Contratto di deposito bancarioInquadramentoIl contratto di deposito bancario, disciplinato dagli artt. 1834-1836 c.c. rappresenta l'archetipo delle operazioni c.d. “passive” con cui la banca esercita l'attività di raccolta del risparmio. Intorno a questo schema contrattuale, di frequente utilizzo nella moderna realtà economica, e sotto il cui modello legale sono riconducibili varie tipologie di depositi, sono sorte alcune problematiche particolarmente interessanti che si esamineranno di qui a poco, come ad esempio quella relativa all'individuazione del grado di diligenza che la banca è tenuta ad osservare nel caso di prelievi illegittimi nel deposito bancario c.d. “a risparmio”. FormulaCONTRATTO DI DEPOSITO BANCARIO Il/la/ sig./sig.ra la società ... , nato/a/ iscritta nel R.I. a ... il ... C.F./P.IVA ... e residente/con sede legale in ... alla ... (di seguito “Cliente”) con la presente chiede l'apertura di un deposito, a me/noi intestato e contrassegnato dal numero sopra avidenziato nel quale immettere le somme di denaro che avete ricevuto o riceverete in futuro per la custodia e/o amministrazione. Ogni comunicazione sarà indirizzata in: ... In caso di cointestazione, contrassegnare la modalità d'uso della firma prescelta dai titolari del rapporto di deposito: DISGIUNTA/CONGIUNTA (Modalità non prevista per operazioni disposte tramite strumenti elettronici) Altre disposizioni: In caso di rilascio di delega ad operare sul deposito sopra indicato, contrassegnare: DELEGA NORME CHE REGOLANO IL DEPOSITO DI TITOLI A CUSTODIA ED AMMINISTRAZIONE E DI VALORI A CUSTODIA ART. 1 - OGGETTO DEL CONTRATTO 1.1 La Banca svolge il servizio di deposito a custodia delle somme di denaro presso di essa depositato, del quale acquista la proprietà per effetto della stipulazione del presente contratto. 1.2 La Banca si obbliga a resiturie al Cliente una somma corrispondente all'importo da quest'ultimo versato al momento della stipulazione e a corrispondere gli interessi nella misura del ... % a favore di quest'ultimo sulle somme depositate. ART. 2 - TITOLI, STRUMENTI FINANZIARI E VALORI OGGETTO DEL DEPOSITO Oggetto del deposito possono essere soltanto somme di denaro. ART. 3 - DEPOSITO DELLE FIRME AUTORIZZATE E POTERI DI RAPPRESENTANZA 3.1 II Cliente è tenuto a depositare la propria firma e quella delle persone autorizzate a rappresentarlo nei confronti della Banca, precisando per iscritto i limiti eventuali delle facoltà loro accordate. 3.2 Le revoche e le modifiche delle facoltà concesse alle persone autorizzate, nonché le rinunce da parte delle medesime, devono essere comunicate alla Filiale della Banca presso la quale è acceso il rapporto con lettera raccomandata o con lettera semplice consegnata personalmente e non saranno opponibili alla Banca finché non sia trascorso, dalla data di ricevimento della comunicazione, il tempo ragionevolmente necessario per provvedere che non potrà essere superiore a tre giorni lavorativi; ciò anche quando dette revoche, modifiche e rinunce siano state depositate e pubblicate ai sensi di legge o comunque rese di pubblica ragione. 3.3 Le altre cause di cessazione delle facoltà di rappresentanza non sono opponibili alla Banca sino a quando questa non ne abbia avuto notizia legalmente certa. 3.4 Quando il deposito è intestato a più persone, i soggetti autorizzati a rappresentare i cointestatari devono essere nominati per iscritto da tutti. 3.5 La revoca delle facoltà di rappresentanza può essere effettuata, in deroga all'art. 1726 cod. civ., anche da uno solo dei cointestatari mentre la modifica delle facoltà deve essere fatta da tutti. Per ciò che concerne la forma e gli effetti delle revoche, modifiche e rinunce nonché alle altre cause di cessazione delle facoltà di rappresentanza si rimanda al secondo e al terzo comma del presente articolo. II cointestatario che ha disposto la revoca è tenuto ad informarne gli altri cointestatari. 3.6 L'autorizzazione a disporre sul rapporto, conferita successivamente, non determina revoca implicita delle precedenti autorizzazioni. ART. 4 - RESTITUZIONE DEL DEPOSITO 4.1 La restituzione del deposito viene fatta al Cliente o ai suoi delegati, o legali rappresentanti, previa richiesta nel rispetto del termine di preavviso di giorni ... oppure del termine stabilito dagli usi.
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1 (PER IL CASO DI DEPOSITO NON VINCOLATO) 4.1 L'obbligo di restituzione di cui al comma precedente sorge alla scadenza del termine pattuito dalle parti alla data del ... . 4.2 In caso di morte del Cliente i di lui eredi si considerano immessi in luogo e stato del de cuius e il deposito continua sino a quando gli eredi non ne chiedano la restituzione, adempiendo alle formalità di legge. 4.3 Le istruzioni per l'amministrazione del deposito si considerano come non date se non sono impartite in modo identico o congiuntamente da tutti gli eredi. La restituzione del deposito è fatta a tutti gli eredi, senza ingerenza della Banca per quanto concerne le quote spettanti a ciascuno. Se però i titoli depositati sono attribuiti specificamente ad alcuno o alcuni eredi, e ciò sia legalmente comprovato, la Banca si attiene sia per l'amministrazione sia per la restituzione alle disposizioni del solo erede o dei soli eredi aventi diritto sul deposito. ART. 5 - LIBRETTO DI DEPOSITO A RISPARMIO 2 5.1 Se la Banca rilascia un libretto di deposito a risparmio, i versamenti e i prelevamenti si devono annotare sul libretto. 5.2 Il libretto di deposito a risparmio è regolato dalle Condizioni Contrattuali di seguito riportate. 5.3 Le annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della Banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra Banca e Cliente 3 . ART. 6 - RECESSO 6.1 Il presente contratto è a tempo indeterminato. Il Cliente può in ogni momento recedere dal contratto, senza che gli sia addebitata alcuna penalità, dandone comunicazione alla Banca a mezzo raccomandata a.r. o lettera semplice consegnata alla Filiale della Banca presso cui è in essere il rapporto. Il recesso è immediatamente efficace dal momento in cui la Banca ne riceve comunicazione. 6.2 Saranno a carico del Cliente le spese sostenute dalla Banca in relazione ad eventuali servizi aggiuntivi richiesti dal Cliente in occasione del recesso, ai sensi dell'art. 120-bis del D. Lgs. 385/1993 e relativa normativa di attuazione. 6.3 La Banca può recedere dal contratto dandone comunicazione scritta al Cliente mediante raccomandata A.R. con un preavviso di ... giorni. 6.4 In caso di recesso e in caso di cessazione per qualsiasi causa del contratto, la Banca provvederà ad estinguere il deposito entro i tempi massimi indicati nell'apposito allegato (espressi in giorni lavorativi). Tale termine decorre dal momento in cui il Cliente avrà consegnato alla Banca la documentazione richiesta, adempiuto a tutte le richieste della Banca strumentali all'estinzione del rapporto e si saranno concluse le eventuali operazioni in corso. I tempi di chiusura scadono con la restituzione degli strumenti finanziari al Cliente. ART. 7 - COMUNICAZIONI PERIODICHE 7.1 L'invio delle comunicazioni periodiche previste dalla normativa (rendiconto e Documenti di Sintesi), di lettere o eventuali notifiche e qualunque altra dichiarazione o comunicazione della Banca sarà fatto al Cliente con pieno effetto all'indirizzo indicato all'atto dell'apertura del deposito, oppure fatto conoscere successivamente per iscritto, ovvero a quelli altrimenti conosciuti dalla stessa Banca. 7.2 La Banca invia le comunicazioni periodiche, con la periodicità e ai costi indicati nel Documento di Sintesi allegato, di norma entro la fine del mese successivo al termine del periodo al quale si riferiscono. In mancanza di opposizione scritta, le comunicazioni si intendono approvate trascorsi ... giorni dal ricevimento. Il Cliente è tenuto ad informare tempestivamente per iscritto la Banca se non riceve le citate comunicazioni entro la scadenza sopra indicata. 7.3 Il Cliente riceve le comunicazioni periodiche obbligatorie per legge e quelle non obbligatorie che abbia richiesto, optando tra la forma cartacea e quella elettronica. Il Cliente, per attivare la forma elettronica, deve fare richiesta alla Banca del relativo servizio. Il Cliente può cambiare la modalità di comunicazione utilizzata in ogni momento del rapporto, salvo che la modifica sia incompatibile con la natura dell'operazione o del servizio. 7.4 In ogni caso, qualora il Cliente sia obbligato per legge a dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica, la Banca può inviare le comunicazioni solo in forma elettronica tramite tali strumenti. 7.5 Qualora il valore delle somme depositate non sia superiore a € ... ed il deposito stesso non abbia registrato movimentazioni nel corso dell'ultimo anno - ovvero, pur in presenza di movimentazioni e sempre nell'ambito del predetto limite, le relative informazioni siano già contenute nelle comunicazioni riguardanti il conto corrente - la Banca si riserva la facoltà di non inviare le comunicazioni periodiche di cui al comma precedente. 7.6 Se le condizioni economiche in vigore non sono variate rispetto all'ultimo Documento di Sintesi inviato, la Banca potrà, a sua discrezione, omettere l'invio o la consegna del Documento di Sintesi a condizione alternativamente che: - in qualsiasi momento il Cliente possa ottenere gratuitamente e tempestivamente dalla Banca copia del Documento di Sintesi con le condizioni economiche in vigore, oppure - il Cliente che abbia scelto il regime di comunicazioni telematiche possa accedere al Documento di Sintesi aggiornato, in qualsiasi momento, tramite le modalità di comunicazione concordate o ottenerne tempestivamente copia per posta elettronica. 7.7 Le spese per l'invio delle comunicazioni sopra indicate non possono essere in ogni caso superiori alle spese che la Banca ha effettivamente sostenuto per l'invio secondo la modalità prescelta, salvo i casi di esenzione previsti per legge. Il Cliente può chiedere la sospensione dell'invio delle comunicazioni non obbligatorie in qualsiasi momento del rapporto. ART. 8 - INVIO DI CORRISPONDENZA 8.1 L'invio della corrispondenza e le eventuali comunicazioni e notifiche della Banca sono fatte al Cliente con pieno effetto all'indirizzo da lui indicato nel presente contratto, oppure fatto conoscere successivamente per iscritto. 8.2 Quando il deposito è intestato a più persone, tutte le comunicazioni e le notifiche, in mancanza di accordi speciali, possono essere fatte dalla Banca ad uno solo dei cointestatari con pieno effetto anche nei confronti degli altri. 8.3 Le comunicazioni e le notifiche alla Banca devono essere fatte per iscritto alla Filiale della Banca presso la quale è stato costituito il rapporto. ART. 9 - COINTESTAZIONE DEL DEPOSITO 9.1 Quando il deposito è intestato a più persone con facoltà per le medesime di compiere operazioni anche separatamente, fermi restando gli eventuali limiti alle facoltà loro accordate, ciascuna di esse singolarmente può disporre del deposito. 9.2 La Banca deve pretendere il concorso di tutti i cointestatari per disporre sul deposito quando da uno di essi le sia stata notificata opposizione anche solo con lettera raccomandata. L'opposizione non ha effetto nei confronti della Banca finché questa non abbia ricevuto la comunicazione e non sia trascorso il tempo ragionevolmente necessario per provvedere che non potrà essere superiore a tre giorni lavorativi. 9.4 Nel caso di morte o di sopravvenuta incapacità d'agire di uno dei cointestatari del deposito di cui al primo comma del presente articolo, ciascuno degli altri cointestatari conserva il diritto di disporre separatamente del deposito. Analogamente lo conservano gli eredi del cointestatario, che saranno però tenuti ad esercitarlo tutti insieme ed il legale rappresentante dell'incapace. 9.5 Nei casi di cui sopra la Banca deve pretendere il concorso di tutti i cointestatari e degli eventuali eredi, quando da uno di essi o dal legale rappresentante dell'incapace le sia stata notificata opposizione anche solo con lettera raccomandata. ART. 10 - MODIFICHE UNILATERALI DEL CONTRATTO 10.1 In qualunque momento la Banca ha la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali, ai sensi e per gli effetti dell'art. 118 del d.lgs. n. 385/1993 e successive modifiche e integrazioni, qualora sussista un giustificato motivo. Le relative comunicazioni saranno validamente fatte dalla Banca in forma scritta, trasmessa mediante lettera semplice, o su altro supporto durevole trasmesso mediante una qualsiasi idonea tecnica di comunicazione a distanza accettata dal Cliente, con preavviso minimo di due mesi, ed entreranno in vigore con la decorrenza ivi indicata. 10.2 Nel caso di modifica unilaterale delle condizioni di contratto ai sensi del comma che precede, il Cliente ha diritto di recedere dal medesimo contratto entro la data di decorrenza della modifica proposta senza spese e con l'applicazione, in sede di liquidazione del rapporto, delle condizioni precedentemente praticate. Qualora non sia stato comunicato alla Banca il recesso entro il termine predetto, le modifiche si intenderanno approvate, con la decorrenza indicata nella citata comunicazione. 10.3 Nel caso in cui il tasso o le altre condizioni siano determinate con riferimento a specifici parametri oggettivi prescelti dalle parti (es. Euribor), non costituiscono modifica delle condizioni economiche le variazioni conseguenti alle diverse valorizzazioni di tali parametri; queste ultime sono, pertanto, automaticamente applicate e sono indicate nell'ambito delle ordinarie comunicazioni periodiche previste dalla normativa tempo per tempo vigente. ART. 11 - RECLAMI 11.1 Il Cliente può presentare reclami alla Banca con lettera semplice, da consegnarsi personalmente presso questa Filiale; con lettera raccomandata con avviso di ricevimento, da inviare all'ufficio reclami sito in ... ; con posta elettronica, all'indirizzo email ... ; con posta elettronica certificata all'indirizzo email ... . La Banca deve rispondere entro 30 giorni dalla ricezione del reclamo. 11.2 Il Cliente rimasto insoddisfatto o il cui reclamo non abbia avuto esito nel termine di ... giorni dalla sua ricezione da parte della Banca può presentare ricorso all'Arbitro Bancario e Finanziario, di cui al successivo art. 19, lett. b). ART. 12 - LEGGE REGOLATRICE DEL CONTRATTO, FORO COMPETENTE E RISOLUZIONE STRAGIUDIZIALE DELLE CONTROVERSIE 12.1 Il presente contratto, stipulato ed eseguito in lingua italiana, è regolato dalla legge italiana. 12.2 Per qualunque controversia che dovesse sorgere in dipendenza del presente contratto è competente il Foro stabilito per legge ... .
Per qualunque controversia che dovesse sorgere in dipendenza del presente contratto è competente in via esclusiva il Foro di ... ove si trova la Filiale della Banca presso la quale è in essere il rapporto. Nel caso in cui l'Utente rivesta la qualifica di consumatore ai sensi dell'art. 3 del d.lgs. n. 206/2005, sarà competente il Foro nella cui circoscrizione si trova la residenza o il domicilio elettivo dell'Utente stesso. 12.3 In relazione all'obbligo di esperire il tentativo di conciliazione, quale condizione di procedibilità nei casi previsti dalla legge per l'esercizio di azioni individuali davanti all'Autorità Giudiziaria (art. 5 d.lgs n. 28/2010), la Banca e il Cliente concordano di sottoporre le controversie che dovessero sorgere in relazione al presente contratto: a)su iniziativa del Cliente o della Banca, all'Organismo di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario - Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie - ADR (iscritto nel registro degli organismi di conciliazione tenuto dal Ministero della Giustizia), in quanto organismo specializzato nelle controversie bancarie e finanziarie, che dispone di una rete di conciliatori diffusa sul territorio nazionale. Il citato Organismo di mediazione costituito presso il Conciliatore Bancario Finanziario b) non richiede che sia stato preventivamente presentato un reclamo alla Banca. Nel caso in cui il Cliente rivesta la qualifica di consumatore ai sensi dell'art. 3 del d.lgs. n. 206/2005 la mediazione dovrà avere luogo presso la sede più vicina alla residenza o al domicilio del Cliente stesso. Le condizioni e le procedure sono definite nel relativo regolamento, disponibile sul sito www.conciliatorebancario.it e presso tutte le Filiali della Banca. Solo qualora nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia non fosse presente un ufficio di mediazione del Conciliatore BancarioFinanziario, la Banca e il Cliente potranno adire un altro mediatore iscritto nel registro degli organismi di mediazione, purché specializzato in materia bancaria e territorialmente competente. La Banca e il Cliente restano comunque liberi, anche dopo la sottoscrizione del presente contratto, di accettare per iscritto di rivolgersi ad un altro organismo, purché iscritto nel medesimo registro del Ministero della Giustizia; su iniziativa solo del Cliente, all'Arbitro Bancario Finanziario (in breve, ABF) - istituito ai sensi dell'art. 128-bis TUB. - dopo aver presentato reclamo alla Banca. L'ABF è un sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela per il mero accertamento di diritti, obblighi e facoltà (indipendentemente dal valore del rapporto) ovvero per la richiesta della corresponsione di una somma di denaro di importo non superiore a 100.000 euro. Tale sistema, al quale la Banca è tenuta ad aderire, è regolato dalle disposizioni emanate dalla Banca d'Italia. Per qualsiasi ulteriore informazione sulla procedura, il Cliente può chiedere alla Banca, alle filiali della Banca d'Italia o visitare il sito web dell'Arbitro Bancario Finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it). ART. 13 - RICHIESTA COPIA DELLA DOCUMENTAZIONE INERENTE A SINGOLE OPERAZIONI POSTE IN ESSERE NEGLI ULTIMI DIECI ANNI Il Cliente, colui che gli succede a qualunque titolo e colui che subentra nell'amministrazione dei suoi beni possono ottenere a proprie spese copia di documenti inerenti singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni. Tali spese saranno indicate al Cliente al momento della richiesta e saranno commisurate alla complessità della ricerca della documentazione, fermo restando che non saranno in ogni caso superiori ai costi che la Banca ha sostenuto per la relativa produzione, nei limiti di quanto indicato nei fogli informativi. ART. 14 - OBBLIGHI DI ADEGUATA VERIFICA AI SENSI DELLA NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO Il Cliente, ai sensi della normativa antiriciclaggio applicabile al rapporto instaurato con il presente contratto, è obbligato a fornire, sotto la sua responsabilità, tutte le informazioni necessarie e aggiornate per consentire alla Banca di adempiere agli obblighi di adeguata verifica del Cliente medesimo, dell'eventuale esecutore e dell'eventuale titolare effettivo. In caso di inadempimento del Cliente al predetto obbligo, con conseguente impossibilità per la Banca di rispettare tali obblighi di adeguata verifica, saranno applicate le disposizioni previste dalla succitata normativa e dalle relative disposizioni di attuazione, con conseguente risoluzione del presente contratto. ... , lì ... La Banca Il Cliente ... ... Il cliente dichiara di approvare specificamente, anche ai sensi e per gli effetti dell'art. 1341, comma 2, c.c., ovvero delle disposizioni in materia di trasparenza bancaria, le seguenti condizioni generali di contratto: Art. 4 (restituzione del deposito); Art. 6 (recesso); Art. 7 (comunicazioni periodiche); Art. 8 (invio di corrispondenza); Art. 9 (cointestazione del deposito); Art. 10 (modifiche unilaterali del contratto); Art. 11 (reclami); Art. 12 (legge regolatrice del contratto, foro competente e risoluzione stragiudiziale delle controversie). Il Cliente ... OGGETTO: LIBRETTO DI DEPOSITO A RISPARMIO N. 4 ... Il/la/ sig./sig.ra la società ... , nato/a/ iscritta nel R.I. a ... il ... C.F./P.IVA ... e residente/con sede legale in ... alla ... (di seguito “Cliente”) con la presente chiede l'apertura di un deposito, a me/noi intestato e contrassegnato dal numero sopra avidenziato nel quale immettere le somme di denaro che avete ricevuto o riceverete in futuro per la custodia. Dichiaro/Dichiariamo di aver preso conoscenza e di accettare integralmente il REGOLAMENTO di seguito riportato, nonché quanto eventualmente indicato nel seguente riquadro. REGOLAMENTO Art. 1 I depositi effettuati sul libretto di risparmio sono regolati dalle presenti norme e ad essi si applicano le condizioni economiche riportate nel Documento di Sintesi allegato al presente contratto. Art. 2 – Il libretto può essere, a scelta del Cliente, libero o vincolato, al portatore oppure nominativo. Se è al portatore, è tale anche se intestato a nome di una persona o di un ente o in altro modo contrassegnato. I depositi effettuati su libretti al portatore dopo il 10 gennaio 1997 non sono coperti dalle garanzie del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Art. 3 – I versamenti e i prelevamenti sono da effettuarsi in contanti su presentazione del libretto presso la Filiale emittente, la quale provvede alle relative annotazioni. Art. 4 – Se il libretto è al portatore, la Banca considera il presentatore come legittimo possessore del libretto stesso; essa non ha alcun obbligo di fare indagini circa la legittimità del possesso e ciò anche nei casi di cui al successivo art. 11. In conformità all'art. 1997 c.c. il credito risultante dal libretto al portatore non può essere sottoposto a sequestro o pignoramento presso la Banca emittente. Il saldo dei libretti al portatore non può essere superiore al limite tempo per tempo stabilito dalla normativa antiriciclaggio. Art. 5 – Se il libretto è nominativo i rimborsi vengono fatti all'intestatario del libretto o al suo rappresentante debitamente legittimato. È ammessa l'intestazione del libretto nominativo a più persone, anche con facoltà per ciascuno di compiere operazioni separatamente. Art. 6 – Qualora la Banca lo consenta, il libretto nominativo può essere sottoposto a particolari condizioni di vincolo a richiesta del Cliente. Il vincolo deve essere annotato sul libretto dalla Banca. Art. 7 – Fatto salvo quanto previsto al successivo art. 11 per i depositi vincolati a scadenza fissa, in tutti gli altri casi gli interessi sono capitalizzati annualmente ed annotati in occasione della prima presentazione del libretto dopo la capitalizzazione, in via immediatamente anteriore ad eventuali nuove movimentazioni; sono altresì liquidati in occasione dell'estinzione del libretto. Dagli interessi maturati la Banca è peraltro facoltizzata a decurtare, entro il limite dell'importo degli interessi stessi, eventuali costi contrattualmente previsti nel frattempo maturati. Qualora il deposito non abbia avuto movimentazione da oltre un anno e presenti un saldo creditore non superiore a € ... , la Banca cessa di corrispondere gli interessi, cessa di addebitare le spese di liquidazione annuale e di inviare la comunicazione periodica annuale ai sensi dell'art. 119, comma 1 d.lgs. n. 385/1993 e delle relative disposizioni di attuazione. La Banca invia al Cliente le comunicazioni periodiche relative al libretto nominativo con la periodicità indicata nel documento di sintesi allegato. A tal fine il Cliente può scegliere le modalità di invio delle comunicazioni periodiche optando tra la forma cartacea e quella elettronica. Il Cliente, per attivare la forma elettronica, deve far richiesta alla Banca del relativo servizio. Il Cliente può cambiare la modalità di comunicazione utilizzata in ogni momento del rapporto, salvo che la modifica sia incompatibile con la natura dell'operazione o del servizio. Le spese per l'invio delle comunicazioni periodiche non possono essere in ogni caso superiori alle spese che la Banca ha effettivamente sostenuto per l'invio secondo la modalità prescelta. Per i libretti al portatore, la comunicazione periodica annuale, relativa all'anno di riferimento, è messa a disposizione degli esibitori, che possono ritirarla, presso la Filiale emittente entro, e non oltre, il 30 gennaio dell'anno successivo. Art. 8 – In caso di smarrimento, distruzione o sottrazione del libretto, il possessore per i libretti al portatore, l'intestatario o chiunque dimostri di avervi diritto per i libretti nominativi, devono farne denuncia scritta alla Filiale emittente, conformandosi alle disposizioni delle vigenti leggi. Art. 9 – Fatto salvo quanto eventualmente previsto in altre clausole o condizioni del presente contratto, il contratto è a tempo indeterminato e il Cliente può in ogni momento recedere. Il libretto presentato per l'estinzione, o per la rinnovazione è ritirato dalla Banca. In caso di recesso e in caso di cessazione per qualsiasi causa del contratto la Banca provvederà a estinguere il rapporto entro ... giorni lavorativi. Tale termine decorre dal momento in cui il Depositante avrà presentato il libretto per l'estinzione e adempiuto a tutte le richieste della Banca strumentali all'estinzione del rapporto. Art. 10 – Ai sensi e per gli effetti dell'art. 118 del d.lgs. n. 385/1993 (Testo Unico Bancario) e successive modifiche e integrazioni, la Banca ha la facoltà di modificare unilateralmente, in qualunque momento, qualora sussista un giustificato motivo, i tassi e ogni altra condizione economica o normativa del contratto, senza alcuna eccezione. Le relative comunicazioni saranno validamente fatte dalla Banca, in caso di libretto nominativo, mediante lettera semplice all'ultimo indirizzo indicato dal Cliente e, in caso di libretto al portatore, mediante avviso esposto nei locali aperti al pubblico della Banca medesima. Le variazioni entreranno in vigore con la decorrenza indicata nella comunicazione o nell'avviso. Nel caso di modifica unilaterale delle condizioni di contratto ai sensi del comma che precede, il Cliente ha diritto di recedere dal medesimo contratto entro 60 (sessanta) giorni dal ricevimento della relativa comunicazione senza spese e con l'applicazione, in sede di liquidazione del rapporto, delle condizioni precedentemente praticate. Qualora il Cliente non abbia comunicato alla Banca il proprio recesso entro il termine predetto, le modifiche si intenderanno approvate dallo stesso, con la decorrenza indicata nella citata comunicazione. Nel caso in cui il tasso o le altre condizioni siano determinate con riferimento a specifici parametri oggettivi prescelti dalle parti (es. Euribor), non costituiscono modifica delle condizioni economiche le variazioni conseguenti alle diverse valorizzazioni di tali parametri; queste ultime sono, pertanto, automaticamente applicate e sono indicate al Cliente nell'ambito delle ordinarie comunicazioni periodiche previste dalla normativa tempo per tempo vigente. Art. 11 – Nel caso di deposito vincolato a scadenza fissa, la durata del vincolo è indicata sul libretto. Il periodo di vincolo decorrerà quindi dal momento di apertura del deposito e scadrà l'ultimo giorno del mese corrispondente alla durata indicata, computando o meno nel conteggio il mese in corso al momento dell'apertura del deposito in applicazione della seguente regola: - si computa il mese in corso qualora l'apertura del deposito avvenga in un giorno compreso tra i primi ... del mese (entro quindi il giorno ... del mese); - non si computa il mese in corso (il conteggio dei mesi inizierà quindi a partire dal mese successivo) qualora l'apertura del deposito avvenga in un giorno successivo ai primi ... del mese (a partire quindi dal giorno ... del mese). Ai depositi vincolati a scadenza fissa si applicano inoltre le seguenti speciali disposizioni: a) durante il periodo di vincolo sono ammessi solo versamenti. Fatto salvo quanto previsto al successivo punto d), non possono essere quindi effettuati prelievi di somme, né può essere estinto il deposito. Resta peraltro inteso che i versamenti eventualmente effettuati non comportano novazione della data di scadenza del vincolo, che rimarrà quindi immutata; b) alla scadenza, il vincolo si rinnoverà automaticamente, per un nuovo periodo di durata uguale al precedente. Nel corso di tale successivo periodo di vincolo, troverà applicazione il tasso così come revisionato in base alla regola stabilita e indicata tra le condizioni economiche del contratto; c) gli interessi matureranno e diverranno esigibili esclusivamente alla scadenza del vincolo, al tasso d'interesse contrattualmente vigente per quel periodo. Dagli interessi maturati la Banca è peraltro facoltizzata a decurtare, entro il limite dell'importo degli interessi stessi, eventuali costi contrattualmente previsti nel frattempo maturati. Tali interessi, al netto di ritenuta fiscale e dell'eventuale costo di cui sopra, saranno accreditati direttamente sul deposito, con effetto di capitalizzazione, anche in assenza di relativa annotazione sul libretto. Tale annotazione sarà in ogni caso effettuata in occasione della prima presentazione successiva, in via immediatamente anteriore ad eventuali nuove movimentazioni; d) in deroga a quanto previsto al punto a), possono essere effettuati prelievi di somme, ovvero il libretto può essere estinto, solo dal giorno ... al giorno ... del mese successivo alla scadenza del vincolo. In caso di prelievi di somme o di estinzione del deposito fuori da tale periodo, si applicheranno le penalizzazioni stabilite e indicate tra le condizioni economiche del contratto. Art. 12 – Per tutto quanto non previsto trovano applicazione le disposizioni di legge o regolamentari applicabili al rapporto. In caso di norme imperative, esse dovranno in ogni considerarsi prevalenti su quelle riportate in contratto, se divergenti, con effetto di automatica modifica e/o integrazione del contratto stesso. Art. 13 – Il Cliente può presentare reclami alla Banca con lettera semplice, da consegnarsi personalmente presso questa filiale; con lettera raccomandata con avviso di ricevimento, da inviare all'ufficio reclami, sito in ... ; con posta elettronica, all'indirizzo email ... . La Banca deve rispondere entro ... giorni dalla ricezione del reclamo. Il Depositante rimasto insoddisfatto o il cui reclamo non abbia avuto esito nel termine di 30 giorni dalla sua ricezione da parte della Banca può presentare ricorso all'Arbitro Bancario di cui al successivo art. 14, lettera a). Art. 14 – Il contratto, stipulato in lingua italiana, è regolato dalla legge italiana. Per qualunque controversia che dovesse sorgere in dipendenza del contratto è competente in via esclusiva il Foro di ... o, a scelta della Banca, quello nella cui giurisdizione si trova la Filiale della Banca presso la quale è stato acceso il deposito, ad eccezione del caso in cui in Depositante rivesta la qualifica di consumatore ai sensi dell'art. 3 del d.lgs. n. 206/2005. In tale ultimo caso, sarà competente il Foro nella cui circoscrizione si trova la residenza o il domicilio elettivo del Cliente. Resta salva la facoltà per il Depositante di ricorrere: a) all'Arbitro Bancario Finanziario (in breve, ABF) - dopo aver presentato reclamo alla Banca secondo le modalità di cui al precedente art. 13 - sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela per l'accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto, e per la richiesta della corresponsione di una somma di denaro di importo non superiore a € ... , istituito con delibera del C.I.C.R. (Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio) n. 275/2008, assunta ai sensi dell'art. 128-bis TUB. Tale sistema, al quale la Banca è tenuta ad aderire, è recolato dalle disposizioni emanate dalla Banca d'Italia in data 18 gennaio 2009 (Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari). Per qualsiasi ulteriore informazione sulla procedura, il Depositante può chiedere alla Banca, alle filiali della Banca d'Italia o visitare il sito web dell'Arbitro Bancario Finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it); b) all'Organismo di conciliazione presso il Conciliatore Bancario, associazione alla quale aderisce la Banca, che promuove l'attività di conciliazione stragiudiziale delle controversie anche in materia bancaria e creditizia al fine di favorire il raggiungimento di un accordo. Le condizioni e le procedure sono definite nel relativo regolamento, disponibile sul sito www.conciliatorebancario.it e presso tutte le Filiali della Banca. Luogo e data ... La Banca Il Cliente ... ... Il Cliente dichiara altresì di approvare specificamente, anche ai sensi e per gli effetti dell'art. 1341, comma 2 c.c., ovvero delle disposizioni in materia di trasparenza bancaria, le seguenti norme sopra riportate: Art. 7 - comma 3 (onere dell'esibitore di ritirare la comunicazione periodica annuale); Artt. 7 e 11 (periodicità di capitalizzazione); Art. 10 - comma 1 e 2 (variazione delle norme e condizioni economiche del rapporto anche in senso sfavorevole); Art. 11 - comma 2 punto d) (penalizzazione in caso di prelievi - estinzione prima della scadenza del vincolo); Art. 14 (Foro competente). (Firme dei depositanti) Luogo e data ... Il Cliente ... [1] 1. La presente clausola dovrà essere inserita nel corpo del contratto nel caso di “deposito vincolato”, in cui cioè non si prevede un termine finale di durata del contratto, per cui il Cliente depositante non può domandare la restituzione delle somme di denaro prima della scadenza di tale termine. [2] 2. Il libretto può essere pagabile al portatore, al portatore intestato ad una persona determinata. [3] 3. Ai sensi dell'art. 1835, comma 3 c.c. è nullo ogni patto contrario, che cioè stabilisca che le annotazioni sul libretto firmate dall'impiegato della Banca che appare addetto al servizio non fanno piena prova tra le parti. [4] 4. Questa formula dovrà essere redatta soltanto nel caso in cui la conclusione del contratto sia accompagnata dalla consegna al Cliente del libretto di deposito a risparmio. CommentoN ozione e funzione del deposito bancario. L'ordinamento italiano non fornisce alcuna definizione legale del contratto tipico di deposito bancario; ciononostante dal disposto dell'art. 1834 c.c., rubricato “Depositi di danaro”, è possibile ricostruirne la definizione. Il primo comma di questa norma stabilisce che “nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà, ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi”. Il deposito bancario può quindi essere definito come quel contratto con il quale una parte, detta “depositante”, consegna alla banca una certa somma di denaro e quest'ultima, c.d. “depositario”, si obbliga a restituire il tantundem eiusdem generis alla scadenza del termine finale pattuito o, in mancanza di questo, alla semplice richiesta del depositante. Per effetto della peculiare natura giuridica dell'oggetto del contratto di deposito bancario, ovvero il denaro, che è ontologicamente un bene fungibile (destinato ai più svariati utilizzi), è pacifico che la consegna di una certa somma dal cliente-depositante alla banca depositaria comporti il trasferimento della proprietà sul denaro a favore di quest'ultima. Per questo motivo e per la struttura legale del deposito bancario, può dirsi con certezza che questo contratto realizza naturalmente un'operazione bancaria c.d. “passiva”, poiché attraverso la consegna dei capitali da parte dei clienti la banca svolge l'attività ad essa riservata dagli artt. 10 e 11 TUB e costituzionalmente rilevante ai sensi dell'art. 47 Cost. della raccolta del risparmio. In questo modo si coglie l'importanza nevralgica del contratto di deposito bancario, posto che la raccolta del risparmio costituisce un'attività propedeutica e funzionale all'altro tipo di attività che solo le banche possono svolgere per legge, e cioè quello di erogazione del credito mediante inserimento del capitale nel circuito economico. Tanto si evince anche dagli artt. 11 e 12 TUB che inquadrano l'inserimento dei titoli in deposito tra gli strumenti di raccolta delle risorse indispensabili per assicurare un costante ed adeguato livello di liquidità agli istituti. Può dunque dirsi che il contratto di deposito bancario riveste un'importanza centrale nell'attuale economia per i privati, consentendo alle banche di svolgere le attività ad esse destinate dalla legge, ovvero la raccolta del risparmio e, di conseguenza, l'erogazione del credito (mediante aperture di credito, anticipazioni bancarie e sconti bancari) e, al contempo, in un orizzonte più generale, esso realizza finalità di rilievo costituzionale, attuando il dettato dell'art. 47 della Costituzione che considera quale valore costituzionale la tutela del risparmio in tutte le sue forme. La struttura del deposito bancario dimostra poi come questo contratto che si perfezioni mediante la consegna del denaro dal depositante al depositario, atteggiandosi così come contratto reale, per la cui conclusione non è quindi sufficiente il mero scambio di consensi legittimamente prestati dalle parti. Il profilo della realità del contratto di deposito bancario rappresenta un elemento di forte comunanza con il contratto di deposito c.d. “ordinario” di cui agli artt. 1766 e susseguenti del c.c. Il contratto di deposito bancario, però, a differenza del deposito ordinario svolge però anche un'ulteriore funzione oltre a quella ,propria di tutti i depositi (compreso quello “ordinario” di cui all'art. 1766 c.c.), di custodia, specificata poi nell'art. 1838 c.c., poiché con esso si persegue l'interesse del cliente alla conservazione delle somme da egli depositate fino al momento della loro restituzione; consegnando il denaro alla banca, infatti, il depositante evita di doverlo conservare personalmente, affidandolo ad un soggetto, l'istituto di credito, che è naturalmente munito di luoghi e sistemi di sicurezza che assicurano meglio la conservazione del denaro depositato presso di esso. In secondo luogo il deposito bancario svolge anche una funzione creditizia, poiché per effetto della sua stipulazione la banca corrisponde al depositante un interesse sulle somme depositate, senza pretendere alcun compenso. In questo modo i clienti potranno vedere aumentata la somma cui avranno diritto al momento della scadenza finale del contratto o a semplice richiesta del cliente (specie ove tale somma sia ingente ed il deposito abbia una durata lunga nel tempo), così da essere incentivati a concludere i depositi bancari. Piuttosto, la circostanza per cui il deposito bancario si conclude con la traditio del denaro dal cliente alla banca, unita al fatto che ai sensi dell'art. 1834 c.c., anche per la natura giuridica fungibile del denaro stesso, la banca ne acquisti immediatamente la proprietà e, come tale, può servirsene liberamente ex art. 1782 c.c., essendo obbligata a restituirne poi il tantundem, inducono la dottrina e la giurisprudenza prevalenti a ravvisare una forte similitudine di questa fattispecie contrattuale con quella del deposito c.d. “irregolare” di cui all'art. 1782 c.c. Anche in quest'ultimo, infatti, il depositario acquista immediatamente la proprietà del denaro o di una certa quantità di cose fungibili che gli sono consegnate ed assume l'obbligo di restituire poi al depositante soltanto una quantità corrispondente di cose appartenente alla stessa specie e qualità di quelle depositate. Quest'opinione è suffragata dalla Relazione al c.c. del 1842, dove con riguardo al contratto di deposito bancario, si rileva che questa figura "domina tutti i depositi irregolari, restando integrata, per i depositi bancari, da quanto stabiliscono gli artt. 1834 e 1837". Il deposito bancario di distinguerebbe però dal deposito irregolare in quanto nel primo caso vi è l'elemento specializzante per cui il depositante è sempre una banca e, inoltre, perché il contratto bancario svolge non solo la funzione precipua di custodia dei beni depositati, ma anche quella ulteriori creditizia. Il deposito bancario costituisce dunque un contratto tipico, bilaterale, reale, ad effetti obbligatori, unilaterale (poiché le obbligazioni incombono soltanto sulla banca, obbligata a restituire al depositante le somme depositate ed a corrispondere gli interessi su di esse maturati), oneroso, di durata e ad esecuzione continuata, normalmente collegato ad un contratto di conto corrente bancario, consentendo così al cliente di effettuare versamenti e prelevamenti nel tempo. Tipologie di deposito bancario. La dottrina ha elaborato molteplici classificazioni in relazione al deposito bancario. Innanzitutto si distingue tra deposito c.d. “semplice”, “a risparmio” o “di conto corrente”. Il deposito bancario è “semplice” allorquando il cliente non può eseguire ulteriori versamenti o prelevamenti parziali e può chiedere la restituzione del denaro depositato ed il pagamento degli interessi eventualmente maturati soltanto in un'unica soluzione. Quando il deposito bancario è così regolato pattiziamente, esso svolge esclusivamente una funzione di garanzia per il cliente, il quale intende disfarsi dell'onere di custodire il proprio denaro, consegnandolo per un certo periodo di tempo ad un soggetto, la banca, che è meglio in grado di conservarlo. Nella normalità dei casi, invece, il deposito bancario è c.d. “a risparmio”, per tale intendendosi quello con cui il cliente-depositante pul effettuare in qualsiasi momento versamenti e prelievi, anche parziali; quando avviene il deposito di denaro la banca consegna al cliente un libretto di risparmio su cui vengono man mano annotate le varie operazioni eseguite. Per un maggiore approfondimento sul punto si veda infra. Il deposito bancario è invece c.d. “di conto corrente” laddove il cliente si riservi la facoltà di mutare durante il rapporto bancario l'ammontare del deposito attraverso successivi versamenti e prelievi effettuati, appunto, su conto corrente bancario esistente tra le parti. Ulteriore distinzione classificatoria che riguarda il deposito bancario è quella tra deposito c.d. “libero” e deposito c.d. “vincolato”. Il deposito bancario si dice “libero” quando la banca è obbligata a restituire la somma presso di essa depositata in base alla semplice richiesta del depositante, fatto salvo l'obbligo di quest'ultimo di preavviso, così come regolato dal contratto o, in mancanza, dagli usi. Questa regola, sancita dal primo comma dell'art. 1834 c.c., costituisce esplicazione del principio generale del divieto di assunzione di vincoli contrattuali perpetui, ammettendo un recesso ad nutum da parte del cliente, temperato dall'obbligo di preavvisare la banca depositaria. In ordine al deposito c.d. “libero” la giurisprudenza della Suprema Corte con la sentenza n. 788/2012 ha chiarito che “Nel deposito bancario, negozio complesso di durata che costituisce un contratto d'impresa, caratterizzato da profili speculativi, in cui l'interesse della banca alla raccolta ed alla gestione del risparmio concorre con quello del privato alla custodia ed alla rimuneratività delle somme, l'obbligo restitutorio della banca sorge (salvo il caso di previsione di un termine convenzionale di scadenza del contratto) solo a seguito della richiesta del cliente, quale condizione di esigibilità del credito del medesimo, con la conseguenza che l'inerzia al riguardo tenuta non è interpretabile come manifestazione di disinteresse a far valere il suo diritto, cui possa collegarsi il decorso del termine prescrizionale, ma come mero esercizio di una facoltà, onde la prescrizione del diritto del depositante ad ottenere la restituzione delle somme depositate non inizia a decorrere prima che il cliente abbia richiesto la somma in restituzione, facendo sorgere il corrispondente obbligo della banca”. Il deposito bancario è detto c.d. “vincolato” tutte le volte in cui la banca è obbligata a restituire la somma depositata solo ed esclusivamente al momento in cui si verifica la scadenza pattuita. Quanto alla disciplina legale, il comma 2 dell'art. 1836 c.c. prevede che “salvo patto contrario, i versamenti ed i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto”. Questa norma sancisce un principio consolidato negli usi bancari materia di deposito c.d. “ad uso”. La banca, pertanto, è obbligata ad effettuare il pagamento (o a ricevere il versamento) a chi è munito della legittimazione attiva e soltanto nella propria sede o nella succursale che ha ricevuto il deposito stesso. Quello che grava sulla banca è dunque un debito c.d. querable che, come tale, dev'essere adempiuto al domicilio del creditore e non portable (cioè da adempiere al domicilio dal debitore), come peraltro già sostenuto da tempo in dottrina ed in giurisprudenza. Tale regola, però, è destinata a cadere nel caso in cui vi sia tra le parti una pattuizione di segno diverso; ipotesi, questa, molto frequente, dal momento che il contratto di deposito bancario semplice o c.d. “ad uso” si accompagna fisiologicamente ad altre operazioni quali il giroconto bancario, il conto corrente bancario o di corrispondenza. Il deposito bancario c.d. “a risparmio” e la responsabilità della banca per il caso dei prelevamenti c.d. “illegittimi” . Il legislatore prevede una disciplina ad hoc per la peculiare ipotesi del deposito bancario c.d. “a risparmio”, per il caso cioè in cui al momento della conclusione del contratto la banca consegni al cliente un documento, il c.d. “libretto di risparmio”, in cui ai sensi dell'art. 1835, comma 1 c.c., si devono annotare tutti i versamenti ed i prelevamenti effettuati nel corso del rapporto. Il secondo comma dell'art. 1835 c.c. prevede poi che “le annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante”. Questa disposizione si spiega non tanto nell'ottica di tutelare reciprocamente le parti del contratto, bensì di proteggere l'interesse dei terzi a non essere pregiudicati da eventuali annotazioni (di versamenti e/o prelevamenti) non veritiere. Pertanto la regola di cui al secondo comma dell'art. 1835 c.c. è volta da una parte a mettere le parti nella condizione di poter conoscere in qualsiasi momento con assoluta certezza l'ammontare dei loro debiti e crediti, dall'altra ad evitare che possano essere realizzate frodi in danno dei terzi attraverso la successiva messa in circolazione del libretto che venga trasferito con le modalità di legge a terzi. Infine, onde assicurare il rispetto della tutela delle parti contrattuali e dei terzi il terzo comma di questa norma stigmatizza con la nullità ogni patto contrario, con cui cioè le parti convengano che le annotazioni effettuate dall'impiegato della banca preposto (anche solo apparentemente) al servizio di cassa facciano piena prova non solo fra di loro, ma anche nei confronti dei terzi. Deve poi rilevarsi che la particolare efficacia probatoria che la legge attribuisce al libretto di risparmio non preclude, peraltro, la possibilità per le parti di dimostrare in giudizio che abbiano avuto luogo operazioni che non risultano annotate su tale documento o che, pur annotate, non siano state sottoscritte dal funzionario; sul punto la giurisprudenza consolidata (ex multisCass. III, n. 13643/2014) ritiene che “in tema di libretti di deposito a risparmio, la particolare efficacia probatoria prevista dall'art. 1835, comma 2 c.c. si riferisce alle annotazioni che effettivamente figurino apposte sul libretto, senza che, da ciò, derivi una presunzione legale assoluta di compimento delle sole operazioni annotate. Ne consegue che è sempre ammessa la dimostrazione che un'operazione di versamento o prelevamento di somme, benché non annotata sul libretto, sia stata effettivamente eseguita”. Dunque le parti ben possono dimostrare che le operazioni annotate e sottoscritte sul libretto di deposito a risparmio non hanno avuto luogo, ad esempio provando l'apocrifia o la falsità della le sottoscrizioni in calce alle singole operazioni annotate. Sulla scorta di questa interpretazione la giurisprudenza dominante (cfr. Cass. I, n. 2122/2014) stabilisce che nel contratto di deposito a risparmio, a norma dell'art. 1835, comma 2 c.c., le annotazioni sul libretto, firmate dall'impiegato della banca che appaia addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante, presupponendo peraltro tale speciale efficacia probatoria che il documento presenti i requisiti formali minimi corrispondenti alla individuazione dello stesso in conformità al modello tipico, situazione che non si verifica allorché l'efficacia in questione sia stata sottratta in radice al documento, ove, in seguito a giudizio penale, siano state dichiarate false le annotazioni su di esso apposte. Il c.d. “libretto di risparmio” svolge quindi innanzitutto una funzione probatoria, per cui ogni annotazione su di esso effettuata dal funzionario - o da chi appaia essere tale secondo i principi che regolano l'apparentia iuris – fa piena prova tra le parti, per tale intendendosi che non occorrono ulteriori elementi per dimostrare in giudizio che hanno avuto luogo i versamenti e/o prelevamenti riportati, le loro date ed il relativo ammontare. Inoltre il libretto di risparmio svolge altre due funzioni, consistenti da un lato in quella di provare l'avvenuta stipulazione del contratto di deposito bancario e degli accadimenti relativi ad esso (poiché esso viene rilasciato al cliente solo se ha concluso un deposito bancario) e dall'altro nella attribuzione della legittimazione all'esercizio del credito e di circolazione dello stesso (art. 1836 c.c.). Rispetto alla funzione di legittimazione e circolazione libretto di deposito a risparmio può essere nominativo, nominativo con clausola "pagabile al portatore", al portatore e al portatore intestato ad un determinato soggetto. Si ritiene che i libretti nominativi e quelli nominativi con clausola “pagabile al portatore” vadano qualificati come “documenti di legittimazione”, in quanto tali idonei solo ad identificare il creditore nei cui confronti il libretto è stato emesso. Tali libretti, infatti, abilitano alle operazioni di versamento e prelievo nei confronti della banca soltanto colui che risulti essere l'intestatario e, pertanto, non possono circolare. La natura “nominativa” del libretto garantisce così una maggiore sicurezza in ordine all'effettuazione di operazioni rispetto a quanto oggetto di deposito bancario, circoscrivendo sensibilmente il novero dei soggetti legittimati a compierle. I libretti al portatore ed al portatore che siano stati intestati ad un determinato soggetto, cioè quei documenti che legittimano chi li presenti alla banca ad ottenere il pagamento mediante prelevamento senza la necessità che sussistano altre condizioni invece, sono inquadrati dalla giurisprudenza (così Cass. III, n. 22328/2007) nel novero dei titoli di credito. Questi libretti, infatti, possono circolare – e con essi la legittimazione attiva a compiere prelevamenti sulle somme giacenti sul deposito bancario – attraverso la mera consegna del libretto dal possessore ad un terzo. In ogni caso il cliente che concluda il deposito bancario è tenuto a conservare con le dovute cautele il libretto di risparmio e ad esibirlo ogni qual volta intenda effettuare un'operazione sulla somma depositata. Nell'ambito del deposito bancario c.d. “a risparmio” una problematica di grande rilievo operativo è rappresentata dall'individuazione del grado di diligenza esigibile nei confronti della banca che effettui il pagamento nei confronti del soggetto che si presenti come legittimo portatore del libretto di risparmio. Il problema nasce per effetto del disposto della norma di cui all'articolo 1836 c.c. che stabilisce, nel caso di libretto di deposito pagabile al portatore e di libretto di deposito pagabile al portatore intestato ad una determinata persona o in altro modo contrassegnato, che la banca che senza dolo o colpa grave adempie nei confronti del possessore è liberata, anche qualora questi non sia il depositante. Pertanto la banca depositaria che abbia adempiuto nei confronti del portatore del documento consistente nel libretto di risparmio – sia che questi coincida soggettivamente con il depositante sia che ciò non accada - utilizzando la dovuta diligenza nell'effettuare le verifiche ed i controlli del caso va esente da responsabilità contrattuale nei confronti del legittimo titolare per il caso di prelievo illegittimo; è quanto accade nell'ipotesi, per vero non infrequente nella prassi, in cui il prelievo venga effettuato mediante l'apposizione di una sottoscrizione falsa in calce al documento che attesta l'operazione. Sul punto la giurisprudenza consolidata (ex multis Cass. III, 12 n. 12460/2008) ha specificato l'obbligo di diligenza professionale gravante sulla banca sancendo che questa deve sempre procedere ad identificare colui che si presenta come possessore del libretto di deposito, non potendo sottrarsi "ad un generale obbligo di correttezza e diligenza diretto all'espletamento di tutte le attività necessarie a salvaguardare l'effettivo titolare del diritto, mediante un accurato controllo sulla legittimazione del portatore, specie se sono emerse circostanze idonee a giustificare un qualche sospetto". Ne consegue che la banca che adempia nei confronti del terzo senza assumere le dovute cautele del caso, da valutare in concreto, ma tra cui rientra sempre l'identificazione del possessore del libretto nelle sue generalità, non risulta liberata dall'obbligo di restituzione nei confronti del vero titolare. Recentemente poi la Cass. I, n. 31193/2017 ha stabilito che nel caso di prelievi illegittimi dal libretto di risparmio da parte del procuratore generale dopo la morte del depositante, la banca deve ritenersi esente da responsabilità laddove ricorrano cumulativamente due condizioni: da un lato l'Istituto di credito depositario dimostri di non aver ricevuto comunicazione dagli eredi della'avvenuta morte del correntista e, dall'altro, laddove dalle movimentazioni poste in essere dal procuratore generale non emerga alcuna anomalia per importi o frequenza delle stesse, tali da imporre alla banca, quantomeno in via prudenziale, un diverso comportamento. Per contro, evidenzia la Cassazione, nel caso di abuso della procura (o di mancanza della stessa) il comportamento meramente omissivo non può ritenersi sufficiente ad integrare la colpa per mancata diligenza della banca. Profili fiscali La rilevanza dei conti correnti bancari è centrale ai fini dell'accertamento di maggiori redditi rispetto a quelli dichiarati dal contribuente. Invero, l'art. 32 del d.P.R. n. 600/1973 pone una presunzione di reddito, a carico degli imprenditori, sia per i versamenti che per i prelevamenti se il contribuente non ne indica il beneficiario e purché non risulti dalle scritture contabili. Tale presunzione opera anche per i prelevamenti, che di norma costituiscono un costo ovvero un impiego di redditi, in quanto la norma richiamata assume, da un alto, che gli stessi siano stati utilizzati per effettuare un acquisto non contabilizzato, concernente l'attività di impresa e, da un altro, che al costo non contabilizzato corrisponda un ricavo anch'esso non contabilizzato. È incontroverso, almeno nella giurisprudenza di legittimità, che l'onere probatorio dell'Amministrazione è soddisfatto attraverso i dati e gli elementi risultanti dai conti predetti, che si presumono riferiti all'attività economica del contribuente, gli accrediti quali ricavi e gli addebiti quali corrispettivi versati per l'acquisto di beni e servizi reimpiegati nella produzione, determinandosi un'inversione dell'onere della prova a carico del contribuente, il quale deve dimostrare, con una prova analitica per ogni versamento bancario, che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili ad operazioni imponibili (Cass. sez. trib., n. 15857/2016). La presunzione collegata ai prelevamenti era stata estesa, modificando per le imposte sui redditi l'art. 32 del d.P.R. n. 600/1973 e per l'IVA l'art. 51 del d.P.R. n. 633/1972, dall'articolo unico della l. n. 311/2004, commi dal 402 al 406, anche ai lavoratori autonomi. Tale novellazione normativa, tuttavia, è stata ritenuto costituzionalmente illegittima dalla Corte costituzionale la quale ha sottolineato che è irragionevole presumere, anche per i lavoratori autonomi, che una somma prelevata sia stata utilizzata per l'acquisto di fattori produttivi che abbiano prodotto compensi non fatturati. (Corte cost., n. 228/2014). A fronte della statuizione della Corte Costituzionale, secondo l'indirizzo, almeno dominante, della S.C. la presunzione legale posta dall'art. 32 del d.P.R. n. 600/1973 con riferimento ai versamenti effettuati su un conto corrente dal professionista o lavoratore autonomo, sicché questi è onerato di provare in modo analitico l'estraneità di tali movimenti ai fatti imponibili, essendo venuta meno, all'esito della sentenza della Corte costituzionale n. 228/2014, l'equiparazione logica tra attività imprenditoriale e professionale limitatamente ai prelevamenti sui conti correnti (Cass. sez. trib, n. 7951/2018). |