Proposta di concordato preventivo con riservaInquadramentoIl concordato preventivo con riserva è stato introdotto nel 2012 con la finalità fondamentale di favorire la predisposizione di soluzioni concordatarie o negoziali della crisi alternative al fallimento. Consiste infatti in un ricorso rivolto al tribunale competente con il quale si chiede un termine per il deposito della proposta di concordato vera e propria o, in alternativa, per il deposito dell'accordo di ristrutturazione dei debiti. Il deposito del ricorso con riserva (o secondo altra terminologia invalsa nella prassi “in bianco”) consente quindi ancora ampi spazi di manovra all'imprenditore per scegliere definitivamente la soluzione più idonea a soddisfare i creditori nonchè, possibilmente, preservare la continuità dell'azienda e, con essa, valori altrimenti destinati quasi sempre ad essere irrimediabilmente perduti con il fallimento (rapporti di lavoro, credito commerciale, portafoglio clienti, avviamento, know how, licenze..). Al ricorso fa seguito la concessione di un termine massimo fino a 120 gg. prorogabili, in presenza di giustificati motivi, di ulteriori 60 gg. Nel caso in cui sia pendente un'istanza di fallimento, invece, il termine massimo ottenibile è di 60 gg., prorogabili di un ulteriore identico periodo massimo. L'effetto fondamentale perseguito, accanto e insieme alla concessione del predetto termine è il c.d. automatic stay, ossia l'effetto protettivo del patrimonio dell'imprenditore da iniziative ostili da parte dei creditori. Il Codice della crisi e dell'insolvenza, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 14/02/2019, rivede l'istituto nel quadro della innovativa disciplina del c.d. procedimento unitario. Viene in considerazione, in particolare, l'art. 44 CCI che consente al debitore - che ne faccia richiesta ed intenda accedere ad una procedura di regolazione controllata della crisi – la concessione di un termine compreso tra trenta e sessanta giorni, prorogabile su istanza del debitore in presenza di giustificati motivi e in assenza di domande per l'apertura della liquidazione giudiziale, di non oltre sessanta giorni, al fine di depositare la proposta di concordato preventivo oppure l'accordo di ristrutturazione dei debiti. Da notare che la tempestiva attivazione ai fini dell'emersione anticipata della crisi può consentire, ai sensi del precedente art. 25 CCI, quale misura premiale, di raddoppiare la durata della proroga del termine di cui al citato art. 44. L'acuirsi della crisi legata alla pandemia di Coronavirus ha determinato alcuni interventi rilevanti sull'istituto. L'art. 9 del d.l. n. 23/2020 convertito con modd. In l. n. 40/2020, ha infatti previsto nell'ottica di favorire soluzioni alternative al fallimento: a) al comma 4 una ulteriore possibilità di proroga sino a 90 gg. del termine già prorogato se vi sono fatti sopravvenuti legati all'emergenza sanitaria; b) al comma 5-bis la possibilità di rinunciare ai termini e portare la soluzione della crisi nell'ambito di un piano di risanamento di cui, però, il tribunale è chiamato a valutare la completezza e regolarità della documentazione; c) al comma 5-ter la temporanea sterilizzazione del termine ridotto di cui all'art. 161 ult. co. l. fall. in presenza di istanza di fallimento. FormulaPROPOSTA DI CONCORDATO PREVENTIVO CON RISERVA TRIBUNALE CIVILE DI ... Domanda di concordato preventivo con riserva per la concessione del termine ex art. 161, comma 6 l. fall. Il sottoscritto ... , nato a ... il ... e residente ... , non in proprio, ma nella sua qualità di liquidatore unico della società ... , con sede in ... , iscritta al Registro Imprese tenuto dalla CCIA di ... al n. ... , con C.F./P.IVA n. ... , nominato liquidatore unico dall'assemblea straordinaria dei soci del ... con la quale sono stati attribuiti ex art. 152 l. fall. i poteri per la presentazione del presente ricorso - in ragione dell'urgenza e con le finalità, più sotto meglio elencate, di evitare il consolidamento di cause di prelazione ed evitare le dispersioni dell'attivo causate dalle azioni esecutive e cautelari eventualmente promosse dai creditori anche sui beni inerenti alla produzione o al magazzino [1] premesso che – in data ... veniva costituita la società ... , con sede legale in ... , via ... , c.f./p.IVA ... , iscritta al Registro delle Imprese tenuto dalla CCIA di ... al n. ... ; – fin dalla sua costituzione ... ha tenuto regolare contabilità, non è stata dichiarata fallita e neppure è stata ammessa a procedura di concordato preventivo; in particolare si dichiara che la società nei due anni precedenti non ha presentato ricorsi ai sensi dell'art. 161, comma 6 l. fall. – la grave situazione del mercato e dell'azienda rendono necessario il ricorso a strumenti giudiziali e concordati della crisi; – l'istante intende proporre ai propri creditori un piano concordatario ex art. 160 l. fall. che, tuttavia, è ancora in fase di predisposizione, piano che potrebbe prevedere anche la continuità aziendale con il pagamento integrale delle spese in prededuzione e dei creditori privilegiati ed il pagamento in misura percentuale dei creditori chirografari [2] ; – nell'interesse della massa creditrice, si ritiene opportuno ricorrere alla presentazione della proposta concordataria in via anticipata e d'urgenza al fine di tutelare il miglior soddisfacimento dei creditori, per i seguenti motivi ... ; – è già stato incaricato il dott. ... , professionista in possesso dei requisiti di cui all'art. 67, comma 3, lett. d) l. fall., che con la propria relazione dovrà attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo, giusto mandato concluso in data ... (doc. ... ); – competente, ai sensi dell'art. 161, comma 6 l. fall., a decidere della presente domanda di concordato preventivo è il Tribunale di ... , nel cui circondario la ricorrente ha la propria sede legale; – la società possiede tutti i requisiti soggettivi per ricorrere alla procedura di concordato preventivo, per come evidenziato nella visura camerale e dai bilanci degli ultimi tre esercizi (docc. ... ) [3] ; – la società possiede tutti i requisiti oggettivi per ricorrere alla procedura di concordato preventivo, trovandosi in evidente stato di crisi, per come meglio evidenziato nelle delibere del consiglio di amministrazione del ... (doc. ... ) e da quanto più sotto previsto; Tutto ciò premesso, ai sensi e per gli effetti dell'art. 161, comma 6 l. fall. la ricorrente ... , chiede di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo e, a tal fine, espone 1) Le vicende storiche delle società e le cause della crisi 1.1 – cenni storici ... [4] 1.2 – Ragioni della crisi L'attuale sussistenza di un oggettivo stato di crisi è causato da ... [5] 2) La situazione patrimoniale della società al ... [6] appare caratterizzata da ... ... [7] Si allegano altresì i bilanci relativi all'ultimo triennio di riferimento. Si deve precisare che ... 3) Gli atti necessari dopo la presentazione della domanda e fino all'ammissione Al fine di conservare l'integrità dei valori patrimoniali in funzione del migliore soddisfacimento dei creditori appare necessario ... [8] . A tal fine la società dovrà con ogni probabilità procedere al pagamento dei seguenti fornitori anteriori ... in quanto ... . Tali pagamenti appaiono pertanto essenziali per la prosecuzione dell'attività d'impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori e ci si riserva di presentare la relativa istanza, unitamente alla relazione del dott. ... , una volta ottenuta la concessione del termine qui richiesto. Non è da escludere, altresì, che nell'ambito della continuità aziendale, la società debba far ricorso a nuovi finanziamenti ... , per i quali pendono ancora le trattative con il sistema bancario e da ritenersi comunque funzionali al miglior soddisfacimento dei creditori e prededucibili ai sensi del comune disposto degli artt. 182-quinquies e 111 l. fall. Anche in questo caso ci si riserva di presentare la relativa istanza, unitamente alla prescritta relazione del dott. ... [9] 4) La convenienza del concordato preventivo rispetto al fallimento Sebbene non sia ancora stato predisposto il piano nelle sue linee definitive ed analitiche, sia in ordine alle modalità esecutive che ai tempi di soddisfacimento del ceto creditore, non v'è dubbio che la proposta concordataria appaia più conveniente per il ceto creditorio rispetto alla dichiarazione di fallimento della società. In ipotesi di fallimento, infatti, ... Con il buon esito del concordato preventivo (e quindi con tempi molto più celeri rispetto a quelli fallimentari) ai creditori sarà invece consentito ... * * * Per tutto quanto sopra esposto, la società ... , come sopra rappresentata chiede 1) di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo, ai sensi e per gli effetti dell'art. 161, comma 6 l. fall., riservandosi di presentare la proposta, il piano e la documentazione di cui all'art. 161, commi 2 e 3 l. fall. entro il termine che sarà all'uopo fissato; 2) che, tenuto conto della particolare situazione in cui verte la società, codesto Tribunale si compiaccia fissare il termine, previsto dal comma 6, dell'art. 161 l. fall., nella misura massima indicata in 120 giorni, salvo ulteriori giustificate proroghe [10] ; Con riserva di eventualmente integrare la presente domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo se ritenuto necessario e di fornire i chiarimenti e/o depositare i documenti che il Tribunale dovesse richiedere. Con riserva altresì di depositare le richieste di autorizzazione anticipate in sintesi nell'esposizione che precede. Si allega la seguente documentazione: ... - delibera ... - visura camerale; - situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata al ... ; - bilanci relativi agli esercizi ... - elenco nominativo dei creditori con indicazione delle cause legittime di prelazione. Con ossequio. Luogo e data ... Firma ... [1] Clausola esemplificativa. Si ricorda che ai sensi dell'art. 168, ult. comma l. fall., le ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni che precedono la data di pubblicazione del ricorso (fra cui anche il concordato prenotativo) nel registro delle imprese sono inefficaci per i creditori anteriori. Questo spiega l'urgenza di approcciare con tempestività la crisi. [2] Clausola esemplificativa da adattare al caso concreto (ad es. la continuità potrebbe già essere esclusa, oppure la scelta è già rivolta al deposito di un accordo di ristrutturazione dei beni). [3] Si ricorda che la strada del concordato ma anche dell'accordo di ristrutturazione è preclusa agli imprenditori c.d. sotto soglia (vds. limiti dimensionali di cui all'art. 1 l. fall., il cui superamento, anche per uno solo dei tre parametri concorrenti, comporta la fallibilità dell'impresa). [4] Inserire breve excursus storico delle principali vicende societarie e schema aggiornato dell'attuale composizione societaria, nonché degli organi amministrativi e di controllo. [5] Qui segue l'esposizione delle manifestazioni e delle cause della crisi, dovute a fattori esogeni oppure endogeni: ad es.: crisi del mercato di riferimento, crollo degli investimenti, incendio del capannone, furto o danneggiamento non indennizzato degli impianti; dimissioni di management strategico; atti altrui di concorrenza sleale; ritardi nei pagamenti della p.a. o di debitore estero; insolvenze di committenti; ecc.... [6] Data di riferimento. [7] Inserire una descrizione della situazione patrimoniale, economica e finanziaria aggiornata della società (beni, presenza di vincoli, azioni in corso, somme per cassa, debiti). [8] Indicare gli atti gestori che appaiono urgenti: ad es. assicurare la continuità d'impresa sino al perfezionamento del trasferimento aziendale a terzi, effettuare alcuni pagamenti indispensabili, ecc... [9] Clausola esemplificativa, da adeguarsi al caso concreto. [10] Se pende un'istanza di fallimento, il termine massimo ottenibile è ridotto a 60 gg. CommentoLa concessione del termine, ex art. 161, comma 6 l. fall., rappresenta già una fase concordataria, seppure in fieri, destinata a saldarsi – quale fattispecie a formazione progressiva – con l'ammissione alla procedura concordataria vera e propria. Per questo si parla del ricorso al pre-concordato anche come di concordato prenotativo o “in bianco” in quanto il piano concordatario vero e proprio (la c.d. discovery) è destinata a verificarsi solo successivamente. Non va poi dimenticato che, in alternativa, entro il termine concesso dal Tribunale l'imprenditore potrebbe ancora scegliere di risolvere la situazione di crisi mediante un accordo di ristrutturazione dei debiti. Proprio questa doppia “uscita” dalla fase di concordato prenotativo, anzi, sta alla base della più recente rimeditazione dell'accordo quale istituto concorsuale. Da sottolineare la recente decisione resa da Cass. n. 29740/2018, la quale – affrontando la questione di ordine pratico della decorrenza del termine – ha affermato che “Nel caso di presentazione della domanda di concordato con riserva, di cui all'art.162, comma 6, legge fall., come introdotto dall'art.33 del d.l. n.83/2012, convertito con modificazioni nella l. n. 134/2012, il termine che il giudice fissa per la presentazione della proposta, del piano e della documentazione di cui ai commi secondo e terzo della norma cit., compreso tra sessanta e centoventi giorni, ovvero il termine fisso di giorni sessanta, previsto dal decimo comma nel caso che sia pendente il procedimento per la dichiarazione di fallimento, decorrono dalla data di presentazione della domanda di concordato”. Per sventare alcuni possibili abusi, verificatisi in particolare nelle prime fasi di vita di questo istituto, è previsto che il tribunale possa fin da subito nominare il Commissario giudiziale, che vigila sull'utilizzo non dilatorio di questo termine e sull'effettiva ricerca di soluzioni della crisi da parte dell'imprenditore. Quest'ultimo, a sua volta, subisce già in questa fase una forma di spossessamento minore, come è rivelato dalla necessità di richiedere un'autorizzazione giudiziale in caso di operazioni straordinarie di carattere urgente, di redigere periodicamente un rendiconto dell'attività compiute, nonché dalla utilizzabilità già in questo momento di forme competitive di cessione delle attività. Possibili abusi possono essere altresì sventati attraverso la convocazione del debitore e l'eventuale riduzione del termine già concesso o, nei casi più gravi, revoca dello stesso. Particolarmente rilevante, in questa fase, la tematica dei rapporti fra procedura di concordato e fallimento, su cui si sono espresse le S.U. della Cassazione, affermando che la pendenza di una domanda di concordato preventivo (sia esso ordinario o con riserva) non rende improcedibile il procedimento prefallimentare iniziato su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, né ne consente la sospensione, ma impedisce temporaneamente soltanto la dichiarazione di fallimento sino al verificarsi degli eventi previsti dagli artt. 162,173,179 e 180 l. fall. (Cass. S.U., n. 9935/2015). Risolvendo un tema assai dibattuto, spesso tale da chiamare in causa l'istituto della revoca ex art. 173 l. fall. già nella fase in “bianco” del concordato, i giudici di legittimità hanno ritenuto che il pagamento non autorizzato di un debito scaduto eseguito in data successiva al deposito della domanda di concordato con riserva, non comporta, in via automatica, l'inammissibilità della proposta, dovendosi pur sempre valutare se detto pagamento costituisca, o meno, atto di straordinaria amministrazione ed, in ogni caso, se la violazione della regola della "par condicio" sia diretta a frodare le ragioni dei creditori, pregiudicando le possibilità di adempimento della proposta negoziale formulata con la domanda di concordato (Cass. I, n. 7066/2016). Tale principio è stato anche successivamente ribadito, nel segno di un principio orami immanente nella procedura di concordato, quale il best interest dei creditori (cfr. Cass., n. 11958/2018). Da notare che all'esito del termine concesso, a fronte della presentazione del piano, in tema di ammissione al concordato preventivo, la mancata formulazione da parte del giudice, nel corso dell'udienza camerale, di osservazioni critiche in ordine alla proposta concordataria non impedisce al proponente di richiedere, nel suo interesse, un termine per integrarla, in relazione ad eventuali profili di inammissibilità che potrebbero emergere in sede di decisione, mentre l'art. 162, comma 1, l. fall. attribuisce al giudice un potere discrezionale, il cui omesso esercizio non necessita di motivazione, né è censurabile in sede di legittimità (così Cass. I, n. 11882/2020). Profili fiscali Nella Risoluzione 27/2012 l'Agenzia delle Entrate, modificando la precedente impostazione esposta nella Risoluzione 28/2008, che aveva sollevato dubbi di legittimità costituzionale, si afferma che "il concordato con cessione dei beni non comporta il trasferimento dei beni, giustificativo dell'imposizione proporzionale" e quindi stabilisce che: - "i decreti di omologazione dei concordati con garanzia, così come quelli aventi ad oggetto i concordati con cessione dei beni, devono essere assoggettati ad imposta di registro in misura fissa, in quanto annoverabili tra gli atti di cui alla lettera g) dell'art. 8 della Tariffa, parte prima, allegata al TUIR, relativa agli "atti di omologazione". - "i decreti di omologazione dei concordati con garanzia, così come quelli aventi ad oggetto i concordati con cessione dei beni, devono essere assoggettati ad imposta di registro in misura fissa, in quanto annoverabili tra gli atti di cui alla lettera g) dell'art. 8 della Tariffa, parte prima, allegata al TUIR, relativa agli "atti di omologazione". - "la tassazione in misura fissa non trova, invece, applicazione nel caso di concordato con trasferimento dei beni al terzo assuntore. In tale ipotesi, infatti, il decreto di omologa del concordato che dispone la cessione dei beni al terzo assuntore assume natura traslativa". Viene inoltre in rilievo la deducibilità delle perdite, che può rappresentare una utilità non indifferente a fronte della (parziale o totale) rinuncia al proprio diritto. L'art. 101 TUIR, comma 5 e 5-bis stabilisce al riguardo che “Le perdite di beni di cui al comma 1, commisurate al costo non ammortizzato di essi, e le perdite su crediti, diverse da quelle deducibili ai sensi del comma 3, dell'art. 106, sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su crediti, se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi dell'182-bis del r.d. n. 267/1942 o un piano attestato ai sensi dell'art. 67, comma 3, lett. d), del r.d. n. 267/1942 o è assoggettato a procedure estere equivalenti, previste in Stati o territori con i quali esiste un adeguato scambio di informazioni. Ai fini del presente comma, il debitore si considera assoggettato a procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo o del decreto di omologazione dell'accordo di ristrutturazione o del decreto che dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi o, per le procedure estere equivalenti, dalla data di ammissione ovvero, per i predetti piani attestati, dalla data di iscrizione nel registro delle imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono in ogni caso quando il credito sia di modesta entità e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del credito stesso. Il credito si considera di modesta entità quando ammonta ad un importo non superiore a 5.000 euro per le imprese di più rilevante dimensione di cui all'art. 27, comma 10, del d.l. n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 2/2009, e non superiore a 2.500 € per le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre quando il diritto alla riscossione del credito è prescritto. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in applicazione dei principi contabili. Per i crediti di modesta entità e per quelli vantati nei confronti di debitori che siano assoggettati a procedure concorsuali o a procedure estere equivalenti ovvero abbiano concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti o un piano attestato di risanamento, la deduzione della perdita su crediti è ammessa, ai sensi del comma 5, nel periodo di imputazione in bilancio, anche quando detta imputazione avvenga in un periodo di imposta successivo a quello in cui, ai sensi del predetto comma, sussistono gli elementi certi e precisi ovvero il debitore si considera assoggettato a procedura concorsuale, sempreché l'imputazione non avvenga in un periodo di imposta successivo a quello in cui, secondo la corretta applicazione dei principi contabili, si sarebbe dovuto procedere alla cancellazione del credito dal bilancio. |