Contratto di vendita internazionaleInquadramentoL'aumento degli scambi internazionali e la diffusione dell'e-commerce hanno portato alla diffusione nella prassi commerciale di contratti di vendita internazionale, ossia di accordi commerciali caratterizzati da uno o più elementi di estraneità rispetto a un dato ordinamento giuridico, quali la nazionalità o la sede di affari delle parti, il luogo in cui il contratto si conclude o dove la prestazione dovrà essere eseguita o magari ancora la moneta di pagamento. Di qui la necessità di una regolamentazione internazionale in grado di disciplinare tale fenomeno e tutelare le parti, dando certezza sui relativi diritti ed obblighi. Per questo, nel corso degli ultimi decenni, sono state concluse apposite convenzioni internazionali proprio per disciplinare tale fenomeno; quella più rilevante è certamente la Convenzione delle Nazioni Unite di Vienna del 11 aprile 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili. Nella prassi, poi, al fine di agevolare sempre più gli scambi internazionali, le principali istituzioni internazionali si sono premurate di predisporre modelli contrattuali di vendita internazionale a cui le parti possono ricorrere. Formula
CONTRATTO DI VENDITA INTERNAZIONALE TRA la Società ...., con sede legale in ...., via ...., in persona del .... e legale rappresentante pro tempore Sig ...., munito dei necessari ai sensi dello statuto sociale (di seguito anche “Venditore”), E la Società ...., con sede legale in ...., via ...., in persona del .... e legale rappresentante pro tempore Sig. ...., munito dei necessari ai sensi dello statuto sociale (di seguito anche “Acquirente”). CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE 1. Il Venditore trasferisce all'Acquirente, che accetta, la proprietà del seguente bene .... (di seguito “Bene”) [1] . 2. Il prezzo del Bene viene determinato in .... [2] , che l'Acquirente si impegna a corrispondere, a mezzo bonifico bancario, in favore del Venditore, entro .... giorni data fattura (di seguito “Prezzo”) [3] . Il pagamento si intende ricevuto quando la somma entra nella disponibilità del Venditore presso la sua banca. Il Prezzo deve intendersi per prodotto imballato, secondo gli usi e la prassi del settore in relazione al mezzo di trasporto pattuito, resa franco fabbrica, essendo inteso che qualsiasi altra spesa o onere sarà a carico dell'Acquirente. Eventuali spese o commissioni bancarie dovute in relazione al pagamento del Prezzo saranno a carico esclusivo dell'Acquirente. Le parti si impegnano a rinegoziare in buona fede il Prezzo in caso lo stesso dovesse subire cambi sostanziali, prima della consegna del Bene, a seguito di cambiamenti del mercato internazionale o a causa di particolari situazioni politiche, economiche o sociali nel Paese originario o di destinazione del Bene, che possano arrecare un grave danno a una delle parti. In caso di ritardo nel pagamento del Prezzo, l'Acquirente sarà tenuto a corrispondere al Venditore un interesse di mora pari a ..... Sino a che il pagamento del Prezzo non sia stato interamente eseguito, le parti convengono espressamente che il Bene resta di proprietà del Venditore. L'eventuale ritardo nel pagamento superiore a .... giorni dalla data fattura determina la facoltà del Venditore di risolvere il contratto, con possibilità di trattenere la parte del prezzo eventualmente pagata e di pretendere la restituzione del Bene, a cura e spese dell'Acquirente, oltre il risarcimento dell'eventuale danno subito. 3. La consegna del Bene avverrà il giorno .... presso .... a mezzo ..... Con la consegna del Bene ogni rischio per la custodia e la perdita del Bene passano in capo all'Acquirente. Salvo il caso di dolo o colpa grave del Venditore, è escluso ogni risarcimento del danno per mancata o ritardata consegna del Bene. Non si considera imputabile al Venditore l'eventuale ritardo dovuto a cause di forza maggiore o ad atti imputabili al Compratore, quale la non corretta indicazione del luogo di consegna. Nel caso in cui il ritardo della consegna del Bene sia imputabile al Venditore e superi .... settimane dalla data contrattualmente prevista, l'Acquirente avrà facoltà di risolvere il presente contratto, previa comunicazione da inviarsi per iscritto al Venditore, con un preavviso di 5 giorni, fermo il risarcimento del danno subito. 4. Il Venditore si obbliga a porre rimedio a qualsiasi difetto di conformità del Bene a lui imputabile, verificatosi entro .... mesi dalla consegna del Bene all'Acquirente, purché tale difetto sia stato tempestivamente notificato, mediante raccomandata a.r o altro mezzo equipollente, a pena di decadenza, entro 15 giorni dal ricevimento. In caso di difetti non individuabili mediante un controllo diligente al momento del ricevimento, dovranno essere notificati al Venditore, mediante raccomandata a/r o altro mezzo equipollente, a pena di decadenza, entro 15 giorni dalla data di scoperta del difetto e comunque non oltre 12 mesi dalla consegna. Nella comunicazione dovrà essere specificato con precisione il difetto riscontrato. In tali ipotesi, il Venditore provvederà, a sua scelta, alla sostituzione o alla riparazione del Bene (o a solo parte di esso) risultato difettoso. Il Venditore non assume alcun obbligo di garanzia in caso di mancata corrispondenza del Bene a particolari specifiche o caratteristiche tecniche o la sua inidoneità a usi particolari se queste non siano state espressamente convenute nel presente contratto. Le Parti convengono che è espressamente esclusa, salvo dolo o colpa grave del Venditore, ogni altra responsabilità di quest'ultimo, comunque originata dal Bene fornito e/o dalla sua rivendita (es. risarcimento del danno, mancato guadagno, etc.). 5. Ciascuna parte ha facoltà di sospendere l'esecuzione dei propri obblighi derivanti dal presente contratto quando la medesima sia impossibile o irragionevolmente onerosa a causa di un impedimento imprevedibile ed indipendente dalla sua volontà (es. guerra civile, sommosse, embargo, incendio, sciopero, interruzione di energia, ritardi nella consegna di componenti o materie prime). La parte che intende avvalersi di tale facoltà ne deve dara immediata comunicazione per iscritto all'altra a mezzo raccomandata a/r o altro mezzo equipollente. Qualora la sospensione dovuta a forza maggiore abbia una durata superiore a 6 settimane, ciascuna parte avrà diritto di risolvere il presente contratto, previo preavviso di 15 giorni, da comunicarsi per iscritto all'altra parte a mezzo raccomandata a.r o altro mezzo equipollente. 6. Le parti convengono che il presente contratto è disciplinato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla vendita internazionale di merci (Vienna 1980) e, per le questioni non coperte da tale convenzione, dalla legge italiana. 7. Ai fini del presente contratto, le parti stabiliscono quale proprio indirizzo: - Venditore: ....; - Acquirente: ..... 8. Per qualsiasi controversia derivante dal presente contratto o collegata allo stesso sarà esclusivamente competente il Tribunale di .... [4] . Letto, confermato sottoscritto Luogo e data .... Firma il Venditore .... Firma l'Acquirente .... [1]Descrivere con esattezza il bene oggetto della vendita e le relative quantità. In alternativa, la descrizione del bene o dei beni, con le relative caratteristiche e quantità, venga effettuata in un apposito allegato del contratto a cui si rimanda. [2]In casi di più beni, occorre precisare se il prezzo indicato è da intendersi complessivo o unitario. Nella vendita internazionale è necessario anche indicare correttamente la valuta applicata per la determinazione del prezzo. [3]Il Prezzo potrà essere corrisposto contestualmente alla sottoscrizione del contratto. In alternativa, le parti potranno prevedere che il “Il prezzo del Bene sarà corrisposto dall'Acquirente al Venditore con le seguenti modalità e termini, da considerarsi stabiliti nell'interesse del Venditore: i) quanto a .... entro e non oltre il .... ii) quanto a .... entro e non oltre il .... ”. Il pagamento si intende eseguito nel momento in cui la somma entra nella disponibilità del Venditore presso la Banca italiana. [4]Le parti possono prevedere che la risoluzione delle controversie derivanti dal contratto o collegate allo stesso possano essere definite da un Collegio Arbitrale (clausola compromissoria). CommentoPremessa L'aumento dei traffici commerciali a livello globale e il diffondersi dell'e-commerce hanno condotto ad un incremento delle compravendite internazionali di beni ossia la conclusione di contratti di vendita tra soggetti aventi sede in differenti Stati. Ciò significa che allorquando venditore e acquirente appartengono a sistemi giuridici tra loro diversi, la relativa disciplina del contratto tra loro concluso determina il sorgere di variabili ulteriori rispetto ad una compravendita interna. Da qui la necessità di una regolamentazione internazionale in grado di disciplinare tale fenomeno e tutelare le parti, dando certezza sui relativi diritti ed obblighi. In particolare, la vendita internazionale di beni è stata disciplinata da almeno 6 convenzioni internazionali di diritto internazionale privato, di cui 2 in vigore attualmente in Italia ossia la Convenzione dell'Aja 15 giugno 1955 sulla legge applicabile alle vendite aventi carattere internazionale di oggetti mobili corporali e la Convenzione di Vienna dell'11 aprile 1980 sulla vendita internazionale di beni mobili 1 [1] [5]Le altre Convenzioni internazionali in materia di vendita sono: la Convenzione dell'Aja del 1° luglio 1964 (applicabile fino al 31 dicembre 1987); la Convenzione di New York del 14 giugno 1974 sulla prescrizione in materia di vendite internazionali di beni mobili; la Convenzione di Ginevra del 17 febbraio 1983 sulla rappresentanza in materia di vendita internazionale di beni mobili e la Convenzione dell'Aja del 22 dicembre 1986 sulla legge applicabile alle vendite avente carattere internazionale. . Tale Convenzione introduce all'interno degli Stati in cui è in vigore una autonoma disciplina degli usi. L'art. 9 prevede, infatti, che: “1. Le Parti sono vincolate dagli usi ai quali hanno consentito e dalle pratiche che si sono instaurate tra di loro. 2. Salvo patto contrario, si deve ritenere che le parti abbiano implicitamente reso applicabili al loro contratto, o alla sua formazione, gli usi che esse conoscevano o avrebbero dovuto conoscere, purché gli stessi siano ampiamente conosciuti e regolarmente osservati nel commercio internazionale da soggetti che siano parti di contratti dello stesso tipo nel settore del commercio considerato”. L'uso del commercio internazionale ha, quindi, una propria autonomina e rilevanza giuridica, allorquando sia conosciuto o comunque conoscibile dalle parti, sia conosciuto presso quei soggetti che siano parte dei contratti dello stesso tipo nel settore commerciale considerato e sia osservato da parte di tali soggetti.
La Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di beni mobili La Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di beni mobili rappresenta la normativa internazionale di rifermo per la disciplina delle vendite transfrontaliere. Le disposizioni ivi contenute si applicano, infatti, alle vendite di beni mobili concluse tra operatori economici che abbiano la propria sede di affari in Stati diversi, a prescindere dalla loro nazionalità. I beni che rientrano nell'ambito di applicazione di tale normativa sono i beni per uso commerciale o produttivo o professionale, ma senza che abbia rilievo la natura delle parti del contratto, considerato che in alcuni Stati vi è una distinzione tra la vendita civile e quella commerciale, che qui non rileva (art. 1). Sono escluse dall'oggetto della Convenzione le vendite aventi ad oggetto i titoli di credito, le navi, gli aeromobili, i beni acquistati per uso personale, familiare o domestico, nonché le compravendite di beni di consumo, che sono soggette al conflitto di leggi e in ultimo al diritto internazionale privato del giudice adito (art. 2). Sono soggette alla Convenzione anche le vendite di beni da fabbricare o produrre, ma non quando la parte maggiore dell'obbligazione del contraente venditore consista nella fornitura di mano d'opera o si servizi, trattandosi in questo caso di un contratto di appalto e non di vendita. Le parti hanno, comunque, la facoltà di decidere di escludere l'applicazione della Convenzione in questione o derogare a singole disposizioni, modificandone gli effetti (art. 6 – opting out). La forma della vendita internazionale è libera, non essendo prevista la forma scritta ad substantiam e la conclusione dell'accordo può essere provata con ogni mezzo (art. 11). La conclusione della vendita è regolata dal principio della ricezione, ciò significa che il contratto è concluso “nel momento in cui l'accettazione di una proposta produce effetto” (art. 23), ossia “nel momento in cui l'indicazione del consenso giunge al proponente” (art. 18). Il principio della ricezione prevede, quindi, che la manifestazione di volontà “giunge al destinatario quando gli è rivolta verbalmente o è consegnata con qualsiasi altro mezzo a lui personalmente, presso la sua sede d'affari o al suo recapito postale o, se egli non ha sede d'affari né recapito postale, presso la sua dimora abituale” (art. 24). Tale principio non è, però, assoluto ma contemperato dal fatto che la proposta non può più essere revocata allorquando l'accettazione è stata spedita (art. 16). Obblighi del venditore Nell'ambito della vendita internazionale, il venditore ha l'obbligo di consegnare i beni, trasferirne la proprietà e rilasciare tutti i documenti relativi ad essi (art. 30). Con riferimento al passaggio del rischio, il momento esatto viene oggi concordati sulla base di un dato Intercom, con la conseguenza che le disposizioni in merito della Convenzione hanno solo una funzione suppletiva. I beni devono essere consegnati liberi da diritti o pretese di terzo, salvo il caso in cui l'acquirente non abbia consentito a riceverli gravati da tali diritti e pretese (art. 41). Oltre ad avere l'obbligo di consegna, il venditore è obbligato a trasferire beni “della qualità, quantità e tipo richiesti dal contratto, e che siano disposti o imballati nel modo richiesto dal contratto” (art. 35). Con riferimento alle caratteristiche e qualità che il bene deve avere sono le parti a individuarle nel contratto stesso e, salvo diverso accordo, “i beni sono conformi al contratto se non a) sono idonei all'uso al quale servono abitualmente beni dello stesso tipo; b) sono idonei allo specifico uso esplicitamente o implicitamente portato a conoscenza del venditore al momento della conclusione del contratto, salvo che le circostanze mostrino che il compratore non ha fatto affidamento sulla competenza o sulla capacità di valutazione del venditore o che non era da parte sua ragionevole farvi affidamento; c) possiedono le qualità dei beni che il venditore ha presentato al compratore come campione o modello; d) sono disposti o imballati secondo il modo usuale per i beni dello stesso tipo o, in difetto di un modo usuale, in modo che sia adeguato per conservare e proteggere i beni” (art. 35). Se il difetto di conformità sussiste già prima del momento del passaggio del rischio, allora sussiste la responsabilità del venditore (art. 36). Se, invece, i difetti e i vizi si verificano successivamente, il venditore è responsabile se: a) se il difetto di conformità è dovuto ad un suo inadempimento; b) se ha garantito che il bene sarebbe stato idoneo al suo normale uso o a qualche uso specifico o avrebbe conservato determinate qualità o caratteristiche per un determinato periodo. L'acquirente decade dal diritto di far valere il difetto di conformità del bene acquistato se non lo denuncia al venditore specificandone la natura, entro un ragionevole tempo da quando lo ha scoperto o lo avrebbe dovuto scoprire. In caso di inadempimento del venditore alle proprie obbligazioni, l'acquirente può: a) richiedere l'adempimento delle obbligazioni non eseguite, con facoltà da parte dell'acquirente di estendere il termine per l'esecuzione della prestazione; b) risolvere il contratto laddove l'inadempimento sia essenziale, ossia quando causa all'acquirente un pregiudizio tale da privarlo sostanzialmente di ciò che aveva diritto di aspettarsi dal contratto, a meno che la parte inadempiente non abbia previsto tale risultato e che neanche una persona ragionevole della stessa qualità nelle stesse circostanze avrebbe potuto prevederlo (art. 25), ovvero per mancata consegna della merce entro un termine assegnato dall'acquirente. La risoluzione è dichiarata unilateralmente dallo stesso acquirente (art. 49). c) richiedere una riduzione del prezzo in proporzione del minor valore della merce consegnata (art. 50). Anche nella vendita internazionale, al fine di assicurare una maggiore tutele dell'acquirente, le parti possono inserire nel contratto clausole penali o clausole di eccessiva onerosità che consentano una riduzione proporzionale del prezzo al verificarsi di determinate circostanze (ad esempio l'apprezzamento della valuta del prezzo rispetto a quella dello Stato dell'acquirente). Obblighi dell'acquirente A carico dell'acquirente sono posti gli obblighi di: a) prendere in consegna i beni, così da consentire al venditore di effettuare la consegna (art. 60); b) pagare il prezzo pattuito nel luogo e nei tempi previsti. Se questo non è indicato nel contratto, si intende che le parti abbiano fatto implicitamente riferimento al prezzo generalmente applicato al momento della conclusione del contratto per beni dello stesso tipo venduti in circostanze analoghe nel settore commerciale considerato (art. 55). Salvo diversa pattuizione, se il compratore non è obbligato a pagare il prezzo in un luogo specifico, deve pagarlo al venditore: a) presso la sede d'affari del venditore stesso o b) se il pagamento deve essere effettuato alla consegna dei beni o dei documenti, nel luogo di tale consegna (art. 57). In caso di inadempimento dell'acquirente alle proprie obbligazioni, il venditore potrà: a) fissare un termine nuovo per l'adempimento, ferma la facoltà di richiedere il risarcimento del danno subito per il ritardato pagamento; b) risolvere il contratto per inadempimento dell'acquirente se lo stesso è ritenuto essenziale (cfr. art. 25). Gli International Commercial Terms (Incoterms) Al fine di interpretare uniformemente i più comuni termini commerciali internazionali, a partire dal 1936, vennero codificati, in più lingue, gli Incoterms. Il loro obiettivo è quello di facilitare gli scambi internazionali e regolare determinati e specifici aspetti della vendita, quali le modalità e il luogo di consegna delle merci, il trasferimento del rischio, la ripartizione delle spese tra venditore e acquirente, a chi competono le attività doganali o l'ottenimento di determinati documenti per l'esportazione, l'importazione, la spedizione o il trasporto. L'attuale versione in vigore è quella edita nel 2020 divenuta applicativa dal 1° gennaio 2020 e, come nelle precedenti, vengono qui definiti i termini più utilizzati nell'ambito del commercio internazionale, così da fornire certezza e chiarezza alle imprese in tutto il mondo. Le regole Incoterms 2020 hanno ancor di più l’obiettivo di rendere più facili gli scambi internazionali, offrendo agli importatori e agli esportatori di tutto il mondo un supporto nel comprendere le rispettive responsabilità ed evitare costosi fraintendimenti nell’interpretazione delle rispettive obbligazioni. Nell'edizione 2020 degli Incoterms vi sono 11 termini che possono essere classificati per cumulo di obbligazioni in capo al venditore e suddivisi in 4 gruppi: (i) gruppo E: EXW (termine che individua le minori obbligazioni in campo al venditore); (ii) gruppo F: FCA – FAS - FOB (trasporto principale a carico del compratore); (iii) gruppo C: CPT – CIP – CFR - CIF (il venditore paga il trasporto ma il rischio è del compratore); (iv) gruppo D: DAP – DPU - DDP (il venditore consegna a destino. Trasporto e rischi a suo carico). I significati di tali termini possono essere così sintetizzati: EXW (franco fabbrica), FCA (franco vettore), FAS (franco lungo bordo), FOB (franco a bordo), CFR (costo e nolo), CIF (costo, assicurazione e nolo), CPT (trasporto pagato fino a ...), CIP (trasporto e assicurazione pagati fino a ...), DPU (reso al luogo di destinazione concordato o nel punto concordato all'interno di quel luogo). DAP (reso al luogo di destinazione), DDP (reso sdoganato). Ciascuna sigla individua i termini di resa e deve essere seguita dal luogo fisico in cui la merce “passa” al compratore. Secondo la giurisprudenza italiana l'applicabilità degli Intercoms è subordinata alla volontà delle parti e sono considerati come usi contrattuali e non normativi (Cass. n. 15389/2002), al contrario, nell'ambito della giurisprudenza arbitrale, gli Intercoms sono considerati quali regole oggettive della vendita internazionale, sulla base anche di disposizioni come quella di cui all'art. 9 della Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale che riconosce piena efficacia agli usi del commercio internazionale come normativa direttamente applicabile al contratto, salvo diversa volontà delle parti. Nella prassi, nell'ambito degli arbitrati internazionali, gli Intercoms sono ritenuti applicabili pur in assenza di una espressa previsione delle parti salvo il caso in cui la loro applicazione non sia stata espressamente esclusa. I modelli contrattuali di vendita internazionale Nella prassi, al fine di agevolare sempre più gli scambi internazionali e al contempo tutelare le parti contraenti, le principali istituzioni internazionali si sono premurate di predisporre modelli contrattuali di vendita internazionale a cui le parti possono ricorrere. In particolare, un ruolo determinate in merito è stato svolto dalla Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite che aveva redatto modelli di fornitura all'esportazione di macchinari e impianti e di vendita di beni di consumo durevoli e di altri prodotti fabbricati in serie. Altri modelli che hanno avuto ampia diffusione nella prassi sono quelli redatti dall'ICC (International Chamber of Commerce). Il modello ICC di vendita internazionale è suddiviso in due parti, la prima (parte A) che contiene le condizioni specifiche che consentono alle parti di inserire i termini particolari del loro contratto di vendita, scegliendo le varie alternative previste o inserendo quelle desiderate. Queste condizioni riguardano, in particolare, il prezzo, i termini di consegna, l'ispezione dei beni da parte del compratore, la riserva di proprietà, le condizioni di pagamento, i documenti, la responsabilità per ritardata consegna, il termine di scadenza, la legge applicabile, la risoluzione delle controversie. In assenza di diverso accordo, la vendita è assoggettata automaticamente alla Convenzione di Vienna e le eventuali controversie sono demandate ad un arbitrato, salvo non sia prevista una clausola attributiva di giurisdizione. Profili fiscali Nell'ambito di una cessione di beni internazionale assume rilievo sul piano tributario soprattutto la disciplina in tema di IVA. Tra le operazioni imponibili rientra, infatti, ai sensi dell'art. 2 d.P.R. n. 633/1972, qualsivoglia “cessione di beni” ove si realizzi il trasferimento a titolo oneroso, da un soggetto ad un altro, della proprietà o di altro diritto reale di godimento, riguardo a beni mobili o immobili, materiali o immateriali e purché la vendita avvenga nell'esercizio di un'attività di impresa o professionale. Peraltro, ulteriore presupposto per l'imponibilità IVA, ex art. 7 del predetto decreto, è che l'operazione si realizzi in Italia. Occorre in particolare distinguere tra le cessioni intracomunitarie e quelle che si realizzano al di fuori degli Stati dell'UE. Gli acquisti e le cessioni intracomunitarie non costituiscono importazioni o esportazioni in senso tecnico e sono assoggettate allo specifico regime della tassazione nel paese di destinazione. Pertanto, le vendite tra soggetti passivi IVA nel territorio dell'Unione europea sono tassate nel paese di destinazione, a carico del cessionario, salvo che lo stesso sia un consumatore finale, ipotesi nella quale l'operazione è imponibile a carico del venditore, come se l'operazione avvenisse all'interno del mercato dello Stato del cedente. Per effettuare questo tipo di operazioni, i soggetti passivi IVA devono essere iscritti negli elenchi dell'archivio VIES. Le cessioni all'esportazione al di fuori dell'Unione europea non sono imponibili, in virtù del principio dell'imposizione dei beni o dei servizi nel luogo di destinazione. Peraltro, tale sistema presuppone che il potere di disporre del bene come proprietario sia stato trasmesso all'acquirente e che il fornitore provi che tale bene sia stato spedito o trasportato in un altro Stato membro ed abbia, in seguito, lasciato fisicamente il territorio dello Stato membro di cessione (Cass. trib., n. 4408/2018). Le importazioni di beni oggetto di cessione sono invece operazioni imponibili ai fini IVA. |