Verbale di esclusione ed onere di immediata impugnazione

Redazione Scientifica
26 Febbraio 2019

Per consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, il verbale d'esclusione dalla procedura competitiva adottato dalla commissione di gara configura di per sé un atto immediatamente lesivo...

Per consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, il verbale d'esclusione dalla procedura competitiva adottato dalla commissione di gara configura di per sé un atto immediatamente lesivo, perciò passibile d'impugnazione, con termine peraltro generalmente decorrente dalla data della stessa seduta pubblica allorché ad essa prenda parte il rappresentante dell'impresa o un suo delegato provvisto di apposito mandato (ex plurimis,Cons. Stato, V, 27 dicembre 2017, n. 6088; III, 14 giugno 2017, n. 2925; 18 giugno 2015, n. 3126; VI, 14 dicembre 2014, n. 6156).

Alla luce di ciò, il verbale d'esclusione non può essere qualificato in termini di mero atto endoprocedimentale, riconducendo la portata lesiva al (solo) successivo atto approvativo della stazione appaltante. Al contrario, anzitutto la commissione giudicatrice va considerata organo (straordinario e temporaneo) dell'amministrazione che ha il prefissato compito di compiere le operazioni di gara e far luogo alla valutazione delle proposte. A tale scopo è legittimata all'adozione anche di provvedimenti con efficacia esterna, idonei a procurare nocumento agli interessati - quali le decisioni d'esclusione dalla gara - perciò passibili d'autonoma impugnazione. Gli atti succedutisi nella procedura manifestano che, una volta disposta l'esclusione da parte della commissione di gara, l'amministrazione concedente si limita all'adozione di un atto di natura (in parte qua) meramente approvativa.

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