Ricorso ex art. 696-bis c.p.c. davvero inammissibile senza il periculum?

Vito Amendolagine
28 Novembre 2018

La questione affrontata dal tribunale di Padova attiene alle conseguenze derivanti dalla riscontrata mancanza di elementi di urgenza addotti dal ricorrente ex art. 696-bis c.p.c. che giustifichino l'impugnabilità dell'ordinanza di rigetto dell'accertamento tecnico preventivo ai fini della composizione della lite.
Massima

La reclamabilità dell'ordinanza che rigetta il ricorso per accertamento tecnico preventivo ex art. 669-bis c.p.c. postula la comprovata esistenza di elementi di urgenza che rischino di rendere non più utilmente esperibile l'assunzione della prova nel futuro giudizio di merito.

Il caso

La fattispecie nasce dall'ordinanza emessa dal tribunale di Padova in composizione monocratica con la quale viene dichiarato inammissibile il ricorso proposto ex art. 696-bis c.p.c..

Tale ordinanza viene reclamata dinanzi al Collegio.

La questione

La quaestio juris esaminata dai giudici padovani attiene alle conseguenze derivanti dalla riscontrata mancanza di elementi di urgenza addotti dal ricorrente ex art. 696-bis c.p.c. che giustifichino l'impugnabilità dell'ordinanza di rigetto dell'accertamento tecnico preventivo ai fini della composizione della lite (art. 696-bis c.p.c.).

Le soluzioni giuridiche

Il Collegio conferma la statuizione del giudice di prime cure, rilevando sulla scorta di una precedente pronuncia della Consulta che il discrimine per valutare se l'ordinanza di rigetto di cui si discute, sia o meno impugnabile non è rappresentato dal fatto che si sia in presenza di un ricorso ex art. 696 o 696-bis c.p.c. piuttosto che 669-bis e ss. c.p.c. poiché l'unico requisito utile oggetto di valutazione è la riferita presenza o meno di elementi di urgenza dedotti nel ricorso.

Osservazioni

La pronuncia che si commenta si pone in netta antitesi con l'orientamento (Trib. Trapani, 10 ottobre 2006, in Giur. merito, 2007, 1649) secondo cui la consulenza tecnica preventiva di cui all'art. 696-bis c.p.c. si sostanzia in un vero e proprio strumento di deflazione processuale che prescinde dal periculum in mora, potendo senz'altro essere domandata anche laddove non vi sia affatto urgenza di verifica, iscrivendosi nel novero dei procedimenti sommari di istruzione preventiva di natura non cautelare, anche considerato che lo stesso testo della norma qui considerata (art. 696-bis c.p.c.) prevede l'espletamento di una consulenza tecnica in via preventiva anche al di fuori delle condizioni di cui al comma 1 dell'art. 696 c.p.c. (Trib. Cosenza, 22 maggio 2015).

Nello stesso senso cfr. Trib. Teramo, 11 giugno 2018, in cui si fa una netta distinzione fra l'istituto disciplinato dall'art. 696 c.p.c. – che è un procedimento di natura cautelare, la cui tutela è tipizzata dalla stessa norma, che fa richiamo non ad una qualsiasi urgenza di procedere all'accertamento richiesto, ma all'urgenza causata dal rischio di dispersione delle prove – ed il differente istituto della consulenza tecnica preventiva con finalità conciliativa, disciplinata dall'art. 696-bis c.p.c.).

Infatti, l'accertamento tecnico preventivo di cui all'art. 696-bis c.p.c. ha portata assai più ampia del tradizionale ATP di cui all'art. 696 c.p.c., come peraltro è fatto chiaro dall'inciso, a cui la norma affida il regolamento dei presupposti di ammissibilità, anche al di fuori delle condizioni di cui al comma 1 dell'art. 696 c.p.c. (Trib. Verona, 6 marzo 2017; Trib. Firenze, 7 giugno 2017, secondo cui l'istituto di cui all'art. 696-bis c.p.c., potendo trovare applicazione anche al di fuori di ogni ipotesi di periculum in mora, non partecipa di quella natura cautelare comune agli altri mezzi di istruzione preventiva, sicché i presupposti di ammissibilità devono essere necessariamente ancorati al fumus boni iuris del diritto tutelando nel successivo ed eventuale giudizio di merito, essendo altrimenti rimesso l'istituto al mero arbitrio del ricorrente. Infatti le due norme hanno diversi presupposti ed ambito oggettivo di applicazione, atteso che la consulenza tecnica preventiva ex art. 696-bis c.p.c. non partecipa alla natura "cautelare" comune agli altri mezzi di istruzione preventiva: cfr. Trib. Milano, sez. X, 30 giugno 2011, in Foro it., 2012, I, 1605).

Pertanto, l'accertamento tecnico preventivo in funzione conciliativa, per il quale non è richiesto il requisito dell'urgenza, può trovare ingresso, oltre che per l'accertamento dello stato e/o della qualità di luoghi/cose/persone, ed oltre che per trarre valutazioni in ordine alle cause ed ai danni relativi all'oggetto della verifica, anche allo scopo di accertare e determinare i crediti derivanti dalla mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni contrattuali o da fatto illecito.

Nello stesso senso depone anche Trib. Ravenna, 27 giugno 2016, secondo cui vi è assoluta concordia sul fatto che l'accertamento peritale con funzione conciliativa, di cui all'art. 696-bis c.p.c., non richiede quel presupposto cautelare fondamentale che è dato dal pericolo di un danno grave ed irreparabile che potrebbe determinarsi nelle more del futuro giudizio di merito.

L'art. 696-bis c.p.c. del resto, dichiara espressamente che la consulenza tecnica preventiva può essere richiesta anche al di fuori delle condizioni di cui al comma 1 dell'art. 696 c.p.c..

Aggiungasi che la stessa giurisprudenza comunitaria (CGUE 28 aprile 2005, in causa C-104/03) disquisendo sull'interpretazione dell'art. 24 della Convenzione di Bruxelles del 1968 ha riconosciuto l'esistenza di strumenti simili a quello disciplinato dall'art. 696-bis c.p.c., privi di natura cautelare essendo sganciati dall'accertamento della ricorrenza del periculum in quanto finalizzati a perseguire esigenze deflattive del contenzioso.

La giurisprudenza di legittimità, in occasione di una fattispecie riguardante un provvedimento emesso su ricorso ex art. 696-bis c.p.c., ha recentemente affermato, sia pure in forma di obiter, che il presupposto dell'urgenza è estraneo all'art. 696-bis c.p.c. (Cass. civ., sez.VI, 21 maggio 2018, n.12386; in senso sostanzialmente conforme, cfr. Cass. civ., sez.VI, 7 marzo 2013, n.5698).

Sul piano della reclamabilità, come già affermato in altra pronuncia (Trib. Ravenna, 27 giugno 2016, cit.) l'art. 696-bis c.p.c. al comma 1 nulla afferma in ordine alla possibilità di impugnazione, rinviando all'art. 696, comma 3, c.p.c. che a sua volta rinvia all'art. 695 c.p.c., secondo cui il giudice decide sull'istanza di istruzione preventiva per mezzo di un'ordinanza non impugnabile.

Ciò premesso, la Consulta (Corte cost., 16 maggio 2008, n.144, in Giust. civ., 2009, I, 299 e ss.) esprimendosi su una questione di costituzionalità in riferimento agli artt. 3, 24 e 111 della Costituzione, degli artt. 669-quaterdecies e 695 c.p.c., nella parte in cui non consentono di proporre il reclamo contro le ordinanze di rigetto delle domande di istruzione preventiva, sollevata nel corso di un procedimento di reclamo avverso un'ordinanza di rigetto della richiesta di accertamento tecnico preventivo ex art. 696 c.p.c. (quindi non ex art. 696-bis, c.p.c.), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt. 669-quaterdecies e 695 c.p.c., nella parte in cui non prevedono la reclamabilità del provvedimento di rigetto dell'istanza per l'assunzione preventiva dei mezzi di prova di cui agli artt. 692 e 696 c.p.c..

La possibilità di estendere detta pronuncia al caso del rigetto di una richiesta di consulenza tecnica preventiva con funzione conciliativa, di cui al diverso art. 696-bis c.p.c., è comunque controversa ed è anzi contraddetta dalla prevalente giurisprudenza di merito (Ex multis, cfr. Trib. Reggio Emilia, 19 gennaio 2012, in Giur. merito, 2013, 1010, che affermato che la consulenza tecnica preventiva a fini conciliativi non è caratterizzata da alcuna urgenza, nega la reclamabilità dell'ordinanza di inammissibilità o rigetto del ricorso ex art. 696-bis c.p.c. non essendo prevista alcuna impugnazione avverso tale provvedimento).

In dottrina (Giordano, Istruzione preventiva e reclamo cautelare: l'intervento della corte costituzionale, in Giust. civ., 2009, 303), si è anche condivisibilmente affermata la tesi che nega la natura cautelare ai procedimenti di istruzione preventiva, attesa la funzione svolta dai medesimi idonea ad inquadrarli nell'ambito della giurisdizione cognitiva realizzando un'anticipazione della fase istruttoria simile all'anticipazione della fase decisoria che si ricollega all'emanazione delle ordinanze provvisionali di condanna di cui agli artt. 186-bis c.p.c..

La stessa dottrina, ha in misura altrettanto condivisibile, evidenziato delle criticità nella citata decisione della Consulta, laddove si tende a condizionare la reclamabilità dei provvedimenti di diniego delle istanze di istruzione preventiva dalla natura cautelare degli stessi, atteso che analogo ragionamento non potrà essere esteso anche alla consulenza tecnica preventiva disciplinata dall'art. 696-bis c.p.c. la cui ratio legis è chiaramente deflattiva del contenzioso, potendo essere attivata anche a prescindere dalla ricorrenza del periculum, e, quindi, del requisito dell'urgenza (Trib. Nola, 1 dicembre 2015, in cui si ribadisce che solo la consulenza preventiva è sganciata dal positivo apprezzamento del requisito dell'urgenza, avendo funzione deflattiva rispetto ad un istaurato giudizio di merito, mentre l'accertamento tecnico preventivo può essere richiesto, prima dell'instaurazione di un giudizio di merito o nel corso dello stesso, ove vi sia urgenza di verificare lo stato dei luoghi, la qualità o la condizione delle cose che costituiscono oggetto dell'accertamento ma solo nel caso in cui sia prevedibile che, per qualsiasi ragione, possano disperdersi elementi di prova suscettibili di utilizzazione nel successivo giudizio di merito).

Guida all'approfondimento
  • Costabile, L'irreclamabilità dei provvedimenti in tema di consulenza tecnica preventiva ex art. 696 bis c.p.c., in Giur. merito, 2013, 1010 e ss.;
  • Giordano, Istruzione preventiva e reclamo cautelare: l'intervento della corte costituzionale, in Giust. civ., 2009, 299 e ss.;
  • Id., Inammissibilità del reclamo contro i provvedimenti resi nel procedimento ex art. 696-bis c.p.c., in www.ilProcessoCivile.it;
  • Panzarola, L'istruzione preventiva riformata, in Il giusto processo civile, 2, 2006, 128;
  • Proto Pisani, Verso la residualità del processo a cognizione piena? In Foro it., 2006.

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