Sui criteri per l'interpretazione degli atti gara

01 Febbraio 2019

Tutte le disposizioni che regolano i presupposti, lo svolgimento e la conclusione della gara per la scelta del contraente, siano esse contenute nel bando ovvero nella lettera d'invito e nei loro allegati (capitolati, convenzioni e simili), concorrono a formarne la disciplina e ne costituiscono, nel loro insieme, la lex specialis. Gli atti amministrativi, ivi compresi quelli attinenti a una gara, si interpretano secondo i criteri dettati dall'art. 1362 c.c. in materia di contratti; le clausole si interpretano le une per mezzo delle altre, attribuendo il senso che risulta dal complesso dell'atto, secondo quanto previsto dall'art. 1363 c.c.

Il caso. Un'azienda sanitaria locale indiceva una procedura aperta finalizzata alla conclusione di un accordo quadro con un solo operatore economico, ai sensi dell'art. 54 del d.lgs. n. 50/2016, da aggiudicare con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Alla gara partecipavano quattro concorrenti, di cui due venivano successivamente esclusi; per quel che rileva in questa sede, una società veniva esclusa per aver presentato a corredo dell'offerta economica “una dettagliata descrizione delle singole voci componenti l'impianto di RMI offerto, senza l'indicazione dei relativi prezzi così come richiesto dal disciplinare di gara…”, in violazione del disciplinare di gara. La gara veniva aggiudicata all'operatore risultante primo classificato e ne veniva, inoltre, disposta l'esecuzione d'urgenza di cui all'art. 32 del d.lgs. n. 50/2016.

Avverso il provvedimento di esclusione ricorre la società, censurandolo sotto diversi profili per violazione di legge ed eccesso di potere.

La decisione. Il Tar giudica il ricorso fondato, ritenendo l'esclusione illegittima.

La ricostruzione del contenuto del disciplinare di gara. Anzitutto, il Collegio effettua una disamina del contenuto del disciplinare di gara, onde verificare se effettivamente la società ricorrente abbia presentato un'offerta con esso contrastante. Sul punto, relativamente al contenuto della “Busta economica”, il disciplinare richiedeva a pena di esclusione che fossero indicati “Importo totale della fornitura, prezzo delle singole voci componenti l'offerta (attrezzature, accessori, consumabili, software e quant'altro compreso nell'offerta) riportante, per ciascuna di esse, il prezzo di listino, la percentuale di sconto concessa e il prezzo finale”. Rileva, inoltre, il Tar che la ricorrente aveva integrato la dichiarazione d'offerta economica indicando il prezzo di listino e lo sconto applicato, oltre che sulla piattaforma avanzata CAD, sulla piattaforma stereotassica e sul dispositivo CESM, sul mammografo, ma non sulle singole componenti di quest'ultimo.

La Commissione di gara ha ritenuto che la “dettagliata indicazione delle singole voci componenti la RMI proposta senza indicare i relativi prezzi” fosse in contrasto con l'innanzi riportata previsione del disciplinare - evidentemente ritenendo che la stessa richieda l'indicazione dei singoli prezzi di ogni componente del mammografo e non del macchinario nel suo complesso.

L'interpretazione del disciplinare. Dopo aver individuato il contenuto del disciplinare, i giudici ritengono che le disposizioni in esso contenute debbano essere interpretate in senso favorevole alla parte ricorrente. A sostegno di tale tesi, viene riportato l'orientamento consolidato in materia di interpretazione degli atti di gara, leggendosi che: «l'interpretazione degli atti amministrativi, ivi compreso il bando di gara pubblica, soggiace alle stesse regole dettate dall'art. 1362 e ss. c.c. per l'interpretazione dei contratti…” (Consiglio di Stato, Sez. III, n. 4364 del 24 settembre 2013)»; «tutte le disposizioni che in qualche modo regolano i presupposti, lo svolgimento e la conclusione della gara per la scelta del contraente, siano esse contenute nel bando ovvero nella lettera d'invito e nei loro allegati (capitolati, convenzioni e simili), concorrono a formarne la disciplina e ne costituiscono, nel loro insieme, la lex specialis» (Consiglio di Stato, Sez. III, n 2497 del 10 giugno 2010). Nel caso di specie, il Tar ritiene che gli atti della gara – pur non essendo stati redatti in modo chiaro – vanno complessivamente interpretati nel senso di non richiedere lo spacchettamento del prezzo delle attrezzatture offerte (i mammografi) in tante voci quanti sono gli elementi che compongono le attrezzature medesime. In ossequio al principio del clare loqui (che impone all'Amministrazione appaltante di indicare, con precisione, gli oneri posti a cui sono tenuti i partecipanti alla procedura concorsuale), ove l'Amministrazione avesse inteso richiedere un onere di dettaglio talmente specifico, avrebbe dovuto esplicitarlo chiaramente, predisponendo in modo coerente i relativi allegati, non potendo ragionevolmente pretendersi dai concorrenti che interpretino in modo estensivo una clausola che aggrava il procedimento già scarsamente giustificabile ex se per le ragioni su esposte e che manipolino di conseguenza i modelli predisposti dalla stessa Stazione appaltante.

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