Contratto per il servizio bancario delle cassette di sicurezzaInquadramentoIl contratto bancario di servizio delle cassette di sicurezza, disciplinato dagli artt. 1839-1841 c.c., costituisce uno dei servizi c.d. “accessori” che le banche prestano ai clienti, in tal modo intendendosi quelle attività svolte dalle banche che non si risolvono né nella raccolta del risparmio, né nell'erogazione del credito ma che, appunto, normalmente accedono a queste. Con il servizio delle cassette di sicurezza gli Istituti di credito mettono a disposizione della clientela degli scompartimenti metallici, detti appunto “cassette”, situati in locali blindati, corazzati e custoditi; ciò al fine di garantire la custodia di beni di qualsiasi natura (documenti, titoli, valori), la cui importanza (anche affettiva) o il cui valore economico impone, secondo la valutazione dei clienti, la necessità di assicurarne la conservazione in luoghi ed in condizioni di maggiore sicurezza e riservatezza rispetto al normale. Tale contratto, diffuso nella prassi, ha fatto sorgere in passato un acceso dibattito giurisprudenziale circa la validità predisposte unilateralmente dagli Istituti di credito, con cui questi stabilivano limitazioni al valore dei beni che i clienti potevano introdurre nelle cassette di sicurezza oppure limiti all'ammontare del danno risarcibile, tanto da comportare, nel 1994, l'intervento chiarificatore delle Sezioni Unite Civili. Formula
CONTRATTO PER IL SERVIZIO DELLE CASSETTE DI SICUREZZA Il/la/i Sottoscritto/a/i ...., nato/a/i a .... il .... C.F. .... e residente/i in .... alla .... (di seguito “Utente”) con la presente chiediamo che ci venga concessa la cassetta di sicurezza sotto indicata, avente le seguenti caratteristiche: DATI RIFERIMENTO Filiale: .... Numero contratto: .... Classe: .... Numero cassetta: .... Tipo apertura: .... Numero chiavi: .... Durata locazione mesi: .... Prendiamo atto che il presente rapporto sarà regolato dalle condizioni generali di contratto di seguito riportate nonché dalle condizioni inserite nell'eventuale documento allegato e nel documento di sintesi, che ne costituisce frontespizio; entrambi costituiscono parte integrante e sostanziale del presente contratto, condizioni tutte che dichiariamo di conoscere ed accettare integralmente. CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO PER IL SERVIZIO DELLE CASSETTE DI SICUREZZA ART. 1 1.1 La cassetta di sicurezza sopra identificata (di seguito, in breve, la “Cassetta”) è data in uso secondo le seguenti condizioni generali di contratto. 1.2. Per ogni Cassetta viene stipulato un contratto distinto, anche se due o più cassette vengono date in utenza alla medesima persona od ente. ART. 2 L'Utente è tenuto a dichiarare il valore in Euro dei beni immessi nella Cassetta, ai fini di limitazione della responsabilità della Banca nel caso di danni ai beni medesimi, ad esclusione dei casi di inadempimento alle obbligazioni derivanti dal presente contratto derivanti da dolo o colpa grave della Banca stessa. ART. 3 La Banca risponde verso l'Utente per l'idoneità e la custodia dei locali e per l'integrità esteriore della Cassetta, salvo il caso fortuito. Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, la Banca fosse tenuta ad un risarcimento verso l'Utente, essa non lo rimborserà che del danno comprovato ed obiettivo, escluso ogni apprezzamento del valore di affezione. ART. 4 4.1. È fatto divieto all'Utente di immettere nella Cassetta cose che possano costituire pericolo di qualsiasi genere o comunque possano arrecare danno, pregiudizio o disturbo 1 . 4.2. Per il rispetto di quanto previsto al precedente comma, il contenuto della Cassetta può essere verificato dalla Banca con il consenso dell'Utente, che si obbliga sin d'ora a prestare la dovuta collaborazione 4.3. Su ordine dell'Autorità, ovvero per motivi di sicurezza ai fini di verifica del rispetto delle disposizioni di cui al primo comma del presente articolo, la Banca può verificare il contenuto della Cassetta, anche senza il consenso dell'Utente nei casi di urgenza ovvero qualora l'Utente – a seguito di richiesta a mezzo lettera raccomandata a.r. – non presti ragionevolmente il consenso o la collaborazione dovuta. 4.4. Nei casi di cui al precedente comma, si procederà a sue spese all'apertura forzata della Cassetta alla presenza di un Notaio ovvero di altra Autorità a ciò autorizzata, a cui la Banca farà constatare che, dopo la verifica, l'intero contenuto della Cassetta – escluse le cose in contrasto col divieto di cui al primo comma o asportate dall'Autorità – sarà stato immesso in altra Cassetta e che la chiave di spettanza dell'Utente, in uno o più esemplari, viene chiusa in busta sigillata col timbro della Banca e con quello del Notaio e tenuta a disposizione dell'Utente. ART. 5 5.1. La Cassetta ha uno sportello munito di serratura, la quale non può essere aperta né chiusa se non col concorso simultaneo di due differenti chiavi: una tenuta dalla Banca, che può essere comune a più serrature e che può essere costituita da uno strumento di apertura elettronica; l'altra consegnata all'Utente, nel numero di esemplari previsti dall'impianto ed indicato nel contratto. 5.2. La Cassetta può essere fornita internamente di una scatola mobile messa a disposizione dell'Utente per sua comodità. 5.3. Se l'impianto lo consente, l'Utente può provvedere a sue spese ad applicare allo sportello di chiusura della Cassetta e/o alla scatola interna un lucchetto per l'esistenza ed integrità del quale la Banca non assume alcuna responsabilità. ART. 6 6.1. All'atto della sottoscrizione del contratto, l'Utente dichiara per iscritto le proprie generalità e quelle delle persone autorizzate all'apertura della Cassetta. Ove queste siano più d'una, l'Utente indica con le stesse modalità se la relativa facoltà va esercitata congiuntamente o separatamente; in mancanza di diversa pattuizione scritta, si ritiene che sia esercitata separatamente. 6.2. In caso di cointestazione della Cassetta, il conferimento dell'autorizzazione ad aprire la Cassetta e la eventuale modifica delle relative facoltà debbono essere fatti da tutti i cointestatari con dichiarazione scritta; la revoca, sempre per iscritto, può essere fatta anche da uno solo dei cointestatari. 6.3. L'autorizzazione all'apertura della Cassetta, conferita successivamente, non determina la revoca implicita delle eventuali precedenti autorizzazioni, che restano invariate salvo diversa indicazione scritta. 6.4. In ogni caso le firme di tutte le persone abilitate ad aprire la Cassetta devono essere depositate presso la Banca. 6.5. Le revoche e le modifiche delle facoltà concesse alle persone autorizzate, nonché le rinunce da parte delle medesime, devono essere comunicate alla Filiale della Banca presso la quale si è costituito il rapporto e non sono opponibili alla Banca finché non sia trascorso, dalla data di ricevimento della comunicazione, il tempo ragionevolmente occorrente per provvedere, che non potrà essere superiore a .... giorni lavorativi; ciò anche quando dette revoche, modifiche e rinunce siano state depositate e pubblicate ai sensi di legge o comunque rese di pubblica ragione. 6.6. Le altre cause di cessazione delle facoltà di aprire la Cassetta non sono opponibili alla Banca sino a quando questa non ne abbia avuto notizia legalmente certa. 6.7. Le persone giuridiche, le società, le associazioni non riconosciute e tutte le altre entità collettive devono dichiarare quali siano le persone investite della facoltà di aprire la Cassetta in nome e per conto loro. Da tale dichiarazione la Banca assume sin d'ora, con esonero di qualsiasi responsabilità, la disponibilità in capo alle persone facoltizzate all'apertura della Cassetta dei poteri idonei a tale atto in forza dello statuto e/o di qualsiasi altra regola/procura interna, senza necessità di acquisirne copia. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche se la cessazione della facoltà di aprire la Cassetta riguardi un legale rappresentante di tali soggetti. ART. 7 7.1. All'atto della firma del contratto la Banca consegna all'Utente, nel numero di esemplari previsto dall'impianto ed indicato nel contratto stesso, la chiave della Cassetta a lui spettante. 7.2. Nel caso di perdita di uno degli esemplari della chiave, l'Utente deve darne per iscritto immediata comunicazione alla Banca, la quale provvede, a spese e con l'intervento dell'Utente medesimo, al cambiamento della serratura. Nel caso di perdita di tutti gli esemplari della chiave, l'Utente deve darne per iscritto immediata comunicazione alla Banca, la quale, a mezzo di persona di propria fiducia, provvede, con l'intervento dell'Utente medesimo, all'apertura forzata della Cassetta e alla sostituzione della serratura, tutto ciò a spese dell'Utente. In attesa che la Banca provveda alla sostituzione della serratura o della Cassetta l'Utente deve ritirarne il contenuto. ART. 8 8.1. La Banca rilascia all'Utente un documento contrassegnato dal numero che figura sulla Cassetta. 8.2. Nel caso di perdita di detto documento, l'Utente deve darne immediata comunicazione scritta alla Banca, la quale gliene rilascia uno nuovo con l'indicazione di “duplicato” contro rimborso delle spese. ART. 9 9.1. La Banca non risponde dei danni eventualmente derivanti all'Utente dalla perdita di tutti gli esemplari della chiave oppure anche solo di uno degli stessi e/o del documento, fatti salvi solo i casi di dolo o colpa grave della Banca. 9.2. Qualora l'esemplare o gli esemplari della chiave e/o il documento fossero ritrovati dovranno essere senza ritardo consegnati alla Banca. ART. 10 10.1. Il contratto ha la durata sopraindicata e decorre dalla data in cui viene stipulato. 10.2. Nel caso in cui la durata della locazione sia inferiore all'anno, l'importo del canone addebitato sarà calcolato proporzionalmente ai mesi di effettiva locazione. 10.3. Se la Banca non riceve dall'Utente disdetta scritta, consegnata all'addetto al servizio o spedita a mezzo lettera raccomandata, almeno .... giorni prima della scadenza, il contratto si intende tacitamente rinnovato per un periodo di tempo uguale al periodo originariamente stabilito e così ad ogni successiva scadenza. 10.4. La disdetta non ha effetto, e si ha pertanto come non intervenuta (anche ai fini del pagamento del canone), se alla data in cui il contratto dovrebbe scadere, l'Utente non abbia fatto luogo alla riconsegna della Cassetta libera da ogni bene precedentemente immesso e degli esemplari della chiave in perfetto stato di funzionamento e del relativo documento. ART. 11 11.1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo precedente, le parti possono recedere in qualsiasi momento dal contratto con preavviso di .... giorni da darsi con lettera raccomandata o con lettera semplice consegnata personalmente alla Filiale della Banca presso la quale si è costituito il rapporto. Nel caso in cui sia la Banca a recedere dal rapporto è restituita all'Utente la parte proporzionale del canone già pagata, corrispondente al periodo di tempo non goduto. 11.2. Se l'Utente non si presenta entro il termine fissato a riconsegnare la Cassetta libera da ogni bene precedentemente immesso, la Banca può chiedere all'Autorità Giudiziaria l'autorizzazione ad aprire la Cassetta. 11.3. L'apertura si esegue con l'assistenza di un Notaio all'uopo designato e con le eventuali cautele disposte dall'Autorità Giudiziaria. 11.4. Gli oggetti rinvenuti sono conservati secondo le disposizioni date dall'Autorità Giudiziaria o, in mancanza, con le cautele dalla Banca ritenute opportune. 11.5. In caso di recesso e in caso di cessazione per qualsiasi causa del contratto, la Banca provvederà ad estinguere il rapporto entro .... giorni lavorativi. Tale termine decorre dal momento in cui l'Utente avrà adempiuto a tutte le richieste della Banca strumentali all'estinzione del rapporto. ART. 12 12.1. L'Utente è tenuto a corrispondere anticipatamente i canoni per l'uso della Cassetta, nonché le altre eventuali spese, indicate nel Documento di sintesi. 12.2. Resta totalmente a carico dell'Utente ogni onere fiscale diretto o indiretto, sia presente che futuro, dipendente o avente relazione con il presente contratto. 12.3. La Banca è fin d'ora autorizzata a provvedere, anche mediante addebito diretto sul conto corrente indicato nel presente contratto, alla regolazione di quanto ad essa dovuto a norma dei commi precedenti. 12.4. In caso di ritardo nel pagamento delle somme dovute a norma dei precedenti comma, si applica il successivo art. 21. ART. 13 Le spese di qualunque genere, che la Banca avesse a sostenere in dipendenza di pignoramenti o sequestri operati contro l'Utente stanno interamente a carico di questi, anche se non fossero ripetibili nei confronti di chi ha promosso o sostenuto il relativo procedimento. ART. 14 14.1. Ogni qualvolta l'Utente intenda aprire la Cassetta, deve consegnare all'addetto al servizio, presso la Banca, il documento previsto dall'art. 8 ed apporre la propria firma sull'apposito modulo esibitogli dalla Banca, sul quale devono essere indicate la data e l'ora dell'apertura della Cassetta. II documento viene restituito all'Utente ad avvenuta chiusura della Cassetta. 14.2. Fatti salvi i casi di dolo o colpa grave, la Banca non risponde dei danni subiti dall'Utente nel periodo di tempo intercorrente tra la consegna del documento e la restituzione dello stesso. ART. 15 All'atto dell'apertura della Cassetta da parte di persona autorizzata ai sensi dell'art. 6, questa, oltre quanto prescritto dall'articolo precedente, deve firmare sul modulo indicato nell'art. 14 una dichiarazione attestante che per quanto è a sua conoscenza, l'Utente e tutti i cointestatari sono tuttora in vita. ART. 16 16.1. La Cassetta può essere data in uso anche a più persone: in tal caso il contratto deve essere sottoscritto da tutti i cointestatari, i quali devono dichiarare le proprie generalità e quelle delle persone autorizzate all'apertura della Cassetta, a norma dell'art. 6. 16.2. In mancanza di diversa pattuizione scritta, si ritiene, tanto per ciò che concerne i cointestatari quanto per ciò che concerne gli autorizzati, che la facoltà di aprire la Cassetta possa essere esercitata separatamente. 16.3. II cointestatario, che apre la Cassetta, deve, oltre quanto disposto all'art. 14, firmare sul modulo indicato nell'articolo stesso una dichiarazione attestante che, per quanto è a sua conoscenza, gli altri cointestatari sono tuttora in vita. 16.4. Per ciò che concerne la forma e gli effetti della revoca, delle modifiche e delle rinunce vale anche per i cointestatari quanto stabilito dal quarto e quinto comma dell'art. 6. Le altre cause di cessazione dell'autorizzazione avranno effetto anche se relative soltanto ad uno dei cointestatari applicandosi in proposito quanto disposto al sesto comma dell'art. 6. Qualora da uno dei cointestatari sia fatta opposizione alla continuazione del diritto di apertura separata, questo diritto si intenderà cessato e pertanto l'apertura non potrà avere luogo se non con l'intervento di tutti i cointestatari. L'opposizione deve essere comunicata alla Filiale della Banca presso la quale si è costituito il rapporto con lettera raccomandata a.r. o con lettera semplice consegnata personalmente e non ha effetto nei confronti della Banca finché non sia trascorso, dalla data di ricevimento della comunicazione, il tempo ragionevolmente necessario per provvedere e che non potrà essere superiore a .... giorni lavorativi. 16.5. Gli obblighi dei cointestatari verso la Banca sono assunti in via solidale. ART. 17 17.1. Qualunque sia il numero dei cointestatari la Banca rilascia la chiave nel numero di esemplari previsto dall'impianto ed indicato nel contratto ed un solo documento. Le denunce previste dagli artt. 7 e 8 possono essere fatte anche da uno solo dei cointestatari, ma all'apertura della Cassetta e alla consegna del nuovo documento si procede soltanto con l'intervento di tutti gli intestatari. 17.2. La disdetta di cui all'art. 10, data anche da uno solo dei cointestatari, ha effetto anche per gli altri. Tuttavia, se l'intestazione è con facoltà congiunta la Cassetta, anche dopo la disdetta, non può essere aperta che con l'intervento di tutti i cointestatari. ART. 18 18.1. Qualora l'Utente riscontri una lesione dell'integrità esteriore della Cassetta, deve, prima di procedere all'apertura, farne denuncia scritta alla Banca, indicando le cose contenute nella Cassetta. 18.2. Si fa quindi luogo all'apertura della Cassetta ed alla verifica del suo contenuto con l'intervento di un incaricato della Banca e di un Notaio, a meno che l'Utente non rinunci preventivamente per iscritto all'intervento di quest'ultimo. 18.3. Delle operazioni di apertura e di verifica è redatto verbale con la descrizione dello stato della Cassetta, delle cose in essa rinvenute e con l'indicazione di quelle che, secondo l'Utente, risultassero mancanti o danneggiate. Nel caso in cui l'Utente dichiari per iscritto che ha trovato tutto in regola, si può prescindere dalla descrizione delle cose rinvenute nella Cassetta. Se l'Utente ha rinunciato all'intervento del Notaio, il verbale viene steso in duplice copia e sottoscritto dalle parti: una copia viene trattenuta dalla Banca e l'altra consegnata all'Utente. 18.4. Qualora la lesione o la manomissione della Cassetta sia riscontrata dalla Banca, questa invita l'Utente con lettera raccomandata a.r. a presentarsi per la verifica, stabilendo un congruo termine. 18.5. Se l'Utente non si presenta o non si presta alla verifica o se vi è urgenza, si fa luogo all'apertura forzata della Cassetta alla presenza di un Notaio, procedendosi poi in conformità all'art. 4.4. ART. 19 In caso di morte dell'intestatario o di uno degli intestatari, la Banca che ne abbia ricevuto comunicazione non consentirà l'apertura della Cassetta se non con l'accordo di tutti gli aventi diritto o secondo le modalità stabilite dall'Autorità Giudiziaria nell'osservanza comunque delle disposizioni di legge in materia. ART. 20 20.1. In caso di sopravvenuta incapacità di agire di uno dei cointestatari con facoltà di uso disgiunto, ciascuno degli altri cointestatari conserva il diritto di aprire la Cassetta. Analogamente conserva tale diritto il legale rappresentante dell'interdetto o inabilitato. 20.2. L'opposizione di cui all'art. 16.4, potrà essere fatta da ciascun intestatario o dal suo rappresentante con analoghe modalità ed effetti anche nel caso di cui al primo comma del presente articolo. ART. 21 21.1. La Banca si riserva la facoltà di risolvere di diritto il presente contratto, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1456 c.c., nei seguenti casi: - violazione dell'art. 4, comma 1; - ritardo dell'Utente per oltre n. .... mesi del pagamento del canone o di quanto altro dovuto alla Banca a norma dell'art. 12; 21.2. In tali casi, la Banca potrà procedere all'apertura forzata della Cassetta a norma dell'articolo seguente. ART. 22 22.1. Nelle ipotesi previste dall'articolo precedente, la Banca, previa intimazione all'Utente mediante lettera raccomandata a.r. e decorsi .... mesi dalla data dell'intimazione stessa, potrà chiedere all'Autorità Giudiziaria l'autorizzazione ad aprire la Cassetta. 22.2. L'apertura si esegue con l'assistenza di un Notaio all'uopo designato e con le eventuali cautele disposte dall'Autorità Giudiziaria. 22.3. Gli oggetti rinvenuti sono conservati secondo le disposizioni date dall'Autorità Giudiziaria o, in mancanza, con le cautele dalla Banca ritenute opportune, previa deduzione di quella parte di essi di cui l'Autorità Giudiziaria abbia disposto la vendita per il soddisfacimento di quanto dovuto dall'Utente per canoni e spese. ART. 23 23.1. L'invio di lettere, le eventuali notifiche e qualunque altra dichiarazione o comunicazione della Banca saranno fatti all'Utente con pieno effetto all'indirizzo indicato all'atto della costituzione del rapporto oppure fatto conoscere successivamente per iscritto. 23.2. Quando la Cassetta è intestata a più persone con facoltà congiunte o disgiunte le comunicazioni e le notifiche sono fatte dalla Banca ad uno solo dei cointestatari con pieno effetto anche nei confronti degli altri. 23.3. L'Utente può scegliere le modalità di invio delle comunicazioni periodiche optando tra la forma cartacea e quella elettronica. 23.4. L'Utente, per attivare la forma elettronica, deve fare richiesta alla Banca del relativo servizio. L'Utente può cambiare la modalità di comunicazione utilizzata in ogni momento del rapporto, salvo che la modifica sia incompatibile con la natura dell'operazione o del servizio. In ogni caso, qualora l'Utente sia obbligato per legge a dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica, la Banca può inviare le comunicazioni solo in forma elettronica tramite tali strumenti. 23.5. Le spese per l'invio delle comunicazioni periodiche non possono essere in ogni caso superiori alle spese che la Banca ha effettivamente sostenuto per l'invio secondo la modalità prescelta. 23.6. Se le condizioni economiche in vigore non sono variate rispetto all'ultimo Documento di sintesi inviato, la Banca potrà, a sua discrezione, omettere l'invio o la consegna del Documento di sintesi a condizione alternativamente che: - in qualsiasi momento l'Utente possa ottenere gratuitamente e tempestivamente dalla Banca copia del Documento di sintesi con le condizioni economiche in vigore, oppure - l'Utente che abbia scelto il regime di comunicazioni telematiche possa accedere al Documento di sintesi aggiornato, in qualsiasi momento, tramite le modalità di comunicazione concordate o ottenerne tempestivamente copia per posta elettronica. 23.7. L'Utente, colui che gli succede a qualunque titolo e colui che subentra nell'amministrazione dei suoi beni possono ottenere a proprie spese copia di documenti inerenti singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni. 23.8. Tali spese saranno indicate all'Utente al momento della richiesta e saranno commisurate alla complessità delle ricerche della documentazione, fermo restando che non saranno in ogni caso superiori ai costi che la Banca ha sostenuto per la relativa produzione, nei limiti di quanto indicato nei fogli informativi. ART. 24 L'orario del servizio delle cassette e le relative variazioni sono portati a conoscenza del pubblico con avviso esposto nei locali della Banca. ART. 25 25.1. La Banca ha facoltà di trasportare in altri locali nello stesso immobile od in altro immobile il servizio delle cassette di sicurezza e, comunque, di modificare o sostituire l'impianto, dandone avviso all'Utente con lettera raccomandata nella quale è fissato il giorno in cui si farà luogo al trasporto ovvero si dovrà procedere all'apertura della Cassetta ai fini della modificazione o sostituzione dell'impianto. Se l'Utente non si presenta, si farà luogo al trasporto ovvero all'apertura forzata della Cassetta alla presenza di un Notaio nei modi di cui al terzo comma dell'art. 4. 25.2. L'Utente, tanto prima che dopo il trasporto, la modificazione o sostituzione dell'impianto, ai quali non può opporsi, può recedere dal contratto con dichiarazione scritta, nel qual caso avrà diritto alla restituzione del canone per il periodo di tempo non usufruito. 25.3. Se la Banca ritenga che i provvedimenti di cui sopra siano resi necessari da ragioni a suo giudizio urgenti, i provvedimenti stessi potranno essere adottati anche senza preavviso, dandone successiva notizia all'Utente. ART. 26 26.1. Ai sensi e per gli effetti dell'art. 118 d.lgs. n. 385/1993 e successive modifiche e integrazioni, in qualunque momento la Banca ha la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni contrattuali, qualora sussista un giustificato motivo. Le relative comunicazioni saranno validamente fatte dalla Banca in forma scritta, trasmessa mediante lettera semplice o su altro supporto durevole trasmesso mediante una qualsiasi idonea tecnica di comunicazione a distanza accettata dall'Utente, con preavviso minimo di due mesi, ed entreranno in vigore con la decorrenza ivi indicata. 26.2. Nel caso di modifica unilaterale delle condizioni di contratto ai sensi del comma che precede, l'Utente ha diritto di recedere dal medesimo contratto entro la data di decorrenza della modifica proposta senza spese e con l'applicazione, in sede di liquidazione del rapporto, delle condizioni precedentemente praticate. Qualora non sia stato comunicato alla Banca il recesso entro il termine predetto, le modifiche si intenderanno approvate, con la decorrenza indicata nella citata comunicazione. ART. 27 27.1. L'Utente può presentare reclami alla Banca con lettera semplice, da consegnarsi personalmente presso la Filiale ove è stato acceso il presente rapporto; con lettera raccomandata con avviso di ricevimento, da inviare all'ufficio reclami, sito in ....; con posta elettronica, all'indirizzo email ....; con posta elettronica certifica all'indirizzo e-mail ..... La Banca è tenuta a rispondere entro .... giorni dalla ricezione del reclamo. 27.2. L'Utente rimasto insoddisfatto o il cui reclamo non abbia avuto esito nel termine di .... giorni dalla sua ricezione da parte della Banca può presentare ricorso all'Arbitro Bancario di cui al successivo art. 28 lett. b). ART. 28 28.1. Il presente contratto, stipulato ed eseguito in lingua italiana, è regolato dalla legge italiana. 28.2. Per qualunque controversia che dovesse sorgere in dipendenza del presente contratto è competente il Foro stabilito per legge ..... Per qualunque controversia che dovesse sorgere in dipendenza del presente contratto è competente in via esclusiva il Foro di .... ove si trova la Filiale della Banca presso la quale è in essere il rapporto. Nel caso in cui l'Utente rivesta la qualifica di consumatore ai sensi dell'art. 3 d.lgs. n. 206/2005, sarà competente il Foro nella cui circoscrizione si trova la residenza o il domicilio elettivo dell'Utente stesso. 28.3. In relazione all'obbligo di esperire il tentativo di conciliazione, quale condizione di procedibilità nei casi previsti dalla legge per l'esercizio di azioni individuali davanti all'Autorità Giudiziaria (art. 5 d.lgs. n. 28/2010), la Banca e l'Utente concordano di sottoporre le controversie che dovessero sorgere in relazione al presente contratto: a) su iniziativa dell'Utente o della Banca, all'Organismo di mediazione presso il Conciliatore Bancario Finanziario – Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie – ADR (iscritto nel registro degli organismi di conciliazione tenuto dal Ministero della Giustizia), in quanto organismo specializzato nelle controversie bancarie e finanziarie, che dispone di una rete di conciliatori diffusa sul territorio nazionale. Il citato Organismo di mediazione costituito presso il Conciliatore Bancario Finanziario non richiede che sia stato preventivamente presentato un reclamo alla Banca. Nel caso in cui l'Utente rivesta la qualifica di consumatore ai sensi dell'art. 3 d.lgs. n. 206/2005 la mediazione dovrà avere luogo presso la sede più vicina alla residenza o al domicilio dell'Utente stesso. Le condizioni e le procedure sono definite nel relativo regolamento, disponibile sul sito www.conciliatorebancario.it e presso tutte le Filiali della Banca. Solo qualora nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia non fosse presente un ufficio di mediazione del Conciliatore Bancario Finanziario, la Banca e l'Utente potranno adire un altro mediatore iscritto nel registro degli organismi di mediazione, purché specializzato in materia bancaria e territorialmente competente. La Banca e l'Utente restano comunque liberi, anche dopo la sottoscrizione del presente contratto, di accettare per iscritto di rivolgersi ad un altro organismo, purché iscritto nel medesimo registro del Ministero della Giustizia; b) su iniziativa solo dell'Utente all'Arbitro Bancario Finanziario (in breve, ABF) – istituito ai sensi dell'art. 128-bis TUB – dopo aver presentato reclamo alla Banca. L'ABF è un sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la clientela per il mero accertamento di diritti, obblighi e facoltà (indipendentemente dal valore del rapporto) ovvero per la richiesta della corresponsione di una somma di denaro di importo non superiore a 100.000 €. Tale sistema, al quale la Banca è tenuta ad aderire, è regolato dalle disposizioni emanate dalla Banca d'Italia. Per qualsiasi ulteriore informazione sulla procedura, l'Utente può chiedere alla Banca, alle filiali della Banca d'Italia o visitare il sito web dell'Arbitro Bancario Finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it). ART. 29 29.1. L'Utente, ai sensi della normativa antiriciclaggio applicabile al rapporto instaurato con il presente contratto, è obbligato a fornire, sotto la sua responsabilità, tutte le informazioni necessarie e aggiornate per consentire alla Banca di adempiere agli obblighi di adeguata verifica dell'Utente medesimo, dell'eventuale esecutore e dell'eventuale titolare effettivo. In caso di inadempimento dell'Utente al predetto obbligo, con conseguente impossibilità per la Banca di rispettare tali obblighi di adeguata verifica, saranno applicate le disposizioni previste dalla succitata normativa e dalle relative disposizioni di attuazione, con conseguente risoluzione del presente contratto. Luogo e data .... La Banca .... Il Cliente .... Il cliente dichiara di approvare specificamente, anche ai sensi e per gli effetti dell'art. 1341, comma 2 c.c., ovvero delle disposizioni in materia di trasparenza bancaria, le seguenti condizioni generali di contratto: art. 2 e art. 3 (Limitazioni di responsabilità della Banca); art. 6 - commi 5, 6, 7 (Revoca e altre cause di cessazione delle facoltà d'uso della Cassetta); art. 6 - comma 7 e art. 9 (Limitazioni di responsabilità della Banca); art. 10 - comma 3 e 4 (Proroga tacita); art. 11 - comma 1 (Facoltà di recesso); art. 12 - comma 3 (Facoltà di addebito diretto in conto); art. 14 - comma 2 (Limitazione di responsabilità); art. 16 - comma 8 (Opposizione al diritto di apertura separato); art. 21 (Ritardo nel pagamento del canone); art. 23 (modalità invio comunicazioni periodiche e mancato invio Documento di Sintesi); art. 25 (Trasferimento, modifica o sostituzione dell'impianto delle cassette); art. 26 (Facoltà di modifica delle condizioni, anche in senso sfavorevole all'Utente); art. 28 - 8 (Foro competente e clausola di mediazione). Il Cliente .... [1] [1]Non possono essere validamente previste clausole con cui si prevedono limitazioni al valore dei beni che l'Utente può inserire all'interno delle cassette di sicurezza, poiché si tratta di clausole prive di un'adeguata giustificazione causale. CommentoNozione e funzione del contratto per il servizio delle cassette di sicurezza La disciplina contenuta negli artt. 1839-1841 c.c. non offre alcuna definizione del contratto di servizio delle cassette di sicurezza; tuttavia dalla rubrica della Sezione II del Capo XVII del libro IV del codice civile, intitolata “Del servizio bancario delle cassette di sicurezza” si può immediatamente comprendere come esso rientri tra i contratti bancari, dal momento che sono proprio le banche a fornire tale servizio alla clientela, in quanto naturalmente munite dei locali e dei sistemi di sicurezza idonei ad assicurare la custodia dei beni depositati dai clienti negli appositi scompartimenti metallici con modalità più garantite rispetto all'id quod plerumque accidit. Le cassette di sicurezza hanno di regola uno sportello che si apre con una doppia chiave, di cui una è consegnata (e custodita) dal cliente, l'altra dalla banca; ciò per assicurare ancora di più la sicurezza nella conservazione delle cose collocate al suo interno, dal momento che in tal modo la cassetta è suscettibile di essere aperta soltanto con la disponibilità da parte dell'utente di entrambe le chiavi, con la conseguenza che la banca consegnerà la chiave al cliente soltanto previa identificazione di quest'ultimo. Inoltre il contratto delle cassette di sicurezza rientra nell'ambito dei c.d. “servizi accessori”, ovvero quelli prestati dalla banca che non costituiscono operazioni “attive” (ovvero la raccolta del risparmio) né tantomeno “passive” (cioè l'erogazione del credito), ma che a queste, di norma, si affiancano Ad ogni modo il servizio delle cassette di sicurezza può essere definito come quel servizio con cui la banca si obbliga, dietro pagamento di un corrispettivo da parte del cliente, a mettere a disposizione di questi degli scompartimenti metallici, blindati – le c.d. “cassette” – in cui collocare beni di cui i titolari intendano assicurarsi la custodia contro ogni evenienza (deterioramento, distruzione, furto, smarrimento ecc.), onde garantirne la sicurezza e la riservatezza. Ed in particolare, l'art. 1839 c.c. stabilisce gli obblighi a carico della banca, prevedendo la responsabilità di quest'ultima nei confronti dell'utente per l'idoneità e la custodia dei locali ove vengono collocati i beni e per l'integrità della cassetta, fatto salvo il caso fortuito. Il contratto di servizio delle cassette di sicurezza ha dunque natura bilaterale, consensuale, ad efficacia obbligatoria, onerosa, a prestazioni corrispettive e ad esecuzione continuata. Si discute invece circa la funzione tipica del contratto in esame: secondo alcuni, infatti, con il servizio delle cassette di sicurezza il cliente vuole normalmente avere la disponibilità e la possibilità di utilizzare la cassetta, in virtù delle sue caratteristiche che garantiscono una maggiore sicurezza per gli eventuali beni in essa collocati, e ciò indipendentemente dal loro effettivo utilizzo. Altri autori, invece, hanno dato maggiore rilevanza alla causa tipica del contratto di deposito evidenziando, proprio sulla base della regolamentazione codicistica degli obblighi della banca di cui all'art. 1839 c.c., il profilo funzionale della conservazione delle cose collocate nelle cassette di sicurezza. Ancora, un'altra ricostruzione ermeneutica propende per la natura mista della causa tipica di tale contratto, evidenziando che in essa coesiste tanto lo scopo proprio del deposito (ovvero la custodia dei beni da parte della banca in locali sicuri e controllati) quanto quello della locazione (ovvero il conseguimento della disponibilità delle cassette stesse). Attualmente, alla luce dell'accoglimento da parte della giurisprudenza della teoria della causa in concreto a far data dalla storica sentenza n. 10490/2006 della Terza Sezione della Cassazione Civile, appare preferibile una soluzione non già aprioristica ed unitaria, valida una volta per tutte, bensì un diverso approccio con cui l'interprete valuti, caso per caso ed in concreto, quale sia il reale scopo pratico che le parti hanno inteso perseguire con tale contratto. Pertanto, ad esempio, laddove dovesse accertarsi che l'utente faccia effettivamente uso delle cassette, collocandovi dei beni all'interno, dovrebbe propendersi per la causa del deposito, mentre qualora il cliente si limiti ad avere la disponibilità delle cassette, potrebbe prevalere il profilo della funzione di godimento tipico della locazione. Fermo restando, ad ogni modo, che la disciplina del servizio delle cassette di sicurezza, gli obblighi che per effetto della stipulazione di tale contratto scaturiscono ex lege in capo alla banca, portano a ritenere con un certo grado di certezza che il profilo del deposito ed i connessi obblighi rafforzati di custodia in capo all'istituto di credito siano l'elemento caratterizzante di tale contratto bancario. Il legislatore ha posto in capo alla banca che mette a disposizione dell'utente la cassetta di sicurezza una responsabilità presunta ed “aggravata”. Infatti, l'art. 1839 c.c., allorquando prevede che la banca “risponde” verso l'utente per l'idoneità e la custodia dei locali e per l'integrità della cassetta, stabilisce una presunzione legale relativa di responsabilità della banca, per cui al cliente che agisca in giudizio per ottenere il ristoro dei danni subiti basterà provare il titolo contrattuale ed allegare l'inidoneità o il difetto di custodia dei locali oppure la non integrità della cassetta, per ottenere una pronuncia di condanna. Il cliente, oltre a dimostrare il difetto di idoneità o della custodia dei locali o dell'integrità della cassetta dovrà, secondo quelli che sono i normali criteri di riparto dell'onere della prova di cui all'art. 2697 c.c., provare anche l'esistenza del danno patito e del suo ammontare. In questo senso l'onus probandi che incombe sull'utente si dimostra particolarmente gravoso, poiché per ragioni di tutela della riservatezza la banca non può conoscere (né tantomeno il cliente ne dà conoscenza) se all'interno delle cassette messe a disposizione del cliente questi abbia posto dei beni e, se del caso, quali siano questi beni ed il loro valore economico. A voler accogliere un'interpretazione rigorosa dei principi generali, dunque, si finirebbe per ritenere pressoché sempre assente il danno patito dal cliente, essendo per questo estremamente difficile – ove addirittura non impossibile – dimostrare di aver collocato dei beni, le loro caratteristiche, natura e valore patrimoniale, allorquando queste siano state svuotate. La giurisprudenza ha supplito a tali difficoltà ammettendo che il cliente che agisca in giudizio invocando la responsabilità della banca ex art. 1839 c.c. possa avvalersi di molteplici mezzi di prova, dal momento che, diversamente opinando, si finirebbe per riconoscere dei diritti sostanziali insuscettibili di tutela giurisdizionale, in aperto contrasto con il diritto costituzionale ed inviolabile del diritto di difesa di cui all'art. 24 Cost. (cfr. Cass. III, n. 1355/1998). Così si è ritenuto ammissibile il ricorso al giuramento estimatorio, atteso che in base al combinato disposto degli artt. 241 c.p.c. e 2736 c.c. esso può essere sempre deferito quando non sia possibile determinare altrimenti il valore degli oggetti: ipotesi che è proprio quella del cliente che assuma di aver subito la sottrazione dei beni contenuti nelle cassette di sicurezza. Analogamente, la Corte di Cassazione Civile I, con la sentenza n. 18637/2017 (già in precedenza Cass. I, n. 8945/2012) ha chiarito che la circostanza che il contenuto delle cassette di sicurezza non è generalmente oggetto di divulgazione fa sorgere la necessità di raccogliere le deposizioni dei familiari stretti dell'utente e, se del caso, di prendere in considerazione, sia pure in una visione complessiva e globale con il restante materiale probatorio raccolto, il contenuto delle denunce giudiziarie, facendo ricorso alle presunzioni semplici di cui agli artt. 2727 e 2729 c.c. (laddove, dunque, siano gravi, precise e concordanti). Anche il semplice compendio indiziario, dunque, può essere sufficiente perché possa ritenersi provato l'ammontare del danno patito dal cliente. Se, quindi, questo è il carico probatorio che la legge – così come interpretata nelle aule di giustizia – pone sul cliente, dall'altra parte vi è una responsabilità dell'istituto di credito che si manifesta come aggravata: infatti, laddove il cliente che abbia dimostrato l'esistenza di uno degli elementi tipicamente integranti la responsabilità ex art. 1839 c.c., la banca andrà esente da responsabilità non già provando di aver agito con la dovuta perizia e, dunque, dimostrando l'assenza di dolo o colpa, bensì soltanto fornendo la prova, positiva, del fortuito (così come accade, ad esempio, negli artt. 2051 e 2052 c.c.). Caso fortuito che secondo la giurisprudenza consolidata (ex multisApp. Napoli 18 aprile 2017) deve consistere in un evento oggettivamente inevitabile ed il cui verificarsi non sia riconducibile in alcun modo alla banca che lo invoca, tenuto conto anche del rispetto della diligenza professionale del bonus argentarius. L'aggravamento legislativo della responsabilità della banca ed il particolare rigore della giurisprudenza si spiegano alla luce della peculiare funzione del contratto di servizio di cassette di sicurezza, che viene individuata dai giudici – sia di merito che di legittimità – nel fornire condizioni di sicurezza superiori a quelle di cui il cliente potrebbe dotarsi autonomamente. Inoltre la responsabilità legislativamente rafforzata della banca si deve anche al fatto che per la tipologia di attività che questa svolge (si pensi alla raccolta del risparmio, ai depositi bancari), essa rappresenta un soggetto fisiologicamente dotato di locali e sistemi (aperture a tempo, casseforti, porte blindate, vigilanza privata) in grado di soddisfare l'esigenza di garantire la sicurezza (ed il riserbo) dei beni dei clienti che, peraltro, non hanno alcun potere o diritto di ingerirsi nella gestione delle strutture della banca. In questa prospettiva, ad esempio, l'interpretazione pretoria ritiene che né il reato di furto né quello di rapina possano integrare il fortuito e, pertanto, mandare la banca esente da responsabilità, specie considerato che di norma il contratto di deposito nelle cassette di sicurezza viene stipulato proprio per assicurare la sicurezza dei beni in queste collocati contro tali delitti. A fronte di reati come il furto o la rapina, però, l'istituto di credito andrà comunque esente da responsabilità dimostrando che questi eventi si sono verificati nonostante abbia adottato in concreto sistemi adeguati di sicurezza nella struttura ove sono collocate le cassette di sicurezza violate. Pertanto la banca avrà adempiuto all'onere della prova del fortuito dimostrando, ad esempio, che il danno patito dall'utente si è verificato o per cause oggettivamente inevitabili (come ad esempio eventi cataclismatici quali un terremoto o un'alluvione) oppure di aver adempiuto con tutti i mezzi possibili ai propri obblighi contrattuali: in questo senso si pensi, ad esempio, all'utilizzo di sistemi di vigilanza, alla chiusura perimetrale del caveau, alla consistenza dei muri perimetrali ecc.). Proprio la configurazione normativa di una responsabilità della banca presunta ed aggravata, unita ad un'interpretazione particolarmente rigorosa che della stessa ha dato la giurisprudenza nel tempo, hanno indotto le banche ad adottare delle pattuizioni negoziali (le c.d. “norme bancarie uniformi”) che riducessero la loro responsabilità, in tal modo sollevando nelle aule di giustizia forti circa la loro validità. Sul punto si veda infra paragrafo successivo. Ulteriori regole sono poi previste dall'art. 1840 c.c., che al primo comma stabilisce che in caso di intestazione della cassetta a più persone, è consentito singolarmente a ciascuno degli intestatari di aprirla, salvo che le parti abbiano stabilito diversamente. In caso di una pluralità di cointestatari, dunque, la regola è quella della facoltà disgiunta di questi ultimi di aprirla (analogamente a quanto accade ex art. 1716 c.c. nel mandato conferito ad una pluralità di mandatari), di talché alla richiesta di apertura della cassetta da parte di uno dei cassettisti corrisponde l'obbligo della banca di aprirla. Di contro, per prevedere la necessità di un'apertura congiunta occorre in via derogatoria un'espressa pattuizione in tal senso, nel qual caso alla banca è fatto divieto – pena la possibilità di incorrere in responsabilità contrattuale – di aprire la cassetta in difetto della concorde richiesta di tutti i cointestatari. Il comma secondo dell'art. 1840 c.c. regola invece il caso della morte dell'unico intestatario o di uno degli intestatari (laddove ve ne sia più di uno), sancendo che la banca che abbia ricevuto comunicazione della morte non può consentire l'apertura della cassetta se non con l'accordo di tutti gli aventi diritto o secondo le modalità stabilite dall'autorità giudiziaria. Questa disposizione trova la sua “ratio” da un lato nella necessità di evitare possibili contenziosi tra gli eventuali eredi dell'intestatario o del cointestatario, dall'altro nella finalità di evitare l'evasione dell'imposta di successione che grava sugli eredi. L'art. 1841 c.c. completa la disciplina del servizio bancario delle cassette di sicurezza, regolando l'ipotesi dell'apertura forzata della cassetta Nel caso in cui il contratto sia scaduto la banca, previa intimazione (che può essere fatta anche con raccomandata con avviso di ricevimento) all'intestatario e decorsi sei mesi da questa, può chiedere al tribunale l'autorizzazione ad aprire la cassetta. L'apertura forzata deve quindi avere luogo con l'assistenza di un notaio designato e con le cautele che il tribunale ritiene opportune; il Tribunale può anche dare le disposizioni necessarie per la conservazione degli oggetti eventualmente rinvenuti e può ordinare la vendita di quella parte di essi che occorra al soddisfacimento di quanto è dovuto alla banca per canoni e spese. Si tratta di una regolamentazione diretta ad evitare qualsiasi intervento unilaterale ed arbitrario della banca che, dunque, laddove voglia procedere legittimamente all'apertura forzata delle cassette deve rispettare l'iter procedurale delineato dal legislatore, in cui l'autorità giudiziaria riveste un ruolo fondamentale di garanzia per il cliente. Le clausole limitative del valore dei beni che i clienti possono introdurre nelle cassette di sicurezza tra limitazione dell'oggetto e della responsabilità: intervengono le Sezioni Unite Civili n. 6225/1994 Al fine di ovviare alle ripercussioni patrimoniali fortemente negative derivanti ad esse derivanti dalla disciplina di cui all'art. 1839 c.c. così come interpretata dalla giurisprudenza dominante, il ceto bancario introdusse l'articolo 16 delle “Norme bancarie uniformi”, con cui si disponeva che il valore massimo dei beni che potevano essere contenuti nella cassetta (e, di conseguenza, l'entità della responsabilità della banca) dovesse essere fissato convenzionalmente tra le parti in una somma predeterminata nei singoli contratti, volta per volta. La giurisprudenza, con la sentenza della Cass. III, n. 1129/1976 qualificò tali clausole come limitative della responsabilità e, come tali, soggette alla disciplina di cui all'art. 1229 c.c. (oltra a dover essere oggetto di specifica sottoscrizione ex art. 1341 c.c.), con la conseguenza che esse dovevano essere dichiarate nulle laddove escludessero la responsabilità della banca per dolo o colpa grave. Tuttavia tale pronuncia inquadrò nell'area delle clausole limitative dell'oggetto – e non della responsabilità – quelle pattuizioni predisposte unilateralmente dalle banche con cui si stabiliva l'obbligo del cliente di non introdurre all'interno delle cassette beni di un valore superiore rispetto a quello contrattualmente indicato. L'inquadramento di tali clausole nell'area di quelle limitative dell'oggetto faceva sì che esse fossero considerate come valide, dal momento che esse, specificando ed individuando a monte ed “ex ante” l'oggetto del contratto, tra cui le obbligazioni della banca, implicavano che in un momento successivo non potesse parlarsi in alcun modo di inadempimento della stessa mancando il presupposto indispensabile dell'obbligazione inadempiuta e, quindi, di una sua eventuale responsabilità. La natura di clausole limitative dell'oggetto, dunque, comportavano anche che esse non fossero soggette, a pena di inefficacia, all'approvazione per iscritto ai sensi dell'art. 1341 c.c. Sulla scorta di questa pronuncia l'Associazione Bancaria Italiana predispose delle nuove clausole contrattuali che prevedevano non più che le parti pattuissero caso per caso il valore dei beni collocati nelle cassette di sicurezza, bensì che stabilivano a carico del cliente l'obbligo di non immettervi beni di un valore economico superiore a quello stabilito dalla banca. In merito a queste clausole sono però intervenute le Sezioni Unite della Cassazione Civile con la sentenza n. 6225/1994, sancendone la nullità per contrasto con l'art. 1229 c.c. Il ragionamento seguito dalla Suprema Corte muove dalla valutazione della compatibilità tra tali clausole e la funzione che realizza il contratto di cassette di sicurezza, ovvero quella di protezione e di segretezza (per cui i beni custoditi devono rimanere sconosciuti alla banca). Ed in particolare, l'art. 1839 c.c. dimostra che la banca assume con questo contratto tre obbligazioni essenziali: quella di concedere in uso al cliente locali idonei all'espletamento del servizio, quella di custodire i locali e quella di tutelare l'integrità della cassetta. Così individuati gli obblighi contrattuali della banca, consegue che la Banca non risponde direttamente del contenuto della cassetta, né tantomeno assume un'obbligazione di restituire le cose in essa contenute. Le Sezioni Unite hanno poi vagliato la compatibilità della clausola predisposta dall'A.B.I. con il disposto dell'art. 1229 c.c., rilevando che tale norma ha una duplice linea direttrice: da un lato ingloba tutte quelle clausole che limitano in vario modo il grado della colpa, stabilendo così che il debitore sia tenuto ad una diligenza di quella normalmente richiesta dalla legge (fatta eccezione per la colpa grave), dall'altro comprende quelle pattuizioni che limitano il risarcimento del danno derivante dall'inadempimento. Per le Sezioni Unite, dunque, se la clausola con cui le banche sanciscono che gli utenti non possono inserire nelle cassette di sicurezza beni di valore superiore a un certo importo non possono rientrare nel fuoco dell'art. 1229 c.c. intese come pattuizioni che limitano il grado della colpa, possono però essere intuitivamente ricomprese nell'area delle clausole che limitano il risarcimento del danno scaturente dall'inadempimento della banca. Ciò perché la predisposizione di tali clausole, osservano le Sezioni Unite, ha come unico obiettivo per gli istituti di credito quello di “limitare” l'ammontare del risarcimento da essi dovuto ad un valore massimo e prestabilito, a prescindere da quale sia il danno in concreto subito dalla parte che ha perso i beni contenuti nella cassetta, proprio a causa dell'inadempimento della banca. Inoltre tali pattuizioni comportano che le conseguenze dell'inadempimento della Banca restano a suo carico fino ad un certo ammontare, mentre oltre questo ammontare vengono poste a carico della cliente. Alla luce delle considerazioni di cui sopra le Sezioni Unite hanno enunciato il seguente principio di diritto: “con riguardo al contratto bancario inerente al servizio delle cassette di sicurezza, la clausola, che contempli la concessione dell'uso della cassetta per la custodia di cose di valore non eccedente un determinato ammontare, facendo carico al cliente di non inserirvi beni di valore complessivamente superiore, e che, correlativamente, neghi oltre detto ammontare la responsabilità della banca per la perdita dei beni medesimi, lasciando sul cliente gli effetti pregiudizievoli ulteriori, integra un patto limitativo non dell'oggetto del contratto, ma del debito risarcitorio della banca, in quanto, a fronte dell'inadempimento di essa all'obbligo di tutelare il contenuto della cassetta (obbligo svincolato da quel valore, alla stregua della segretezza delle operazioni dell'utente), fissa un massimale all'entità del danno dovuto in dipendenza dell'inadempimento stesso. Tale clausola, pertanto, è soggetta alle disposizioni dell'art. 1229 primo comma c.c., in tema di nullità dell'esclusione o delimitazione convenzionale della responsabilità del debitore per i casi di dolo o colpa grave”. Profili fiscali Nel nostro ordinamento, l'onere degli istituti di credito di comunicare all'Agenzia delle Entrate tutti i rapporti intrattenuti con i contribuenti ricomprende anche quello afferente la stipula di un contratto avente ad oggetto la locazione di una cassetta di sicurezza. Se ciò, in linea di principio, non comporta una conoscenza da parte del Fisco, ai fini di un eventuale accertamento di maggior reddito, del contenuto della cassetta stessa, non è esclusa un'indagine, previa autorizzazione della Direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate, estesa all'apertura della cassetta in questione. Per altro verso, nell'ipotesi di successione, il verbale d'inventario redatto, anche se in forma pubblica, all'apertura delle cassette di sicurezza, secondo le disposizioni previste dall'art. 48 d.lgs. n. 346/1990, non soggiace all'obbligo di registrazione in termine fisso, in base all'art. 5 della tabella allegata al Testo unico delle disposizioni concernenti l'imposta di registro (d.P.R. n. 131/1986). |