Contratto di deposito nei magazzini generali

Rosaria Giordano

Inquadramento

Il contratto di deposito nei magazzini generali ha ad oggetto la custodia e la conservazione di merci depositate nei magazzini generali. Il gestore del magazzino è responsabile della conservazione delle merci depositate, a meno che si provi che perdita, avaria o calo delle merci depositate siano dovuti a caso fortuito, natura delle merci, vizi dell'imballaggio.

Formula

CONTRATTO DI DEPOSITO NEI MAGAZZINI GENERALI

Con la presente scrittura privata, da valere ad ogni effetto di legge,

TRA LE SOTTOSCRITTE PARTI:

– il Sig. ...., nato/a a ...., il ...., residente in .... via ...., C.F .... 1 ;

-Depositante-

E

– Società ...., con sede legale in ...., CAP .... Via .... iscritta la n. .... del Registro delle imprese della Camera di Commercio di ....

-Depositario-

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE:

1) Conclusione del contratto

Il depositante, consegna in deposito al depositario, che riceve e accetta, con obbligo di custodirli e restituirli in natura, i seguenti beni mobili: .... 2 .

2) Durata del contratto

Il contratto avrà durata di giorni/mesi ...., con inizio dalla data di consegna e termine al ...., inteso quale termine a favore della parte depositante.

3) Corrispettivo e modalità di pagamento

Il depositante si impegna a versare al depositario, per ciascun mese di deposito dei beni mobili, l'importo di Euro ..... Ove i mobili venissero ritirati prima della scadenza del mese, il corrispettivo sarà dovuto in funzione del periodo di effettivo deposito. Il corrispettivo suddetto verrà versato entro il primo giorno di ciascun mese, anticipatamente, presso il depositario. In caso di ritardo sarà dovuto l'interesse di mora annuo pari al tasso ufficiale di sconto.

4) Spese di deposito

Le spese eventualmente necessarie per la conservazione del bene si intendono a carico del depositario.

5) Obblighi di custodia

Il depositario nel ritirare gli oggetti descritti alla clausola 1) se ne dichiara responsabile ai sensi di legge e si impegna a custodirli, nell'interesse del depositante, per tutta la durata contrattuale con ogni diligenza, fino al momento della restituzione, nel proprio immobile, sito in ...., via .... n. .....

6) Obbligo di restituzione

Il depositario si obbliga, salvo caso fortuito o forza maggiore, a restituire i beni depositati presso di sé a semplice richiesta del depositante.

Il depositario si obbliga, salvo caso fortuito o forza maggiore, a restituire i beni depositati presso di sé a richiesta del depositante, purché ne sia avvertito entro un congruo termine ed in ogni caso almeno entro .... giorni prima

7) Obblighi del depositario

La parte depositaria si impegna a non servirsi dei beni depositati, né a darli in deposito ad altri.

8) Responsabilità del depositario

Il depositario rimane responsabile nei confronti del depositante per ogni pregiudizio che dovesse verificarsi, per sua colpa o negligenza, ai beni che vengono consegnati in normale stato di usura.

9) Effetti del ritiro dei beni in deposito

Il ritiro dei beni, in ogni caso, libera il depositario da qualsiasi responsabilità in ordine allo stato ed alla consistenza dei beni stessi.

10) Risoluzione espressa del contratto

Ai sensi dell'art. 1456 c.c., si conviene espressamente che il contratto si risolverà di diritto nei seguenti casi: ....

11) Prova del deposito

Salva l'applicazione delle disposizioni di legge relative ai mezzi e ai limiti di prova del contratto, al fine di agevolare la prova del rapporto e la restituzione del bene, il depositario, contestualmente alla consegna dello stesso, rilascia al depositante un contrassegno contenente la descrizione della cosa depositata e il termine di consegna. Il depositario che senza dolo o colpa grave adempia nelle mani del possessore di tale documento è liberato anche se questi non è il depositante

12) Risoluzione delle controversie

Tutte le controversie nascenti dal presente contratto saranno devolute a un tentativo di conciliazione presso l'Organismo di mediazione della Camera di Commercio di .... e risolte secondo il Regolamento da questa adottato.

13) Spese di bollo e registrazione

La registrazione del contratto verrà effettuata a cura del ..... Le relative spese per imposta di registro e bollo saranno ripartite fra le parti come segue: .....

Letto, confermato e sottoscritto.

Data e luogo ....

Il Depositante ....

Il Depositario ....

Nell'ipotesi di contratto stipulato in base a moduli o formulari predisposti dal depositario sarà necessaria l'approvazione specifica da parte del depositante delle clausole cd. vessatorie aggiungere la seguente clausola] Si dichiara di aver preso esatta visione delle clausole e condizioni di cui sopra, e in particolare delle condizioni di cui ai cui punti: 10 (Risoluzione espressa del contratto), 12 (Risoluzione delle controversie), 13 (Spese di bollo e di registrazione), le cui clausole – rilette e approvate – vengono dal Depositante stesso accettate a ogni conseguente effetto, e in particolare ai sensi e agli effetti degli artt. 1341 e 1342 c.c.

Letto, confermato e sottoscritto.

Data e luogo ....

Il Depositante ....

[1] [1]In alternativa, ove si tratti di impresa individuale o società: Ditta/Società ...., con sede legale in ...., CAP .... Via .... iscritta la n. .... del Registro delle imprese della Camera di Commercio di ....

[2] [2]Occorre descrivere nel dettaglio gli oggetti depositati.

Commento

Il contratto di deposito nei magazzini generali, ha per oggetto la custodia e la conservazione di merci depositate nei magazzini generali. Il gestore del magazzino è responsabile della conservazione delle merci depositate, a meno che si provi che perdita, avaria o calo delle merci depositate siano dovuti a caso fortuito, natura delle merci, vizi dell'imballaggio.

Il depositante ha diritto di ispezionare le merci depositate e di estrarne campioni.

Il gestore del magazzino può procedere alla vendita delle merci depositate, previo avviso al depositante, quando, alla scadenza del contratto, le merci non sono state ritirate o non stato è rinnovato il contratto o, nel caso di contratto a tempo indeterminato, decorso un anno dalla data di stipulazione del contratto e, in ogni caso, quando vi sia il rischio di deperimento delle merci.

Su richiesta dei depositanti, i magazzini rilasciano una fede di deposito e una nota di pegno, con l'indicazione del depositante, il luogo del deposito, la quantità e il tipo delle merci e il pagamento delle eventuali tasse doganali. In quanto titoli rappresentativi di merci “all'ordine”, i due documenti legittimano la restituzione della merce al loro portatore e sono trasferibili, separatamente o congiuntamente, mediante girata.

Al contratto di deposito nei magazzini generali si applicano, in via residuale, le norme che regolano il contratto di deposito in generale.

Pertanto, nel contratto di deposito nei magazzini generali, il cui fine principale è quello, proprio del deposito, della custodia, conservazione e restituzione delle merci, il rapporto tra i contraenti in materia di responsabilità per inadempimento e di colpa presunta ex recepto è disciplinato essenzialmente dalle norme generali sul deposito con la conseguenza che il titolare dell'azione risarcitoria per la perdita, la distruzione o il deterioramento delle cose depositate nei confronti del depositario è, indipendentemente da chi sia il proprietario delle stesse, il depositante o il terzo se legittimato alla restituzione in quanto intestatario o possessore della fede di deposito o della nota di pegno, alla stregua della speciale disciplina prevista negli artt. 1792 e ss. c.c. (Cass. III, n. 12972/2010).

Tale regime, è stato precisato in sede di legittimità, trova applicazione anche per il deposito nei magazzini generali di alimenti deperibili in celle frigorifere con prezzo commisurato alla superficie allocata, che pure integra una fattispecie contrattuale atipica (per le modalità di pagamento del prezzo in base alla superficie utilizzata e non alla quantità, peso e numero della merce e per la previsione di obbligazioni specifiche del depositario connesse alla conservazione in celle frigorifere di merce deperibile, peraltro in funzione strumentale del fondamentale obbligo di custodia), il cui fine precipuo perseguito dalle parti è, invero, quello della custodia, conservazione e restituzione delle cose depositate (cfr. Cass. III, n. 534/1997).

Inoltre, nell'ipotesi di pegno costituito mediante consegna al creditore della fede di deposito e della nota di pegno di merce depositata presso i magazzini generali, la responsabilità per la perdita della detta merce incombe, ex art. 1787 c.c., sul depositario e non sul creditore pignoratizio che, non avendo il possesso materiale delle cose, non può rispondere della loro perdita o deterioramento ai sensi dell'art. 2790 c.c. (Cass. III, n. 2472/1990).

Per l'istituzione del magazzino generale occorre l'autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico.

La richiesta va indirizzata al predetto Ministero, ma presentata alla Camera di Commercio della provincia, nel cui territorio l'impresa intende attivare il magazzino generale, la quale deve esprimere il proprio parere su:

– necessità della istituzione del magazzino nella località prescelta;

– sufficienza delle garanzie offerte allo Stato e ai depositanti;

– idoneità dei locali prescelti e dei loro impianti in relazione alle esigenze del commercio e della conservazione delle merci.

Con il d.P.R. n. 137 del 9 luglio 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 196 del 23 agosto 2010 e in vigore dal 7 settembre 2010, l'importo della cauzione, a garanzia delle obbligazioni verso l'erario, è stata fissato nella misura non inferiore ad euro 14.000,00, né superiore ad euro 700.000,00.

Detti importi minimo e massimo verranno in seguito aggiornati – con periodicità non inferiore ad un triennio – con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, tenendo conto delle variazioni dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati accertate dall'ISTAT.

Il precedente importo, stabilito dal d.P.R. n. 1510/1954 (ora abrogato), era fissato in una cifra non inferiore alle lire 1.000.000, né superiore a lire 50.000.000.

Le cauzioni, già costituite alla data di entrata in vigore del presente regolamento e dei successivi decreti di aggiornamento, sono integrate entro novanta giorni dalla comunicazione della nuova cifra determinata nei limiti stabiliti dal d.P.R. n. 137/2010.

Gli esercenti dei magazzini generali che, allo scadere del predetto termine, non avranno effettuato l'integrazione, entro i sessanta giorni successivi dovranno cessare la loro attività.

È stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 202 del 30 agosto 2012 (Supplemento Ordinario n. 177), il d.lgs. n. 147/2012, recante “Disposizioni integrative e correttive del d.lgs. n. 59/2010, recante attuazione della direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno”. Con l'introduzione dell'art. 80-quinquies nel d.lgs. n. 59/2010 (di recepimento della direttiva servizi), aggiunto dall'art. 18 del d.lgs. n. 147/2012, in vigore dal 14 settembre 2012, viene introdotta una nuova normativa in materia di magazzini generali.

L'attività di apertura, modificazione, ampliamento ed esercizio di un magazzino generale è soggetta alla segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA), da presentare con la Comunicazione Unica (ComUnica) al Registro delle imprese, che la trasmette immediatamente allo sportello unico per le attività produttive.

Le imprese che vogliono istituire ed esercitare un magazzino generale devono presentare al Ministero dello Sviluppo Economico, per il tramite del Registro delle imprese che trasmette anche allo sportello unico per le attività produttive, la segnalazione certificata di inizio dell'attività (SCIA) corredata dalla prescritta documentazione.

Sono state, infine, apportate modifiche al r.d.l. n. 2290/1926 e al r.d. n. 126/1927.

Vogliamo segnalare due rilevanti modifiche apportate al r.d. n. 126/1927: la prima riguarda l'apertura di un magazzino generale in locali da costruire o da trasformare; la seconda riguarda la liberalizzazione della cauzione.

La segnalazione certificata di inizio di attività diretta a esercitare un magazzino generale in locali da costruire o da trasformare deve essere corredata da un regolare progetto delle opere da compiere, munito del «visto» dell'ufficio del genio civile nonché del relativo piano finanziario, con l'indicazione delle persone o enti che forniscono i capitali necessari.

Per i locali già costruiti saranno invece allegate le planimetrie con una perizia vistata dall'ufficio del genio civile.

Le valutazioni di carattere edilizio sono di competenza dello sportello unico dell'edilizia a cui lo sportello unico per le attività produttive trasmette l'istanza.

Lo sportello unico dell'edilizia comunica l'esito al Ministero dello Sviluppo Economico.

La liberazione della cauzione deve essere chiesta al Ministero dello Sviluppo Economico contestualmente alla presentazione della segnalazione di cessazione dell'attività presentata al Registro delle imprese.

La domanda di liberazione della cauzione è pubblicata dal Registro delle imprese e nell'albo della Camera di Commercio.

Trascorsi quaranta giorni dalla data dell'ultima di tali pubblicazioni senza che vi siano opposizioni, la Camera di Commercio pronuncia la liberazione della cauzione; l'opposizione ha effetto sospensivo sino a che non sia ritirata o respinta anche con sentenza provvisoriamente esecutiva.

Al comma 7 dell'art. 18 del d.lgs. n. 147/2012, che si riporta integralmente, vengono dettate novità rilevanti:

“7. Ogni riferimento ad autorizzazione previsto dagli articoli 6 e 19 del r.d.l. n. 2290/1926, e dagli articoli 5 e 8 del regolamento di cui al regio decreto 16 gennaio 1927, n. 126, deve intendersi riferito alla segnalazione certificata di inizio di attività.

Trovano applicazione anche ai magazzini generali i requisiti morali previsti per l'esercizio delle attività commerciali ai sensi dell'articolo 71 del d.lgs. n. 59/2010.

Non si applicano ai magazzini generali requisiti economici riferibili al possesso di un determinato statuto giuridico, ma dell'esistenza o meno di garanzie derivanti dalla forma societaria eventualmente adottata e dal capitale versato si tiene conto in sede di determinazione della cauzione o fideiussione per l'esercizio dell'attività. Sono fatte salve le disposizioni applicabili ai magazzini generali per gli aspetti di natura fiscale e per gli aspetti della loro attività riconducibili ad attività escluse dall'ambito di applicazione del presente decreto ai sensi dell'articolo 4”.

Il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota del 2 gennaio 2015, Prot. n. 18, ha fornito chiarimenti riguardo alla procedura da seguire per la presentazione di una SCIA relativa ad un ampliamento di magazzino generale.

Nella normativa previgente il Ministero rilasciava l'autorizzazione per l'esercizio di un magazzino generale previo parere favorevole della camera di commercio territorialmente competente.

Le disposizioni dettate dal d.lgs. n. 59/2010 (“Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi del mercato interno”), come modificate dall'art. 18 del d.lgs. n. 147/2012, hanno modificato le norme previgenti, semplificando il procedimento e trasformando il precedente regime autorizzatorio in SCIA.

Il nuovo iter amministrativo è stato specificato dall'art. 80-quinquies (Apertura, modificazione, ampliamento ed esercizio di un magazzino generale).

Questo intervento legislativo di semplificazione, secondo il Ministero, non ha voluto cambiare sostanzialmente i principali soggetti responsabili del procedimento amministrativo. Per questa ragione, pertanto, la nuova disciplina ha previsto la trasmissione della SCIA allo scrivente ed al SUAP/SUE tramite il Registro delle imprese con la procedura telematica denominata “comunicazione unica” (disciplinata dall'art. 9 del d.l. 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modifiche dalla l. n. 40/2007).

Tramite la suddetta procedura telematica, infatti, l'impresa potrà al contempo assolvere tutti gli adempimenti nei confronti del Registro delle imprese e del REA e la Camera di Commercio sarà in grado di acquisire automaticamente i dati necessari alle proprie funzioni iscrivendo al Registro delle imprese le nuove attività nel caso di un nuovo impianto e/o eventualmente, quando possibile, aggiornare le posizioni esistenti nei casi di trasferimento o trasformazione di impianto o di titolarità.

Profili fiscali

Il contratto di deposito a titolo oneroso, quale atto avente per oggetto prestazioni di carattere patrimoniale, è soggetto a registrazione entro un termine fisso, determinato in venti giorni dalla data dell'atto se formato in Italia ed in sessanta giorni se formato all'estero, e sconta il pagamento di un'aliquota pari al 3%.

Laddove, invece, il contratto per i soggetti contraenti sia sottoposto all'IVA, l'imposta di registro sarà dovuta in misura fissa.

Entrambe le parti del contratto sono solidalmente obbligate nei confronti del fisco al pagamento di tale imposta, ferma restando la possibilità di convenire tra le stesse, come nell'esemplificazione proposta, una diversa ripartizione del carico fiscale.

In particolare, si tratta di un'ipotesi di solidarietà paritetica – che ricorre quando tutti i coobbligati sono ugualmente interessati al presupposto impositivo, e non di solidarietà dipendente, nella quale, invece, il vincolo per il pagamento riguarda, oltre ai coobbligati che hanno realizzato la fattispecie principale, anche soggetti che hanno posto in essere un'attività secondaria rispetto a quella che manifesta la capacità contributiva – con la conseguenza che ciascun debitore è tenuto per l'intero nei confronti dell'Amministrazione finanziaria, la quale nella riscossione non è vincolata né dal beneficio dell'ordine, né da quello di previa escussione, mirando la norma a rendere più sicura ed agevole la realizzazione del diritto alla percezione del tributo (Cass. trib., n. 13139/2018).

Il deposito presso i magazzini generali ha in realtà precipua rilevanza sotto il profilo fiscale quale deposito IVA, ossia luogo fisico all'interno del territorio italiano dove la merce introdotta, in sosta e in uscita può beneficiare di agevolazioni dal punto di vista IVA.

La disciplina di riferimento è dettata dall'art. 50-bis del d.l. n. 331/1993 che individua la finalità di detti depositi in quella di custodire beni nazionali e comunitari che non siano destinati alla vendita al minuto nei loro locali.

L'obiettivo è quello di differire il pagamento dell'IVA, poiché tale imposta va assolta solo nel momento in cui i beni vengono estratti dal deposito.

I beni provenienti da Stati extra UE possono essere posti nel deposito IVA solo dopo il pagamento dei dazi doganali, ossia ove immessi in libera pratica.

La S.C. ha più volte ribadito sulla problematica che, in tema d'IVA, al fine di evitare l'immediato assolvimento dell'imposta per l'immissione in libera pratica di beni non comunitari, occorre la loro introduzione fisica e non solo virtuale in depositi fiscali, collocati in territorio italiano, come si desume dall'art. 50-bis del d.l. n. 331/1993, convertito, con modificazioni, nella l. n. 427/1993, su cui non incide la disciplina successiva (in particolare, l'art. 4 del d.m. n. 419/1997, che si occupa dei soli adempimenti documentali, e l'art. 16, comma 5-bis, del d.l. n. 185/2008, convertito, con modificazioni, nella l. n. 2/2009, che si riferisce alle sole prestazioni di servizi relative ai beni ivi custoditi: cfr. Cass. VI, n. 15980/2015).

Tuttavia, l'Amministrazione finanziaria non può pretendere il pagamento dell'imposta sul valore aggiunto all'importazione dal soggetto passivo che, non avendo materialmente immesso i beni nel deposito fiscale, si è illegittimamente avvalso del regime di sospensione di cui all'art. 50-bis, comma 4, lett. b), del d.l. n. 331/1993, conv., con modif., dalla l. n. 427/1993, qualora costui abbia già provveduto all'adempimento, sebbene tardivo, dell'obbligazione tributaria nell'ambito del meccanismo dell'inversione contabile mediante un'autofatturazione ed una registrazione nel registro degli acquisti e delle vendite, atteso che la violazione del sistema del versamento dell'IVA, realizzata dall'importatore per effetto dell'immissione solo virtuale della merce nel deposito, ha natura formale e non può mettere, pertanto, in discussione il suo diritto alla detrazione, come chiarito dalla Corte di Giustizia nella sentenza del 17 luglio 2014, in C-272/13, a tenore della quale detta violazione può essere punita, in relazione allo scarto temporale tra la dichiarazione e l'au tofatturazione, con una specifica sanzione per il ritardo – non fissa e che può consistere anche nel computo degli interessi di mora, purché sia rispettato il principio di proporzionalità – la cui adeguata determinazione, implicando un accertamento di fatto, compete al giudice di merito (Cass. trib., n. 12231/2017).

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