Costituzione di pegno di titoli di creditoInquadramentoIl pegno è un diritto reale di garanzia costituito tradizionalmente su di un bene mobile proprio del debitore o altrui, volto a rafforzare la garanzia del credito. Il pegno può altresì riguardare crediti, universalità di beni e altri diritti e attribuisce al creditore pignoratizio un diritto di prelazione, cioè il diritto – in caso di inadempimento del proprio debitore – di soddisfarsi con preferenza sul ricavato della vendita della cosa data a pegno, purché il bene sia rimasto nel possesso del creditore stesso (o di un terzo che le parti abbiano concordemente indicato quale depositario dello stesso bene). Nel caso di pegno di titoli di credito, particolarmente rilevante è l'art. 2014, comma 2 c.c. che consente – attraverso la girata della cambiale – di superare l'acquisto a titolo derivativo del credito da parte del creditore pignoratizio, al quale pertanto il giratario non potrà opporre le eccezioni personali che avrebbe potuto rivolgere al girante (sul punto cfr. anche l'art. 23 del r.d. n. 1669/1933). Infatti, di regola, ai sensi dell'art. 2805 c.c., vale un principio opposto, per cui il debitore del credito dato a pegno può opporre al creditore pignoratizio tutte le eccezioni che gli spettavano verso il proprio creditore. FormulaCOSTITUZIONE DI PEGNO DI TITOLI DI CREDITO Il sig. ... nato a ... il ... , residente a ... , in via ... n. ... , c.f. ... agendo in proprio (oppure non in proprio ma in rappresentanza della società ... , con sede in ... via ... n. _, c.f. e p. iva ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... ) PREMESSO CHE il sig. ... (oppure la società ... ) è debitore verso il sig. ... , nato a ... il - ... , residente a ... ,via ... , c.f. ... (oppure la società - ... ,con sede in ... via ... n. _, c.f. e p.iva ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... , della somma di € ... , in forza di ... [1] ; lo scrivente ha pattuito di rafforzare la garanzia del credito spettante a ... in forza di quanto previsto all'art. ... del citato contratto [2] ; lo scrivente ... è a propria volta creditore di ... , n. a ... il ... , residente a ... , via ... n. ... ,c.f. ... ed ha conferma della bontà di tale credito ha ricevuto dal debitore la cambiale ... emessa ... in data ... dell'importo di ... ; TUTTO CIÒ PREMESSO E CONFERMATO lo scrivente costituisce in diritto di pegno il titolo di credito di cui è prenditore nei confronti del sig. ... rappresentato dalla cambiale ... emessa ... in data ... dell'importo ... ; contestualmente alla firma del presente atto il creditore riceve in consegna la suddetta cambiale, previa girata ... (in pegno/piena) da parte dello scrivente; [3] il creditore sottoscrive la presente per accettazione e conferma della suddetta ricezione del titolo cambiario; il sub pegno del credito è vietato; la società ... curerà l'incasso del credito dato in pegno, anche in via esecutiva facendo valere il titolo cambiario che precede, e potrà trattenere definitivamente dette somme fino ad estinzione del proprio credito, per spese, capitale ed interessi, vantato verso ... ;l'eventuale sopravanzo dovrà essere restituito allo scrivente; [4] la società ... provvederà a notificare copia del presente atto al debitore ceduto- ... [5] Gli effetti giuridici del pegno decorrono da oggi. Luogo e data ... Firma ... [1] Indicare la causa e l'importo del debito garantito: es. contratto n. ... concluso ... avente ad oggetto ... . [2] Clausola esemplificativa da adattare al caso concreto: la convenzione potrebbe anche essere separata. [3] Ai sensi dell'art. 1997 c.c. il pegno deve necessariamente attuarsi sul titolo. [4] Il valore della cambiale quale titolo esecutivo è condizionato, a si sensi dell'art. 104 r.d. n. 1736/1933, al rispetto delle disposizioni in tema di bollo. La carenza del titolo a valere quale titolo esecutivo deve essere rilevata anche d'ufficio dal Giudice. [5] Clausola esemplificativa, da adattare al caso concreto (ad es. in caso di costituzione mediante girata sul titolo stesso). CommentoLo spossessamento che caratterizza il pegno – nonché la data certa dell'atto costitutivo – ai fini dell'esercizio del diritto di prelazione erga omnes da parte del creditore pignoratizio si realizza, quando l'oggetto del pegno è costituito da titoli di credito, nel rispetto della legge di circolazione che caratterizza il singolo titolo. Quindi, il pegno di titoli di credito, quale vero e proprio diritto reale limitato sui titoli, si attua mediante spossessamento del debitore pignoratizio e deve, ai fini dell'efficacia erga omnes del vincolo sul diritto cartolare, essere attuato sul titolo (art. 1997 c.c.). Trattandosi di titoli all'ordine, la legittimazione del creditore pignoratizio all'esercizio del diritto cartolare trae fondamento da una serie continua di girate; onde è alla cosiddetta legge di circolazione del titolo che occorre far riferimento per valutare se il diritto di garanzia sia validamente sorto (da qui la sufficienza ex art. 2003 c.c. della consegna, per i titoli al portatore; la necessità che il possesso sia qualificato dalla girata, per i titoli all'ordine; l'indispensabile adempimento della duplice intestazione di cui all'art. 2021 c.c., per i titoli nominativi). Ciò significa che, ove siano stati costituiti in pegno dei titoli cambiari, la validità della girata dev'essere ragguagliata alla normativa degli artt. 15 ss. della legge sulla cambiale, ma non già anche che una valida costituzione del pegno richieda la specifica girata con clausola "valuta in garanzia", "valuta in pegno", od altra che al pegno faccia riferimento. Infatti, il trasferimento del possesso del titolo al creditore pignoratizio, risultando dal documento, assolve pienamente alla funzione di palesare ai terzi l'indisponibilità del titolo, e, per converso, di impedire una circolazione abusiva di esso, senza che rilevi, rispetto ad essi, il carattere cd. pieno della girata, e restando, nei rapporti interni, il diritto reale limitato del giratario - creditore pignoratizio, affidato ad un pactum fiduciae del tutto legittimo (cosiddetta girata fiduciariamente traslativa in bianco), mentre la posizione di quei particolari terzi che sono gli altri creditori del girante resterà tutelata dalla disciplina sulla "certezza" della data (art. 2787, comma 3 c.c.) ai fini dell'opponibilità del vincolo (cfr. Cass. I, n. 10526/1998). Diversamente, nel caso dell'assegno, si è osservato che l'emissione di un assegno bancario postdatato a garanzia dell'adempimento di una propria obbligazione, costituisce atto contrario a norme imperative e non meritevole di tutela. Ne consegue che il fideiussore non resta liberato, ai sensi dell'art. 1955 c.c., per fatto del debitore, ove il pegno, nel quale il fideiussore sostenga di non essersi potuto surrogare per il comportamento doloso o colposo del creditore, sia costituito da assegni bancari postdatati consegnati dal debitore o da un terzo a garanzia del credito (Cass. III, n. 26232/2013). Più in generale, si può affermare che la girata a titolo di pegno di un titolo all'ordine, analogamente alla girata con clausola valuta in garanzia, valuta in pegno od ogni altra che implichi un pegno, della cambiale, di cui all'art. 23 l. camb., può definirsi come una dichiarazione negoziale cartolare, per cui il girante costituisce un pegno sul titolo a favore del giratario, che ha, ex lege, il potere di esercitare tutti i diritti inerenti al titolo, nonché il potere di girare a propria volta il titolo soltanto per procura (cfr. art. 2014, comma 1 c.c.). Per la costituzione del pegno su quote di s.r.l., Cass. I, n. 31051/2019 ha ritenuto che “le quote della s.r.l. non possono essere formate da titoli azionari: non possono assumere, perciò, la veste di beni mobili… La costituzione in pegno delle quote di società a responsabilità limitata è soggetta al disposto della norma dell'art. 2806 c.c., sicché il diritto di pegno risulta costituito con l'iscrizione del relativo atto nel registro delle imprese”. Secondo Cass. III, n. 9872/2020, “nel caso in cui l'oggetto del pignoramento è costituito da titoli obbligazionari che si trovano nella disponibilità di un terzo, in quanto costituiti in pegno in suo favore, deve procedersi alla liquidazione degli stessi. Il giudice, in particolare, è tenuto a disporne la vendita ex artt. 529 e seguenti c.p.c., a prescindere dalla loro agevole liquidabilità”. Profili fiscali La concessione del pegno (salvo il caso dell'impresa che svolga professionalmente l'attività di concessione di garanzie) è soggetta all'imposta di registro, sulla scorta dell'art. 6 della Tariffa, Parte Prima, allegata al d.P.R. n. 131/1986 (c.d. Testo unico dell'imposta di registro). Si applicherà in misura fissa (attualmente 200 €), nel caso del pegno concesso dal soggetto debitore; oppure in misura proporzionale, con l'aliquota dello 0,5%, nel caso del pegno concesso da un soggetto diverso dal debitore. Non è irrilevante in questo secondo caso stabilire la base imponibile di questa aliquota, e su tale problematica si può richiamare l'art. 43, comma 1, lett. f) del già citato d.P.R. n. 131/1986: tale base è costituita in lenea generale “dalla somma garantita”; ma se la garanzia è prestata in denaro o in titoli, dalla somma di denaro o dal valore dei titoli stessi, se inferiore alla somma garantita. Tale norma evidenzia almeno due problemi quando l'oggetto della garanzia siano titoli o strumenti finanziari. Con riferimento a questi ultimi, la prima criticità è quella della valutazione dei titoli dati in pegno, in quando la norma parla di “valore” dei titoli tout court, senza specificare se si tratti del par value (o valore nominale del titolo), del book value (e cioè considerando il patrimonio netto contabile) oppure del fair value e, quindi, del valore corrente sul mercato. Il secondo è quello se nel concetto di “titoli” rientrino anche le quote di s.r.l.: sul punto esistono prassi applicative difformi, tanto che taluni uffici (tra cui quelli dell'Agenzia delle Entrate milanese) hanno considerato le quote di s.r.l. come “titoli”, altri uffici hanno negato questa equiparazione. Recentemente gli uffici delle Entrate di Roma e Milano hanno adottato un'interpretazione nel senso di tassare maggiormente il pegno di quote di s.r.l., e cioè prendendo con base imponibile non il valore nominale delle quote, bensì la somma garantita. Tale interpretazione non si applica al pegno di azioni di cui, se non oggetto di dematerializzazione, è possibile la girata in garanzia, evitando in tal modo la stessa imposta di registro. Questa ultima più favorevole modalità di costituzione, dal punto di vista fiscale, è adottabile anche con riguardo al pegno di titoli di credito. |