Anticresi compensativaInquadramentoIl contratto di anticresi ha un'origine antica, in quanto costituiva nel diritto romano un patto accessorio al pegno – che a quel tempo poteva avere ad oggetto anche immobili – volto a consentire al creditore di utilizzare il bene e trarne frutti in pagamento del proprio diritto di credito. Ricondotto il pegno, nel diritto attuale, ad una garanzia reale su beni mobili e diffusasi l'ipoteca quale tipica garanzia immobiliare, tenuto altresì conto delle sempre più evidenti esigenze di circolazione della ricchezza e di sicurezza dei traffici, l'anticresi ha perso gran parte della sua rilevanza e trova scarse applicazioni pratiche. L'anticresi è comunque definita dall'art. 1960 c.c. come quel contratto con il quale il debitore od un terzo si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del credito con diritto di percepirne i frutti. Per regola generale, questi andranno imputati prima agli interessi e poi al capitale. Tuttavia, l'anticresi compensativa è una variante prevista, più in particolare, dall'art. 1964 c.c. e si caratterizza per il fatto che i frutti sono destinati a compensarsi con i soli interessi. In compenso il debitore ha la possibilità di riacquistare in qualunque tempo la disponibilità dell'immobile saldando il proprio debito. La norma fa salvo l'art. 1448 c.c. (rescissione per lesione) ma deve ritenersi, oggi, che questa pattuizione sia vietata ogni qual volta la sproporzione fra frutti ed interessi praticati comporti, di fatto, l'applicazione di interessi di carattere usurario (l'art. 644 c.p. ha infatti un tenore molto ampio, sanzionando chi “si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”). FormulaANTICRESI COMPENSATIVA Il sig. ... nato a ... il ... , residente a ... , in via ... n. ... , c.f. ... agendo in proprio (oppure non in proprio ma in rappresentanza della società ... , con sede in ... Via ... n. ... , c.f. e p.iva ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... ) premesso che lo scrivente è debitore verso il sig. ... , nato a ... il ... , residente a ... , via ... c.f. ... (oppure la società ... , con sede in ... Via ... n. ... , c.f. e p.iva ... , iscritta nel Registro delle imprese di ... al n. ... ) della somma di € ... , in forza di ... [1] ; lo scrivente ha convenuto di rafforzare la garanzia del credito spettante a ... in forza del citato titolo; [2] tutto ciò premesso e confermato il sig. ... si obbliga a concedere a ... , che contestualmente accetta, il godimento del fondo [3] posto in ... , via ... , identificato al ... del Comune di ... , foglio ... , mapp. ... , rendita ... quale garanzia sul credito di cui in premessa. La consegna dell'immobile avviene in data odierna. Il sig. ... da atto che sottoscrivendo la presente riceve le chiavi di accesso del fondo, nonché ... [4] Il creditore ... farà propri i frutti del fondo compensando gli stessi con gli interessi applicati al credito di cui in premessa, sul quale le parti hanno convenuto un tasso annuo del 2,5% a decorrere da ... in forza di ... [5] . Il debitore avrà diritto di riottenere immediatamente, con il solo preavviso di gg. ... , la restituzione dell'immobile al momento dell'integrale estinzione del credito di cui sopra. A fronte di tale evento il sig. ... si obbliga a rilasciarne quietanza ed a restituire immediatamente, libero da cose e persone il fondo, con il solo preavviso di gg. ... Il creditore deve mantenere, coltivare ed amministrare il fondo con la diligenza del buon padre di famiglia. Ogni spesa relativa dovrà essere prelevata dai frutti, senza che il debitore assuma altra responsabilità al riguardo. Ogni imposta e tassa relativa è a carico del creditore. Gli effetti giuridici dell'anticresi decorrono da oggi e la durata non potrà in nessun modo eccedere quella di dieci anni. Luogo e data ... Firma ... Firma ... [1] Indicare la causa e l'importo del debito: es. contratto n. ... concluso ... avente ad oggetto la somma di ... [2] Clausola esemplificativa, la convenzione può essere convenuta separatamente. [3] O altro bene immobile fruttifero, come ad es. un immobile locato. [4] Indicare la consegna di eventuali titoli abilitativi alla conduzione dell'immobile, ad es. libro di campagna, eventuali titoli di legittimazione, polizze in corso, ecc., nonché oggetti materiali necessari al migliore accesso e fruizione del bene (es. chiavi, telecomandi, schede elettroniche per l'accesso a pertinenze turistiche, ecc..). [5] Allegare l'atto su cui il credito garantito si fonda. CommentoL'anticresi non attribuisce al creditore un diritto reale sull'immobile che ne forma l'oggetto, ed ha pertanto effetti puramente obbligatori. Questo aspetto differenzia fondamentalmente questo contratto dal pegno e dall'ipoteca, in quanto attribuisce al creditore anticretico soltanto il diritto di possedere l'immobile e percepirne i frutti, diritto che ha carattere relativo e non assoluto, in quanto può farsi valere solo in confronto del debitore e degli eredi di questo. Di fronte ai terzi che abbiano acquistato un diritto reale sull'immobile, pertanto, il creditore anticretico non ha diritto di sequela ma soltanto un diritto di ritenzione di fronte al debitore finché questi non abbia pagato il debito. Naturalmente se il debitore, in spregio degli accordi intervenuti, aliena il bene ad un terzo, potrà essere chiamato a rispondere dei danni provocati, mentre il terzo – a propria volta – potrà rispondere in via solidale, a titolo di concorso nell'inadempimento del debitore. Il creditore – nell'anticresi compensativa – ha diritto di far propri i frutti dell'immobile concesso in garanzia, compensandoli con gli interessi prodotti dal suo diritto di credito, mentre il debitore ha diritto alla restituzione della res estinguendo, in qualunque tempo, il debito. A sua volta il creditore, salvo patto contrario, è tenuto al pagamento dei tributi sul bene durante il periodo di vigenza contrattuale ed ha il dovere di conservare amministrare e coltivare (nel caso di fondo) l'immobile con la diligenza del buon padre di famiglia, imputando le relative spese ai frutti (quindi senza poter incrementare in questo modo il credito garantito). Si applica il divieto di patto commissorio (art. 1963 c.c.) e la durata dell'anticresi non può in ogni caso eccedere i dieci anni. Sul punto, cfr. App. Catania, 24/07/2020, secondo cui “il termine decennale stabilito dall'art. 1962 c.c. è imperativo e pertanto è improcrastinabile e laddove sia previsto un termine maggiore questo viene sostituito ex lege”.
Pur essendo teoricamente – in quanto non traslativo di diritti reali – non soggetto a forma scritta, la stessa è necessaria per la eventuale trascrizione del contratto. Al pari di ogni altra garanzia, la stessa può risultare lesiva per gli altri creditori e dare luogo ad azione revocatoria, anche fallimentare. Sul punto: “l'art. 67, comma 1, l.fall. prevede, tra l'altro, che sono revocati i "pegni, le anticresi e le ipoteche giudiziali o volontarie costituiti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento per debiti scaduti", salvo che l'altra parte provi che non conosceva lo stato d'insolvenza del debitore. A sua volta l'art. 69-bis, comma 2, l. fall., prevede che, nel caso in cui alla domanda di concordato preventivo segua la dichiarazione di fallimento, "i termini di cui agli artt. 64, 65, artt. 67, commi 1 e 2 e art. 69, decorrono dalla data di pubblicazione della domanda di concordato nel registro delle imprese” (Cass. I, n. 25728/2016). Il divieto di patto commissorio sancito dall'art. 2744 c.c. ed espressamente previsto, quanto al contratto di anticresi, dall'art. 1963 c.c., si estende a qualsiasi negozio, ancorché astrattamente di per sé lecito, che venga impiegato per conseguire il risultato concreto, vietato dall'ordinamento, di assoggettare il debitore all'illecita coercizione del creditore, sottostando alla volontà del medesimo di conseguire il trasferimento della proprietà di un suo bene come conseguenza della mancata estinzione del debito. (Nella specie, la S.C., con la decisione n. 437/2009, ha confermato la sentenza di merito che aveva ravvisato una violazione del patto commissorio nel fatto che i contraenti avevano previsto, in caso di mancata restituzione della somma mutuata, che il creditore avrebbe potuto, esercitando una sorta di diritto potestativo, pretendere il trasferimento, sia pure a titolo oneroso, del bene oggetto dell'anticresi). In termini più generali cfr. Cass. II, n. 15112/2019, secondo cui “Gli articoli 1963 e 2744 del codice civile, i quali sanciscono il divieto del patto commissorio, postulano che il trasferimento - ovvero il procedimento indiretto della promessa di trasferimento al creditore, cui l'indicato divieto è estensibile per identità di ratio - della proprietà della cosa che ha formato oggetto di ipoteca, di pegno o di anticresi, sia condizionato sospensivamente al verificarsi dell'evento futuro e incerto del mancato pagamento del debito, sicché, qualora il trasferimento o la promessa di trasferimento vengano, invece, pattuiti puramente e semplicemente allo scopo non già di garantire l'adempimento di un'altra obbligazione con riguardo all'eventualità, non ancora verificatasi, che essa rimanga inadempiuta, ma di soddisfare un precedente credito rimasto insoluto e di liberare, quindi, il debitore dalle conseguenze connesse alla sua pregressa inadempienza, non sono configurabili le condizioni richieste dalle citate norme per l'operatività del divieto da esse previsto”. PROFILI FISCALI Si ritiene che l'anticresi sia soggetta ad imposta di registro in caso d'uso, naturalmente in caso di trascrizione (nel qual caso invece che con scambio di corrispondenza deve risultare da atto pubblico o scrittura privata autenticata) l'atto va tempestivamente registrato. L'imposta si ricollega all'art. 6, Tariffa allegata al d.P.R. n. 131/1986, il quale include le garanzie reali e personali fra quelle soggette al tributo in termine fisso, con aliquota pari allo 0,5%. L'art. 43 dello stesso d.P.R. n. 131/1986 prevede, a sua volta, che la base imponibile sia pari alla somma garantita. In caso di trascrizione immobiliare (art. 2643, n. 12 c.c.) saranno naturalmente dovuti diritti, nonché imposta catastale ed ipotecaria. |