Sequestro: la deroga alla sospensione feriale dei termini si estende ai reati tributari se commessi nell’associazione a delinquere

Francesco Rubino
07 Febbraio 2019

La pronuncia in commento ripercorre le motivazioni che hanno consolidato l'orientamento della Suprema Corte secondo cui la scelta legislativa della non operatività della moratoria dei termini feriali nei procedimenti interessanti la delinquenza organizzata opera anche nei procedimenti di impugnazione in materia di sequestri, in quanto connessi all'attività di indagine e funzionali all'esigenza di una risposta il più possibile rapida alle condotte delittuose della criminalità organizzata, sia in termini di prevenzione che di repressione.
Massima

La deroga alla sospensione in periodo feriale dei termini delle indagini preliminari nei procedimenti per reati di criminalità organizzata, prevista dall'art. 2, comma 2,L. n. 742/1969, riguarda anche le procedure incidentali aventi ad oggetto misure cautelari, ivi comprese i giudizi di riesame concernenti i sequestri disposti per reati tributari se commessi nell'ambito previsto dalla predetta norma.

Il caso

Con ordinanza del 6 settembre 2018 il tribunale di Pavia ha rigettato la richiesta di riesame reale avverso il decreto di sequestro preventivo emesso in data 20 luglio 2018 nei confronti di B.G., in relazione ai reati di cui agli artt. 416, commi 1 e 2, 81 cpv., 603-bis, comma 1, n. 1, comma 2, comma 3 nn. 1, 2, 3, comma 4, n. 1 e 110 c.p.; 10-quater nn. 2, 4, 5 e 10-ter d.lgs. 74/2000, in uno con l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

Il sequestro preventivo era finalizzato alla confisca diretta dei beni delle società coinvolte, costituenti profitto di reato, fino alla concorrenza di euro 14.803.842, corrispondente all'imposta evasa e, in caso di mancato reperimento o di provvista inferiore, ai fini della confisca per equivalente del profitto in capo agli indagati.

B.G., ha ricorso a mezzo dei propri difensori di fiducia, deducendo i seguenti motivi.

Con un primo motivo di ricorso l'imputato ha dedotto la violazione di legge per erronea applicazione della l. 742/1969 e violazione dell'art. 324,comma 7,c.p.p., con rinvio all'art. 309,comma 10,c.p.p., per mancata decisione da parte del tribunale nel termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione degli atti.

Il tribunale del riesame avrebbe frainteso il principio di diritto espresso dalle Sezioni unite, con la sentenza n. 37501/2010, secondo cui la deroga alla sospensione in periodo feriale dei termini delle indagini preliminari nei procedimenti per reati di criminalità organizzata, introdotta dalla l. 7 ottobre 1969 n. 742, art. 2 comma 2, riguarda anche le procedure incidentali aventi ad oggetto misure cautelari reali.

In realtà il giudicante, pur riconoscendo tale principio, ha ritenuto che, nel caso di specie, seppur il procedimento riguardasse in modo evidente un reato di criminalità organizzata, i sequestri sarebbero stati disposti solo ed esclusivamente per i reati tributari.

Il ricorrente rileva l'evidenza dell'errore, in quanto la richiamata sentenza delle Sezioni Unite, riguardava proprio una fattispecie simile al caso di specie.

Inoltre, nel caso di specie il presunto ruolo ricoperto nell'associazione a delinquere da B.G., per quanto riguarda i reati tributari, non era quello di amministratore di diritto o di fatto, ma proprio quello di promotore dell'associazione a delinquere.

Il procedimento, dunque, – secondo la difesa di B.G. – atteneva a ipotesi di criminalità organizzata e non andava, pertanto, applicata la sospensione feriale dei termini. Del resto il decreto di sequestro preventivo non era autonomo, ma inserito all'interno di un'ordinanza di custodia cautelare personale che attiene al reato associativo. Il tribunale avrebbe dovuto, pertanto, pronunciarsi entro e non oltre il 18 agosto 2018 ed emettendo l'ordinanza il 6 settembre 2018, ha violato l'art. 324,comma 7, c.p.p., con rinvio all'art. 309, comma 10, c.p.p.

Sulla base delle considerazioni svolte, B.G. ha quindi chiesto che il decreto di sequestro venisse dichiarato inefficace.

Con il secondo ed il terzo motivo, il ricorrente ha lamentato poi rispettivamente la mancanza di una motivazione autonoma sulla misura reale disposta, in quanto obbligatoria per il giudice nonostante l'inserimento della stessa in un provvedimento custodiale, e l'incompetenza territoriale del Tribunale di Pavia.

La questione

La questione giuridica sottesa alla pronuncia in commento attiene all'applicazione della deroga alla sospensione feriale dei termini ai giudizi incidentali relativi all'impugnazione di misure cautelari reali (sequestri) disposte nell'ambito di un procedimento penale per reati di criminalità organizzata con riferimento ai reati (tributari)-fine di detta associazione.

Le soluzioni giuridiche

La Suprema Corte ha considerato fondato il primo motivo di ricorso, risultato assorbente in relazione alle altre questioni proposte e pertanto ha annullato senza rinvio l'ordinanza impugnata.

Secondo la Corte, anche le procedure incidentali concernenti misure cautelari reali rientrano nell'ambito di applicazione dell'art. 2, comma 2, l. 742/1969 laddove si proceda per reati di criminalità organizzata (non solo di stampo mafioso).

Nel caso di specie, i sequestri avevano ad oggetto il profitto dei reati-fine del delitto associativo oggetto di procedimento penale.

Osservazioni

Come noto, a partire dal 2015 il periodo di sospensione feriale dei termini processuali, originariamente pari a 45 giorni compresi nel periodo 1° agosto – 15 settembre, è stato ridotto a trenta giorni dal d.l. 32/2014 convertito in l. 162/2014, che ha modificato l'art. 1 della l. 742/1969. Successivamente a tale novella normativa, dunque, la sospensione feriale dei termini processuali inizia il 1° agosto e termina il 31 agosto di ciascun anno.

Per effetto della sospensione feriale, i termini per l'espletamento delle attività processuali vengono sospesi di diritto durante il periodo suddetto e ricominciano a decorrere dal 1° settembre. Così, per individuare i termini processuali con decorrenza a ridosso del periodo di sospensione feriale, si computano i giorni sino al 31 luglio e si riprende il conteggio dal 1° settembre, escludendo appunto dal calcolo il periodo compreso tra il 1° e il 31 agosto.

In ambito penale, vi sono alcuni casi e materie, che per la loro delicatezza ed urgenza, non sono soggetti alla sospensione feriale dei termini processuali. Si tratta delle ipotesi previste dall'art. 2 della predetta l. 742/1969, la quale stabilisce che la sospensione dei termini procedurali, compresi quelli stabiliti per la fase delle indagini preliminari, non opera: a) per i procedimenti relativi a imputati in stato di custodia cautelare, se essi o i loro difensori hanno rinunziato alla sospensione dei termini; b) per i procedimenti relativi ai reati di criminalità organizzata; c) per i procedimenti per reati la cui prescrizione maturi durante la sospensione o nei successivi quarantacinque giorni o se nel medesimo periodo scadono i termini della custodia cautelare; d) per gli altri casi di urgenza dichiarata dal giudice con ordinanza; e) e infine, quando devono essere svolti accertamenti tecnici non ripetibili (art. 360 c.p.p.) o assunte prove non rinviabili (art. 467 c.p.p.).

Tale norma è stata in passato al centro di un contrasto nell'ambito della giurisprudenza di legittimità. Il superamento di tale contrasto è avvenuto con la nota sentenza Donadio (sent. n. 37501/2010) nel 2010, interamente ripresa dalla Suprema Corte nella sentenza in esame.

Al fine di meglio comprendere le ragioni alla base dell'orientamento ribadito dalla Corte di Cassazione, risulta opportuno ripercorrerne i passaggi fondamentali.

Secondo un primo orientamento (cfr. ex multis, Cass. pen., Sez. VI n. 11142/2008), la deroga alla sospensione dei termini procedurali in periodo feriale fatta per i procedimenti per reati di criminalità organizzata vale, quanto ai procedimenti incidentali cautelari, solo con riferimento alle misure cautelari personali, interpretandosi il rinvio operato dal comma 2 dell'art. 2 l. 742/1969, come riferito all'intera disposizione di cui al comma 1, e quindi anche al presupposto dei procedimenti relativi ad imputati in stato di custodia cautelare.

Diversamente, secondo l'altro filone (cfr. ex multis, Cass. pen., Sez. I, n. 5793/2010 e Cass. pen., Sez. I, n. 7943/2010; Cass. pen., Sez. I, n. 10293/2010), il predetto rinvio riguarda la sola prima parte del comma 1 dell'art. 2 l. 742/1969, e cioè quella che menziona tutti i «termini procedurali, compresi quelli stabiliti per la fase delle indagini preliminari», senza potersi fare distinzione tra procedure in materia di misure personali e quelle in materia di misure reali, essendo invece tale distinzione rilevante solo se, anche in procedimenti estranei alla materia della criminalità organizzata, l'imputato o il difensore, in base alla previsione contenuta nel comma 1, rinunzino alla sospensione dei termini.

A sanare il contrasto sono intervenute le Sezioni Unite nel 2010 (sent. n. 37501/2010) stabilendo che la deroga alla sospensione feriale dei termini, nei procedimenti concernenti fatti di criminalità organizzata, vale anche con riferimento alla cadenza dei procedimenti incidentali che riguardano il sequestro od altre misure cautelari reali. L'assunto è stato argomentato anche su ragioni di ordine logico: le interazioni tra indagini e procedimenti incidentali sono infatti tali che l'effetto acceleratorio delle prime sarebbe pregiudicato in caso di sospensione dei secondi e ciò vale per le misure cautelari reali come per quelle personali.

Con l'occasione la Corte di cassazione è tornata a soffermarsi sulla nozione di “criminalità organizzata” che assume rilevanza a fini di applicazione della normativa sulla sospensione feriale dei termini.

Il tema era stato già affrontato in una precedente decisione delle Sezioni Unite (sent. n. 17706/2005), che aveva ribadito che la legge non rinvia ai soli fatti di criminalità mafiosa, ma esige che i fatti stessi siano maturati in un contesto pluripersonale, segnato da una stabile organizzazione programmaticamente ispirata alla commissione di più reati.

Infine la Corte ha puntualizzato che la sospensione opera per l'intero procedimento concernente fatti di criminalità organizzata, senza operare distinzioni tra le posizioni dei singoli indagati o tra le singole contestazioni, poiché la ratio di accelerazione della norma che esclude la sospensione feriale non consente rallentamenti parziali nell'ambito di un medesimo giudizio (cfr. Criminalità organizzata: la sospensione feriale dei termini non opera per il riesame di misure cautelari reali di Guglielmo Leo in Diritto Penale Contemporaneo del 10 novembre 2010).

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