Consorzio per l'export

Luca Lucchetti

Inquadramento

Al fine di poter estendere i propri mercati, sempre più spesso le piccole e medie imprese italiane costituiscono dei consorzi tra loro proprio al fine di agevolare l'esportazione. Attraverso i consorzi per l'esportazione, infatti, le società consorziate promuovono e commercializzano all'estero i loro prodotti e i servizi attraverso un'organizzazione comune, anche al fine di ottenere un significativo abbattimento dei costi. I consorzi in questione non hanno natura transnazionale, ma sono costituiti da imprese italiane ed è, quindi, applicabile per la loro costituzione direttamente la normativa italiana, anche ove l'attività si svolga prevalentemente all'estero.

Formula

ATTO COSTITUTIVO DI CONSORZIO PER L'EXPORT

L'anno .... il giorno .... del mese di .... in .... avanti a me, ...., Notaio iscritto al Collegio notarile di ....

Sono comparsi personalmente:

a) ...., nato a ...., residente in ...., C.F. ...., quale legale rappresentante di ...., con sede in ....;

b) ...., nato a ...., residente in ...., C.F. ...., quale legale rappresentante di ...., con sede in ....;

c) ...., nato a ...., residente in ...., C.F. ...., quale legale rappresentante di ...., con sede in ....;

della cui identità personale, qualifiche e poteri sono certo, i quali convengono e stipulano quanto segue:

1. Tra le imprese A, B e C viene costituito il Consorzio denominato .... con sede in ...., via ...., che non ha scopo di lucro.

2. Il Consorzio svolge sia in Italia che all'estero le seguenti attività:

- la promozione e la commercializzazione dei prodotti delle imprese consorziate;

- l'esportazione dei prodotti delle imprese consorziate anche al di fuori dell'Unione europea;

- gestire servizi comuni alle imprese consorziate, ivi comprese attività di assistenza, consulenza e ricerca;

- svolgere ogni altra attività ritenuta necessaria per il perseguimento dell'interesse comune delle imprese consorziate.

Per il raggiungimento dello scopo sociale, il Consorzio può, in via esemplificativa:

- effettuare ricerche e studi di mercato;

- svolgere attività di promozione, pubblicità, anche attraverso la distribuzione di cataloghi collettivi e diffusione di notizie relative alla produzione delle imprese consorziate;

- partecipare a mostre e fiere anche all'estero rivolete al mercato internazionale, con l'assunzione di eventuali lavori e ordinativi da ripartire fra le imprese consorziate;

- svolgere ogni attività finalizzata a favorire o comunque incrementare l'esportazione;

- assistere le società consorziate nella trattazione di affari nella conclusione di singole iniziative di esportazione;

- consentire l'inserimento delle imprese consorziate sui mercati esteri;

- rilasciare garanzie alle imprese consorziate per il pagamento delle forniture effettuate all'estero tramite il Consorzio;

- predisporre e rilasciare marchi collettivi di qualità per qualificare i prodotti commercializzati dalle imprese consorziate tramite il Consorzio;

- concludere ogni operazione commerciale, finanziaria, mobiliare e immobiliare, necessaria o comunque utile alla realizzazione dello scopo sociale, ivi compreso contrarre mutui, prestare fideiussioni, accendere ipoteche su beni sociali e comunque svolgere ogni altra attività strettamente connessa a quelle di cui sopra e a compiere ogni atto avente per oggetto il perseguimento dello scopo sociale.

Le attività consortili non comportano conseguimento di utili ed eventuali surplus economici, sopravvenienze attive, plusvalenze patrimoniali, differenze positive di conto economico, avanzi di gestione costituiranno per le imprese consorziate minor costo di gestione.

3. La durata del consorzio è fissata in .... anni, con possibilità di proroga.

4. Il Consorzio è dotato di un Fondo Consortile o Patrimonio del Consorzio che è costituito:

- dalle quote di capitale versate all'atto del loro ingresso dalle imprese consorziate che sono di pari ammontare in sede di costituzione del Consorzio e, successivamente, in caso di ingresso di nuove imprese consorziate, saranno determinate di volta, in volta nel loro ammontare dall'Assemblea dei Consorziati;

- ....;

- .....

L'Assemblea dei Consorziati stabilisce con propria deliberazione l'entità di eventuali ulteriori conferimenti, qualora necessari, dovuti dalle imprese consorziate per il conseguimento delle finalità del Consorzio.

Per l'intera durata del Consorzio, le imprese consorziate non possono chiedere la divisione del Fondo Consortile.

I consorziati ordinari ed i consorziati onorari si obbligano a:

5. Le imprese consorziate si obbligano a:

a) non partecipare ad altri consorzi aventi finalità similari o affini a quelle del presente Consorzio oppure che perseguano scopi in contrasto con le sue finalità;

b) comunicare, prontamente, al Consorzio ogni variazione dei dati e delle notizie come indicati nella domanda di ammissione;

c) collaborare fattivamente per il raggiungimento degli scopi del Consorzio;

d) mantenere, sia all'interno che all'esterno del Consorzio, un comportamento che sia in armonia con tutte le finalità del Consorzio stesso;

e) .....

6. Sono organi del Consorzio:

l'Assemblea dei Consorziati;

il Consiglio di Amministrazione;

il Presidente e il Vice Presidente del Consorzio;

il Collegio Sindacale.

Sono membri del Consiglio di Amministrazione per i primi 3 anni i Signori ...., che riunitisi contestualmente in prima seduta totalitaria, deliberano di nominare Presidente del Consorzio, il Sig. ...., con tutti i più ampi poteri di amministrazione e rappresentanza del Consorzio; e di nominare Vice Presidente, il Sig. ...., al quale spetta la rappresentanza del Consorzio in caso di grave impedimento del Presidente.

Sono membri del Collegio Sindacale per i primi 3 anni i Signori .....

7. Il Consorzio è regolato dalle disposizioni di cui allo Statuto, allegato al presente atto.

8. Le spese del presente atto e relative sono a carico interamente del Consorzio.

Firma dei comparenti e del Notaio ....

Allegato: Statuto

Commento

Premessa

Il tessuto imprenditoriale italiano è caratterizzato in prevalenza da piccole medie imprese che per affermarsi su mercati più ampi hanno necessità di sviluppare delle alleanze tra loro. L'internazionalizzazione delle imprese passa, quindi, anche dalla creazione di joint ventures, consorzi per l'esportazione o reti di impesa al fine di mettere insieme le rispettive esperienze e competenze così da provare ad essere più competitive sui mercati internazionali e poter accedere anche a specifici finanziamenti pubblici.

I consorzi all'esportazione

Al fine di agevolare e sviluppare attività di esportazione sui mercati internazionali, sempre più spesso, le piccole e medie imprese italiane costituiscono dei consorzi tra loro proprio al fine dell'esportazione delle rispettive produzioni.

Le principali funzioni dei consorzi per l'esportazione possono essere, infatti, quelle di svolgere funzioni di promozione e di servizio oppure di commercializzare direttamente all'estero i prodotti e i servizi delle società consorziate.

I consorzi in questione non hanno natura transnazionale, ma sono costituiti da imprese italiane, piccole e medie; questo fa sì che non sorgono rispetto a tali consorzi problematiche di diritto internazionale privato, in quanto trattasi sempre di rapporti interni, seppure finalizzati alla promozione e all'esportazione di prodotti verso Stati esteri.

I consorzi all'esportazione sono sostenuti anche da forme di finanziamento pubblico i cui criteri per accedere sono stabiliti periodicamente dal Ministero dello Sviluppo Economico. L'obiettivo è, infatti, quello di sostenere specifiche attività promozionali realizzate per l'internazionalizzazione, così da sostenere le PMI nei mercati esteri, favorire la diffusione dei loro prodotti e servizi, nonché incrementare la conoscenza delle autentiche produzioni italiane presso i consumatori internazionali anche al fine di contrastare il fenomeno dell'italian sounding e della contraffazione dei prodotti agroalimentari.

Dal 1974 è stata istituita presso Confindustria la Federxport ossia la Federazione italiana dei consorzi per l'esportazione che riunisce proprio i consorzi italiani all'

esportazione.

Altre forme di associazionismo per l'export

Diversi dai consorzi sono, invece, le joint ventures e i contratti di rete.

Le joint ventures sono forme di cooperazione e collaborazione temporanea tra imprese appartenenti tendenzialmente a Stati diverso costituite per il perseguimento di uno specifico affare o di un interesse comune in un periodo temporale determinato.

Il ricorso nella prassi commerciali a tali alleanze tra imprese è data, in particolare, dalla possibilità di riuscire così ad avere un contenimento dei costi, un aumento della competitività, nonché a sviluppare nuove tecnologie e favorire la ricerca.

In Italia non esiste attualmente una disciplina giuridica specifica per tali alleanze, ma sono comunque ammissibili ai sensi dell'art. 1322 c.c. e qualificabili come contratti atipici di scopo. Tuttavia, in caso di controversie tra i partecipanti alla joint ventures devolute al giudice italiano, in base a quanto disposto dall'art. 25 della l. n. 218/1995 occorrerà fare riferimento alla legge del luogo di costituzione della joint ventures o comunque del luogo in cui viene svolta principalmente l'attività dell'ente.

Con la l. n. 33/2009 è stato introdotto in Italia il contratto di rete ossia una nuova tipologia di accordo tra imprese, solitamente di piccole dimensioni, che intendono esercitare alcune attività in comune, ferma l'autonomia giuridica ed operativa dei contraenti. Al pari dei consorzi, tali contratti consentono a quelle imprese che da sole non ne avrebbero la forza economica di penetrare più efficacemente in mercati esteri o comunque di investire in ricerca o avviare strategie di sviluppo comune, ma con una modalità più snella, in quanto non viene creata una struttura organizzativa comune, come, invece, si verifica in caso di accordi. Anche in questo caso, pur potendo svolgere le imprese aderenti attività all'estero, i rapporti interni in base al contratto di rete sono disciplinati dalla legge italiana.

Profili fiscali

Peculiare importanza ha il regime dell'IVA.

Più in particolare, per i consorzi che, come nell'esemplificazione proposta, svolgono attività “esterna”, la rilevanza impositiva delle operazioni è correlata sia al tipo di attività svolta, ma anche alla natura del rapporto giuridico (ossia, se si tratti di mandato con o senza rappresentanza) tra consorzio e consorziati.

Sotto il primo profilo, qualora l'attività esterna svolta dal consorzio abbia carattere commerciale, il consorzio deve essere configurato comune un autonomo soggetto passivo d'imposta, sicché le cessioni di beni e le prestazioni di servizio poste in essere dallo stesso sono soggette ad IVA.

Occorre evidenziare che si considerano in ogni caso effettuate nell'esercizio di attività commerciali le cessioni di beni e le prestazioni di servizi eseguite nei confronti dei consorziati verso pagamento di corrispettivi specifici o di contributi supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto.

Per altro verso, come rilevato, deve distinguersi a seconda che il rapporto giuridico tra consorzio e consorziati assuma la forma del mandato con o senza rappresentanza.

Nel mandato con rappresentanza, il consorzio agisce in nome e per conto dei consorziati, sui quali, quindi, ricadono gli effetti giuridici degli atti posti in essere dal consorzio medesimo. Pertanto, ai fini IVA, ai sensi degli artt. 3 e 15, comma 1, n. 3, d.P.R. n. 633/1972, il consorzio che agisce in qualità di mandatario con rappresentanza è soggetto passivo soltanto per i compensi corrisposti dai soci consorziati per l'attività di intermediazione; le eventuali attribuzioni alle singole imprese dei corrispettivi pagati da terzi per le cessioni o prestazioni effettuate per conto e per nome dei consorziati non sono operazioni imponibili, costituendo semplici ripartizioni di somme. Infatti, sono le imprese consorziate i soggetti passivi IVA che hanno l'obbligo di fatturare direttamente ai terzi; tuttavia, è indispensabile che il corrispettivo così fatturato si riferisca espressamente alle operazioni che il consorzio ha svolto come rappresentante dei singoli consorziati.

Nel mandato senza rappresentanza, invece, il consorzio agisce nell'interesse dei consorziati, ma in nome proprio, sicché gli effetti giuridici degli atti posti in essere dallo stesso ricadono direttamente nella sfera giuridica del consorzio.

A riguardo, l'art. 4, comma 3, ultimo periodo, d.P.R. n. 633/1972 stabilisce che “le prestazioni di servizi rese o ricevute dai mandatari senza rappresentanza sono considerate prestazioni di servizi anche nei rapporti tra il mandante e il mandatario”.

Il rapporto di mandato senza rappresentanza può prevedere che il consorzio esegua (o riceva) direttamente le prestazioni di servizi o le cessioni di beni nei confronti dei terzi ovvero che il consorzio, agendo solo come intermediario, faccia effettuare tali operazioni pro-quota dai singoli consorziati. Nel primo caso, i terzi sono tenuti a emettere fattura nei confronti del consorzio che, a propria volta, ripartirà pro-quota tra i consorziati gli oneri sostenuti, emettendo le relative fatture e previo riaddebito dell'imposta pagata. Se il consorzio non agisce direttamente (ma, come sopra ricordato, si limita ad agire da intermediario con i terzi, lasciando poi che siano i singoli consorziati a eseguire pro-quota la prestazione), ogni singolo consorziato deve fatturare al consorzio il costo dell'operazione effettuata, assoggettandola a Iva. Per suo conto, il consorzio deve emettere un'unica fattura nei confronti del committente, comprensiva delle prestazioni fatturate dai consorziati e della provvigione spettante al consorzio.

Occorre evidenziare che, tuttavia, ai sensi dell'art. 4, comma 5, d.P.R. n. 633/1972 non sono considerate commerciali “le prestazioni alle imprese consorziate (...), da parte di consorzi (...), di garanzie mutualistiche e di servizi concernenti il controllo qualitativo dei prodotti, compresa l'applicazione di marchi di qualità”.

Inoltre, l'art. 10, comma 2, dello stesso d.P.R. n. 633/1972 precisa che “sono (...) esenti dall'imposta le prestazioni di servizi effettuate nei confronti dei consorziati (...) da consorzi, (...), costituiti tra soggetti per i quali, nel triennio solare precedente, la percentuale di detrazione di cui all'art. 19-bis, anche per effetto dell'opzione di cui all'articolo 36-bis, sia stata non superiore al 10 per cento, a condizione che i corrispettivi dovuti dai consorziati (...) ai predetti consorzi (...) non superino i costi imputabili alle prestazioni stesse”.

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