Credito bancario al consumoInquadramentoIl credito al consumo è un finanziamento concesso dalle banche o società finanziarie per permettere al beneficiario l'acquisto di beni e servizi o eventualmente la rateizzazione di una spesa. Generalmente si fa riferimento a finanziamenti a breve termine, come prestiti personali, sono esclusi invece finanziamenti a lungo termine, come i mutui o leasing. In Italia gli unici soggetti autorizzati a concedere credito al consumo sono le banche e gli intermediari finanziari iscritti negli appositi registri. Tali soggetti possono concedere il credito al consumo esclusivamente a persone fisiche e non a società o enti. Per tali ragioni viene esclusa qualsiasi motivazione imprenditoriale e, quindi, l'acquisto di beni e servizi per la propria attività professionale e lavorativa. Formula
CREDITO BANCARIO AL CONSUMO Con la presente scrittura privata TRA Il Sig. ...., nato a .... il ...., domiciliato per la carica presso la sede sociale di cui infra, il quale dichiara di intervenire al presente atto non in proprio, ma nella sua qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società denominata “ .... “, società italiana, con sede in .... via .... capitale sociale Euro .... i.v., codice fiscale, p. iva e numero di iscrizione al Registro delle imprese di .... R.E.A. ...., munito dei necessari poteri ai sensi dell'art. .... dello statuto sociale, società autorizzata all'esercizio delle attività finanziarie ai sensi dell'art. 106 del d.lgs. n. 385/1993, numero di iscrizione all'Albo bancario .... sottoposto alla vigilanza della Banca d'Italia, di seguito denominato “finanziatore” E Il Sig. ...., nato/a a ...., il ...., residente a ...., via .... codice fiscale .... di seguito denominato “consumatore”. 1. Oggetto Il finanziatore concede in prestito la somma totale di € .... al consumatore, che accetta. L'erogazione del finanziamento avrà luogo al momento in cui .... (precisazioni). 2. Durata La suddetta somma verrà restituita mediante n. .... rate mensili di euro ciascuna .... Il consumatore pagherà gli interessi e/o le spese in base al metodo scalare francese. 3. Garanzia A titolo di garanzia il consumatore concede [1] .... 4. Tasso di interesse Il tasso di interesse applicabile al presente contratto di credito è pari a ...., TAEG .... determinato con le seguenti modalità .... 5. Costi connessi Il consumatore è tenuto a sopportare i seguenti ulteriori costi .... 6. Modifica unilaterale del contratto Il finanziatore si riserva la facoltà di modificare, qualora sussista un giustificato motivo, le condizioni del contratto mediante proposta unilaterale di modifica del contratto secondo le seguenti modalità con un preavviso minimo di .... giorni, e con diritto del cliente di recedere dal contratto entro la data prevista per l'applicazione delle modifiche senza spese in sede di liquidazione del rapporto con applicazione delle condizioni precedentemente praticate saldando entro .... giorni dalla data del recesso, ogni suo debito nei confronti del finanziatore e con possibilità di definire con il finanziatore stesso termini differenti di pagamento del debito. Le modifiche proposte si intendono approvate se il cliente non recede. In ogni caso le modifiche proposte non potranno avere ad oggetto le modifiche relative ai tassi d'interesse. 7. Ritardato pagamento Per i ritardi di pagamento saranno addebitati al consumatore interessi di mora pari al tasso contrattuale. Il tasso di interesse di mora non può essere modificato. 8. Diritto di recesso Il consumatore ha diritto di recedere dal contratto di credito entro quattordici giorni di calendario dalla conclusione del contratto. 9. Rimborso anticipato Il consumatore ha diritto di rimborsare il credito anche prima della scadenza del contratto in qualsiasi momento in tutto o in parte. Il finanziatore ha il diritto ad un indennizzo nel caso di rimborso anticipato da calcolarsi secondo le seguenti modalità .... Letto, confermato e sottoscritto Luogo e data .... Sottoscrizione venditore .... Sottoscrizione cliente .... [1]Eventuale sottoscrizione di un'assicurazione. CommentoIl credito al consumo è un finanziamento concesso dalle banche o società finanziarie per permettere al beneficiario l'acquisto di beni e servizi o eventualmente la rateizzazione di una spesa. Il credito al consumo che rappresenta un tema di crescente importanza e rilevanza sociale nell'economia contemporanea, è disciplinato agli artt. 121-126 TUB. In genere si fa riferimento a finanziamenti a breve termine, come i prestiti personali, mentre sono esclusi i finanziamenti a lungo termine come i mutui o il leasing, le operazioni di valore inferiore a 200 € e superiori a € 75.000, e quelle volte all'acquisto di beni immobili. In Italia gli unici soggetti autorizzati a concedere credito al consumo sono le banche e gli intermediari finanziari iscritti negli appositi registri. Tali soggetti possono concedere il credito al consumo esclusivamente a persone fisiche e non a società o enti. Per tali ragioni viene esclusa qualsiasi motivazione imprenditoriale e, quindi, l'acquisto di beni e servizi per la propria attività professionale e lavorativa. Lo scopo della concessione del credito è il finanziamento della spesa corrente delle famiglie al fine di sostenerne i consumi o di rimandarne il pagamento o di rateizzarlo. Tali finanziamenti possono essere concessi sotto forma di prestiti personali, carte di credito o revolving, consolidamento debiti e la cessione del quinto dello stipendio. Si possono distinguere, inoltre, due tipi di finanziamenti che rientrano nel credito al consumo: i prestiti finalizzati e prestiti non finalizzati. La principale differenza tra le due tipologie è che nei prestiti finalizzati il denaro viene erogato direttamente al venditore del bene, ad esempio la rateizzazione per l'acquisto dell'automobile o il pagamento tramite carta di credito. Per i prestiti non finalizzati, invece, la somma di denaro viene erogata al richiedente senza che vi sia l'acquisto di uno specifico bene o servizio, in questo caso il richiedente quindi può disporre dell'importo ottenuto in totale autonomia, senza alcun vincolo. Per accedere al credito di consumo è necessario presentare delle garanzie che tuttavia sono più limitate rispetto ai finanziamenti a lungo termine. Le garanzie generalmente richieste sono: un reddito, un conto corrente e l'assenza del soggetto richiedente nella lista dei cattivi pagatori. Il cliente una volta ricevuto il finanziamento si impegna alla restituzione graduale del capitale ricevuto in prestito e alla corresponsione degli interessi così come pattuito in sede di sottoscrizione del contratto. La restituzione avviene solitamente in modo graduale e periodico attraverso delle rate, generalmente costanti e a cadenza mensile. La legge, innanzitutto, prevede, dettagliati obblighi informativi in ordine alle condizioni del finanziamento (tasso d'interesse, durata, importo totale del credito, rateazioni, etc). Tra l'altro, prima della conclusione del contratto di credito, il finanziatore deve valutare il “merito creditizio del consumatore” ossia la sua capacità di adempiere alle obbligazioni che va ad assumere, sulla base di informazioni adeguate o fornite dal consumatore stesso o ottenute consultando una banca dati pertinente. Secondo la giurisprudenza “è necessaria, nella pubblicità delle operazioni di credito al consumo, l'indicazione del TAEG comprensiva degli importi relativi alle spese di riscossione; modalità che appare coerente con la funzione dell'indice, il quale rappresenta il costo totale effettivo del credito a carico del consumatore, che assolve, nell'economia complessiva della disciplina del credito al consumo, una funzione essenziale, e la stessa normativa di settore, in particolare l'art. 123 TUB, impone che in ogni pubblicità di operazioni di credito al consumo debba essere chiaramente indicato il costo complessivo del credito, affinché il consumatore possa disporre di informazioni omogenee e attendibili sul costo effettivo del credito stesso tra le diverse offerte presenti sul mercato e, al contempo, possa raffrontare la convenienza delle diverse offerte di credito” (T.A.R. Roma (Lazio) I, n. 1158/2018). Il contratto deve avere forma scritta ad substantiam. Il consumatore può recedere entro quattordici giorni dalla stipulazione del contratto; può anche rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l'importo dovuto al finanziatore. Si evidenzia, tra tutti, l'art. 125-quinquies TUB il quale si occupa specificamente del caso in cui il finanziamento sia volto a mettere a disposizione i mezzi per l'acquisto di uno specifico bene o servizio, instaurandosi in tal modo un collegamento negoziale; in particolare tutela il consumatore dal rischio in cui il consumatore, da un lato, non riceve il bene (per inadempimento imputabile al fornitore) e, dall'altro, sia costretto a rimborsare il finanziamento: pertanto, in virtù della norma sopra citata, il contratto di credito si risolve e il finanziatore deve rimborsare al consumatore le rate già pagate e poi agire per ottenere la ripetizione di detto importo nei confronti del fornitore. La S.C. sul punto, ha statuito che “ai sensi del d.lgs. n. 385/1993, artt. 121 e 124, nel testo originario, applicabile “ratione temporis”, tra i contratti di credito al consumo finalizzati all'acquisto di determinati beni o servizi e i contratti di acquisto dei medesimi ricorre un collegamento negoziale di fonte legale, che prescinde dalla sussistenza di una esclusiva del finanziatore per la concessione di credito ai clienti dei fornitori. In tema di credito al consumo, nel caso di inadempimento del fornitore di beni e servizi, l'azione diretta del consumatore contro il finanziatore si aggiunge alle comuni azioni contrattuali, per le quali non vigono le condizioni stabilite dal Codice del consumo, spettando al Giudice, in applicazione dei principi generali, individuare gli effetti del collegamento negoziale istituito per legge tra il contratto di finanziamento e quello di vendita” (Cass. I, n. 19748/2018). Si rappresenta che l'art. 3 del d. lgs. n. 207/2023 ha introdotto nel TUB l'art. 118-bis, rubricato “Variazione sostanziale o cessazione dell'indice di riferimento”, che fra l'altro introduce una nuova possibilità di recesso per il consumatore e di cui si riproduce di seguito il contenuto: “1. Le banche e gli intermediari finanziari pubblicano, anche per estratto, e mantengono costantemente aggiornati sul proprio sito internet i piani previsti dall'articolo 28, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2016/1011. Gli aggiornamenti dei piani sono portati a conoscenza della clientela almeno una volta all'anno o alla prima occasione utile, secondo le modalità previste dall'articolo 119. 2. Le clausole contrattuali aventi a oggetto i tassi di interesse consentono di individuare, anche per rinvio ai piani di cui al comma 1, le modifiche all'indice di riferimento o l'indice sostitutivo per le ipotesi di variazione sostanziale o di cessazione dell'indice di riferimento applicato al contratto. 3. Al verificarsi di una variazione sostanziale o della cessazione dell'indice di riferimento, sono comunicati al cliente entro trenta giorni, in forma scritta o mediante altro supporto durevole preventivamente accettato dal cliente, le modifiche o l'indice sostitutivo individuati in conformità al comma 2. La modifica si intende approvata ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto entro due mesi dalla ricezione della comunicazione. In caso di recesso il cliente ha diritto, in sede di liquidazione del rapporto, all'applicazione delle condizioni precedentemente praticate, anche con riferimento al tasso di interesse e tenendo conto, ove necessario, dell'ultimo valore disponibile dell'indice di riferimento.4. Le modifiche o la sostituzione dell'indice di riferimento per le quali non siano state osservate le prescrizioni del presente articolo sono inefficaci. In caso di inefficacia, si applica l'indice sostitutivo definito ai sensi del regolamento (UE) 2016/1011. Ove non sia definito tale indice, si applica il tasso previsto dall'articolo 117, comma 7, lettera a), o, per i contratti di credito di cui al Capo II, dall'articolo 125 bis, comma 7, lettera a). 5. I commi 2, 3 e 4 si applicano ai contratti aventi a oggetto operazioni e servizi disciplinati ai sensi del presente Titolo, anche ove diversi da quelli di cui all'articolo 3, paragrafo 1, numero 18), del regolamento (UE) 2016/1011. Non si applica l'articolo 118”. Da ultimo si segnala la direttiva UE 2023/2225, c.d. CCD II, che dovrà essere recepita dal nostro ordinamento entro il 20 novembre 2025 e che abroga la direttiva UE 2008/48. |