Verbale di diserzione di assembleaInquadramentoLa convocazione assembleare si inserisce in un iter procedimentale che inizia con la convocazione formale dell'assemblea e termina con la delibera assembleare. Salvo il caso di assemblea totalitaria, si esclude, dunque, che il vizio che colpisce la convocazione dei soci, possa qualificare l'adunanza come assemblea. È pertanto necessario che la formale convocazione dei soci si traduca nell'avviso di convocazione di cui all'art. 2366 c.c. A norma dell'art. 2379 c.c. la mancanza di convocazione determina nullità della delibera assembleare, mentre la sua irregolarità, determina l'annullabilità della delibera medesima. FormulaRepertorio n. Raccolta n. VERBALE DI DISERZIONE DI ASSEMBLEA [1] REPUBBLICA ITALIANA L'anno…il giorno…del mese di…nel mio studio sito in via…n… Innanzi a me Dottor….notaio in…iscritto presso il collegio Notarile di…è presente il Dott.… …domiciliato per la carica in…via…n…, il quale interviene al presente atto in qualità di… della “Società… S.p.A”, con sede in…via…n….capitale sociale di euro…, iscritta al Registro Imprese di…al n…ai sensi di legge e di statuto Il comparente della cui identità personale, io Notaio sono certo, nella detta qualità mi chiede di assistere redigendo pubblico verbale, all'assemblea dei soci della predetta società, riunita in prima convocazione in questo giorno luogo e ora per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1) ……. 2) delibere inerenti e consequenziali Aderendo alla richiesta fattami, io Notaio do atto di quanto segue [2] : Assume la presidenza dell'assemblea ai sensi dell'art …. dello statuto sociale, il costituito sig.…il quale constata e fa constare quanto segue: 1) Che la presente assemblea è stata regolarmente convocata mediante…. 2) Che è rappresentato in assemblea il …. % del capitale sociale 3) Che è presente il Consiglio di Amministrazione nelle persone di…, 4) Che è presente il collegio sindacale nelle persone di…. 5) Il Presidente ha accertato l'identità e la legittimazione dei presenti. Il Presidente essendo le ore………. dichiara la presente assemblea non validamente costituita dal momento che non si è raggiunto il numero legale essendo presente il……% del capitale sociale. Pertanto dichiara altresì che l'assemblea non può deliberare per mancanza dei quorum necessari [3] . Richiesto io Notaio ho ricevuto il presente atto del quale ho dato lettura al comparente che amia interpellanza dichiara di approvarlo e con me Notaio lo sottoscrive alle ore e minuti……… Consta di fogli….su facciate …interamente scritti di mio pugno. Firma…………. Notaio………….. 1. Parte della giurisprudenza ha ritenuto necessario redigere il verbale di diserzione della prima convocazione perché in mancanza la delibera adottata in seconda convocazione sarebbe inesistente (Cass. n. 11601/1990). Altra giurisprudenza ha sostenuto che la mancata redazione del verbale di diserzione provocherebbe, invece, la nullità delle eventuali delibere successive (Trib. Prato 17 luglio 1996). 2. Per quanto concerne l'attività notarile, non esistendo alcuna norma che vieti al notaio di redigere un verbale negativo, nulla osta alla redazione del verbale di cui alla formula in oggetto. 3. Può ritenersi consolidata l'opinione che non ritiene necessaria la redazione del verbale di cui alla formula posto che è sufficiente menzionare, nel verbale di seconda convocazione, la circostanza che in prima convocazione l'assemblea è andata deserta (Cfr. Cass. n. 12008/1998). CommentoL'avviso di convocazione è strumentale all'informazione di ogni avente diritto, che nel lasso di tempo contemplato dall'art. 2366 c.c., deve avere modo di organizzare la propria partecipazione all'adunanza. Allo scopo, l'avviso deve contenere l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo dell'Assemblea, mentre, l'enunciazione dell'ordine del giorno serve a rendere edotti i partecipanti sugli argomenti su cui sono chiamati a deliberare. È possibile che l'avviso contenga la convocazione dell'assemblea sia in sede ordinaria che in sede straordinaria; ad ognuna delle due fasi si applicheranno poi le regole peculiari a ciascuna assemblea. È anche prassi che l'avviso contenga l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo non solo della prima convocazione dell'assemblea, ma anche della seconda, da tenersi in un giorno diverso dalla prima. L'avviso di convocazione è il primo adempimento che si inserisce nell'iter procedimentale complessivo, formato da esso stesso, dalla costituzione dell'assemblea, dalla discussione ed infine dalla votazione; pertanto esso costituisce un adempimento essenziale ai fini della regolare costituzione assembleare e per la conseguente validità della successiva delibera. In base all'art. 2379 c.c., in caso di mancata convocazione, la delibera è viziata da nullità (salvo l'ipotesi dell'assemblea totalitaria). Relativamente alle modalità concrete di pubblicazione dell'avviso di convocazione nella s.p.a., esso è inserito in Gazzetta Ufficiale o pubblicato su un giornale quotidiano indicato nello statuto. Nelle s.p.a. chiuse, tuttavia, è ammesso il ricorso ad altri strumenti informativi che siano ugualmente idonei ad assicurare un'adeguata informazione. Nelle s.r.l. manca una specifica disciplina in materia. In assenza di specifica previsione statutaria, le modalità di convocazione devono, comunque, assicurare la tempestiva informazione sugli argomenti da trattare. L'avviso deve essere spedito ai soci mediante raccomandata almeno otto giorni prima dell'assemblea al domicilio risultante dal Registro delle Imprese. Ai fini della regolare convocazione rileva il momento in cui la raccomandata è spedita e non quello in cui essa giunge all'indirizzo del destinatario (Cass. S.U., n. 23218/2013). L'avviso di convocazione va inviato non soltanto ai soci, ma anche a tutti i soggetti che hanno diritto di intervenire all'assemblea. Si ritiene che la convocazione, una volta portata a conoscenza degli interessati a norma di legge o statuto, sia irrevocabile salve le ipotesi di assoluta inidoneità originaria della convocazione oppure di sopravvenuto ostacolo insormontabile o motivi urgenti. La revoca è comunque da escludere quando dalla medesima possa derivare una lesione dei diritti individuali dei soci oppure nei casi in cui la convocazione sia obbligatoria per legge. In via generale, l'iniziativa alla convocazione spetta all'organo amministrativo in base ad una valutazione discrezionale, salvi i casi di convocazione obbligatoria previsti dalla legge, come, ad esempio, la diminuzione di oltre un terzo del capitale sociale per effetto di perdite (artt. 2446-2447 c.c.); ovvero, il verificarsi di un evento che determina lo scioglimento della società; o ancora, in tutti i casi in cui sia lo statuto a determinare le ipotesi di convocazione obbligatoria. Se l'organo amministrativo omette la convocazione dell'assemblea è responsabile civilmente verso la società a condizione che sia provato il nesso causale tra l'inadempimento e il danno subito (Trib. Napoli 22 aprile 2009). Significativa l'ipotesi di convocazione obbligatoria di cui all'art. 2364 c.c., riferito all'approvazione del bilancio, nonchè la convocazione obbligatoria su richiesta dei soci di cui all'art. 2367 c.c.: in tale ultima fattispecie, in caso di rifiuto a provvedere, vuoi da parte dell'organo amministrativo, vuoi da parte del collegio sindacale, la convocazione dell'assemblea viene ordinata dal Tribunale con Decreto. Quando il potere di convocare l'assemblea spetta all'organo amministrativo (consiglio di amministrazione o pluralità di amministratori), l'assemblea deve necessariamente essere convocata con metodo collegiale ed è sottratta, quindi, alla disponibilità del singolo amministratore. In caso di violazione del principio della collegialità si reputa che l'avviso di convocazione sia irregolare e determini l'annullabilità della delibera, contrariamente a quanto, prima della riforma, si riteneva in dottrina e giurisprudenza, laddove si opinava, invece, in termini di nullità o inesistenza della delibera medesima. |