Codice Penale art. 322 ter 1 - Custodia giudiziale dei beni sequestrati 1

Alessandro Trinci

Confisca (1) (2).

[I]. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per uno dei delitti previsti dagli articoli da 314 a 320, anche se commessi dai soggetti indicati nell'articolo 322-bis, primo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto (3).

[II]. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per il delitto previsto dall'articolo 321, anche se commesso ai sensi dell'articolo 322-bis, secondo comma, è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a quello di detto profitto e, comunque, non inferiore a quello del denaro o delle altre utilità date o promesse al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio o agli altri soggetti indicati nell'articolo 322-bis, secondo comma.

[III]. Nei casi di cui ai commi primo e secondo, il giudice, con la sentenza di condanna, determina le somme di denaro o individua i beni assoggettati a confisca in quanto costituenti il profitto o il prezzo del reato ovvero in quanto di valore corrispondente al profitto o al prezzo del reato.

(1) Articolo inserito dall'art. 31 l. 29 settembre 2000, n. 300. V. art. 15 l. n. 300, cit.

(2) In tema di responsabilità amministrativa degli enti v. art. 25 d.lg. 8 giugno 2001, n. 231. Per l'applicabilità del presente articolo ai delitti in materia di dichiarazione relativa alle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, v. art. 1 143 l. 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008). V. inoltre art. 6 4 l. 27 marzo 2001, n. 97, in tema di acquisizione dei beni al patrimonio disponibile del Comune.

(3) L'art. 1, comma 75, l. 6 novembre 2012, n. 190, ha inserito dopo le parole: «a tale prezzo» le parole: «o profitto».

Inquadramento

Ad imitazione di quanto già previsto in altri settori dell'ordinamento (si pensi, ad esempio, all'art. 100 d.P.R. n. 309/1990, in relazione alle operazioni antidroga, all'art. 9, comma 9, l. n. 146/2006, in relazione alle attività di contrasto al crimine organizzato transnazionale e all'art. 18-bis d.lgs. n. 74/2000, in materia di custodia dei beni sequestrati nei procedimenti per reati tributari), la norma in esame, introdotta dalla l. n. 3/2019,consente al giudice di affidare in custodia agli organi di polizia giudiziaria che ne facciano richiesta beni diversi dal denaro e dalle disponibilità finanziarie che siano stati sequestrati nell'ambito dei procedimenti penali relativi a determinati delitti contro la pubblica amministrazione.

Ambito applicativo

La norma in esame consente la destinazione alla polizia giudiziaria solo dei beni sequestrati nell'ambito dei procedimenti penali aventi ad oggetto i reati di cui agli artt. 314-321, anche se commessi dai soggetti di cui all'art. 322-bis. Trattasi delle stesse fattispecie per le quali è prevista, dall'art. 322-ter, la confisca obbligatoria del prezzo o del profitto, rispetto alla quale il sequestro si pone come misura prodromica. Tuttavia, deve osservarsi che la norma in commento si limita a richiamare i “procedimenti penali relativi ai delitti indicati nell'articolo 322-ter” e non i beni confiscabili ai sensi della predetta disposizione. Ne consegue che la previsione in esame può trovare applicazione anche in relazione a beni sottoposti a sequestro preventivo non prodromico alla confisca ex art. 322-ter, ossia beni che non costituiscono prezzo o profitto del reato, ma solo cosa ad esso pertinente ex art. 321, comma 1.

A differenza di quanto previsto da norme simili (si pensi al già citato art. 100 del testo unico sulle sostanze stupefacenti), la disposizione in esame non pone un vincolo di scopo della destinazione, nel senso che la polizia giudiziaria non è tenuta ad utilizzare i beni affidati per svolgere operazioni volte a prevenire o reprimere condotte corruttive o comunque dello stesso tipo di quelle integrative dei reati oggetto di indagine, essendo sufficiente che li utilizzi per le proprie esigenze operative.

La posizione dell’interessato e dei terzi

La giurisprudenza, con riferimento a norme simili (nel caso di specie, art. 9, comma 9, l. n. 146/2006), ritiene legittimo il rigetto dell'istanza di alienazione dell'autovettura in sequestro, fondata soltanto sul rischio di deprezzamento del mezzo in ragione del trascorrere del tempo e dell'utilizzo da parte delle forze dell'ordine, in quanto la lamentata mancanza di un meccanismo compensativo dell'eventuale danno patrimoniale, derivante dal sequestro all'imputato in caso di sua successiva assoluzione, rientra nella discrezionalità del legislatore, che, con le norme che prevedono l'assegnazione alla polizia giudiziaria con facoltà d'uso dei beni sequestrati, ha inteso subordinare gli interessi patrimoniali del singolo all'esigenza pubblicistica inerente l'accertamento e la repressione delle condotte criminose (Cass. II, n. n. 28846/2015).

La norma in esame non prende in considerazione neppure l'eventualità che i beni sequestrati appartengano a terzi, che pertanto non possono svolgere deduzioni per evitare l'assegnazione, a differenza di quanto previsto, ad esempio, in materia id operazioni antidroga.

Gli oneri relativi alla gestione

La norma in commento tace sugli oneri relativi alla gestione dei beni (si pensi, ad esempio, ai costi dell’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile nel caso di sequestro avente ad oggetto veicoli, natanti ed aeromobili). Si ritiene, tuttavia, che questi costi vadano posti a carico dell’ufficio o del comando a cui è stata affidata la custodia, analogamente a quanto previsto, ad esempio, dalla più volte citata disposizione in materia di operazioni antidroga.

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