La revoca per condotte riparatorie della misura interdittiva disposta nei confronti della società non fa venir meno l’interesse a impugnare

Redazione Scientifica
28 Novembre 2018

Se l'appello avverso un'ordinanza applicativa di una misura cautelare possa essere dichiarato inammissibile anche senza formalità ex art. 127, comma 9, c.p.p., dal tribunale che ritenga la sopravvenuta mancanza di interesse a seguito della revoca della misura stessa...

Le Sezioni unite della Cassazione penale, con sentenza n. 51515 depositata il 14 novembre 2018, hanno affermato i seguenti principi di diritto:

  • «L'appello avverso una misura interdittiva, che nelle more sia stata revocata a seguito delle condotte riparatorie ex art. 17 d.lgs. 231/2001, poste in essere dalla società indagata, non può essere dichiarato inammissibile de plano, secondo la procedura prevista dall'art. 127, comma 9, ma considerando che la revoca può implicare valutazione di ordine discrezionale, deve essere deciso nell'udienza camerale e nel contraddittorio delle parti, previamente avvisate»;
  • «la revoca della misura interdittiva disposta a seguito di condotte riparatorie posto in essere ex art. 17 d.lgs. 231/2001, intervenuta delle more dell'appello cautelare proposto nell'interesse della società indagata, non determina automaticamente la sopravvenuta carenza di interesse all'impugnazione».

La questione controversa «se l'appello avverso un'ordinanza applicativa di una misura cautelare possa essere dichiarato inammissibile anche senza formalità ex art. 127, comma 9, c.p.p., dal tribunale che ritenga la sopravvenuta mancanza di interesse a seguito della revoca della misura stessa», era stata rimessa alle Sezioni unite dalla Sez. VI, con ordinanza n. 26032/2018 (vedi CONFORTI, Appello avverso l'ordinanza applicativa di una misura cautelare. L'inammissibilità può essere dichiarata de plano?)

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