Atto di scissione

Rosaria Giordano

Inquadramento

La scissione consiste nel trasferimento di attività e passività della società scissa ad una o più società preesistenti o di nuova costituzione, a fronte della quale si prevede in genere l'attribuzione ai soci della prima di azioni o quote delle società beneficiarie proporzionate al valore del patrimonio netto assegnato. La scissione può essere totale o parziale.

Formula

Atto di scissione 1

Repubblica Italiana

(data)

L'anno ... il giorno ... del mese di ... alle ore ... in (Comune) ... , in (indirizzo) ... avanti me ... , notaio in ... iscritto presso il Collegio Notarile di ... sono presenti i signori:

... (nome, cognome, luogo e data di nascita, domicilio e condizione) il quale interviene al presente atto in qualità di Presidente del consiglio di amministrazione della società (scissa) «...s.p.a.» con sede in ... , capitale sociale versato di € ... , iscritta nel Registro delle Imprese di ... , numero di iscrizione e codice fiscale ... , in esecuzione della deliberazione dell'assemblea della predetta società in data ... , verbalizzata con atto in pari data n. ... di repertorio a mio rogito, registrato all'Agenzia delle Entrate, Ufficio di ... , in data ... al n. ... ;

... (nome, cognome, luogo e data di nascita, domicilio e condizione) il quale interviene al presente atto in qualità di Amministratore Delegato della società (beneficiaria) « ... s.p.a.» con sede in ... , capitale sociale versato di € ... , iscritta nel Registro delle Imprese di ... , numero di iscrizione e codice fiscale ... , in esecuzione della deliberazione dell'assemblea della predetta società in data ... , verbalizzata con atto in pari data n. ... di repertorio a mio rogito, registrato all'Agenzia delle Entrate, Ufficio di ... , in data ... al n. ... .

Detti comparenti, espressamente autorizzati in virtù delle suddette delibere assembleari a contrarre quali rappresentanti delle società partecipanti alla scissione, della cui identità personale io notaio sono certo,

PREMETTONO CHE 2

la società (scissa) « ... S.p.a.» ha deliberato in data ... la scissione parziale mediante assegnazione di parte del suo patrimonio nella società (beneficiaria) « ... S.p.a.»;

la predetta delibera di scissione è stata iscritta nel Registro delle Imprese di ... in data ... ;

nei sessanta giorni successivi a tale iscrizione nessuno dei creditori anteriori all'iscrizione del progetto stesso nel Registro delle imprese ha proposto opposizione alla presente operazione a norma dell'art. 2503 c.c. come risulta dal certificato rilasciato dal Tribunale di ... in data ... ;

in particolare, il progetto di scissione prevede che l'operazione abbia attuazione con l'assegnazione alla (beneficiaria) « ... S.p.a.» del comparto immobiliare di pertinenza della società, alla quale rimane il comparto produttivo di carattere industriale;

nel progetto di scissione sono stati esattamente identificati gli elementi patrimoniali da assegnare alla beneficiaria;

la società (beneficiaria) « ... S.p.a.», con propria deliberazione di cui al mio verbale in data ... rep. n. ... , registrato a ... il ... ha deliberato la scissione di cui al citato progetto e, in particolare, ha deliberato l'aumento del capitale sociale da € ... ad € ... a servizio del concambio di partecipazioni che avverrà in dipendenza dell'attuazione della scissione;

stante quanto sopra, i comparenti intendono dar corso alla scissione come sopra programmata.

TUTTO CIÒ PREMESSO,

ritenuto parte integrante e sostanziale del presente atto, i comparenti dichiarano di far luogo alla scissione della società (scissa) « ... S.r.l.» secondo quanto indicato nel progetto di scissione approvato con la citata delibera del ...

IN PARTICOLARE RISULTA CHE

la scissione si opera mediante trasferimento di parte del patrimonio della scissa alla società (beneficiaria) « ... S.p.a.» identificato nel progetto di scissione, cui si rinvia;

le variazioni che saranno rilevate tra i valori patrimoniali attivi e passivi individuati con riferimento al bilancio di scissione e quelli rilevati alla data di efficacia della scissione saranno conguagliati in danaro;

l'assegnazione patrimoniale come sopra effettuata comporta l'attribuzione alla beneficiaria « ... S.p.a.» di un netto patrimoniale di € ... , da quest'ultima integralmente imputati a capitale sociale, il tutto conforme a quanto deliberato dall'assemblea della medesima (beneficiaria) « ... S.p.a.» in data ... ;

l'aumento del capitale sociale, liberato integralmente con l'assegnazione immobiliare dalla scissa, avviene per € ... con emissione di n. ... azioni di nominali € ... ciascuna da assegnarsi ai soci della scissa in relazione al valore del capitale.

Conseguentemente, la società beneficiaria « ... S.p.a.» subentra di pieno diritto, con effetto dalla data dell'ultima iscrizione dell'atto di scissione nel Registro delle imprese, in tutto il patrimonio attivo e passivo assegnato per effetto della scissione, meglio identificato nel progetto di scissione e nella delibera di assemblea del ... iscritta nel Registro delle imprese in data ... e, quindi, in tutte le relative ragioni, azioni e diritti così come in tutti gli obblighi, passività già pertinenti al complesso di beni trasferito, quali risultanti dalla situazione patrimoniale di scissione.

Si precisa che, agli effetti contabili e fiscali la scissione avrà efficacia dall'ultima iscrizione del presente atto nel Registro delle imprese di ... 3 , precisandosi che le variazioni che saranno rilevate a tale data tra i valori patrimoniali attivi e passivi ed i corrispondenti valori evidenziati nella situazione patrimoniale di riferimento saranno regolati mediante conguaglio in denaro, in modo tale che il patrimonio netto della società beneficiaria rimanga immutato. Inoltre, eventuali sopravvenienze passive relative al ramo di azienda trasferito ed accertate successivamente saranno a carico della società beneficiaria, anche se riferite ad eventi o fatti anteriori alla data di efficacia della scissione.

Resta pertanto sin da ora autorizzato ogni Ente od Ufficio sia pubblico che privato, senza necessità di ulteriori atti, a trasferire ed intestare alla società (beneficiaria) « ... S.p.a.» tutti i documenti, depositi cauzionali od altro titolo, polizze, contratti, conti attivi e passivi, atti e negozi in genere e comunque tutto quanto faccia parte del compendio patrimoniale assegnato alla beneficiaria, meglio descritto nel progetto di scissione approvato con la precisazione che eventuali elementi dell'attivo non citati nello stesso rimarranno in capo alla società scissa ed eventuali elementi del passivo, la cui destinazione non fosse altresì desumibile dal progetto resteranno in solido a carico della società scissa e della beneficiaria. Tale responsabilità, peraltro, è limitata al valore effettivo del patrimonio netto attribuito alla beneficiaria.

Le spese di questo atto, dipendenti e conseguenti, sono a carico della società scissa.

Io notaio ho letto il presente atto ai comparenti che lo approvano e lo sottoscrivono alle ore ... , dispensandomi dalla lettura degli allegati.

Scritto con sistema elettronico da persona di mia fiducia e da me notaio completato a mano, consta il presente atto di ... fogli ed occupa ... pagine sin qui.

Il Rappresentante Legale della società « ... S.p.a.» (scissa)

Il Rappresentante Legale della società «...S.p.a.» (beneficiaria)

Il Notaio ...

[1] 1. L'atto di scissione deve essere necessariamente stipulato nella forma dell'atto pubblico.

[2] 2. Occorre dare conto della regolarità del procedimento previsto ai fini della scissione dal codice civile.

[3] 3. L'atto di scissione deve essere depositato entro trenta giorni dalla sua stipulazione presso il Registro delle imprese dei luoghi dove è posta la sede delle società partecipanti alla scissione. Peraltro, il deposito relativo alle società beneficiarie non può precedere quello relativo alla società scissa.

Commento

Mediante un'operazione di scissione una società può assegnare, in tutto o in parte, il proprio patrimonio a più società preesistenti o di nuova costituzione con assegnazione delle relative azioni o quote della prima ai propri soci.

Questa operazione può essere motivata da diverse esigenze.

Sul piano concreto della gestione dell'azienda, le dimensioni ridotte della stessa consentono di decentrare compiti e decisioni sul piano organizzativo.

Inoltre, la scissione dell'azienda consente una diversificazione degli investimenti, con la possibilità di cedere singoli rami di azienda senza dover alienare l'intera azienda.

Nella scissione la società che effettua il trasferimento dei beni a società nuove o già costituite si estingue in caso di scissione totale in quanto saranno i soci della società che effettua la scissione gli assegnatari delle società che hanno ricevuto gli apporti.

L'art. 2056-ter c. c., prevede l'obbligo per gli amministratori delle società partecipanti alla scissione di redigere la situazione patrimoniale prevista dall'art. 2501-quater c.c.

Tale documento deve riferirsi ad una data non anteriore di 4 mesi dal giorno in cui il progetto di scissione è depositato nella sede della società; essa può essere sostituita dal bilancio chiuso non più di 6 mesi prima. Nonostante il legislatore faccia riferimento ad una situazione patrimoniale, normalmente si ritiene opportuna redigere, oltre allo stato patrimoniale, anche il conto economico e la nota integrativa. È prevista l'approvazione da parte del consiglio di amministrazione ma non da parte dell'assemblea.

Scopo di tale documento è fornire ai soci delle società partecipanti alla scissione e ai terzi un'informazione più aggiornata rispetto a quella contenuta nel bilancio dell'ultimo periodo.

Secondo il principio OIC4, parte seconda, par. 4.1.2, nelle ipotesi semplificate di scissione nelle quali non è prevista la presentazione di una relazione dell'organo amministrativo, è necessario che il valore effettivo del patrimonio netto assegnato, per le funzioni cui assolve, venga indicato nel progetto di scissione.

Per “valore effettivo” si intende il valore del patrimonio “rettificato”, valutando le attività a valori correnti per stabilire quali beni delle società beneficiarie e della società scissa e per quale valore concorrono a costituire la garanzia per i creditori.  

La medesima indicazione è richiesta dall'art. 2506-bis, comma 3 c.c., per determinare i limiti quantitativi dell'obbligazione solidale delle società beneficiarie nell'ipotesi dell'insorgere di passività la cui destinazione non sia desumibile dal progetto di scissione.

In caso di scissione totale, gli amministratori sono tenuti a redigere il bilancio di chiusura della società scissa, con gli stessi principi e secondo le medesime regole previste per il bilancio di esercizio. Sarà quindi necessario procedere in via preliminare alla contabilizzazione delle scritture di assestamento e di rettifica relative ai beni e ai diritti trasferiti.

La competenza per la redazione di questo documento è degli amministratori delle società beneficiarie: la redazione di questo documento avviene, infatti, successivamente all'estinzione della società scissa ed essendo gli organi della stessa ormai, decaduti.

Nelle scissioni parziali - come quella proposta nella formula in esame - la società che si scinde resta in vita e pertanto non è richiesto tale bilancio di chiusura. 

Invero, la scissione parziale di una società, consistente nel trasferimento di parte del suo patrimonio ad una o più società, preesistenti o di nuova costituzione, contro l'assegnazione delle azioni o delle quote di queste ultime ai soci della società scissa, si traduce in una fattispecie effettivamente traslativa, che comporta l'acquisizione da parte della nuova società di valori patrimoniali prima non esistenti nel suo patrimonio, senza che, tuttavia, tale trasferimento determini l'estinzione della società scissa ed il subingresso di quella risultante dalla scissione nella totalità dei rapporti giuridici della prima (cfr. Cass. I, n. 5874/2012).

Un  precedente di merito ha chiarito che alla scissione totale non è applicabile la disciplina in tema di consenso unanime dei soci dettata per la scissione parziale asimmetrica dall'art. 2506, comma 2, c.c., disciplina quest'ultima il cui carattere derogatorio dal principio generale di maggioranza esclude ogni interpretazione estensiva o analogica, interpretazione estensiva od analogica che risulterebbe comunque impedita anche dalla specifica ratio della norma, volta ad evitare il rischio di una distribuzione asimmetrica di attivi e passivi latenti nella società scissa, ratio non ravvisabile nel diverso caso della scissione totale nella quale la società originaria si estingue (T Milano, 21 set. 2020, in Ilsocietario, 27 ottobre 2020).

Da ultimo sulla scissione parziale cfr. Cass. I, n. 11004/2023, la quale ha affermato che, con riferimento ai segni distintivi, la stessa dà luogo ad una vicenda non meramente organizzativa, ma sostanzialmente traslativa dei beni inclusi nel patrimonio attribuito alla società beneficiaria della scissione, con la conseguenza che, essendo il marchio e la denominazione sociale dei segni distintivi autonomi - avendo il primo la funzione di identificare i prodotti fabbricati o commercializzati od i servizi resi da un imprenditore, la seconda quella di individuare la società come soggetto di diritto - l'attribuzione del marchio non implica anche il trasferimento della denominazione sociale, la quale può essere oggetto di valido trasferimento "inter vivos", anche ove assimilata alla ditta sociale, solo nel caso in cui sia ceduta l'intera azienda, previo espresso consenso dell'alienante.

Profili fiscali

La scissione totale o parziale di una società in altre preesistenti o di nuova costituzione è ritenuta particolarmente conveniente sul piano fiscale perché non dà luogo a realizzo né a distribuzione di plusvalenze e di minusvalenze dei beni della società scissa comprese quelle relative alle rimanenze e al valore di avviamento se gli elementi attivi e passivi trasferiti mantengono gli stessi valori fiscali fissati nella società scissa e si tratta, pertanto, purché avvenga tra società che svolgano entrambe attività di impresa, di un'operazione che ha carattere di neutralità sul piano fiscale.

Quanto alle imposte indirette occorre sottolineare che, come per la fusione, anche per la scissione è contemplata l'ipotesi di operazione non rientrante nei presupposti dell'IVA.

Gli aspetti fiscali delle scissioni eterogenee sono contenuti nell'art. 173, comma 15 TUIR che rimanda alle norme del TUIR sulla trasformazione equiparando sul piano fiscale le due operazioni. In caso di scissione eterogenea progressiva si applica l'art. 170, comma 3 TUIR per il quale le riserve costituite prima della operazione straordinaria con utili imputati ai soci, se iscritte in bilancio successivamente all'operazione, non concorrono a formare il reddito dei soci in caso di distribuzione e l'imputazione di esse a capitale non comporta la distribuzione di utili. In casso di scissione eterogenea regressiva le riserve costituite prima dell'operazione straordinaria sono imputate ai soci:

1. nel periodo di imposta in cui vengono distribuite o utilizzate per scopi diversi dalla copertura di perdite di esercizio, se dopo la trasformazione siano iscritte in bilancio con indicazione della loro origine;

2. nel periodo di imposta successivo alla trasformazione se non siano iscritte in bilancio o vi siano iscritte senza la suddetta indicazione.

Non può tuttavia trascurarsi di considerare che, in tema di scissione parziale, per i debiti fiscali della società scissa relativi a periodi d'imposta anteriori all'operazione, rispondono, ai sensi dell'art. 173, comma 13 d.P.R. n. 917/1986, solidalmente e illimitatamente tutte le società partecipanti la scissione, come conferma l'art. 15, comma 2 d.lgs. n. 472/1997, che, con riguardo alle somme da pagarsi in conseguenza delle violazioni fiscali commesse dalla società scissa, prevede la solidarietà illimitata di tutte le beneficiarie, differentemente dalla disciplina della responsabilità relativa alle obbligazioni civili, per la quale, invece, gli artt. 2506-bis, comma 2 e 2506-quater, comma 3 c.c. prevedono limiti precisi (Cass. sez. trib., n. 13059/2015).

Le disposizioni antielusive, oggi dettate in via generale dall'art. 10-bis del cd. Statuto del contribuente (l. n. 212/2000) si applicano anche alla scissione.

A riguardo, occorre ricordare che, in generale, l'abuso del diritto si configura tutte le volte che il titolare di un diritto soggettivo suscettibile di essere esercitato secondo diverse modalità non rigidamente predeterminate decide di esercitarlo in maniera che, pur formalmente rispettosa della relativa cornice attributiva, risulti censurabile rispetto ad un criterio di valutazione giuridico o extra-giuridico, con conseguente verificazione, a causa di tale modalità di utilizzo, di una ingiustificata sproporzione tra il beneficio del titolare ed il sacrificio dell'altra parte.

In materia tributaria, l'art. 10-bis l. n. 212/2000, cd. Statuto del contribuente, introdotto dal d.lgs. n. 128/2015, ha previsto una norma antielusiva di carattere generale nel nostro ordinamento, stabilendo, al primo comma, che “Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti. Tali operazioni non sono opponibili all'amministrazione finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di quanto versato dal contribuente per effetto di dette operazioni”.

È pertanto ormai consolidato nella giurisprudenza della Corte, anche ove riferita a fattispecie antecedenti all'introduzione del richiamato art. 10-bis l. n. 212/2000, grazie ai principi sanciti dalla stessa Corte di Giustizia dell'Unione Europea nel caso Halifax, l'assunto secondo cui, in materia tributaria, il divieto di abuso del diritto si traduce in un principio generale antielusivo che preclude al contribuente il conseguimento di vantaggi fiscali ottenuti mediante l'uso distorto, pur se non contrastante con alcuna specifica disposizione, di strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio d'imposta, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l'operazione, la dimostrazione della ricorrenza delle quali rientra nell'onere probatorio del contribuente (Cass. sez. trib., n. 3533/2018).

Una scissione è considerata elusiva quando è priva di valide ragioni economiche ed è finalizzata soltanto ad ottenere un indebito risparmio di imposta.

Pertanto, per escludere il contestato carattere elusivo di un'operazione, fermo l'onere dell'Amministrazione finanziaria di dimostrare sia il disegno elusivo sia la “manipolazione” degli strumenti negoziali classici, le cui modalità di utilizzo risultino “irragionevoli” in una normale logica di mercato e intese al solo fine di pervenire a quel risultato concreto, il contribuente deve provare che la stessa è giustificata da «valide ragioni economiche», aventi carattere non meramente marginale o teorico, anche ove le medesime non debbano assumere una rilevanza predominante per il compimento dell'operazione, senza peraltro che sia necessaria la prova che l'obiettivo non sarebbe stato altrimenti perseguibile, essendo soltanto necessaria la prova che la strada prescelta per raggiungere quel risultato economico risulti la più conveniente rispetto ad altre soluzioni. (Cass. sez. trib., n. 2240/2018).

Con riferimento all'imposta di registro cfr., di recente, Cass., SU, n. 23051/2022, per la quale l'atto di scissione relativo a società semplice è assoggettato, ai sensi dell'art. 4 della Tariffa Parte prima, allegata al d.P.R. n. 131 del 1986, ad imposta in misura fissa, poiché il requisito normativo dell'oggetto esclusivo o principale di natura commerciale o agricola non concerne le società, ma soltanto gli enti diversi da queste.

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