Polizza contro gli infortuni sul lavoro

Luca Caputo
aggiornata da Nicola Rumìne

Inquadramento

Con l'espressione assicurazione contro gli infortuni sul lavoro si allude all'assicurazione, di natura obbligatoria, finalizzata a tutelare il lavoratore nei casi di infortunio o malattia professionale, di diretta derivazione costituzionale e disciplinata dal Testo Unico delle disposizioni per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, approvato con d.P.R. n. 1124/1965, come modificato e integrato dal d.lgs. n. 38/2000. Si tratta di un tipo di assicurazione la cui stipula è prevista obbligatoriamente dalla legge, analogamente ad altre ipotesi, come la polizza da r.c.a., e che ha la funzione di garantire ai lavoratori, in caso di infortunio o malattia professionale, prestazioni sanitarie per le prime cure e prestazioni economiche, con conseguente esonero, in questo modo, del datore di lavoro dalla responsabilità civile derivante dall'evento dannoso dubito dai propri dipendenti, fatta eccezione per le ipotesi in cui, in sede penale o in sede civile, ne sia accertata la responsabilità per reato commesso in violazione della normativa in tema di sicurezza, prevenzione e igiene sul lavoro. Questo tipo di assicurazione, quindi, si caratterizza per la funzione spiccatamente previdenziale che la distingue da altre forme di assicurazione, e in particolare da quelle contro i danni e per la responsabilità civile, che assolvono invece ad una funzione di tipo indennitario. L'introduzione dell'assicurazione sociale per gli infortuni del lavoro risale alla l. n. 80/1898, che ne prevedeva la relativa gestione da parte della Cassa Nazionale Infortuni; con il successivo r.d. n. 928/1928 è stata poi estesa l'assicurazione obbligatoria anche alle malattie professionali. Successivamente entrambe le gestioni previdenziali sono state affidate all'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro). L'assicurazione obbligatoria per gli infortuni sul lavoro si caratterizza, inoltre, per non avere un ambito applicativo generalizzato, bensì limitato solo a quei lavoratori che, per il tipo di attività esercitata o per la posizione ricoperta, risultano esposti ad un maggiore rischio professionale. Inoltre, risulta fortemente delimitato anche il rischio assicurato, atteso che gli eventi assicurati devono essere riconducibili alle categorie degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Limitato è anche l'oggetto dell'indennizzo dovuto dall'INAIL, il che ha posto all'esame della giurisprudenza la ricorrente problematica della risarcibilità in favore del lavoratore del danno differenziale, costituito dalla differenza tra l'importo riconosciuto a titolo di risarcimento da responsabilità civile del datore di lavoro, anche a titolo di danno biologico e di danno non patrimoniale e l'importo erogato a titolo di indennizzo da parte dell'INAIL. La previsione di un sistema assicurativo obbligatorio in materia non esclude la possibilità per i privati, lavoratori e datori di lavoro, di stipulare polizze contro gli infortuni sul lavoro. In questo caso uno dei problemi più ricorrenti è rappresentato dall'individuazione della tipologia di danno risarcibile al lavoratore nei casi in cui la polizza sia stipulato rinviando alle norme sull'assicurazione obbligatoria, e ciò con particolare riferimento al periodo ricompreso tra l'originaria introduzione del d.P.R. n. 1124/1965, che delimitava il danno indennizzabile dall'INAIL al solo pregiudizio arrecato alla capacità lavorativa e l'entrata in vigore della riforma operata con il d.lgs. n. 38/2000, che ha previsto l'indennizzabilità del danno biologico subito dal lavoratore, purché superiore al 6%, considerata la mancata previsione dell'indennizzo del danno biologico in questo arco di tempo.

Formula

POLIZZA CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

TRA

Il/La Sig./Sig.ra/la società ...., nato/a a ...., iscritta nel R.I. .... n. ...., il ...., residente/con sede legale in ...., alla via/piazza ...., CAP ...., C.F./P.IVA .... (da ora in poi “il Contraente” o “l'Assicurato”)

E

la Compagnia Assicuratrice denominata ...., con sede legale in ...., alla piazza/via ...., P.IVA ...., iscritta nel registro delle imprese al n. .... capitale sociale ...., iscritta nell'Albo dei soggetti autorizzati dall'IVASS ...., in persona del legale rappresentante Sig./Sig.ra ...., nato/a a ...., il .... (da ora in poi “l'Assicuratore”),

si stipula la presente:

POLIZZA CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Polizza n. ....

Decorrenza della copertura: ore 24,00 del gg/mm/aa

Scadenza della copertura: ore 24,00 del gg/mm/aa

Scadenze annuali: ore 24,00 del gg/mm/aa di ogni anno

Tacito rinnovo: NO

GLOSSARIO

Assicurato: Persona fisica il cui interesse è protetto dall'Assicurazione;

Assicuratore: L'Impresa Assicurativa autorizzata all'esercizio dell'attività assicurativa con la quale il Contraente stipula il Contratto di assicurazione;

Beneficiario: Persona fisica o giuridica designata in Polizza dal Contraente, che può coincidere o meno con il Contraente stesso - ma che deve necessariamente essere diverso da questo in caso di liquidazione per morte dell'Assicurato -, e che riceve la prestazione prevista dal Contratto quando si verifica l'evento assicurato;

Caricamenti: Parte del premio versato dal Contraente destinata a coprire i costi commerciali e amministrativi dell'Assicuratore;

Conflitto di interesse: L'insieme delle situazioni in cui l'interesse dell'Assicuratore può essere in contrasto con quello del Contraente;

Contraente: Il soggetto, persona fisica o giuridica, che può coincidere o meno con l'Assicurato o il Beneficiario, che stipula il presente contratto di assicurazione e si impegna al pagamento del premio; è titolare a tutti gli effetti del Contratto;

Contratto: Accordo con il quale l'Assicuratore, a fronte del pagamento del premio, si impegna a pagare una prestazione assicurata in forma di capitale o rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita dell'Assicurato;

Decorrenza: Data dalla quale il Contratto ha effetto, condizionata all'avvenuto pagamento del premio pattuito;

Durata contrattuale: Periodo durante il quale il Contratto è efficace e produce effetti tra le parti;

Franchigia: La franchigia è una somma che resta a carico dell'Assicurato in caso di sinistro e che quindi sarà detratta dall'importo da liquidare. Per la garanzia Infortuni la franchigia è espressa in percentuale e si detrae dal punteggio d'invalidità permanente riconosciuta all'assicurato. Nessun indennizzo è dovuto se l'importo o la percentuale di danno è uguale o inferiore alla franchigia prevista dalla garanzia;

Inabilità Temporanea Totale: La perdita temporanea e in misura totale della capacità dell'Assicurato di attendere alla propria Normale Attività Lavorativa a seguito di Infortunio;

Indennità: somma dovuta dall'Assicuratore all'Assicurato o al Beneficiario in caso di sinistro;

Infortunio: evento fortuito, violento ed esterno, che produce lesioni corporali obiettivamente constatabili che abbiano per conseguenza diretta ed esclusiva un'invalidità permanente o la morte;

Infortunio extra professionale: evento indicato alla voce ‘infortunio' che l'Assicurato subisce in occasione della vita comune di relazione;

Infortunio professionale: Evento indicato alla voce ‘infortunio' che l'Assicurato subisce mentre e perché attende all'esercizio delle mansioni inerenti all'attività professionale dichiarata in polizza, che viene svolta dall'Assicurato a carattere continuativo, abituale e remunerativo;

Invalidità permanente: la perdita definitiva ed irrimediabile, da parte dell'Assicurato, totale o parziale, della capacità di attendere ad un qualsiasi lavoro proficuo, indipendentemente dalla normale attività svolta;

Istituto di cura: Struttura sanitaria, pubblica o privata, regolarmente autorizzata all'erogazione dell'assistenza sanitaria ospedaliera. Non sono considerati Istituti di cura gli stabilimenti termali, le case di convalescenza e soggiorno;

Lavoratore Autonomo: La persona fisica che eserciti un'attività lavorativa regolare che comporti denuncia di almeno uno dei redditi definiti agli artt. 29,49,51 d.P.R. n. 917/1986 e successive modiche, e/o di redditi derivanti dalla partecipazione in società di persone e che, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), non percepisca un reddito da lavoro dipendente (così come indicato nella definizione di Lavoratore Dipendente) o di pensione. Sono altresì considerati Lavoratori Autonomi i lavoratori, ancorché dipendenti, che percepiscono un reddito a fronte di contratti a progetto;

Lavoratore Dipendente: La persona fisica che sia obbligata a prestare il proprio lavoro, con qualsiasi qualifica o in qualsiasi categoria, alle dipendenze di altri in base a un contratto di lavoro dipendente che comporti un obbligo di prestazione non inferiore a sedici (16) ore settimanali. Sono altresì considerati Lavoratori Dipendenti i lavoratori inquadrati in base a contratti: a) a tempo determinato; b) di inserimento (ex contratto di formazione lavoro); c) di apprendistato; d) di somministrazione lavoro (ex lavoratori interinali); e) di lavoro intermittente. Non sono considerati Lavoratori Dipendenti i lavoratori il cui contratto non sia regolato dalla Legge italiana;

Lavoratore Dipendente Privato: La persona fisica che sia Lavoratore Dipendente e non rientri nella definizione di Lavoratore Dipendente Pubblico;

Lavoratore Dipendente Pubblico: La persona fisica che sia Lavoratore Dipendente presso la Pubblica Amministrazione. Per Pubblica Amministrazione si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituiti e le scuole di ogni genere e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato a ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane e loro consorzi e associazioni, le Istituzioni Universitarie, gli Istituti Autonomi Case Popolari, le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le Amministrazioni, le Aziende e gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al d.lgs. n. 300/1999. Sono altresì considerati Lavoratori Dipendenti Pubblici i dipendenti degli enti sottoposti alla disciplina del parastato così come da l. n. 70/1975;

Liquidazione: Pagamento all'avente diritto della prestazione dovuta al verificarsi dell'evento assicurato;

Massimale/capitale assicurato: Il massimale di garanzia rappresenta il limite massimo d'indennizzo per i danni subiti dall'assicurato;

Malattia: Ogni alterazione dello stato di salute non dipendente da infortunio;

Normale Attività Lavorativa: L'attività retribuita o comunque produttiva di reddito svolta dall'Assicurato immediatamente prima del Sinistro, ovvero una consimile attività retribuita o comunque produttiva di reddito tale da non modificare le possibilità economiche dell'Assicurato;

Polizza: Documento che attesta l'esistenza del Contratto di assicurazione.

Premio: Importo che il Contraente si impegna a corrispondere all'Assicuratore secondo un piano di versamenti previsto dal Contratto di assicurazione;

Questionario sanitario: modulo costituito da domande sullo stato di salute dell'Assicurato che l'Assicuratore utilizza al fine di valutare il rischio che assume con il Contratto di assicurazione;

Recesso: Diritto del Contraente di recedere dal Contratto alle condizioni contrattualmente previste;

Revoca: Diritto del proponente di revocare la Proposta prima della conclusione del Contratto;

Ricovero: degenza comportante pernottamento in casa di cura;

Surrogazione: diritto dell'Assicuratore che ha pagato l'indirizzo al proprio Assicurato, di rivalersi nei confronti dei terzi responsabili del danno fino a concorrenza dell'importo pagato.

NOTA INFORMATIVA

La presente Nota informativa è redatta secondo lo schema predisposto dall'IVASS, ma il suo contenuto non è soggetto alla preventiva approvazione dell'IVASS.

Il Contraente deve prendere visione delle Condizioni di Assicurazione prima della sottoscrizione del Contratto.

INFORMAZIONI SULL'IMPRESA DI ASSICURAZIONE

Denominazione dell'Impresa di Assicurazione, Sede Legale, Sito Internet, Recapiti Telefonici, Indirizzo Mail

Riferimento ad autorizzazione all'esercizio dell'attività assicurativa e numero di iscrizione all'albo delle imprese assicurative

INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE PATRIMONIALE DELL'IMPRESA

Patrimonio netto; specifico riferimento alla parte relativa al capitale sociale e alle riserve patrimoniali.

Indice di solvibilità riferito allo specifico ramo assicurativo al quale attiene il contratto.

INFORMAZIONI GENERALI SUL CONTRATTO

Coperture assicurative offerte:

– morte conseguente a Infortunio sul lavoro;

– invalidità permanente conseguente a Infortunio sul lavoro;

– inabilità temporanea totale al lavoro conseguente a Infortunio sul lavoro;

– diaria giornaliera per ricovero ospedaliero conseguente a Infortunio sul lavoro 1 ;

Le suddette garanzie sono soggette limitazioni ed esclusioni della copertura assicurativa, secondo quanto previsto nelle condizioni generali e particolari di polizza, che possono dar luogo alla riduzione o al mancato pagamento dell'indennizzo. La polizza infortuni non può essere stipulata inoltre per le persone con più di 74 anni di età.

Dichiarazioni in ordine al rischio e conseguenze

Le dichiarazioni false o reticenti del Contraente o dell'Assicurato sulle circostanze del rischio possono comportare la perdita parziale o totale del diritto al risarcimento, nonché la cessazione dell'assicurazione ai sensi degli artt. 1892, 1893, 1894 e 1898 c.c.

Ai sensi dell'art. 1904 c.c. il contratto è nullo qualora, al momento della sua stipulazione, l'assicurato non abbia un interesse al risarcimento del danno, nonché, ai sensi dell'art. 1895 c.c., qualora il rischio assicurato non sia mai esistito o abbia cessato di esistere prima della stipulazione del contratto.

Se per il medesimo rischio sono contratti separatamente più contratti presso diversi assicuratori, l'Assicurato deve dare l'avviso di tutti i contratti stipulati a ciascuno degli assicuratori. L'inadempimento di tale obbligo può determinare la perdita del diritto all'indennizzo ai sensi dell'art. 1910 c.c.

Il Contraente deve comunicare all'Assicuratore ogni cambiamento dei dati indicati nella polizza, compresa l'attività professionale dell'Assicurato, che può comportare un aggravamento o una riduzione del rischio.

Gli aggravamenti di rischio non noti e non accettati dall'Assicuratore possono comportare la perdita totale o parziale del diritto all'indennizzo, nonché la cessazione dell'assicurazione ai sensi dell'art. 1898 c.c.

Nel caso di diminuzione del rischio, l'Assicuratore è tenuto a ridurre il premio o le rate di premio successivi alla comunicazione dell'assicurato ai sensi dell'art. 1897 c.c.

Premio

Il premio è annuale ed unico, da pagarsi alla stipula del contratto di assicurazione. Il premio deve essere pagato all'Assicuratore, anche eventualmente tramite agente assicurativo/broker specificato in polizza.

I mezzi di pagamento del premio accettati, ai sensi della vigente normativa antiriciclaggio (d.lgs. n. 231/2007) sono: assegni bancari, postali o circolari, muniti della clausola di non trasferibilità, ordini di bonifico, altri mezzi di pagamento bancario o postale, sistemi di pagamento elettronico e denaro contante, con i limiti e le modalità previsti dalla citata norma e dal Regolamento n. 5 dell'ISVAP.

È previsto, infine, che qualora il Contraente non provveda al pagamento del premio o delle rate di premio successive l'assicurazione resti sospesa dalle ore 24.00 del .... ° giorno successivo a quello della scadenza e riprenda vigore dalle ore 24.00 del giorno di pagamento.

Risoluzione del contratto e sospensione del pagamento dei premi

Nel solo caso in cui il Contraente abbia optato per il pagamento di premi annui, egli ha facoltà di risolvere il contratto interrompendo il pagamento dei premi. Per il pagamento delle rate di premio è prevista una tolleranza di .... giorni in cui il rischio è coperto. Qualora la rata di premio non venga pagata entro i .... giorni successivi a ciascuna scadenza, la garanzia assicurativa decade; in tal caso il Contratto si estingue automaticamente ed i premi già versati restano acquisiti dalla Società, a meno che il Contraente non decida di riattivarlo.

Revoca della proposta

Il Contraente può revocare la Proposta, ai sensi dell'art. 176 d.lgs. n. 209/2005, fino al momento della conclusione del Contratto.

Ai fini della revoca il Contraente deve inviare comunicazione scritta alla Società - contenente gli elementi identificativi della Proposta – mediante lettera a mezzo posta, indirizzata alla sede legale dell'Assicuratore.

Il premio eventualmente anticipato dal Contraente all'Assicuratore, viene restituito entro .... giorni dal ricevimento della comunicazione di revoca. Il premio sarà restituito al netto delle spese di emissione.

La revoca libera entrambe le parti da qualsiasi obbligazione derivante della proposta, con decorrenza dalle ore 24 del giorno di spedizione della lettera raccomandata, quale risulta dal timbro postale di invio.

Recesso

Salvo quanto previsto in caso di dichiarazioni inesatte o reticenti nel presente contratto non è previsto recesso per le parti e il contratto cessa automaticamente alla scadenza annuale della polizza.

Prescrizione

I diritti derivanti dal contratto si prescrivono in due anni dal giorno in cui si è verificato il fatto su cui si fonda il diritto all'indennizzo. Il diritto al pagamento del premio si prescrive in un anno dalla relativa scadenza di pagamento.

Legge applicabile al contratto

Per l'interpretazione del contratto di assicurazione si fa riferimento unicamente alle leggi della Repubblica Italiana.

Regime Fiscale

Il premio è soggetto all'aliquota di imposta nella misura di legge. Sono a carico del contraente le imposte, le tasse e gli altri oneri stabiliti per legge derivanti dalla stipulazione del contratto e non sono rimborsabili per alcun motivo.

Sinistri - Liquidazione dell'indennizzo

L'Assicurato deve dare avviso scritto dell'evento, a mezzo raccomandata o telefax all'Assicuratore, entro .... giorni dal sinistro o da quando ne ha avuto conoscenza; l'Assicurato dovrà inoltre fornire all'Assicuratore tutte le informazioni necessarie.

Reclami

Sono indennizzabili gli infortuni avvenuti nel periodo di validità della polizza con garanzia inclusa, che comportino inabilità Temporanea Totale al Lavoro, l'invalidità permanente e/o la morte dell'assicurato, accertati entro .... anni dal giorno dell'infortunio anche se sopravvenute dopo la scadenza di polizza 2 . Le spese per l'accertamento del danno sono a carico dell'assicurato.

Eventuali reclami devono essere inoltrati compilando apposito “form” presente sul sito della Società o mediante telefax al numero .... o mediante lettera raccomandata inviata a ...., Ufficio Reclami, con sede in ...., alla via ..... I reclami saranno riscontrati entro .... giorni dal loro ricevimento.

Non sono considerati reclami le richieste di informazioni o di chiarimenti, le richieste di risarcimento danni o di esecuzione del contratto.

Qualora l'esponente non sia soddisfatto dall'esito del reclamo o in caso di assenza di riscontro entro .... giorni, potrà rivolgersi all'IVASS, Servizio Tutela degli Utenti, con sede in ...., alla via ...., corredando l'esposto della documentazione relativa al reclamo trattato dall'Assicuratore.

Tutela giudiziale

Per le controversie derivanti dall'applicazione della presente polizza è competente esclusivamente l'Autorità Giudiziaria.

Le controversie riguardanti l'interpretazione e l'esecuzione del presente contratto sono soggette all'obbligo del preventivo esperimento della procedura di mediazione obbligatoria ai sensi dell'art. 5, comma 1, e comma 1-bis d.lgs. n. 28/2010, come reintrodotto dalla l. n. 98/2013, di conversione del d.l. n. 69/2013.

Informativa in corso di contratto

L'Assicuratore si impegna a comunicare al Contraente/Assicurato le eventuali variazioni delle informazioni contenute nel Fascicolo Informativo, anche per effetto di modifiche della normativa applicabile al Contratto successive alla conclusione dello stesso. In particolare, gli aggiornamenti del Fascicolo Informativo, non derivanti da innovazioni normative, saranno disponibili sul sito internet dell'Assicuratore .....

Comunicazioni - Modifiche dell'assicurazione

Ogni comunicazione inerente la Polizza deve essere fatta per iscritto e le eventuali variazioni devono risultare da specifico atto sottoscritto dalle Parti.

Costi, sconti e regime fiscale

Costi gravanti sul contraente 3

Spese di emissione polizza.

Costi fissi.

Costi variabili.

Addizionale di frazionamento

Es.

Mensile 5%

Bimestrale 3,6%

Trimestrale 3%

Quadrimestrale 2,6%

Semestrale 2%

Spese per visita medica

I costi per eventuali accertamenti sanitari, non quantificabili a priori, non gravano sul premio e sono a carico dell'Assicurato cui è rimessa la scelta della struttura sanitaria a cui rivolgersi.

Quota parte percepita dagli intermediari

Eventuale quota parte percepita da intermediari per la stipula della polizza.

Sconti

Eventuali sconti applicati (ad es. in caso di addebito del premio tramite RID bancario o per stipula della polizza online).

Non sono previsti sconti di premio.

Regime fiscale imposta sui premi

Indicazione delle imposte e dello specifico regime fiscale applicabile in considerazione del tipo di polizza (es. detraibilità fiscale dei premi).

Regime di tassazione delle somme assicurate

Indicazione del regime di tassazione per le somme erogate in caso di erogazione del capitale o della rendita

CONDIZIONI GENERALI DI ASSICURAZIONE

Art. 1. Prestazioni assicurate

Nei limiti delle somme indicate in polizza e ferme restando le seguenti esclusioni, l'Assicurazione è prestata per gli infortuni subiti sul lavoro dall'Assicurato in polizza dopo la conclusione del contratto. La garanzia, in particolare, è operante per infortuni avvenuti nell'esercizio dell'attività professionale (indicata in polizza). Più precisamente l'Assicuratore si impegna ad erogare l'indennizzo, nella misura contrattualmente previsto, per le conseguenze dirette ed esclusive di un infortunio che comporti:

– L'inabilità temporanea totale insorta entro .... anni dal giorno dell'infortunio, anche se sopravvenuta dopo la scadenza di polizza. L'indennizzo sarà pagato secondo tabella allegata al netto della franchigia fissa ed assoluta indicata in polizza;

– L'invalidità permanente insorta entro .... anni dal giorno dell'infortunio, anche se sopravvenuta dopo la scadenza di polizza. L'indennizzo sarà pagato secondo tabella allegata al netto della franchigia fissa ed assoluta indicata in polizza;

– La morte dell'assicurato avvenuta entro .... anni dal giorno dell'infortunio, anche se sopravvenuta dopo la scadenza della polizza. L'indennizzo in mancanza d'indicazione dei beneficiari è riconosciuto in parti uguali agli eredi dell'Assicurato. Nel caso in cui l'Assicurato intenda designare beneficiari diversi dagli eredi, deve effettuare una comunicazione all'Assicuratore.

CLAUSOLA FACOLTATIVA 4

– Il ricovero ospedaliero in un Istituto di cura pubblico o privato. L'indennizzo prevede il pagamento della diaria indicata in polizza per ogni giorno di degenza contabilizzato dall'Istituto di cura, fino a un massimo di .... giorni anche non consecutivi. Per degenze superiori a .... giorni consecutivi, a partire dall‘ .... ° giorno di ricovero la diaria pattuita sarà raddoppiata;

Art. 2. Infortuni indennizzabili

Per infortuni si considera un evento fortuito, violento ed esterno che produce lesioni corporali obiettivamente constatabili che abbiano per conseguenza diretta ed esclusiva l'inabilità temporanea totale al lavoro, l'invalidità permanente o la morte dell'Assicurato. Occorre, ai fini dell'operatività della polizza, che gli infortuni si siano verificati in occasione dello svolgimento di attività lavorativa da parte dell'assicurato 5 .

Sono inoltre considerati infortuni indennizzabili i seguenti eventi:

– l'asfissia non di origine morbosa;

– gli avvelenamenti acuti da ingestione o assorbimento di sostanze dovuti a causa fortuita e involontaria, eccetto quelli derivanti da abuso di alcolici o psicofarmaci, da uso di allucinogeni o da uso non terapeutico di stupefacenti o di allucinogeni;

– le lesioni causate da improvviso contatto con sostanze corrosive;

– l'annegamento;

– i colpi di sole e di calore;

– l'assideramento o il congelamento;

– le lesioni causate da infezioni acute obiettivamente accertate che derivino direttamente da morsi di animali o da punture di insetti, compresa la malaria;

la folgorazione;

– le lesioni muscolari o tendinee (esclusi gli infarti, le ernie in generale, comprese quelle addominali da sforzo) nella valutazione delle quali si prescinderà da eventuali condizioni patologiche che abbiano concausato le lesioni;

– derivanti dall'uso e/o dalla guida di veicoli a motore e di natanti da diporto sempreché l'Assicurato, se alla guida, sia in possesso della prescritta abilitazione;

– conseguenti a stati di malore o di incoscienza purché non determinati da ubriachezza, abuso di psicofarmaci, uso di stupefacenti ed allucinogeni;

– causati con imperizia, imprudenza o colpa grave dell'Assicurato;

– conseguenti ad atti compiuti per doveri di solidarietà umana o legittima difesa;

– causati da tumulti popolari a condizione che l'Assicurato non vi abbia preso parte attiva;

– derivanti da guerra e da insurrezione che l'Assicurato subisca fuori dal territorio della Repubblica Italiana, nel termine massimo di .... giorni dall'insorgere di tali eventi, a condizione che questi abbiano sorpreso l'Assicurato mentre già si trovava nello Stato nel quale insorgono;

– derivanti da aggressioni nelle quali l'Assicurato si sia trovato involontariamente coinvolto;

– subiti durante il servizio militare in tempo di pace, in seguito a richiamo per esercitazioni e durante il servizio di leva o il servizio sostitutivo, limitatamente ai rischi non connessi con lo svolgimento del servizio stesso;

– subiti dall'Assicurato in qualità di passeggero durante viaggi aerei di turismo, di trasferimento o trasporto pubblico su velivoli o elicotteri da chiunque esercitati.

Non sono considerati infortuni i seguenti eventi:

– le conseguenze dell'infortunio che si concretizzino nell'AIDS ed in sindromi ad esse correlate;

– le forme di epatite virale;

– le ernie in generale, comprese quelle addominali da sforzo;

– gli infarti determinati da qualsiasi causa;

– gli avvelenamenti e le infezioni che non abbiano per causa diretta ed esclusiva una lesione rientrante nella definizione di infortunio; le conseguenze di operazioni chirurgiche o di trattamenti non resi necessari da infortunio.

Art. 3. Esclusioni

Sono esclusi dalla presente garanzia le ipotesi di inabilità temporanea totale, invalidità permanente, o morte che siano riconducibili a:

– conseguenze di malattie, malformazioni, stati patologici e infortuni verificatisi prima della data di decorrenza dell'Assicurazione e già diagnosticati in tale data all'Assicurato;

– Infortuni o Malattie causati da atti volontari di autolesionismo dell'Assicurato o avvenuti quando questo si trovi in stato di incapacità di intendere o di volere da esso stesso procurato;

derivanti dalla guida di qualsiasi veicolo o natante a motore, se l'Assicurato è privo della prescritta abilitazione, salvo il caso di guida con patente scaduta, ma a condizione che l'Assicurato abbia, al momento del sinistro, i requisiti per il rinnovo;

– subiti durante il periodo di arruolamento volontario, di richiamo per mobilitazione o per motivi di carattere eccezionale;

– derivanti da reati dolosi compiuti o tentati dall'Assicurato e da atti contro la sua persona da lui volontariamente compiuti o consentiti;

– conseguenza di azioni delittuose dell'Assicurato o di sue imprese temerarie;

– subiti a causa di terremoti o fenomeni atmosferici aventi caratteristiche di calamità naturali;

– derivanti da guerra, insurrezioni;

– derivanti da fenomeni di trasmutazione dell'atomo o radiazioni provocate dalla accelerazione artificiale di particelle atomiche;

– derivanti da ubriachezza, dall'uso di allucinogeni, dall'uso non terapeutico di psicofarmaci e di stupefacenti;

– accaduti durante l'uso di aeromobili in genere, non in qualità di semplice passeggero trasportato;

– accaduti durante l'uso, anche come passeggero, di apparecchi per il volo da diporto o sportivo (ad esempio ultraleggeri, deltaplani, parapendio);

– accaduti, anche come passeggero, su aeromobili di aeroclubs o società di lavoro aereo per voli diversi da trasporto pubblico di passeggeri;

– derivanti dalla pratica delle seguenti attività sportive: sport aerei in genere, paracadutismo, pugilato, atletica pesante, lotta nelle sue varie forme, arti marziali in genere, speleologia, salti dal trampolino con sci o idroscì, sci acrobatico, bob, immersioni oltre i 30 metri, alpinismo di grado superiore al 3° comunque effettuato, arrampicata libera, sci alpinismo, sci estremo, canoa fluviale, rafting, bungee jumping;

derivanti dalla pratica di calcio, calcetto, ciclismo, equitazione, football americano, rugby, sci, snowboard, hockey su ghiaccio o a rotelle, pattinaggio su ghiaccio o a rotelle, pallavolo, pallacanestro, pallamano, pallanuoto, pentathlon moderno, qualora l'infortunio si verifichi durante gare e competizioni (e relative prove o allenamenti) organizzate o svolte sotto l'egida delle rispettive Federazioni sportive o associazioni a esse equiparabili;

– derivanti dalla pratica di qualsiasi sport esercitato professionalmente o che comunque comporti remunerazione sia diretta che indiretta;

– derivanti dalla partecipazione, anche come passeggero, a corse o gare automobilistiche, motociclistiche e motonautiche e alle relative prove e allenamenti;

Art. 4. Persone non assicurabili

Non possono essere assicurate con la presente polizza, indipendentemente dalla concreta valutazione dello stato di salute, le persone con più di 74 anni di età, le persone affette da diabete, alcolismo, tossicodipendenza, sieropositività diagnosticata dal test HIV, sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), epilessia, sindromi organico- cerebrali, schizofrenia, forme maniacodepressive o stati paranoidei.

La sopravvenienza di tali affezioni in corso di contratto è causa di cessazione dell'assicurazione.

Art. 5. Determinazione dell'inabilità temporanea totale - invalidità permanente - Indennizzo da liquidare

L'assicuratore, ricevuta la documentazione relativa al sinistro e valutato il danno, determinerà l'indennità da liquidare all'Assicurato in funzione del grado (e dei giorni) di inabilità temporanea totale, e dei giorni d'invalidità permanente che gli sarà riconosciuta sulla base dei punteggi indicati nella apposita “Tabella” allegata.

Ai fini della determinazione dell'indennizzo saranno considerate le sole conseguenze dirette ed esclusive dell'infortunio che siano indipendenti da condizioni fisiche o patologiche preesistenti o sopravvenute.

Pertanto non rientrano nella valutazione del danno gli aggravamenti delle condizioni fisiche e patologiche che l'infortunio può avere generato, né il maggior effetto che tali condizioni possono causare alle lesioni prodotte dall'infortunio, perché conseguenze indirette e quindi non indennizzabili. Se l'Assicurato al momento dell'infortunio non è fisicamente sano e integro, saranno pagate soltanto le conseguenze dell'infortunio che si sarebbero comunque verificate qualora l'infortunio avesse colpito una persona fisicamente integra e sana. In caso di perdita anatomica o riduzione funzionale di un organo o di un arto già minorato, le percentuali indicate nella tabella per la valutazione del grado d'invalidità permanente saranno diminuite tenendo conto dell'invalidità preesistente.

Nei casi di perdita anatomica o funzionale di uno o più organi o arti l'indennità sarà definita sommando le singole percentuali calcolate per ciascuna lesione fino al limite massimo del 100%. Per le singole falangi terminali delle dita, escluso il pollice, sarà considerata invalidità permanente soltanto l'asportazione totale. Nel caso di perdita funzionale o anatomica di una falange del pollice l'indennità sarà uguale alla metà e per la falange di qualsiasi altro dito, pari a un terzo della percentuale stabilita per la perdita totale del rispettivo dito. Per i casi d'invalidità permanente non specificati nella tabella, l'indennità sarà stabilita con riferimento alle percentuali ed ai criteri indicati nei referti medici, tenendo conto della complessiva diminuzione della generica capacità lavorativa, indipendentemente dalla professione dell'Assicurato.

I postumi di Invalidità permanente vengono riconosciuti come tali e possono essere oggetto di accertamento non prima che, secondo parere medico, gli stessi si siano stabilizzati e comunque entro un periodo massimo di .... mesi dalla data di denuncia.

Art. 6. Risoluzione delle controversie sul grado di invalidità

In caso di disaccordo tra le parti sulla definizione del grado d'invalidità permanente spettante all'Assicurato, la determinazione del punteggio può essere demandata dall'Assicurato e dall'Assicuratore a due diversi medici, nominati uno per parte. Qualora i due medici non raggiungano un accordo, le controversie di natura medica sul grado d'invalidità permanente potranno essere demandate per iscritto a un collegio di tre medici, nominati uno dall'Assicurato, uno dall'Assicuratore e il terzo di comune accordo o, in caso di disaccordo, dal Consiglio dell'Ordine dei Medici avente giurisdizione nel luogo ove dovrà riunirsi il Collegio medico stesso.

Ciascuna parte sosterrà le proprie spese e pagherà il medico da essa designato, contribuendo per metà alle spese e alle competenze del terzo medico. Il Collegio medico avrà la facoltà, qualora ne riscontri l'opportunità, di rinviare l'accertamento definitivo dell'invalidità permanente a epoca da definirsi. In tal caso il Collegio può intanto concedere un anticipo sull'indennizzo. Le decisioni del Collegio medico sono prese a maggioranza dei voti, con dispensa da ogni formalità di Legge e sono vincolanti sia per l'Assicuratore sia per l'Assicurato.

Art. 7. Pagamento dell'indennizzo per infortunio — inabilità temporanea totale — invalidità permanente

Determinata l'invalidità conseguente all'infortunio e l'indennizzo dovuto, l'Assicurazione ne dà comunicazione agli interessati e avuto notizia della loro accettazione, provvede, entro .... giorni da quest'ultima, al pagamento dell'importo indennizzabile, detraendo dalla percentuale di invalidità permanente indennizzabile la franchigia indicata in polizza. Non sarà detratta alcuna franchigia se il punteggio d'invalidità permanente riconosciuta all'assicurato è superiore ai .... punti percentuali.

In caso di decesso dell'Assicurato, in tutti i casi in cui sia prevista la corresponsione dell'Indennità per Invalidità permanente sotto forma di capitale:

– se il decesso avviene, per qualsiasi causa, prima che l'Impresa abbia potuto effettuare l'accertamento del grado di invalidità permanente gli eredi devono fornire, oltre alla documentazione medica nella loro disponibilità - e precisamente cartella clinica completa di ogni documentazione sanitaria relativa a degenze conseguenti all'Infortunio, certificati medici successivi, il certificato di morte dell'Assicurato, l'atto notorio attestante la qualifica di eredi. Una volta acquisita la documentazione medica sopra indicata l'Impresa provvede alla valutazione dell'invalidità permanente secondo i criteri specificamente indicati in base alla documentazione medica disponibile e s'impegna a comunicare agli eredi l'esito della valutazione del sinistro entro .... giorni dal ricevimento della documentazione di cui sopra. Nel caso l'indennizzo venga ufficialmente offerto o quantificato in misura determinata, l'Assicuratore paga agli eredi, previa produzione della dichiarazione di successione, in cui risulti vantato tra i crediti del deceduto anche l'indennizzo spettante per la prestazione invalidità permanente da infortunio, l'importo quantificato od offerto;

– se il decesso avviene, per qualsiasi causa, dopo che l'Indennizzo sia stato ufficialmente offerto o quantificato in misura determinata, l'Assicuratore paga agli eredi, previa produzione del certificato di morte dell'Assicurato, dell'atto notorio attestante la qualifica di eredi e della dichiarazione di successione, in cui risulti vantato tra i crediti del deceduto anche l'indennizzo spettante per la prestazione invalidità permanente da infortunio, l'importo quantificato od offerto.

Art. 8. Pagamento dell'indennizzo per infortunio - morte

Accertata la morte dell'Assicurato, l'Assicuratore corrisponderà ai beneficiari (o agli eredi legittimi e/o testamentari qualora non fossero stati indicati dei beneficiari) in parti uguali la somma indicata in polizza quale capitale di garanzia. L'indennità per morte da infortunio non è cumulabile con l'indennità prevista per l'invalidità permanente. Qualora, nonostante il pagamento di un indennizzo per invalidità permanente, l'Assicurato dovesse morire per le conseguenze dell'infortunio stesso, L'Assicuratore corrisponderà ai beneficiari anche il capitale assicurato per il caso morte, detraendo da quest'ultimo l'importo già pagato per l'invalidità permanente.

Morte presunta - Nel caso in cui l'Autorità giudiziaria dichiari la morte presunta dell'Assicurato e tale evento sia stato registrato negli atti di stato civile, l'Assicuratore paga ai beneficiari (o agli eredi legittimi e/o testamentari qualora non fossero stati indicati dei beneficiari) in parti uguali la somma assicurata per il caso morte, salvo che dagli atti della predetta Autorità risulti che l'evento che ha causato la scomparsa non era compreso nella garanzia assicurativa.

L'Assicuratore liquiderà l'indennizzo trascorsi .... i mesi dalla presentazione dell'istanza per la dichiarazione di morte presunta. Se dopo il pagamento dell'indennizzo viene provata l'esistenza in vita dell'Assicurato, L'Assicuratore può chiedere ai beneficiari la restituzione di quanto pagato.

CLAUSOLA FACOLTATIVA 6

Art. 9. Indennizzo - Pagamento indennità diaria da ricovero

La diaria giornaliera da ricovero è pagata all'Assicurato, al termine del ricovero, su presentazione in originale di regolare cartella clinica attinente al caso denunciato, sciogliendo i medici dal segreto professionale.

L'indennizzo spettante sarà quantificato in funzione dei giorni di ricovero. Qualora il ricovero sia stato superiore ai .... giorni consecutivi, sarà riconosciuto il raddoppio della diaria pattuita, dall' .... ° giorno in poi.

Art. 10. Beneficiari

Il Contraente ha facoltà di designare i Beneficiari e può in qualsiasi momento revocare o modificare tale designazione. La designazione di beneficio e le sue eventuali revoche o modifiche devono essere comunicate per iscritto all'Assicuratore, salvo che siano state effettuate mediante testamento.

Art. 11. Pagamenti dell'Assicuratore - Documentazione richiesta

Al fine di erogare le prestazioni dovute devono essere preventivamente consegnati tutti i documenti necessari a verificare l'obbligo di pagamento e ad individuare gli aventi diritto.

In caso di Sinistro, il Contraente/l'Assicurato o altro soggetto per conto dei medesimi, deve presentare all'Assicuratore denuncia scritta, entro .... giorni da quello in cui l'Infortunio si è verificato o da quando ne ha avuto conoscenza, contenente la narrazione dettagliata del fatto, la data, il luogo, le indicazioni delle cause e delle conseguenze, le generalità, l'indirizzo delle persone interessate e degli eventuali testimoni, mediante raccomandata A.R.

Alla suddetta comunicazione deve essere allegato anche il certificato medico attestante l'entità e la sede delle lesioni. L'inadempimento di tale obbligo può comportare la perdita totale o parziale del diritto all'Indennizzo, ai sensi dell'art. 1915 c.c.

L'Assicurato deve altresì:

– depositare attestato che certifichi la condizione di Lavoratore Autonomo (tra cui, a titolo esemplificativo, copia della dichiarazione IRPEF, copia del contratto di collaborazione senza vincolo di subordinazione, copia del certificato di attribuzione del numero di partita IVA) o Lavoratore Dipendente Pubblico (fra cui, a titolo esemplificativo) la lettera di assunzione e l'ultima busta paga) al momento del Sinistro;

– fornire copia della cartella clinica completa e di ogni altra documentazione sanitaria relativa a degenze conseguenti all'Infortunio denunciato;

– inviare successivamente, sino a guarigione avvenuta, i certificati medici sul decorso delle lesioni; tali certificati devono essere rinnovati alle rispettive scadenze e contestualmente trasmessi all'Assicuratore;

– sottoporsi agli accertamenti e controlli medici richiesti dall'Assicuratore;

– fornire alla stessa ogni altra informazione, a tal fine sciogliendo dal segreto professionale i medici che lo hanno visitato e curato.

Le spese di cura e quelle relative ai certificati medici sono a carico dell'Assicurato.

L'Assicurato s'impegna inoltre a sottoporsi a eventuali controlli medici richiesti dall'Assicuratore per accertare e determinare l'invalidità.

Nel caso in cui durante il periodo di cura sopravvenga la morte dell'Assicurato, il Contraente, se diverso dall'Assicurato, o i suoi eredi legittimi devono dare immediato avviso all'Assicuratore e fornire il certificato di morte dell'Assicurato e l'atto notorio attestante la qualifica di eredi.

Art. 12. Rinvio alle norme di legge

La presente assicurazione è regolata dalla legge italiana. Per tutto quanto non è regolato dal contratto valgono le norme di legge.

Art. 13. Tasse e imposte

Tasse e imposte relative al contratto sono a carico del Contraente/Assicurato o dei Beneficiari aventi diritto.

Art. 14. Foro competente

Per le controversie relative al presente contratto, è competente l'Autorità Giudiziaria del luogo di residenza o di domicilio del Contraente, dell'Assicurato o del Beneficiario parte in causa.

Le controversie riguardanti l'interpretazione e l'esecuzione del presente contratto sono soggette all'obbligo del preventivo esperimento della procedura di mediazione obbligatoria ai sensi dell'art. 5, comma 1, e comma 1-bis d.lgs. n. 28/2010, come reintrodotto dalla l. n. 98/2013, di conversione del d.l. n. 69/2013.

Per le controversie riguardanti l'applicazione l'interpretazione e l'esecuzione del presente contratto è competente in via esclusiva il Foro di ...., salvo che il Contraente rivesta la qualifica di Consumatore ai sensi e per gli effetti del d.lgs. n. 206/2005.

Art. 15. Dichiarazioni del Contraente e dell'Assicurato

Le dichiarazioni rese dal Contraente e dall'Assicurato devono essere esatte e complete.

In caso di dichiarazioni inesatte e reticenti relative a circostanze tali che l'Assicuratore non avrebbe prestato il consenso alla stipula, o non lo avrebbe dato alle medesime condizioni conoscendo il reale stato delle cose, l'Assicuratore, in caso di malafede o colpa grave, ha diritto:

– di rifiutare, in caso di sinistro e in ogni tempo, qualsiasi pagamento;

– di contestare la validità del contratto entro .... mesi dal giorno in cui ha conosciuto l'inesattezza della dichiarazione o la reticenza;

quando non esiste malafede o colpa grave, ha diritto:

– di ridurre, in caso di sinistro, le somme assicurate in relazione al maggior rischio accertato;

– di recedere in ogni caso dal contratto entro .... mesi dal giorno in cui ha conosciuto l'inesattezza della dichiarazione o la reticenza.

L'inesatta indicazione dell'età e del sesso dell'Assicurato comporta in ogni caso la rettifica, delle somme dovute.

Art. 16. Scadenza dell'assicurazione

L'assicurazione ha durata annuale e non è soggetta a proroga automatica; pertanto, salvo diversa pattuizione delle parti, avrà termine alla scadenza dell'annualità di premio.

Art. 17. Legge sulla Privacy

Ai sensi del d.lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali) e successive modifiche, in particolare operate con il d.lgs. n. 101/2018 (Decreto Privacy Italiano), ciascuna delle parti acconsente al trattamento dei dati personali rilevabili dalla polizza o che ne derivino, per le finalità strettamente connesse agli adempimenti degli obblighi contrattuali da essa derivanti.

PRESTAZIONI ASSICURATE, MASSIMALE, FRANCHIGIA E PREMIO DI POLIZZA

PRESTAZIONI ASSICURATE:

CAPITALE da pagare in caso di decesso € ....;

INDENNIZZO DA PAGARE IN CASO DI INABILITÀ TEMPORANEA TOTALE CALCOLATO IN BASE ALLA TABELLA DELLE INVALIDITÀ E PER GIORNI DI LAVORO € ....;

INVALIDITÀ PERMANENTE PREVIA APPLICAZIONE DELLA TABELLA € ....;

MASSIMALE € ....;

FRANCHIGIA PER INABILITÀ TEMPORANEA TOTALE .... giorni;

FRANCHIGIA PER INVALIDITÀ PERMANENTE .... %;

DIARIA: per i primi .... giorni € ....; per i successivi giorni € .....

TABELLA INVALIDITÀ PERMANENTE 7

 

Descrizione Infortunio Percentuale Destra Percentuale Sinistra
Perdita totale anatomica o funzionale di:    
arto superiore mano o avambraccio pollice indice medio o anulare mignolo falange ungueale del pollice falange di altro dito della mano 70 60 18 14 8 12 9 1/3 dito 60 50 16 12 6 10 8 1/3 dito
Anchilosi della scapolo-omerale con arto in posizione favorevole, ma con immobilità della scapola 25 20
Anchilosi del gomito in angolazione compresa fra 120° e 70° con pronosupinazione libera 20 15
Anchilosi del polso in estensione rettilinea con pronosupinazione libera 10 8
Paralisi completa del nervo radiale 35 30
Paralisi completa del nervo ulnare 20 17
Descrizione Infortunio Percentuale
Amputazione di un arto inferiore:    
al di sopra della metà della coscia al di sotto della metà della coscia ma al di sopra del ginocchio al di sotto del ginocchio ma al di sopra del terzo medio di gamba   70 60 50
Amputazione di:    
un piede ambedue i piedi un alluce altro dito del piede falange ungueale dell'alluce   40 100 5 1 2,5
Anchilosi dell'anca in posizione favorevole   35
Anchilosi del ginocchio in estensione   25
Anchilosi della tibia-tarsica ad angolo retto con anchilosi della sotto-astralgica   15
Paralisi completa dello sciatico-popliteo esterno   15
Perdita totale della facoltà visiva di un occhio   25
Perdita totale della facoltà visiva di ambedue gli occhi   100
Sordità completa di un orecchio   10
Sordità completa di entrambi gli orecchi   40
Stenosi nasale assoluta monolaterale   4
Stenosi nasale assoluta bilaterale   10
Esiti di frattura scomposta di una costa   1
Esiti di frattura amielica-somatica con deformazione a cuneo di:    
vertebra cervicale vertebra dorsale 12° dorsale vertebra lombare   12 5 10 10
Esiti di frattura di un metamero sacrale   3
Esiti di frattura di un metamero coccige o con callo deforme   5
Postumi di trauma distorsivo cervicale con contrattura muscolare e limitazione dei movimenti del capo e del collo   2
Perdita anatomica di un rene   15
Perdita anatomica della milza senza compromissioni significative della crasi ematica   8

 

Il contratto decorre dalla data del pagamento del premio con durata di anni .....

Il premio viene pagato in rate annuali, ciascuna di € .... (di cui imposte € ....).

POLIZZA CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

DOCUMENTO DI SINTESI

TRA

Il/La Sig./Sig.ra/la società ...., nato/a a ...., iscritta nel R.I. .... n. ...., il ...., residente/con sede legale in ...., alla via/piazza ...., CAP ...., C.F./P.IVA .... (da ora in poi “il Contraente” o “l'Assicurato”)

E

la Compagnia Assicuratrice denominata ...., con sede legale in ...., alla piazza/via ...., P.IVA ...., iscritta nel registro delle imprese al n. .... capitale sociale ...., iscritta nell'Albo dei soggetti autorizzati dall'IVASS ...., in persona del legale rappresentante Sig./Sig.ra ...., nato/a a ...., il .... (da ora in poi “l'Assicuratore”)

DESCRIZIONE DEL RISCHIO

L'Assicuratore, nei limiti delle somme indicate in polizza e ferme restando le seguenti esclusioni, si impegna ad erogare l'indennizzo, nella misura contrattualmente prevista, per le conseguenze dirette ed esclusive di infortunio sul lavoro successivo alla stipula della polizza che comporti inabilità temporanea totale, invalidità permanente o morte.

Dati dell'Assicurato

Il/La Sig./Sig.ra/la società ...., nato/a a ...., iscritta nel R.I. .... n. ...., il ...., residente/con sede legale in ...., alla via/piazza ...., CAP ...., C.F./P.IVA ....

Dati dei Beneficiari (eventuali)

Il/La Sig./Sig.ra/la società ...., nato/a a ...., iscritta nel R.I. .... n. ...., il ...., residente/con sede legale in ...., alla via/piazza ...., CAP ...., C.F./P.IVA ....

DATI DI POLIZZA

Polizza n.

Decorrenza polizza: dalle ore 24,00 del .... / .... / ....

Scadenza polizza: alle ore 24,00 del .... / .... / ....

Rinnovo tacito: no

PRESTAZIONI ASSICURATE E PREMIO DI POLIZZA

PRESTAZIONI ASSICURATE:

CAPITALE da pagare in caso di decesso € ....;

INDENNIZZO DA PAGARE IN CASO DI INABILITÀ TEMPORANEA TOTALE CALCOLATO IN BASE ALLA TABELLA DELLE INVALIDITÀ E PER GIORNI DI LAVORO € ....;

INVALIDITÀ PERMANENTE PREVIA APPLICAZIONE DELLA TABELLA € ....;

MASSIMALE € ....;

FRANCHIGIA PER INABILITÀ TEMPORANEA TOTALE .... giorni;

FRANCHIGIA PER INVALIDITÀ PERMANENTE .... %;

DIARIA: per i primi .... giorni € ....; per i successivi giorni € .....

Luogo e data ....

Il Contraente/Assicurato ....

Ai sensi dell'art. 1341, comma 2 c.c., il Contraente/Assicurato dichiara di approvare specificamente le seguenti condizioni: Art. 2 Infortuni indennizzabili; Art. 3. Esclusioni; Art. 4. Persone non assicurabili; Art. 6 - Risoluzione delle controversie sul grado di invalidità; Art. 11. Pagamenti dell'Assicuratore - Documentazione richiesta

Il Contraente/Assicurato ....

[1] La presente prestazione è frequente in questo tipo di polizza ma non costituisce l'obbligazione principale ed essenziale dell'Assicuratore.

[2] In questo tipo di polizza è possibile il ricorso a clausole di questo tipo c.d. claims made, perché è ben possibile che le conseguenze di un infortunio si manifestino nel corso del tempo. Pertanto, lo schema di polizza elaborato fa espresso riferimento alla possibilità di pattuire un'estensione della durata della polizza a conseguenze che si manifestino anche dopo la scadenza.

[3] Nella presente parte della nota informativa si indicano i costi fissi e variabili applicati, le maggiorazioni (addizionali di frazionamento), di regola previste, e applicate sotto forma di percentuali sul premio in base ai periodi di frazionamento, spese per visita medica, costi per l'intermediazione ed eventuali sconti.

[4] È frequente in questo tipo di polizza il ricorso ad estensioni della garanzia tese ad indennizzare l'Assicurato da spese mediche e sanitarie, con conseguente assunzione di obbligo di indennizzo da parte dell'Assicuratore, spesso sotto forma di “diaria”, come indicato nel presente schema di polizza.

[5] Con le modifiche operate dal d.lgs. n. 38/2000 è stata espressamente prevista l'indennizzabilità anche della ipotesi più controversia costituita dal c.d. infortunio in itinere, ossia occorso al lavoratore durante il percorso che dal luogo di abitazione lo conduce al luogo di lavoro, o che collega due luoghi di lavori, nel caso di lavoratore che abbia due distinti rapporti lavorativi, o nel tragitto che collega l'azienda al luogo di abituale consumazione dei pasti, nel caso in cui sia priva del servizio mensa; al di fuori di tale ambito, quindi, si collocano le interruzioni o deviazioni decise dal lavoratore e che risultano non necessitate, ossia che non sono dovute ad esigenze improrogabili, a causa di forze maggiore e all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti e il caso di uso del trasporto privato non necessario o effettuato sotto effetto di sostanze alcoliche, psicofarmaci o stupefacenti assunti per finalità non terapeutiche. In questo senso si comprende, quindi, la statuizione della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 17685/2015, in base alla quale, pur avendo l'art. 12 del d.lgs. n. 38/2000 ampliato l'ambito dell'infortunio sul lavoro indennizzabile, attraverso la previsione dell'indennizzabilità dell'infortunio in itinere, ciò non ha comportato alcuna deroga alla disposizione di cui all'art. 2 d.P.R. n. 1124/1965, che richiede, quale presupposto per indennizzare l'infortunio sul lavoro, che questo avvenga in occasione di lavoro; con la conseguenza che deve escludersi l'indennizzabilità dell'infortunio sul lavoro nel caso in cui la causa violenta sia costituita dal fatto doloso del terzo, che trae a propria volta origine da rapporti personali tra aggressore e lavoratore, del tutto estranei all'attività lavorativa.

[6] L'assunzione di questo obbligo di indennizzo da parte dell'Assicuratore, sotto forma di “diaria”, è spesso previsto, come già evidenziato innanzi, al fine di estendere la copertura assicurativa anche a spese mediche sostenute dall'Assicurato in conseguenza dell'infortunio.

[7] La presente tabella è esemplificativa.

Commento

Nozione e funzione della polizza contro gli infortuni sul lavoro

Con l'espressione polizza contro gli infortuni sul lavoro si allude, tendenzialmente, alla polizza di carattere obbligatorio che il datore di lavoro è tenuto a stipulare al fine di tutelare l'integrità psico-fisica dei lavoratori da egli dipendenti sui luoghi di lavoro e nell'espletamento dell'attività lavorativa, con conseguente esonero dello stesso dalla responsabilità civile derivante dall'evento dannoso occorso al lavoratore, fatta eccezione per i casi nei quali, in sede penale o eventualmente anche in sede civile (ad esempio per la necessità di accertare la sussistenza di un danno morale risarcibile ai sensi dell'art. 2059 c.c.), si accerti la commissione di reati in violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Una prima forma di assicurazione, di tipo sociale, per gli infortuni sul lavoro è stata introdotta dalla l. n. 80/1898, alla quale si è poi aggiunta, con il r.d. n. 928/1929, anche l'assicurazione contro le malattie professionali. La materia è attualmente disciplinata dal Testo Unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, introdotto con il d.P.R. n. 1124/1965 e successivamente modificato dal d.lgs. n. 38/2000.

La natura obbligatoria di questo tipo di assicurazione va ricondotta al fondamento costituzionale della stessa, per effetto di quanto sancito dall'art. 38, comma 2 Cost., secondo cui “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia (...)”. Da ciò si comprende, quindi, la peculiarità di questo tipo di assicurazione che svolge, quindi, una funzione previdenziale, essendo diretta a tutelare la salute dei lavoratori con specifico riferimento al verificarsi di infortuni o all'insorgere di malattia in conseguenza dell'espletamento di attività lavorativa. Ciò spiega, quindi, perché si tratta di una assicurazione di tipo obbligatorio e perché la relativa gestione non sia demandata a soggetti privati, ma all'INAIL, sul quale viene sostanzialmente trasferito il rischio che ricadrebbe sul datore di lavoro per le conseguenze pregiudizievoli derivanti dall'obbligo di risarcire il lavoratore che abbia subito un danno per l'effetto o in conseguenza dello svolgimento di attività lavorativa. La previsione di un sistema assicurativo di tipo obbligatorio, di natura essenzialmente previdenziale, gestito da un soggetto pubblico consente di comprendere perché sulla base di esso il datore di lavoro sia di fatto esonerato dalla responsabilità civile per i danni occorsi al lavoratore, fatta eccezione per quei casi in cui, in sede penale o in sede civile, si accerti la realizzazione da parte sua di un fatto costituente reato e costituente violazione della disciplina in tema di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro; in questo caso, infatti, l'accertamento della responsabilità penale del datore di lavoro per fatti commessi proprio in violazione della disciplina speciale in materia di sicurezza del lavoro che egli è tenuto a osservare, determina il venir meno dell'esigenza di salvaguardare la posizione del lavoratore, senza che ciò cagioni un pregiudizio della posizione economica del datore di lavoro, che è alla base dell'operatività del sistema di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro.

In questi casi, quindi, è previsto che l'INAIL, pur essendo tenuto a corrispondere l'indennizzo al lavoratore, si rivalga successivamente sul datore di lavoro, a differenza che nelle ipotesi ordinarie in cui non è prevista rivalsa.

Quanto alla natura dell'indennizzo, proprio in considerazione del fatto che esso scaturisce da un'obbligazione di legge, si è affermato che esso, a differenza del risarcimento civile, è svincolato dalla sussistenza di un illecito contrattuale od aquiliano e, di conseguenza, può essere disposto senza verificare la sussistenza dell'elemento soggettivo di chi ha realizzato la condotta dannosa e da una sua responsabilità; diversamente, invece, nel caso della responsabilità civile, essendo il danno risarcibile sempre conseguenza di un fatto illecito, vi è la necessità preliminare di accertare la ricorrenza del fatto illecito rispetto all'individuazione delle conseguenze pregiudizievoli da esso eventualmente scaturenti (Cass. III,  n. 24474/2020).

Ambito di applicazione dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro

La tutela garantita dal sistema di assicurazione obbligatoria non è però riconosciuta a tutti i lavori, ma risulta delimitata sul piano soggettivo in correlazione all'attività lavorativa svolta, atteso che essa spetta solo a coloro che, in ragione dell'attività esercitata e della posizione ricoperta, risultano esposti ad un rischio professionale più elevato. In questo senso, quindi, è possibile distinguere, in primo luogo, le ipotesi in cui la previsione dell'assicurazione obbligatoria scaturisce dall'esercizio di attività protette (art. 1 T.U.); si pensi, ad esempio, all'attività svolta da persone addette a macchinari mosse non direttamente da chi le usa o ad impianti termici o elettrici, all'attività svolta all'interno di opifici, laboratori e più in generale all'interno di ambienti organizzati per lavori, opere o servizi che comportano l'uso di macchine, apparecchi o impianti quali quelli indicati innanzi. E, in secondo luogo, le ipotesi in cui assume rilievo la posizione ricoperta dal lavoratore (art. 4 T.U.): in tale categoria riprendono i lavoratori dipendenti, coloro che, anche senza partecipare manualmente, sovrintendono al lavoro altrui, e altre categorie di lavoratori, come gli artigiani, gli insegnanti, gli agenti di commercio.

Sotto il profilo oggettivo, il rischio assicurato risulta delimitato dai concetti di infortunio sul lavoro e malattia professionale, nel senso che, affinché operi l'assicurazione obbligatoria, è necessario che i danni subiti dal lavoratore siano riconducibili all'una o all'altra causa.

Con l'espressione “infortunio sul lavoro” si fa riferimento a quelle lesioni dell'integrità psico-fisica che hanno origine in una causa violenta verificatasi in occasione dal lavoro e dalle quali scaturiscono conseguenze invalidanti di tipo temporaneo o permanente per il lavoratore.

Per “causa violenta” si intende che la lesione deve ricondursi ad un fattore esterno, specifico, che agisce rapidamente, nel senso di estrinsecarsi in un lasso di tempo concentrato. Occorre, inoltre, che tale evento si verifichi in correlazione funzionale con lo svolgimento dell'attività lavorativa, nel senso che è necessario che sussista il nesso di causalità tra l'attività esercitata dal lavoratore e il verificarsi dell'evento dannoso.

Con le modifiche operate dal d.lgs. n. 38/2000 è stata espressamente prevista l'indennizzabilità anche della ipotesi più controversia costituita dal c.d. “infortunio in itinere”, ossia occorso al lavoratore durante il percorso che dal luogo di abitazione lo conduce al luogo di lavoro, o che collega due luoghi di lavori, nel caso di lavoratore che abbia due distinti rapporti lavorativi, o nel tragitto che collega l'azienda al luogo di abituale consumazione dei pasti, nel caso in cui sia priva del servizio mensa; al di fuori di tale ambito, quindi, si collocano le interruzioni o deviazioni decise dal lavoratore e che risultano non necessitate, ossia che non sono dovute ad esigenze improrogabili, a causa di forze maggiore e all'adempimento di obblighi penalmente rilevanti e il caso di uso del trasporto privato non necessario o effettuato sotto effetto di sostanze alcoliche, psicofarmaci o stupefacenti assunti per finalità non terapeutiche. Si tratta, evidentemente, di casi in cui si verifica una vera e propria interruzione del nesso di causalità, pur inteso nei termini estesi derivanti dall'ampliamento della nozione di infortunio sul lavoro anche all'infortunio in itinere, tra l'infortunio e lo svolgimento dell'attività lavorativa.

In questo senso si comprende, quindi, la pronuncia della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 17685/2015, in base alla quale, pur avendo l'art. 12 d.lgs. n. 38/2000 ampliato l'ambito dell'infortunio sul lavoro indennizzabile, attraverso la previsione dell'indennizzabilità dell'infortunio in itinere, ciò non ha comportato alcuna deroga alla disposizione di cui all'art. 2 d.P.R. n. 1124/1965, che richiede, quale presupposto per indennizzare l'infortunio sul lavoro, che questo avvenga “in occasione di lavoro”; con la conseguenza che deve escludersi l'indennizzabilità dell'infortunio sul lavoro nel caso in cui la causa violenta sia costituita dal fatto doloso del terzo, che trae a propria volta origine da rapporti personali tra aggressore e lavoratore, del tutto estranei all'attività lavorativa, senza che a tale soluzione sia di ostacolo il fatto che l'azione violenta è stata commessa durante il compimento del percorso che conduce il lavoratore dall'abitazione al luogo di lavoro.

In questo caso, infatti, precisa la Suprema Corte, vi è una mera coincidenza cronologica e topografica che mette in correlazione il verificarsi dell'infortunio allo svolgimento dell'attività lavorativa, senza che, quindi, questa possa assurgere al ruolo di fattore causale che ha determinato l'infortunio. In altri termini, in questa ipotesi manca del tutto il rapporto di causalità tra l'espletamento dell'attività lavorativa e l'azione violenta che è alla base della lesione dell'integrità psico-fisica subita dal lavoratore, atteso che il comportamento tenuto dal terzo costituisce un fattore causale, peraltro, riconducibile a vicende pregresse tra aggressore e vittima, imprevedibile che interrompe il nesso di causalità tra il compimento dell'attività lavorativa, o meglio lo svolgimento del percorso che collega abitazione e luogo di lavoro, e l'infortunio.

Più recentemente, sempre con riferimento alla ipotesi ricorrente dell'infortunio in itinere, si è affermato che la tutela assicurativa prevista a tal fine copre anche quei sinistri che si siano verificatisi nel normale percorso abitazione-luogo di lavoro e pure nei casi in cui il lavoratore fruisca di un permesso per motivi personali che, al pari di altre ipotesi di sospensione della prestazione lavorativa come le pause o i riposi non interrompe il nesso di correlazione con l'attività lavorativa, né concretizza una ipotesi di rischio cd. elettivo. In questa prospettiva, quindi, a ben vedere, l'ipotesi di rischio elettivo rilevante al fine dell'esclusione dell'indennizzabilità dell'infortunio in itinere va limitata a quei soli casi in cui il lavoratore, per motivi o impulsi personali, abbia compiuto una scelta arbitraria che abbia creato e comportato la necessità di affrontare una situazione diversa da quella inerente al cd. percorso normale tra casa e lavoro (Cass. lav., n. 18659/2020).

Si comprende così anche perché non è riconosciuto l'indennizzo dovuto dall'INAIL nei casi in cui l'infortunio è stato causato dal comportamento doloso del lavoratore o al c.d. “rischio elettivo” assunto da quest'ultimo. Si è in presenza di un “rischio elettivo” quando il lavoratore tiene un comportamento che integra una deviazione, del tutto arbitraria ed animata dal perseguimento di finalità personali, dalle normali modalità lavorative, dalla quale scaturisce, quindi, l'assunzione di rischi ulteriori e diversi rispetto a quelli tipici delle normali modalità di esecuzione della prestazione lavorativa. Occorre, quindi, affinché si sia in presenza di un rischio elettivo non indennizzabile, che questo derivi da un atto volontario ed arbitrario del lavoratore, ossia illogico ed estraneo alle finalità dell'attività lavorativa svolta, che sia diretto a soddisfare impulsi meramente personali, che non presenti correlazione con lo svolgimento dell'attività lavorativa (Cass. lav., n. 19081/2013; Cass. lav., n. 17917/2017).

Quanto all'indennizzabilità delle malattie professionali, con quest'ultima espressione si fa riferimento a quelle situazioni che determinano una lesione dell'integrità psico-fisica e che sono riconducibili ad una causa lenta e progressiva, in ciò differenziandosi, quindi, dall'infortunio sul lavoro che, come si è visto, scaturisce da una causa violenta e rapida.

Inoltre, sotto il profilo dei presupposti, mentre nel caso degli infortuni sul lavoro è sufficiente, ai fini della relativa indennizzabilità, che si accerti l'esistenza di un nesso di occasionalità necessaria, nel caso delle malattie professionali occorre che queste ultime siano riconducibili sul piano propriamente eziologico all'espletamento dell'attività lavorativa (Cass. lav., n. 22974/2013). L'indennizzabilità delle malattie professionali è stata introdotta dal r.d. n. 928/1929 e la disciplina sull'assicurazione obbligatoria prevede che siano indennizzabili soltanto quelle patologie contratte nell'esercizio del lavoro e a causa delle lavorazioni svolte e che si manifestino all'interno di un determinato lasso di tempo. Originariamente il sistema di assicurazione obbligatoria era basato esclusivamente sul sistema c.d. “tabellare”, nel senso che erano indennizzabili soltanto le malattie che fossero ricomprese in specifiche tabelle allegate al T.U. e che fossero contratte a causa delle lavorazioni indicate negli stessi elenchi (c.d. “malattie tabellate”).

Con la sentenza della Corte cost. n. 179/1988 è stato introdotto un sistema di tipo misto basato sull'indennizzabilità, sia pure in presenza di determinati presupposti, anche delle malattie c.d. “non tabellate”.

La differenza rilevante tra le due ipotesi opera sul piano probatorio: infatti, mentre per le malattie tabellate che si manifestino entro un certo lasso di tempo, il nesso di causalità tra le prime e l'espletamento dell'attività lavorativa è presunto, con la conseguenza che il lavoratore è tenuto esclusivamente a dimostrare l'esercizio dell'attività lavorativa e il verificarsi, entro i termini previsti dalle tabelle, della malattia, nel caso di malattie non tabellarmente previste – ed analogamente in caso di verificarsi di quelle tabellate oltre il termine previsto dalle medesime tabelle – grava, invece, sul lavoratore l'onere di dimostrare che la patologia sia causalmente riconducibile all'attività lavorativa svolta.

Laddove sussistano dei presupposti soggettivi e oggettivi per l'operatività dell'assicurazione obbligatoria, sorgerà l'obbligo per l'INAIL di effettuare una serie di prestazioni in favore del lavoratore, dal contenuto eterogeneo: esse, infatti, si sostanziano sia in vere e proprie modalità di ristoro in forma specifica (come effettuazione di cure medico chirurgiche, fornitura di protesi mediche), sia nell'erogazione di prestazioni di tipo economico, ossia in primo luogo l'attribuzione di un'indennità giornaliera per l'inabilità temporanea, riconosciuta dal quarto giorno successivo a quello in cui è avvenuto l'infortunio o si è manifestata la malattia (laddove ai primi tre giorni deve provvedere il datore di lavoro), sia nel riconoscimento di una rendita per inabilità permanente; con riferimento a quest'ultima prestazione, deve osservarsi che essa era prevista per gli infortuni e le malattie professionali denunciate entro il 25 luglio 2000. Successivamente, infatti, con l'entrata in vigore del d.lgs. n. 38/2000, è stato introdotto un nuovo meccanismo indennitario per le invalidità permanenti basato sulla distinzione del grado percentuale di menomazione subita dal lavoratore: in particolare, per le invalidità ricomprese tra il 6 ed il 16% è previsto che il lavoratore abbia diritto all'erogazione di un indennizzo in forma di capitale e per le invalidità superiori al 16% è prevista l'erogazione dell'indennizzo sotto forma di rendita, destinata a ristorare, in parte, il danno biologico (tenuto conto della gravità della lesione, del sesso e dell'età del lavoratore) e, in parte, il danno patrimoniale scaturente dal fatto lesivo (parametrato alla retribuzione del lavoratore). Sotto la soglia del 6% l'INAIL non è tenuto ad erogare alcun indennizzo per il danno biologico. Inoltre, sono previste ulteriori e specifiche prestazioni correlate a determinate situazioni, quali, tra l'altro, l'assegno mensile nel caso in cui all'invalidità permanente ed assoluta si accompagni l'indispensabilità dell'assistenza personale continuativa, l'assegno di incollocabilità riconosciuto in favore di mutilati e invalidi sul lavoro, la previsione di rendite per i superstiti in caso di morte dell'assicurato.

L'obbligo per l'INAIL di erogare le prestazioni richiamate opera indipendentemente dall'adempimento, da parte del datore di lavoro, degli obblighi contributivi e presuppone che il lavoratore denunci al datore di lavoro, immediatamente nel caso di infortunio sul lavoro, o entro quindici giorni nel caso di malattia l'evento verificatosi; entro rispettivamente i successivi due o cinque giorni il datore di lavoro è tenuto a trasmettere telematicamente la denuncia all'INAIL.

La questione della risarcibilità del c.d. “danno differenziale”

All'interno della tematica concernente l'individuazione delle prestazioni che deve erogare l'INAIL al lavoratore infortunato si colloca la problematica relativa alla risarcibilità o meno del c.d. danno differenziale.

Con quest'ultima espressione si allude alla differenza che può residuare tra l'importo corrisposto dall'INAIL a titolo di indennizzo per infortunio sul lavoro e malattia professionale e quello cui avrebbe avuto diritto il lavoratore danneggiato in caso di applicazione delle tabelle di liquidazione del danno biologico normalmente in uso sulla scorta dei presupposti della responsabilità civile.

Può accadere, infatti, nella prassi che l'impresa assicuratrice citata in giudizio quale assicuratrice della responsabilità civile eccepisca di non dover corrispondere alcunché al soggetto danneggiato in quanto già ristorato per il medesimo evento dall'INAIL. Tale prospettazione si basa, in realtà, sulla sovrapposizione di due sistemi che hanno presupposti ed effetti differenti. Infatti, l'obbligazione dell'INAIL di indennizzare il danno scaturisce dalla previsione del sistema obbligatorio di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e, quindi, si caratterizza per la funzione previdenziale, il che spiega perché la prestazione erogata non sia funzionale ad assicurare il ristoro integrale del danneggiato, ma solo a fornire a quest'ultimo un sostegno economico per fronteggiare le conseguenze pregiudizievoli dell'infortunio. Diversamente, l'obbligo di risarcire il danno in base alla responsabilità civile presuppone il verificarsi dei presupposti di quest'ultima ed è finalizzato a reintegrare integralmente il soggetto danneggiato nella posizione patrimoniale precedente all'illecito civile.

La distinzione tra le due fattispecie era certamente più netta fin quando il sistema dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro non prevedeva l'obbligo per l'INAIL di indennizzare il danno biologico. Con l'entrata in vigore del d.lgs. n. 38/2000, che ha previsto, all'art. 13, l'estensione della copertura assicurativa obbligatoria anche al danno biologico, si è invece riconosciuta, a certe condizioni e con determinate modalità, l'indennizzabilità di questo tipo di danno; ciò ha quindi posto il problema della possibilità di riconoscere al lavoratore danneggiato la risarcibilità del danno differenziale, da intendersi appunto come differenza tra quanto è riconosciuto al lavoratore in base alla disciplina sull'assicurazione obbligatoria e quanto ad esso spetterebbe in base alle norme sulla responsabilità civile.

In senso favorevole al riconoscimento del danno differenziale si sono espresse numerose pronunce di merito (Trib. Monza 16 giugno 2005, n. 1828; Tar Lombardia, II, 27 luglio 2005, n. 3438; Trib. Treviso 31 maggio 2006, n. 921; Trib. Vicenza 4 gennaio 2007, n. 321). Secondo queste decisioni, una lettura costituzionalmente orientata del d.lgs. n. 38/2000 induce a ritenere che il danno differenziale sia risarcibile perché il risarcimento dei danni per essere considerato tale deve essere integrale. Inoltre, diversamente opinando si giungerebbe a conseguenze irragionevoli, perché si avrebbe il riconoscimento di una tutela più ridotta per coloro che hanno subito una lesione idonea a provocare un danno biologico sul lavoro rispetto a tutti gli altri soggetti dell'ordinamento. Ciò, peraltro, costituirebbe anche una violazione dell'art. 32 Cost. alla cui tutela è strumentale il risarcimento del danno biologico, considerato anche che l'indennizzo previsto a carico dell'INAIL non è diretto a ristorare tutte le ipotesi di danno biologico, riconosciuto, per le lesioni permanenti, solo in presenza di lesioni superiori al 6%.

Quanto alle modalità di calcolo del danno differenziale, occorre, a tal fine, procedere alla quantificazione del danno biologico dovuto per il caso specifico per poi raffrontare l'importo così risultante con l'entità delle prestazioni erogate dall'INAIL. Sul punto, la Suprema Corte ha, in particolare, statuito che: “Il credito risarcitorio residuo spettante a chi, avendo patito una lesione della salute, abbia ottenuto dall'INAIL un indennizzo del danno biologico ai sensi del d.lgs. n. 38/2000, va liquidato non già sottraendo dal grado percentuale di invalidità permanente, individuato sulla base dei criteri civilistici, quello determinato dall'INAIL coi criteri dell'assicurazione sociale, bensì, dapprima, monetizzando l'uno e l'altro grado di invalidità, e successivamente sottraendo il valore capitale dell'indennizzo INAIL dal credito risarcitorio aquiliano” (Cass. VI, n. 25327/2016). In particolare, si è precisato che ai fini del calcolo del c.d. danno biologico differenziale, dall'ammontare complessivo del danno biologico deve essere detratto non già il valore capitale dell'intera rendita costituita dall'INAIL ma solo il valore capitale della quota di essa destinata a ristorare il danno biologico (Cass. lav., n. 20807/2016).

A tale conclusione la Corte di Cassazione giunge evidenziando, in primo luogo, che, il nuovo sistema assicurativo obbligatorio in materia delineato dall'art. 13 d.lgs. n. 38/2000 postula la indennizzabilità del danno biologico, con conseguente applicabilità anche per tale voce di danno dell'esonero da responsabilità civile del datore di lavoro ai sensi dell'art. 10 d.P.R. n. 1124/1965. In particolare, l'attuale sistema, prevedendo che per le menomazioni che determinano un'invalidità permanente superiore al 16% è attribuita una rendita, determinata in parte sulla base di apposita tabella denominata “tabella indennizzo danno biologico” e in parte commisurata al grado della menomazione, alla retribuzione dell'assicurato e al coefficiente di cui all'apposita “tabella dei coefficienti”, si basa quindi sulla ripartizione dell'indennizzo dovuto sotto forma di rendita in due distinte quote, una tesa ad indennizzare il danno biologico, e l'altra – rapportata alla retribuzione dell'assicurato ed alla sua capacità lavorativa specifica – tesa invece a ristorare il danno biologico; si tratta, quindi, di un indennizzo che pur avendo l'unitaria veste di rendita ha in realtà un duplice contenuto.

Proprio tale particolare sistema ha quindi posto il problema se, ai fini del calcolo del danno differenziale, occorra considerare le diverse componenti che danno luogo alla rendita indennizzata dall'INAIL, oppure occorra considerare il danno complessivamente riconosciuto, comprensivo quindi sia dei pregiudizi patrimoniali che di quelli non patrimoniali. La Corte di Cassazione, con la decisione in esame, ribadisce che la soluzione da seguire è la prima, dovendosi, una volta calcolato il valore capitale della rendita, distinguere la quota-capitale relativa al danno biologico, da quella relativa al danno patrimoniale, e confrontando quindi le poste corrispondenti che compongono il risarcimento del danno riconosciuto in sede di accertamento della responsabilità civile del datore di lavoro.

Ciò comporta anche, sotto diverso profilo, che, per quanto concerne il diritto del lavoratore ad essere risarcito del c.d. danno differenziale, nell'epoca antecedente all'entrata in vigore del d.lgs. n. 38/2000 – in cui non era prevista l'estensione dell'indennizzo dovuto dall'INAIL anche al danno biologico – il datore di lavoro era tenuto a risarcire integralmente il danno non patrimoniale, non potendo da tale importo decurtare quanto riconosciuto a titolo di rendita dovuta dall'INAIL, poiché si tratta di importi destinati a risarcire esclusivamente il danno patrimoniale derivante dalla perdita della capacità lavorativa generica (Cass. lav., n. 4025/2016).

Va sul punto osservato che recentemente, con l'art. 1, comma 1126, l. n. 145/2018 (Bilancio di previsione  dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021), entrata in vigore l'1 gennaio 2019, il legislatore ha introdotto modifiche rilevanti degli artt. 10 e 11 d.P.R. n. 1124/1965. Alla luce di tali modifiche, i commi 6, 7 e 8 dell'art. 10 risultano ora così formulati: "Non si fa luogo a risarcimento qualora il giudice riconosca che questo  complessivamente calcolato per i pregiudizi oggetto di indennizzo, non ascende  a somma maggiore dell'indennità che a qualsiasi titolo ed indistintamente, per effetto del presente decreto, è liquidata all'infortunato o ai suoi aventi diritto.  Quando si faccia luogo a risarcimento, questo è dovuto solo per la parte che  eccede le indennità liquidate a norma degli artt. 66 e seguenti e per le somme  liquidate complessivamente ed a qualunque titolo a norma dell'articolo 13,  comma 2, lettere a) e b), del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38.  Agli effetti dei precedenti commi sesto e settimo l'indennità d'infortunio è  rappresentata dal valore capitale della rendita complessivamente liquidata,  calcolato in base alle tabelle di cui all'art. 39 nonché da ogni altra indennità  erogata a qualsiasi titolo". Con tale modifica, quindi, il legislatore ha quindi imposto che, per calcolare il danno differenziale, sia adottato un criterio di scomputo "per sommatoria" o  "integrale", anziché "per poste", così agevolando il diritto di regresso dell'Istituto che potrà agire per il recupero delle "le somme a qualsiasi titolo pagate". L'introduzione di tale nuova disciplina ha posto, tra l'altro, il problema dell'ambito temporale di applicazione della norma. Sul punto la Corte di Cassazione, nell'affermare che “In riferimento agli infortuni sul lavoro verificatisi e alle malattie professionali denunciate prima del 1° gennaio 2019, la liquidazione del danno biologico c.d. differenziale, di cui il datore di lavoro è chiamato a rispondere nei casi in cui opera la copertura assicurativa INAIL, in termini coerenti con la struttura bipolare del danno-conseguenza, va effettuata detraendo dall'ammontare complessivo del danno biologico, determinato secondo i criteri civilistici, solo il valore capitale della quota dell'indennizzo assicurativo destinata a ristorare il danno biologico, con esclusione della quota rapportata alla retribuzione ed alla capacità lavorativa specifica” ha quindi chiarito che le modifiche intervenute non trovano applicazione con riferimento agli infortuni sul lavoro verificatisi e alle malattie professionali denunciate prima del 1° gennaio 2019 (Cass. lav., n. 13645/2019).

Sullo scomputo per poste omogenee è tornata più volte a pronunciarsi la Corte di Cassazione, da ultimo ad esempio Cass. lav., n. 3694/2023: In tema di danno differenziale, la diversità strutturale e funzionale tra l'erogazione INAIL ex art. 13 d. lgs. n. 38 del 2000 e il risarcimento del danno secondo i criteri civilistici non consente di ritenere che le somme versate dall'istituto assicuratore possano considerarsi integralmente satisfattive del pregiudizio subito dal soggetto infortunato o ammalato, con la conseguenza che il giudice di merito, dopo aver liquidato il danno civilistico, deve procedere alla comparazione di tale danno con l'indennizzo erogato dall'INAIL secondo il criterio delle poste omogenee, tenendo presente che detto indennizzo ristora unicamente il danno biologico permanente e non gli altri pregiudizi che compongono la nozione pur unitaria di danno non patrimoniale; pertanto, occorre dapprima distinguere il danno non patrimoniale dal danno patrimoniale, comparando quest'ultimo alla quota INAIL rapportata alla retribuzione e alla capacità lavorativa specifica dell'assicurato; successivamente, con riferimento al danno non patrimoniale, dall'importo liquidato a titolo di danno civilistico vanno espunte le voci escluse dalla copertura assicurativa (danno morale e danno biologico temporaneo) per poi detrarre dall'importo così ricavato il valore capitale della sola quota della rendita INAIL destinata a ristorare il danno biologico permanente.

Le polizze assicurative dei privati contro gli infortuni sul lavoro

La previsione del sistema di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro non esclude la possibilità, per i privati, di ricorrere autonomamente alla stipula di polizze assicurative.

Così può certamente essere interesse dei datori di lavoro procedere alla stipula di polizze di assicurazione per la responsabilità civile per danni subiti dai lavoratori nell'esercizio del lavoro al fine di tutelarsi nelle ipotesi in cui la disciplina sull'assicurazione obbligatoria in materia prevede la rivalsa dell'INAIL nei confronti del datore di lavoro per l'indennizzo corrisposto al lavoratore in conseguenza dell'infortunio perché, ad esempio, viene riconosciuta in sede penale o civile la responsabilità del datore di lavoro per un reato commesso con violazione delle norme di prevenzione, igiene e sicurezza sul lavoro. Proprio al fine di eliminare questo tipo di rischio, può ricorrere l'interesse del datore di lavoro a stipulare una polizza privata per la responsabilità civile verso prestatori di lavoro o verso terzi. In questo modo, quindi, vengono neutralizzate le conseguenze sfavorevoli derivanti dall'esercizio dell'azione di rivalsa da parte dell'INAIL. Inoltre, attraverso questo tipo di polizza è più in generale possibile estendere la copertura assicurativa aldilà dei limiti cui è soggetta l'assicurazione sociale obbligatoria a carico dell'INAIL. Così, in particolare, è possibile estendere la copertura assicurativa anche alle malattie professionali manifestatesi entro un lasso di tempo successivo alla scadenza dell'assicurazione o alla data di cessazione del rapporto di lavoro (ad esempio 12 mesi) – e quindi con il ricorso al sistema sempre più diffuso nella prassi assicurativa della responsabilità civile delle clausole c.d. claims made – o a categorie di lavoratori non contemplati dalla disciplina sull'assicurazione obbligatoria, come i lavoratori interinali.

Spesso nella prassi all'interno di questo tipo di polizze, al fine di individuare il tipo di pregiudizio risarcibile dal lavoratore, e quindi di circoscrivere il rischio assicurato dall'impresa assicuratrice, le parti rinviano alla responsabilità del datore di lavoro ai sensi della disciplina antinfortunistica in esame. Ciò ha posto il problema se in questi casi l'obbligo di indennizzo assunto dall'assicuratore ricomprenda solo ed esclusivamente il danno patrimoniale, inteso come danno consequenziale alla riduzione della capacità di lavoro, oppure anche il danno biologico o altre forme di danno non patrimoniale, e ciò specialmente nel periodo anteriore all'entrata in vigore del d.P.R. n. 1124/1965 che, come evidenziato, ha modificato la prestazione indennitaria posta a carico dell'INAIL estendendo l'obbligazione indennitaria di quest'ultimo, a date condizioni, anche al danno biologico.

Secondo l'orientamento costante della Corte di Cassazione, nel caso in cui il contratto assicurativo, stipulato tra privati, per delimitare l'oggetto della copertura della garanzia assicurativa, faccia riferimento ai casi di responsabilità del datore di lavoro richiamando la disciplina antinfortunistica di cui all'art. 10 d.P.R. n. 1124/1965, ciò comporta che i contraenti hanno inteso limitare l'obbligazione indennitaria dell'impresa assicuratrice al solo danno patrimoniale correlato alla riduzione della capacità lavorativa, e non ai danni non patrimoniali come quello biologico, a meno che non vi sia un'esplicita estensione della copertura assicurativa in questo senso (Cass. III, n. 12487/2017). A tale conclusione la Corte di Cassazione giunge valorizzando la circostanza che la disciplina sull'assicurazione obbligatoria, applicabile ratione temporis ai contratti oggetto di controversia, era quella dettata dall'originario d.P.R. n. 1124/1965 antecedentemente alle innovazioni operate con il d.lgs. n. 38/2000, che non contemplava il danno biologico tra i danni indennizzabili dall'INAIL, con la conseguenza che i contraenti, nel delimitare l'ambito della copertura assicurativa facendo riferimento alla disciplina dettata dall'art. 10 d.P.R. n. 1124/1965, avevano inteso assicurare solo il danno patrimoniale consequenziale alla riduzione della capacità lavorativa del lavoratore; ciò sempre che i contraenti, attraverso clausole contrattuali, da interpretare secondo i criteri ermeneutici dettati dagli artt. 1362,1363 e 1366 c.c., non abbiano inteso estendere la garanzia assicurativa anche a danni non oggetto dell'assicurazione obbligatoria antinfortunistica (Cass. lav., n. 9730/1998; Cass. lav., n. 25860/2010).

Profili fiscali

La rendita erogata dall'INAIL ha natura risarcitoria e pertanto non è assoggettata ad imposizione.

Sono deducibili dal reddito di impresa le somme versate a titolo di premio all'INAIL, vista la loro natura di contributo assistenziale finalizzato a garantire il lavoratore parasubordinato nell'ipotesi di infortunio o malattia.

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