Pegno sul saldo di conto correnteInquadramentoIl pegno è un diritto reale di garanzia costituito tradizionalmente su di un bene mobile proprio del debitore o altrui, volto a rafforzare la garanzia del credito. Il pegno può altresì riguardare crediti, universalità di beni e altri diritti e attribuisce al creditore pignoratizio un diritto di prelazione, cioè il diritto – in caso di inadempimento del proprio debitore – di soddisfarsi con preferenza sul ricavato della vendita della cosa data a pegno, purchè il bene sia rimasto nel possesso del creditore stesso (o di un terzo che le parti abbiano concordemente indicato quale depositario dello stesso bene). In linea generale il creditore non può utilizzare la cosa ricevuta a pegno, salvo il caso del pegno irregolare, cioè riguardante beni infungibili o denaro, mentre se la cosa data a pegno è un bene fruttifero, il creditore pignoratizio, salvo patto contrario, ha diritto di farne propri i frutti. Il pegno può costituirsi mediante contratto, ma ai fini dell'effettivo esercizio dello ius praelationis è indispensabile la traditio, cioè la consegna della cosa. Proprio per superare la realità del pegno, la prassi commerciale ha istituito forme di pegno consensuale sino alla recente introduzione del c.d. pegno non possessorio, avvenuta con l'art. 1 del d.l. n. 59/2016 convertito con modificazioni dalla l. n. 119/2016. La costituzione del pegno sul saldo di conto corrente può dare luogo ad un pegno regolare (se il creditore non diviene proprietario delle somme con diritto di loro immediata utilizzazione, ad es. in compensazione con altri debiti), oppure irregolare (quando le somme entrano immediatamente nella disponibilità del creditore). La volontà delle parti va ricostruita in concreto potendo conseguirne effetti diversi, in caso di successivo fallimento del debitore. FormulaPEGNO SUL SALDO DI CONTO CORRENTE Spett.le Banca ... sede Il sig. ... nato a ... il ... , residente a ... , in via ... n. ... , c.f. ... agendo in proprio (oppure non in proprio ma in rappresentanza della società ... , con sede in ... via ... n. ... , c.f. e P.IVA ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... ) PREMESSO CHE lo scrivente è debitore verso la banca ... , con sede in ... via ... n. ... , c.f. e P.IVA ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... ) della somma di € ... , in forza di ... [1] ; lo scrivente si è impegnato a rafforzare la garanzia del credito spettante all'istituto di credito ... in forza del citato titolo, in quanto previsto dall'art. ... ; [2] TUTTO CIÒ PREMESSO E CONFERMATO il sig. ... costituisce diritto di pegno sul saldo del conto corrente n. ... (d'ora innanzi il conto) acceso presso la banca di ... filiale ... , utilizzato dalle parti per lo sconto di credito commerciale sino all'importo massimo ... e con regolazione degli anticipi e degli incassi sul medesimo; [3] unitamente al pegno di cui sopra il sig. ... consegna a ... i seguenti documenti ... ; [4] il creditore si riserva il diritto di utilizzare il saldo del conto corrente di cui sopra in ogni momento e di compensarlo con qualunque importo a debito che il sig. ... maturasse nei confronti della banca ... ; il sub pegno è vietato; eventuali spese di gestione o interessi sono a carico del debitore pignoratizio; in caso di inadempimento da parte del debitore alle obbligazioni restitutorie assunte con l contratto ... , la banca potrà incamerare definitivamente il saldo del citato conto corrente n. ... salvo in ogni caso il diritto al risarcimento del maggio danno; [5] fuori dal caso che precede, il saldo del suddetto conto n. dovrà essere restituito al debitore e comunque lasciato nella sua disponibilità non appena il creditore sia stato interamente pagato del credito di cui in premessa, per capitale ed interessi. Sottoscrivendo la presente per adesione, il creditore conferma di aver ricevuto copia di ... [6] . Gli effetti giuridici del pegno decorrono da oggi. Luogo e data ... Firma ... Firma ... [1] Indicare la causa e l'importo del debito: ad es. apertura di credito n. ... conclusa il ... avente ad oggetto ... collegata al conto n. ... . [2] Formula esemplificativa, da adattare al caso concreto: potrebbe anche trattarsi di una convenzione separata. [3] Può ovviamente trattarsi di altro tipo di conto privo di movimentazione, destinato unicamente a costituire la provvista della garanzia. [4] Da utilizzare nell'ipotesi in cui occorra la consegna di titoli di legittimazione per l'incasso (si pensi al pegno sul saldo di un libretto bancario vincolato o al portatore). [5] Clausola di rilevante importanza nella interpretazione del pegno in questione, se regolare od irregolare. [6] Vds. nota 4. CommentoL'art. 2878, comma 2 c.c. richiede, ai fini dell'effettivo esercizio della prelazione, la necessità di atto scritto avente data certa, da cui risulti una sufficiente indicazione del credito e descrizione della cosa. Si è precisato al riguardo che “in tema di pegno, la forma scritta è prevista dall'art. 2787, comma 3 c.c. ai soli fini della prelazione del creditore pignoratizio sulla cosa oggetto della garanzia, mentre la convenzione costitutiva del pegno si perfeziona, ai sensi dell'art. 2786 c.c., con la consegna della casa al creditore” (Cass. III, n. 1526/2010). La distinzione fra pegno irregolare o regolare del saldo di conto corrente non è priva di rilievo e va attentamente individuata in relazione all'effettiva volontà delle parti, a seconda che queste abbiano consentito o meno l'immediata disponibilità delle somme da parte del creditore (usualmente una banca che è sia creditrice, sia l'istituto presso il quale è acceso il conto il cui saldo è concesso in garanzia). Secondo App. Bari 2 novembre 2020, Il pegno irregolare si differenzia da quello regolare in quanto le somme di danaro o i titoli depositati presso il creditore diventano di proprietà del medesimo, sicché in caso di inadempimento del debitore, il creditore è tenuto soltanto a restituire l'eventuale eccedenza dei titoli rispetto alle somme garantite, mentre nel pegno regolare egli ha diritto a soddisfarsi disponendo dei titoli ricevuti in pegno. Sulla base di tale distinzione si è osservato che nel caso in cui il cliente della banca, a garanzia del proprio adempimento, vincoli un titolo di credito o un documento di legittimazione individuati, anche al portatore, e non conferisca alla banca il potere di disporre del relativo diritto, si esula dall'ipotesi del pegno irregolare e si rientra nella disciplina del pegno regolare, in base alla quale la banca non acquisisce la somma portata dal titolo o dal documento, con l'obbligo di riversare il relativo ammontare, ma è tenuta a restituire il titolo e il documento: in tale ipotesi, il creditore assistito da pegno regolare è tenuto a insinuarsi nel passivo fallimentare, ai sensi dell'art. 53 della l. fall., per il soddisfacimento del proprio credito, dovendosi escludere la compensazione, che opera invece nel pegno irregolare come modalità tipica di esercizio della prelazione: pertanto, nell'ipotesi di soddisfacimento della banca mediante incameramento della somma portata dal libretto offerto in pegno regolare, sussistono i presupposti per l'esercizio dell'azione revocatoria fallimentare ex art. 67 della l. fall. (Cass. I, n. 5481/2018; in precedenza anche Cass. I, n. 16618/2016). Tale distinzione può assumere forte rilevanza anche in sede di applicazione di misure cautelari reali di tipo penale: secondo Cass. II, n. 16659/2017, infatti, deve ritenersi legittimo il sequestro funzionale alla confisca per equivalente disposto sulle somme denaro trasferite, con ordini di bonifico, dal conto corrente costituito in pegno irregolare a favore di altri conti correnti intestati a soggetti diversi dal debitore originario parte del contratto di garanzia stipulato con la banca, in quanto, in mancanza di diversa pattuizione tra la banca e questi ultimi soggetti, per effetto del trasferimento, gli importi sono confluiti nelle provviste dei conti correnti dei rispettivi titolari, perdendo ogni collegamento con l'originario vincolo di destinazione, e conseguente indisponibilità, derivante dal pegno irregolare. Profili fiscali La concessione del pegno (salvo il caso dell'impresa che svolga professionalmente l'attività di concessione di garanzie) è soggetta all'imposta di registro, sulla scorta dell'art. 6 della Tariffa, Parte Prima, allegata al d.P.R. n. 131/1986 (c.d. Testo unico dell'imposta di registro). Si applicherà in misura fissa (attualmente 200 €), nel caso del pegno concesso dal soggetto debitore; oppure in misura proporzionale, con l'aliquota dello 0,5%, nel caso del pegno concesso da un soggetto diverso dal debitore. Non è irrilevante in questo secondo caso stabilire la base imponibile di questa aliquota, e su tale problematica si può richiamare l'art. 43, comma 1, lett. f) del già citato d.P.R. n. 131/1986: tale base è costituita in linea generale “dalla somma garantita”; ma se la garanzia è prestata in denaro o in titoli, dalla somma di denaro o dal valore dei titoli stessi, se inferiore alla somma garantita. |