Codice Penale art. 669 bis - Esercizio molesto dell'accattonaggio 1Esercizio molesto dell'accattonaggio1 [I]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque esercita l'accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l'altrui pietà, è punito con la pena dell'arresto da tre a sei mesi e con l'ammenda da euro 3.000 a euro 6.000. E' sempre disposto il sequestro delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere l'illecito o che ne costituiscono il provento 2. Articolo inserito, in sede di conversione, dall'art. 21-quater d.l. 4 ottobre 2018, n. 113, conv., con modif., in l. 1 dicembre 2018, n. 132. Così corretto con Comunicato 17 dicembre 2018 (in Gazz. Uff. 17 dicembre 2018, n. 292). InquadramentoIl reato di esercizio molesto dell'accattonaggio previsto dall'art. 669-bis è stato introdotto con l'art. 21 quater della legge 1 dicembre 2018 n. 132 con la quale è stato convertito il decreto legge 4 ottobre 2018 n. 113. La fattispecie, come quella originariamente prevista nell'art. 670 comma 2 c.p. abrogata dalla legge n. 205/1999, è posta a tutela dell'ordine pubblica ed in particolare della pubblica tranquillità e della probità e del decoro della civile convivenza. Soggetto attivoTrattasi di un reato comune, in quanto autore del reato può essere chiunque. Elemento materialeSotto il profilo materiale la norma incriminatrice punisce l'esercizio dell'accattonaggio con modalità vessatorie o simulando difformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l'altrui pietà. In sostanza il legislatore ha ripreso la previsione normativa già contenuta nell'art. 670 comma 2, che non era stato ritenuto incostituzionale, a differenza dell'art. 670 comma 1 c.p, dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale per violazione del principio di ragionevolezza, essendosi ritenuto che non poteva costituire reato la semplice richiesta di aiuto economico (Corte cost. n. 519/1995). In quest'ultima decisione la Corte aveva affermato che l'accattonaggio mantiene rilevanza penale allorquando la richiesta di aiuto si manifesti con modalità tali da voler destare l'altrui pietà mediante la simulazione di uno stato di infermità, in realtà non sussistente, o l'utilizzo di altri mezzi fraudolenti, ovvero arrecando disturbo o impiegando modalità invasive. Segnatamente per modalità vessatorie devono intendersi comportamenti che si risolvono in un'alterazione dolorosa o anche solo fastidiosa dell'equilibrio psichico di una persona normale; invece la simulazione di deformità o malattie consiste in un'attività diretta a persuadere con l'inganno; di conseguenza il reato non è integrato allorquando le deformità o malattie sono esistenti, anche se sono esasperate o ostentate con esagerazione; quanto poi al ricorso a mezzi fraudolenti, la suddetta modalità di commissione del reato viene posta in essere attraverso la simulazione di circostanze inesistenti o la dissimulazione di circostanze esistenti con la finalità di determinare l'errore del soggetto passivo; con riferimento a quest'ultima modalità di commissione del reato, è richiesto che il mezzo fraudolento sia stato utilizzato per destare l'altrui pietà. Elemento psicologicoConsiderato il tenore della fattispecie introdotta, l’elemento soggettivo non potrà essere che quello del dolo. ConsumazioneAi fini della consumazione del reato è sufficiente anche un solo episodio di accattonaggio, a nulla rilevando l’effettivo ricevimento da parte dell’autore del reato dell’elemosina richiesta. Rapporti con altri reatiA differenza di quanto previsto nel testo nell'art. 670 comma 2 c.p., il nuovo art. 669-bis c.p. prevede la clausola di riserva “salvo che il fatto costituisca più grave reato. Esemplificando potrebbe venire in rilievo il delitto di violenza privata di cui all'art. 610 c.p. Profili processualiIl reato, procedibile di ufficio, è punito con la pena con la pena congiunta dell’arresto da tre a sei mesi e dell’ammenda da € 3.000,00 ad € 6.000,00. È prevista altresì il sequestro obbligatorio delle cose che sono servite o sono state destinate alla commissione del reato o che ne costituiscono il profitto. |