Garanzie personali a prima richiesta

Alessandro Farolfi

Inquadramento

Il riconoscimento della liceità e meritevolezza degli interessi perseguiti con figure contrattuali del commercio internazionale, ricondotte nel nostro ordinamento nell'alveo del contratto autonomo di garanzia, ha portato all'affermazione di garanzie personali a prima richiesta prive di elementi di internazionalità. Queste si caratterizzano per l'introduzione, nello schema contrattuale tipico della fideiussione, di elementi contrattuali ulteriori, riconducibili essenzialmente alla presenza, appunto, della clausola “a prima richiesta”, con la quale il garante si impegna ad eseguire la propria prestazione di garanzia in via immediata di fronte alla prima richiesta scritta del beneficiario. Tuttavia, a differenza del Garantievertrag, vero e proprio, non si assiste ad un completo “distacco” dell'obbligazione di garanzia rispetto a quella principale, ed il garante – pur sempre dopo aver pagato – conserva il diritto di far valere eccezioni derivanti dal contratto principale che potrebbero, in ipotesi, consentirgli la ripetizione di ciò che è stato in un primo tempo pagato. Quando questa facoltà sia espressamente prevista nel contratto, si parla più propriamente di clausola solve et repete.

Formula

GARANZIA PERSONALE A PRIMA RICHIESTA

Il sig. ... , nato a ... , il ... , residente a ... , c.f. ... , in proprio (oppure agendo non in proprio ma in qualità di legale rappresentante della società ... con sede in ... , via ... n. ... , iscritta nel Registro delle Imprese di ... , C.F. ... e P.IVA ... , REA ... ) (il garante)

premesso che

il sig. ... n. a ... , il ... , residente a ... , c.f. ... (il debitore) risulta tenuto a versare una cauzione pari a ... € in forza del contratto n. ... concluso in data ... fra di esso e ... (il beneficiario); [1]

detta cauzione rappresenta elemento essenziale del contratto in quanto ... ;

... ;

tutto ciò premesso

al fine di garantire l'effettivo soddisfacimento da parte del sig. ... dell'obbligo di prestare la cauzione ... la Società come sopra rappresentata (oppure il sig. ... )

dichiara

di costituirsi, come con la presente formalmente ed irrevocabilmente si costituisce, fideiussore solidale del medesimo, a favore di ... sino al limite di € ... (in lettere ... ) [2] .

Per effetto della presente fideiussione il garante sarà tenuto, escluso ogni beneficio di preventiva escussione ed a semplice richiesta del beneficiario, a versare prontamente e comunque entro ... ( ... in lettere) giorni dalla data della richiesta, ogni importo che fino alla concorrenza massima della suddetta somma, fosse dovuta dal sig. ... [3]

L'obbligazione di questo garante sarà duratura e valida fino ad esplicita dichiarazione liberatoria comunicata dal beneficiario. La presente fideiussione è valida ed operante dalla data odierna fino al ... e non potrà intendersi automaticamente rinnovata o prorogata senza un nuovo accordo scritto fra le parti.

In ogni caso l'obbligo di questo garante rimane limitato alle obbligazioni sorte nel periodo di validità della presente fideiussione e fino all'importo sopra indicato.

Questa garanzia è disciplinata da ... [4]

Ogni controversia originata o collegata alla presente garanzia sarà risolta mediante ... [5]

Luogo e data ...

Firma ...

[1] Clausola esemplificativa da adattare al caso concreto.

[2] Se la garanzia non riguarda un importo certo ma può estendersi a “coprire” obbligazioni future, l'indicazione del limite di importo massimo garantito è essenziale.

[3] Si tratta della clausola più delicata. La presenza del solo obbligo di pagamento a prima richiesta mantiene la garanzia prestata nell'ambito lato sensu fideiussorio, mentre l'aggiunta di clausole di “distacco” della garanzia dal rapporto principale trasformano il negozio in un contratto autonomo di garanzia.

[4] Indicare la disciplina nazionale applicabile.

[5] Inserire una clausola arbitrale oppure una clausola di elezione del foro territorialmente competente.

Commento

La presenza della sola clausola di pagamento “a prima richiesta”, ma non anche di quella “senza eccezioni” vale a qualificare il contratto come tipica garanzia fideiussoria e non come Garantievertrag, con la conseguente possibilità per i garanti, ai sensi dell'art. 1945 c.c., di opporre tutte le eccezioni che spettano al debitore principale (Trib. Roma 2 marzo 2018, n. 4578). In relazione a tale affermazione, Cass. III, n. 22233/2014, ha tuttavia precisato che l'inserimento in un contratto di fideiussione di una clausola di pagamento "a prima richiesta e senza eccezioni" vale di per sé a qualificare il negozio come contratto autonomo di garanzia (cosiddetto "Garantievertrag"), in quanto incompatibile con il principio di accessorietà che caratterizza il contratto di fideiussione, salvo quando vi sia un'evidente discrasia rispetto all'intero contenuto della convenzione negoziale (nel caso deciso tale discrasia era rappresentata dalla necessità di emissione del certificato di collaudo positivo).

Nella giurisprudenza di merito va segnalato Trib. Varese, 22/10/2018, secondo cui nel caso di un vero e proprio contratto autonomo di garanzia, l'unica possibilità di contestazione efficacemente opponibile (oltre a quelle attinenti alla nullità della stessa garanzia) è rappresentata dalla exceptio doli generalis seu presentis, ossia dalla dimostrazione del carattere fraudolento dell'escussione della garanzia a prima richiesta. Più specificamente il giudicante ha ritenuto che il rimedio dell'exceptio doli è esperibile in tutti quei casi in cui vi sia stata escussione della garanzia con dolo o mala fede ovvero abuso manifesto da parte del beneficiario o, infine, nel caso di nullità del contratto principale per illiceità della causa, dell'oggetto o del motivo comune ad entrambe le parti.

Di contro, si è osservato che la deroga all'art. 1957 c.c. non può ritenersi implicita laddove sia inserita, all'interno del contratto di fideiussione, una clausola di "pagamento a prima richiesta", o altra equivalente, non solo perché la disposizione è espressione di un'esigenza di protezione del fideiussore che, prescindendo dall'esistenza di un vincolo di accessorietà tra l'obbligazione di garanzia e quella del debitore principale, può essere considerata meritevole di tutela anche quando tale collegamento sia assente, ma anche perché una tale clausola non ha rilievo decisivo per la qualificazione di un negozio come "contratto autonomo di garanzia" o come "fideiussione", potendo tali espressioni riferirsi sia a forme di garanzia svincolate dal rapporto garantito (e quindi autonome), sia a garanzie, come quelle fideiussorie, caratterizzate da un vincolo di accessorietà, più o meno accentuato, nei riguardi dell'obbligazione garantita, sia, infine, a clausole il cui inserimento nel contratto di garanzia è finalizzato, nella comune intenzione dei contraenti, a una deroga parziale della disciplina dettata dal citato art. 1957 c.c. (ad esempio, limitata alla previsione che una semplice richiesta scritta sia sufficiente ad escludere l'estinzione della garanzia), esonerando il creditore dall'onere di proporre l'azione giudiziaria. Ne consegue che, non essendo la clausola di pagamento "a prima richiesta" incompatibile con l'applicazione dell'art. 1957 c.c., spetta al giudice di merito accertare la volontà in concreto manifestata dalle parti con la sua stipulazione (cfr. Cass. n. 16825/2016).

Trib. Milano, 24 luglio 2020 ha recentemente affermato che, ferma la possibilità di proporre le eccezioni che attengono alla validità e all'oggetto dello stesso contratto di garanzia ovvero inerenti al rapporto tra garante e beneficiario, l'autonomia del rapporto di garanzia trova un preciso limite soltanto allorché l'escussione della garanzia da parte del beneficiario si presenti ictu oculi come abusiva e fraudolenta ossia quando risulti evidente, certa ed incontestabile l'avvenuta estinzione dell'obbligazione per adempimento della prestazione o per altra causa ovvero quando il diritto viene esercitato al fine di realizzare uno scopo diverso da quello riconosciuto dall'ordinamento o comunque all'esclusivo fine di arrecare pregiudizio o ancora contro ogni legittima ed incolpevole aspettativa altrui; altro limite è costituito dalla possibilità di opporre eccezioni fondate sulla nullità del contratto principale per contrarietà a norme imperative o per illiceità della causa.

Si è pure osservato che, in tema di fideiussione, la cosiddetta clausola solve et repete inserita nel contratto con formule del tipo “senza riserva alcuna” ovvero “dietro semplice richiesta”, ove prevedente l'esclusione per il garante di poter opporre al creditore principale eccezioni che attengono alla validità del contratto da cui deriva l'obbligazione principale, è pienamente valida e non è priva di efficacia ai sensi dell'art. 1462 c.c. in quanto costituisce manifestazione di autonomia contrattuale, non altera i connotati tipici della fideiussione e non comprende il divieto di sollevare eccezioni attinenti alla validità dello stesso contratto di garanzia (Cass. II, n. 4446/2008).

PROFILI FISCALI

La disciplina delle garanzie ai fini dell'imposta di registro può ricollegarsi all'articolo 6, Tariffa allegata al d.P.R. n. 131/1986, il quale include le garanzie reali e personali fra quelle soggette al tributo in termine fisso, con aliquota pari allo 0,5%. L'art 43 del d.P.R. n. 131/1986 prevede, a sua volta, che la base imponibile sia pari alla somma garantita. Accade spesso che le garanzie siano prestate mediante scambio di corrispondenza, così che la registrazione è dovuta solo in caso d'uso. In seguito, se si verifica l'inadempimento dell'obbligato principale, sovente la garanzia viene “enunciata” in un atto giudiziario, come ad esempio nel caso di decreto ingiuntivo. In tal casi divien problematico quanto previsto dall'art. 22 dello stesso d.P.R. n. 131/1986, secondo il quale se in un atto sono enunciate disposizioni contenute in atti scritti o contratti verbali e posti in essere fra le stesse parti intervenute nell'atto che contiene l'enunciazione, l'imposta si applica anche alle disposizioni enunciate. Ai fini della determinazione dell'imponibile lo stesso art. 22 del d.P.R. n. 131/1986 chiarisce che la base imponibile dell'imposta debba essere determinata considerando la parte dell'atto enunciato “non ancora eseguita“.

Secondo la Corte di Cassazione (sent. n. 17237/2013) le fideiussioni enunciate in decreti ingiuntivi, anche se il creditore è un soggetto Iva ed anche se la prestazione principale è soggetta ad Iva, scontano l'imposta di registro in misura proporzionale senza che possa trovare spazio di applicazione il principio di alternatività fra Iva e imposta di registro di cui all'art. 40 del d.P.R. n. 131/1986. Tale orientamento è anche quello sostenuto dall'Amministrazione finanziaria, con la circolare n. 34/E del 2001 e la risoluzione n. 46/E del 2013, secondo cui la fideiussione rappresenta un atto autonomo rispetto all'obbligazione principale, e pertanto risulterebbe del tutto ininfluente il fatto che la prestazione principale sia soggetta ad Iva. Più favorevole al contribuente l'orientamento contrario, secondo il quale non sarebbe dovuta una tassazione proporzionale di registro sulla garanzia fideiussoria quando l'obbligazione principale è soggetta ad Iva, per effetto del citato principio di alternatività fra Iva e imposta di registro; secondo questo orientamento la fideiussione sarebbe infatti un'obbligazione di natura accessoria, per cui la registrazione del decreto ingiuntivo relativo al pagamento di somme soggette ad Iva sarebbe da assoggettare solamente ad imposta di registro in misura fissa (in questo senso si è espressa in passato la Cassazione con sent. n. 9390/2007).

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