Incarico di Amministratore Unico.

ARTICOLO 26 - DISPOSIZIONI GENERALI

per tutto quanto non contemplato nel presente atto costitutivo/ statuto, si fa riferimento

alle disposizioni del Codice Civile ed alle speciali leggi che regolano le società a responsabilità limitata.

Commento

Società e professione medica e\o farmaceutica

Un altro settore in cui ben presto il legislatore ebbe chiara la necessità di considerare in qualche modo possibile l'inserimento di una professione protetta nel più ampio contesto di un'attività d'impresa fu quello medico e farmaceutico.

Va preliminarmente segnalato che l'esercizio della professione medica nel suo complesso rapporto con l'attività d'impresa è stato, talora, oggetto di vivaci dibattiti: si ricordi, solo a titolo esemplificativo, che la Corte di Cassazione a sezioni (penali) riunite ha sancito che “L'art. 2 l. 23 novembre 1939 n. 1815, che vieta alle società di fornire alcune specifiche prestazioni professionali, non può trovare applicazione fuori dei casi tassativamente indicati, tra quali non rientrano le prestazioni sanitarie. Non può pertanto ritenersi precluso l'esercizio in forma societaria di gabinetti di analisi chimico-cliniche e biologiche”.

È opportuno, anche, segnalare, più in generale, che la legge 132 del 1968 all'articolo 1 introduceva la nozione giuridica di “casa di cura privata” assoggettandole alla vigilanza del Ministero della Sanità (oggi della Salute) e che, nel contesto indicato, il d.P.C.M. del 27 giugno 1986 in Gazz. Uff. 4\7\86 n.ro 153 (noto come atto di indirizzo e coordinamento dell'attività amministrativa delle regioni in materia di requisiti delle case di cura private) ha stabilito che “agli effetti del presente atto …sono case di cura gli stabilimenti sanitari gestiti da privati, persone fisiche o giuridiche che provvedono al ricovero ed eventualmente all'assistenza sanitaria ambulatoriale e in regime di degenza diurna cittadini italiani e stranieri a fini di diagnosi, cura e riabilitazione”.

Dunque non può certo disattendersi il dato normativo che consente a società di capitali e cooperative la “gestione” della casa di cura, ossia la gestione di un ente che provvede a diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti, e dunque abilita queste società, sostanzialmente, all'esercizio della professione medica, peraltro in un contesto in cui il medico in realtà è considerato "una componente del personale della casa di cura" (cfr. art. 29 e ss. citato decreto).

La normativa in parola, tuttavia, consente di esaminare la questione, anche da un diverso angolo visuale: la casa di cura rappresenta sempre un'ipotesi in cui l'esercizio dell'attività professionale si inserisce in un complesso di servizi più vasto che va dal trasporto per assistenza sanitaria, al servizio infermieristico, alla gestione dei posti letto e più in generale al ricovero ed alle forniture del servizio cucina e lavanderia a quello di disinfezione, disinfestazione, al servizio mortuario a quello farmaceutico o di assistenza psicologica, e religiosa.

In particolare la disciplina delle farmacie

Analogamente a quanto testè esaminato per le case di cura, la legislazione speciale ha ammesso che "società di persone" e "società cooperative" possano "gestire" farmacie (articolo 7, L. 1991 n.ro 362) a condizione che la "gestione della farmacia" sia l'oggetto esclusivo della società e che soci siano farmacisti iscritti all'albo. E, fermo restando che ciascun farmacista possa partecipare ad una sola società.

Solo per completezza, appare opportuno segnalare, in materia, che il testo unico sull'ordinamento degli enti locali (d.lgs. 18 agosto 2000 n. 267) ha integrato la previgente disciplina in materia di farmacie cd. “pubbliche” di cui alla Legge 2 aprile 1968 n.ro 475. In quest'ultima, infatti, si prevedeva che i Comuni potessero assumere la gestione di farmacie a certe condizioni anche “a mezzo di società di capitali costituite tra il comune ed i farmacisti che, al momento di costituzione della società, prestino servizio presso le farmacie di cui il comune abbia titolarità”.

Di seguito al citato d.lgs. 267 le società che hanno ad oggetto l'esercizio della "professione del farmacista" possono essere:

- s.p.a. o s.r.l. quando il capitale e per la maggioranza del comune o dell'ente pubblico titolare del pubblico servizio (azienda sanitaria locale) (art. 113);

- solo s.p.a. se la partecipazione pubblica non sia di maggioranza. In tal caso, peraltro, la scelta del socio privato deve essere eseguita con procedura di evidenza pubblica e l'atto costitutivo deve prevedere l'obbligo (ed il diritto) dell'ente pubblico di provvedere alla nomina di uno o più amministratori e sindaci (art. 116).

Semmai, attualmente, ossia dopo la l. 248\2006 (di conversione del cd. decreto Bersani) vale rivisitare la nozione di oggetto sociale ed attività della professione di farmacista nella prospettiva dell'articolo 5 del decreto che recita tra l'altro che: “Gli esercizi commerciali di cui all'articolo 4, comma 1, lettere d), e) e f), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 , possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione, di cui all'articolo 9-bis del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, e di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica, secondo le modalità previste dal presente articolo. È abrogata ogni norma incompatibile. La vendita di cui al comma 1 è consentita durante l'orario di apertura dell'esercizio commerciale e deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine. Sono, comunque, vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sotto costo aventi ad oggetto farmaci…”

Ne consegue che legittimamente potrà inserirsi in uno statuto di società, quale che sia, che svolga l'attività di commercio di prodotti secondo quanto precisato, la “vendita dei farmaci da banco e di tutti i farmaci e prodotti non soggetti a prescrizione medica”. Al di là di ogni altra considerazione anche qui ragioni di opportunità inducono a ritenere quanto meno opportuno l'inserimento nello statuto della precisazione concernente la circostanza per cui “La vendita dei detti farmaci è consentita durante l'orario di apertura dell'esercizio commerciale e deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine.”

Completa il quadro all'esame la notazione per cui il commercio all'ingrosso di farmaci non conosceva particolari limitazioni e si riteneva possibile oggetto di società lucrative di ogni tipo, e che oggi v'è obbligo di chi commercia all'ingrosso farmaci di detenere almeno il 90 per cento delle specialità in commercio, precisandosi che tale obbligo “ non si applica ai medicinali non ammessi a rimborso da parte del servizio sanitario nazionale, fatta salva la possibilità del rivenditore al dettaglio di rifornirsi presso altro grossista “.

Nel contesto al vaglio vale ricordare che la “distribuzione all'ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia sono tra loro incompatibili se svolte dal medesimo soggetto imprenditoriale".

Dunque la disciplina dell'esercizio dell'attività di farmacista è quella in cui “più compiutamente la normativa mostra di aver “seguito” l'evoluzione della figura del professionista in imprenditore” (A. TESTA, Gli oggetti sociali negli atti delle società, Milano, 2016) dovendosi probabilmente ciò ricondurre alla circostanza per cui l'attività della farmacia si qualifica principalmente “come attività di vendita al dettaglio di prodotti medicinali, medicali, di erboristeria ed omeopatia, veterinari e para farmaceutici, sia realizzati da terzi, sia realizzati direttamente dal farmacista…”. (A. TESTA, op. loc. ult. cit.).

È agevole, infatti, al riguardo ricordare che la l. 475\68 rappresentò un prima autentica assimilazione dell'attività di farmacia a quella imprenditoriale declinando la possibilità di trasferire l'attività stessa in uno alla connessa autorizzazione amministrativa. Dal 1991 (cfr. L. 368\91) è stato possibile distinguere la gestione delle farmacie private da quelle cd. “comunali”. Come già anticipato la gestione di farmacie private era riservata oltre che a farmacisti persone fisiche anche a società di persone o società cooperative a r.l.

In particolare quanto alle società era necessario che esse avessero quale oggetto esclusivo l'attività di esercizio della farmacia e, la partecipazione sociale era possibile ai soli farmacisti iscritti all'Ordine della provincia in cui la società aveva sede, fermo restando che la società poteva essere titolare di una sola farmacia nell'ambito territoriale della provincia oltre al non trascurabile dettaglio per cui ogni socio farmacista poteva partecipare ad una sola società di tal genere. Con il più volte citato d.l. 223 del 4/07/2006, convertito con l. 248 del 4/08/2006, oltre ad essere stato introdotto il già esaminato articolo 5 (per i farmaci da banco ed automedicazione ) sono stati eliminati rispetto alla disciplina vigente dal 1991 sia la limitazione territoriale relativa ai soci nel senso che possono essere soci di una società di gestione di farmacia anche iscritto ad ordine appartenente a provincia diversa da quella competente nel luogo in cui la società ha sede sia la limitazione numerica della partecipazione a società di gestione di farmacia (che venne elevato da uno a quattro). Quanto invece alle farmacie comunali, la normativa è di fatto meno vincolante potendo i farmacisti destinati a prestare servizio nelle dette farmacie stipulare società di capitale con il Comune (art. 10 l. 362/1991).

Va ulteriormente segnalato che i commi 157 e ss. dell'art. unico della legge 4 agosto 2017, n. 124 hanno introdotto alcune novità al sistema di cui alla l. 362\91 e 475\68, le cui principali novità possono così sintetizzarsi:

a) è oggi possibile che società di capitali siano soci di società di gestione di farmacie;

b) è oggi possibile che soci delle medesime società siano anche soggetti diversi da farmacisti iscritti all'albo in possesso del requisito dell'idoneità previsto dall'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 e successive modificazioni restando tuttavia essenziale la direzione sia affidata ad un farmacista in possesso dell'idoneità;

c) risulta modificato il regime e la disciplina delle incompatibilità oggi concentrate su “qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco, nonché con l'esercizio della professione medica” (art. 7 comma 2 l. 362\91);

d) è venuto anche meno il limite quantitativo – quello delle quattro società – per la titolarità di più farmacie nella stessa provincia sostituito dalla previsione, in forza della quale i soggetti titolari della farmacia possono controllare, direttamente o indirettamente, ai sensi degli articoli 2359 e ss. non più del 20 % delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma.

Va anche ricordato che secondo una prima interpretazione applicativa è anche possibile dopo il detto intervento normativo costituire società per la gestione di farmacie private nella forma di società unipersonali (cfr. Studio CNN 75/2018-I, P. GUIDA, A. RUOTOLO, D. BOGGIALI, Le società per la gestione delle farmacie private ).

Infine giova ricordare che la nuova disposizione di cui all'art. 8, comma 2, l. 362/1991, estende “anche alle variazioni della compagine sociale l'obbligo - già previsto per lo statuto della società e per le sue modificazioni - di comunicazione nei 60 gg. alla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani nonché all'assessore alla sanità della competente regione o provincia autonoma, all'ordine provinciale dei farmacisti e all'azienda sanitaria locale competente per territorio(Studio CNN, op. loc. ult. cit. Qui di seguito il nuovo testo degli artt. 7 ed 8 L. 362\91 recanti le modifiche sopra sintetizzate ).

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