Comunione dei beni: ammissibile la domanda congiunta di liquidazione del patrimonio in caso di sovraindebitamento

Gloria Gatti
27 Novembre 2018

La legge n. 3/2012 nell'individuare il soggetto legittimato passivo a presentare il ricorso ex art. 14-ter l. n. 3/2012 per la liquidazione di tutti i suoi beni si riferisce al consumatore e/o al debitore, dovendosi intendere la persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. La pronuncia del Tribunale di Mantova fornisce un'interpretazione estensiva della norma ed equipara la persona fisica «agli enti pure lato sensu collettivi», come la “famiglia”...
Massima

Nell'ipotesi in cui a versare in stato di sovraindebitamento siano due coniugi in regime di comunione legale è ammissibile la presentazione di un ricorso congiunto per la liquidazione del patrimonio nonostante il dato letterale della legge n. 3/2012 preveda come legittimato attivo a far ricorso agli strumenti previsti dalla stessa solo la persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta, invocando da un lato il principio di ragionevolezza nell'affrontare congiuntamente e sistematicamente lo squilibrio finanziario correlato alla vita in comune e dall'altro la maggiore complessità e onerosità di una trattazione separata delle singole posizioni.

Il caso

Due coniugi in regime di comunione legale trovatisi in una situazione di sovraindebitamento incolpevole presentavano ricorso congiunto al Tribunale di Mantova per la liquidazione del loro patrimonio costituito da immobili e dal quinto dello stipendio.

La situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte era stata causata dalla malattia grave che aveva colpito il marito e dalla perdita del lavoro di quest'ultimo rilevato che la gran parte dell'indebitamento «è comune e deriva da mutuo fondiario a garanzia del quale sono stati offerti beni di cui sono contitolari i due mutuatari, peraltro in regime di comunione legale».

Il Giudice ha ritenuto, nonostante, la norma non preveda espressamente la possibilità di presentare ricorsi congiunti che la domanda fosse meritevole di accoglimento poiché i componenti della famiglia corrispondono estensivamente alla qualifica di debitori sovraindebitati e la situazione di dissesto è sorta per soddisfare le necessità della famiglia ed è dipesa da eventi (malattia e licenziamento) che hanno toccato sotto il profilo finanziario l'intero nucleo.

La questione

La legge n. 3/2012 nell'individuare il soggetto legittimato passivo a presentare il ricorso ex art. 14-ter per la liquidazione di tutti i suoi beni si riferisce al consumatore e/o al debitore, dovendosi intendere la persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. La pronuncia del Tribunale di Mantova fornisce un'interpretazione estensiva della norma ed equipara la persona fisica «agli enti pure lato sensu collettivi»,come la “famiglia”, come logica conseguenza del fatto che, trattandosi di una procedura destinata a “salvare” persone fisiche che versino in uno stato di decozione non derivante da attività d'impresa, non vi è alcun motivo ragionevole per escluderlo, vieppiù allorquando i coniugi versino in regime di comunione dei beni, di incardinare due singole procedure, nell'ottica dell'economia processuale e del contenimento dei costi della procedure.

Il Tribunale precisa che «appare del tutto ragionevole consentire ai coniugi di affrontare congiuntamente lo squilibrio finanziario correlato alla vita in comune, mostrandosi incongruo, oltre che più complicato e costoso, che ciascuno fronteggi su binari paralleli quel medesimo squilibrio».

Le soluzioni giuridiche

In alternativa all'accordo di composizione della crisi e al piano del consumatore, la legge n. 3/2012 sul sovraindebitamento contempla la procedura di liquidazione del patrimonio, la cui peculiarità risiede nell'assenza di un consenso o di un accordo per la ristrutturazione del debito con il ceto creditorio.

La procedura di liquidazione comporta la dismissione di tutti i beni del debitore a sua richiesta, ovvero, come nel caso de quo, dei coniugi, il cui ricavato andrà a soddisfare i creditori in base ad un programma di liquidazione redatto mantenendo distinte le masse attive e passive di ciascun coniuge, al perfezionamento del quale si otterrà l'esdebitazione.

Osservazioni

La sentenza si colloca su un cammino già tracciato da Trib. Milano 6 dicembre 2017, Trib. Mantova 22 gennaio 2018 e da Trib. Napoli Nord 18 maggio 2018 che avevano ritenuto ammissibili i ricorsi congiunti per un piano del consumatore e per un accordo di composizione della crisi e che, pur in assenza di conferma da parte della Suprema Corte, è orientamento da ritenersi consolidato, già recepito nell'art. 70 della bozza del Decreto Delegato a seguito della l. n. 155/2017 c.d. Riforma Rodorf che prevede la possibilità di presentare un unico piano in caso di sovraindebitamento che coinvolga un nucleo familiare ma con la separazione delle singole masse.

La tesi del Tribunale in parola appare assolutamente condivisibile alla luce anche del fatto che il sovraindebitamento è un fenomeno sociale che coinvolge non solo singoli ma anche nuclei familiari e che l'esdebitazione di uno solo dei componenti del nucleo familiare avrebbe un beneficio solutorio decisamente marginale nel caso in cui l'indebitamento riguardasse l'intero nucleo familiare.

Resta fermo il principio che la domanda seppur congiunta deve rispettare il disposto di cui all'art. 2740 c.c., che impone anche in caso di domanda congiunta di distinguere le due masse dei singoli coniugi onde evitare che la responsabilità personale diventi responsabilità collettiva, in violazione della citata norma.

La presentazione di un ricorso congiunto, seppur con domande distinte e separazione delle masse parrebbe ragionevolmente potersi applicare anche ai casi di coniugi in regime di separazione dei beni allorquando vi sia un “debito comune”, come ad esempio quello contratto per il mutuo fondiario per l'acquisto della casa coniugale.

L'unico caso edito in cui a presentare un ricorso “di gruppo” è stato un nucleo familiare composto da due coniugi e da un figlio si è concluso con un decreto di non accoglimento non già connesso alla presentazione collettiva della domanda ma per mancanza di idonea divisione delle masse patrimoniali attive e passive e violazione dell'art. 2740 c.c. (Trib. Novara 25 luglio 2018). Parrebbe ragionevole e non confliggente con l'attuale orientamento consentire anche la presentazione di domande congiunte che coinvolgano anche eventuali figli sovraindebitati per soddisfare i bisogni della famiglia purché nel ricorso vengano separate le masse.

Qualche riflessione a parte merita il superamento del sindacato di “meritevolezza” in caso di ricorso congiunto. Nel caso della decisione in commento, malattia e licenziamento del marito, sono fuor di dubbio eventi incolpevoli che hanno avuto ripercussioni sull'intero nucleo familiare e «il giudizio di meritevolezza può essere positivamente espresso ogni qualvolta il disequilibrio finanziario si colleghi ad un'incapacità di rimborso dell'esposizione debitoria connessa all'imprevisto familiare».

Viceversa astrattamente potrebbe verificarsi una situazione in cui uno dei componenti del nucleo abbia posto in essere atti dannosi per i creditori, si pensi ad esempio all'ipotesi in cui uno dei coniugi avesse donato a un fratello un bene immobile proprio in epoca antecedente alla presentazione del ricorso, nel qual caso, sarebbe consigliabile che il coniuge meritevole presentasse una domanda autonoma.

Guida all'approfondimento

G. Benvenuto, Le domande congiunte per crisi familiare nel sovraindebitamento in Diritto24, 2018;

F. Cesare, Ammissibile la liquidazione del patrimonio di gruppo proposta dai coniugi congiuntamente in ilFallimentarista.it, 2018;

S. De Matteis, N. Graziano, Casi e questioni di sovraindebitamento, Rimini, 2017;

F. Fimmanò, G. D'Attorre, La composizione della crisi da sovraindebitamento, Napoli, 2017;

C. Maltese, E. Russo, Le principali questioni sull'ammissibilità di un piano del consumatore individuale o c.d. "di gruppo" in ilFallimentarista.it, 2018;

S. Rossetti, Gli orientamenti della Sezione Fallimentare di Milano sul sovraindebitamento in ilFallimentarista.it, 2018.

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