La Corte d’appello sul perfezionamento del procedimento notificatorio

Redazione scientifica
06 Dicembre 2018

La Corte d'appello specifica che, affinché si perfezioni il procedimento notificatorio, non è sufficiente la mera conoscenza della notificazioni eseguita a mezzo PEC a favore di altri.

Ricorso non direttamente notificato e casella PEC inutilizzata. Un lavoratore agiva in giudizio innanzi al Tribunale e chiamava in causa sia la società per cui aveva prestato servizio che l'INPS, chiedendo il pagamento in suo favore di una somma compensativa delle ore di lavoro svolto, delle ferie e riposi non goduti nonché degli accessori.
Nel giudizio, in cui la società convenuta non si costituiva mentre l'INPS compariva, il Tribunale del lavoro di Trani accoglieva la domanda della parte. Avverso la decisione ha proposto ricorso innanzi alla Corte d'appello di Bari la società, lamentando che in primo grado il ricorso fosse stato regolarmente notificato all'INPS mentre nei suoi confronti il ricorrente si sarebbe limitato ad inoltrare il messaggio PEC diretto all'Istituto di Previdenza, contenente la sola relazione di notificazione telematica eseguita verso l'ente e la copia del ricorso introduttivo con il decreto di comparizione.
Dunque, non sarebbe stata eseguita alcuna formale notificazione a favore della società. Sostiene inoltre la convenuta che, nel concreto, tale messaggio inoltrato non è stato da lei conosciuto poiché l'attività aziendale era cessata e la casella PEC non veniva più utilizzata.

Dovere di porsi nelle condizioni di ricevere la PEC. Riguardo l'ultimo punto, la Corte territoriale ribadisce che, come chiarito dalla Cass. n. 13917/2016, l'imprenditore è tenuto per legge a munirsi di un indirizzo PEC e ad assicurarsi che la propria casella funzioni regolarmente. Infatti, una volta che il sistema genera la ricevuta di accettazione e di consegna della mail al destinatario, si determina una presunzione di conoscenza del contenuto del messaggio in capo a questi.

Non è sufficiente la conoscenza della notificazione eseguita a favore di altri. Chiariscono i Giudici che, nonostante attraverso l'erroneo inoltro della copia del ricorso notificato all'INPS la società sia venuta a conoscenza del ricorso proposto dal dipendente, è fondata l'eccezione di nullità della notifica telematica sollevata dalla società poiché non basta la conoscenza della notifica eseguita a favore di altri. Inoltre, la Cassazione ha in precedenza affermato (Cass. n. 21597/2017) che la notifica effettuata alla controparte a mezzo PEC è valida ove il notificante provi di aver allegato e prodotto copia cartacea del messaggio di trasmissione a mezzo PEC, le ricevute di avvenuta consegna e accettazione, la relata di notificazione sottoscritta digitalmente dal difensore e copia conforme dell'atto.

Perfezionamento del procedimento notificatorio. La Corte d'appello, riprendendo le norme in tema di notificazione telematica (art. 3-bis, l n. 53/1994), constata che l'avvocato mittente deve redigere la relazione di notificazione su documento informatico separato, sottoscritto digitalmente e allegato al messaggio PEC.
Rilevano i Giudici che nel caso di specie manca la relata di notifica, la firma e l'attestazione di conformità, e dunque vi è carenza di un elemento essenziale per il perfezionamento del procedimento notificatorio.
Infatti il difensore del lavoratore ha depositato, con il ricorso introduttivo, la semplice copia del messaggio di PEC ricevuto nella sua casella di posta, e tale documento non equivale alla copia autentica della relazione di notificazione.
Alla luce dei rilievi svolti, dunque, la Corte d'appello ritiene territoriale ritiene fondate le censure preliminari.

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