Bitcoin tradeInquadramentoI Bitcoin costituiscono una valuta virtuale definita, ai sensi del d.lgs. n. 90/2017, come “la rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un'autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente”. I Bitcoin, la cui natura giuridica è fortemente dibattuta, sono strumenti di pagamento accettati ed utilizzati da molti operatori, non solo online. Pertanto, è certamente possibile prevedere che, in luogo dell'adempimento dell'obbligazione da prezzo (individuato in Euro) si preveda una prestazione avente ad oggetto il trasferimento di Bitcoin, o addirittura configurare il negozio come una permuta in cui, a fronte del trasferimento della proprietà, vi sia il trasferimento della criptovaluta nell'ammontare pattuito. Tra l'altro, dibattuto è se il pagamento del prezzo della vendita di un bene immobile in Bitcoin (o altra criptovaluta) violi le norme in materia di limitazione all'uso del denaro contante (art. 49 del d.lgs. n. 231/2007, come modificato dal d.lgs. n. 90/2017) nonché quelle in materia di indicazione analitica dei mezzi di pagamento (art. 35, comma 22 del d.l. n. 223/2006, convertito con modificazioni in l. n. 248/2006). Formula
BITCOIN TRADE Nell'ipotesi di pagamento del prezzo della vendita di un bene immobile in bitcoin: “Le parti contraenti, consapevoli delle responsabilità in caso di dichiarazioni false o mendaci, ai sensi degli artt. 47 e 76 del d.P.R. n. 445/2000, dichiarano che: - il prezzo della presente compravendita è convenuto in € .... - in luogo dell'adempimento del suddetto debito, ai sensi dell'art. 1197 c.c., il sig. ....(debitore acquirente) trasferisce in favore del sig. .... (creditore venditore), che accetta, n. .... Bitcoin .... con le seguenti modalità .... - A riconosce estinto il proprio credito di € .... e libera il sig. .... da ogni obbligo nei propri confronti, dichiarando di non avere null'altro da pretendere; - in dipendenza dell'adempimento della suddetta prestazione, il sig. .... rilascia quietanza di saldo e rinuncia a qualsiasi ipoteca legale, dandone discarico da responsabilità al competente Conservatore dei Registri Immobiliari.” CommentoI Bitcoin sono una moneta digitale che consente di acquistare beni sia virtuali sia reali, con flussi di scambio bidirezionali con le monete convenzionali, conseguentemente sarà possibile acquistare la moneta virtuale per poi rivenderla così come si possono acquistare dollari o franchi o euro. Pertanto, a differenza delle altre monete virtuali, l'uso dei Bitcoin non è limitato all'acquisto di beni virtuali. I Bitcoin si caratterizzano per avere natura immateriale riflettendosi in scritture contabili, c.d. Blockchain, che compongono un registro di tutte le transazioni. Questa tipologia di moneta si caratterizza non soltanto per il sostanziale anonimato ma soprattutto per non essere emessa da alcuna entità governativa e dalla conseguente libertà dal monopolio delle autorità centrali di controllo; pertanto nessuna autorità centrale emette nuova moneta o traccia le transazioni e tutti i passaggi vengono gestiti, quindi, autonomamente e collettivamente dalla rete. Avuto riguardo alla natura giuridica dei Bitcoin, secondo alcuni, sarebbero inquadrabili come strumenti finanziari (posizione su cui si vedano ad esempio Cass. pen. II, n. 44378/2022 e Cass. pen. II, n. 27023/2022) mentre, secondo altri, consisterebbero in strumenti di pagamento: è proprio questa seconda tesi ad essere quella maggiormente accreditata e, tra l'altro, accolta dalla stessa Corte di Giustizia Europea nonché condivisa dall'Agenzia delle Entrate (risoluzione n. 72/E del 2016). Con riferimento, invece, ai riflessi sul piano della tracciabilità dei pagamenti e delle norme sulla limitazione all'uso del contante, si consideri quanto di seguito. In primo luogo, le operazioni in bitcoin sono sicuramente tracciabili in senso informatico in quanto in un pubblico ed immutabile registro rimane traccia indelebile del fatto che l'ignoto detentore di una chiave privata, corrispondente ad una data chiave pubblica, ha trasferito Bitcoin ad un altro ignoto detentore di altra chiave privata corrispondente, a sua volta, ad altra chiave pubblica (i sistemi di accesso informatici, però, non si fondano sul concetto di “identificazione” bensì sulla mera verifica di credenziali informatiche e, pertanto, la differenza, soprattutto ai fini della normativa antiriciclaggio, non è di poco conto). Ne consegue che l'utilizzo di un sistema informatico non può mai garantire l'identità del soggetto che effettua un accesso, essendo tale sistema unicamente programmato per abilitare determinate funzioni qualora l'utente sia provvisto delle corrette informazioni di sblocco (pin, codici, etc.). Nel sistema Bitcoin, dunque, l'irreperibilità delle parti effettive non deriva da una forma di protezione del dato, bensì da un anonimato intrinseco alla stessa tecnologia adottata: ne deriva, pertanto, che la possibilità di un tracciamento, meramente informatico, potrebbe essere del tutto ininfluente ai fini della normativa che ci occupa. Altrettanto problematica è, di conseguenza, anche la possibilità di procedere ad indicare analiticamente in atto i mezzi di pagamento dal momento che, se l'indicazione delle chiavi pubbliche non soddisferebbe il requisito della tracciabilità, in quanto non consente di risalire al titolare del portafoglio virtuale, l'indicazione delle chiavi private associate alle chiavi pubbliche (che comunque non dà certezze legali sulla titolarità del conto virtuale) è improponibile giacché renderebbe pubblico lo strumento per disporre della valuta virtuale. Sotto il profilo fiscale si rileva che il T.A.R. Lazio II, n. 1077/2020, ha affermato quanto segue: ” Il trattamento fiscale dell'utilizzo delle criptovalute opera in forza della natura delle operazioni poste in essere mediante detti valori (oltre che, naturalmente, in base alla natura dei soggetti utilizzatori e delle relative attività, imprenditoriali o meno), laddove (e nella misura in cui) detto utilizzo generi materia imponibile”. A causa della complessità della materia in questione, occorre concludere che i profili problematici sollevati non possono trovare ancora risposte certe, necessitando, indubbiamente, di un maggiore grado di approfondimento nelle sedi opportune. |