Contratto di mutuo a rata fissa ed a durata variabileInquadramentoIl mutuo è un contratto reale che si perfeziona con la consegna della somma, che costituisce elemento costitutivo del contratto, evidenziando che il requisito della realità può essere integrato anche mediante il conseguimento della disponibilità giuridica della cosa. Il mutuo è un contratto oneroso, in quanto maturano a carico del mutuatario che riceve il trasferimento della proprietà di una determinata somma di denaro da parte del mutuante interessi che in genere vengono scomputati unitamente al capitale secondo il piano di ammortamento concordato sino all'estinzione del mutuo. La misura e l'eventuale variazione degli interessi costituiscono, anche rispetto alla convenienza dell'operazione, elementi molto importanti nel mutuo avente ad oggetto somme di denaro. I mutui a rata fissa ed a durata variabile sono dei mutui calcolati a tasso variabile, con la peculiarità che l'importo della rata resta invariato, mentre a modificarsi è la durata del mutuo che si riduce se il tasso diminuisce e viceversa. FormulaCONTRATTO DI MUTUO L'anno ... questo giorno ... del mese di ... in ... nella sede del/della ... in via ... davanti a me dr. ... Notaio, residente in ... iscritto al collegio notarile di ... sono presenti: la società ... , con sede sociale in ... , iscritto/a presso il registro delle imprese di ... al nr. ... , con capitale di € ... , filiale di ... , codice fiscale ... , i signori ... , domiciliati per la carica in ... , nella filiale della ... ,in via ... , che rappresentano la stessa ... , in virtù degli artt. ... dello statuto della predetta società, statuto che per estratto certificato conforme del dr. ... si allega al presente atto sotto la lettera ... ; - parte mutuante- - i signori ... , domiciliati a ... , in via ... , c.f. ... , comparenti, della cui identità personale io Notaio sono certo; - parte mutuataria- Gli stessi, previa rinuncia fra loro d'accordo e con il mio consenso all'assistenza dei testimoni, mi richiedono di ricevere il presente atto con i quale dichiarano e stipulano quanto segue: 1.Oggetto La banca, per mezzo del suo rappresentante, dichiara di concedere, come effettivamente concede, ai sig. ... suddetti che nel presente atto saranno chiamati parte mutuataria, che accetta, un mutuo di € ... (in lettere: ... ). La parte mutuataria chiede ed ottiene il suddetto mutuo per finanziare l'acquisto di un terreno e la costruzione di una casa in ... 1 . 2.Durata La durata massima del predetto mutuo, di comune accordo fra le parti, viene fissata in anni ... oltre il periodo di preammortamento a decorrere dalla data odierna. 3.Restituzione A riduzione e ad estinzione del mutuo, la parte mutuataria dovrà versare alla banca le seguenti somme: rate semestrali costanti consecutive di € ... ( ... ) ciascuna, comprensiva di capitale ed interessi, scadenti la prima il ... , senza che l'eventuale variazione del tasso, come previsto nella clausola n. 4 del presente contratto, comporti la variazione della rata di ammortamento del mutuo e degli interessi di preammortamento. La parte debitrice corrisponderà alla banca gli interessi di preammortamento unitamente alla prima rata di mutuo. La parte mutuataria si obbliga a pagare le semestralità concordate presso gli sportelli della banca mutuante, in ... 2 . 4.Interessi Di comune accordo fra le parti il saggio di interesse da applicare al mutuo viene fissato nella misura del ... % ( ... ) semestrale. Si pattuisce espressamente che il predetto tasso di interesse potrà essere modificato annualmente dalla Banca, in dipendenza di eventuali variazioni intervenute nella misura dell'Euribor 3 . CD. CAP: Si pattuisce espressamente che il predetto tasso di interesse potrà essere modificato annualmente dalla Banca, in dipendenza di eventuali variazioni intervenute nella misura dell'Euribor. A prescindere dall'entità di tali variazioni, si fissa la misura massima di interessi nella misura del ... % ( ... ) semestrale 4 .
CD. FLOOR: Si pattuisce espressamente che il predetto tasso di interesse potrà essere modificato annualmente dalla Banca, in dipendenza di eventuali variazioni intervenute nella misura dell'Euribor. Qualora al momento della rilevazione del tasso, la quotazione del parametro di indicizzazione fosse pari a 0,00 (zero) o negativa, per il corrispondente periodo di applicazione, il tasso applicato sarà pari allo spread contrattualmente previsto5.
In conformità all'allegato piano di ammortamento, al variare del tasso di interesse sarà modificata proporzionalmente la durata del mutuo. 5. Restituzione anticipata È in facoltà della parte mutuataria rimborsare anticipatamente il mutuo alle seguenti condizioni: a) saldare l'intero debito residuo in linea capitale, nonché gli eventuali arretrati che fossero dovuti e le eventuali spese giudiziali, anche irripetibili, ed ogni altra somma di cui la banca fosse in credito; b) versare gli eventuali interessi di mora dovuti e quelli maturati sino al giorno dell'estinzione; una commissione pari al ... % del debito residuo per anticipata estinzione; le spese relative all'operazione di estinzione stessa. 6. Spese e tasse Le spese e tasse in qualsiasi modo dipendenti da o connesse al presente contratto, nonché quelle per il rilascio della copia esecutiva a favore della banca, si convengono espressamente a carico esclusivo della parte mutuataria. È inoltre espressamente pattuito che i premi relativi ad assicurazioni che la banca ritenesse, a suo insindacabile giudizio, di contrarre presso compagnia di sua scelta, nonché i premi relativi ad assicurazioni espressamente richieste dal mutuatario, saranno parimenti a carico esclusivo del mutuatario stesso. 7. Condizioni generali di contratto Il mutuo è concesso ed accettato ai patti e sotto gli obblighi portati dal presente contratto e dalle clausole contenute nel "Capitolato delle condizioni generali e dei contratti di mutuo con garanzia ipotecaria", che, firmato dalle parti e da me Notaio, si allega sotto la lettera A al presente atto per formarne parte integrante e sostanziale. Dichiara la parte mutuataria di conoscere le dette clausole per averne avuto in precedenza testuale comunicazione, di accettarle ed approvarle integralmente, e specificatamente, anche agli effetti dell'art. 1341 c.c., con particolare riferimento a quelle riportate nel Capitolato stesso: al n. 4 (risoluzione del contratto in caso di mancata accettazione della variazione del tasso di interesse); al n. 7 (risoluzione del contratto in diminuzione di garanzia); al n. 11 (clausola risolutiva espressa); al n. 12 (cancellazione, riduzione e restrizione di ipoteca); al n. 15 (deroga alla competenza giudiziaria). [1] 1. Non trattandosi di mutuo di scopo, tale indicazione è facoltativa. [2] 2. Peraltro, poiché il pagamento dei ratei configura un'obbligazione unica ed il relativo debito non può considerarsi scaduto prima della scadenza dell'ultima rata, la prescrizione del diritto al rimborso della somma mutuata inizia a decorrere dalla scadenza dell'ultima rata (Cass. III, n. 17798/2011), con l'ulteriore conseguenza che, all'obbligo di restituire la somma ricevuta a titolo di mutuo non si applica la prescrizione quinquennale prevista dall'art. 2948, n. 4 c.c., relativa ai debiti che debbono soddisfatti periodicamente ad anno o in termini più brevi, trattandosi di un debito unico anche se può essere rateizzato in più versamenti periodici (Cass. II, n. 12797/2002). [3] 3. L'Euribor è il tasso medio al quale avvengono le transazioni finanziarie tra le banche dell'Eurozona, ossia i prestiti che i grandi istituti di credito dell'area Euro si fanno tra di loro. Le rate possono fare riferimento all'Euribor a scadenze diverse, ad esempio di 1 mese, di 3 mesi di 6 mesi o di 1 anno, come nell'esempio proposto. Occorre considerare che più è ampia la scadenza, più è elevato il tasso. [4] A differenza del tradizionale mutuo a tasso variabile, quello con Cap consente di fissare un tetto massimo al tasso di interessi, per tutelarsi da eventuali aumenti. In sostanza, se il tasso di interesse supera la soglia stabilita con la banca, il cliente non dovrà pagare quella percentuale in più. Se, invece, resta al di sotto di quella soglia, le rate vanno ricalcolate come un normale mutuo a tasso variabile. [5] Questa clausola, al contrario di quella cd. cap, tutela l’istituto di credito, nel senso che il tasso di interesse non potrà mai scendere al di sotto di una certa misura, e ciò a prescindere dall’entità delle variazioni dei tassi Euribor. CommentoIl mutuo è un contratto reale che si perfeziona con la consegna della somma, che costituisce elemento costitutivo del contratto, evidenziando che il requisito della realità può essere integrato anche mediante il conseguimento della disponibilità giuridica della cosa (Cass. III, n. 17194/2015). La parte che chieda la restituzione di somme date a mutuo è tenuta a provare, oltre alla consegna, anche il titolo dal quale derivi l'obbligo di controparte alla restituzione (Cass. III, n. 17050/2014). Il mutuo è un contratto oneroso, sicché maturano a carico del mutuatario che riceve il trasferimento della proprietà di una determinata somma di denaro da parte del mutuante interessi che in genere vengono scomputati unitamente al capitale secondo il piano di ammortamento concordato sino all'estinzione del mutuo. La misura e l'eventuale variazione degli interessi costituiscono, anche rispetto alla convenienza dell'operazione, elementi molto importanti nel mutuo avente ad oggetto somme di denaro (nel senso che in tema di mutuo e finanziamenti, se viene indicato nel contratto di mutuo o di finanziamento il tasso, la scadenza, l'importo del finanziamento iniziale e della rata costante, ma il tasso effettivamente applicato è superiore a quello indicato in conseguenza del meccanismo dell'ammortamento a rate costanti alla francese, si verifica una fattispecie di maggiorazione del tasso d' interesse rispetto a quello nominale pattuito cfr. Corte appello Bari, sez. II, 07/05/2021, n. 866, in dejure.giuffre.it). Il mutuo si dice a tasso fisso quando lo stesso è invariabilmente convenuto per l'intera durata del contratto con conseguente rispettiva sopportazione del rischio dell'aumento o della diminuzione successiva del tasso a carico di ciascuna delle parti. Questa forma di mutuo presenta, peraltro, per il mutuatario l'indubbio vantaggio di conoscere ex ante l'entità delle somme dovute per l'intera durata del rapporto negoziale. Nel mutuo a tasso variabile invece la determinazione dell'interesse dipende all'indice di riferimento legato al costo del denaro. Di regola si fa riferimento all'Euribor, ossia al tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie tra le banche dell'Eurozona, cioè i prestiti che i grandi istituti di credito dell'area Euro si fanno tra di loro. Nell'esemplificazione proposta, di mutuo a rata fissa ed a durata variabile, la peculiarità è che, pur trattandosi di mutuo a tasso variabile, l'importo della rata resta invariato, mentre a modificarsi è la durata del mutuo che si riduce se il tasso diminuisce e viceversa. Nel regime anteriore alla l. n. 108/1996 il negozio di mutuo era considerato dalla giurisprudenza illecito per pattuizione di interessi a tasso elevato solo nel caso di sussistenza degli estremi del delitto di usura ai sensi dell'art. 644 c.p. (nella previgente formulazione). A seguito della riformulazione del reato di usura operata dalla l. n. 108/1996, è stato soppresso l'elemento dell'approfittamento dello stato di bisogno ed è stato previsto che è la legge a stabilire “il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurai” (art. 644, comma 3 c.p.) con determinazione del tasso massimo delegata al Ministero del tesoro (cd. “tasso-soglia”). La giurisprudenza di merito è tornata spesso sulla questione problematica della necessità di sommare, a tal fine, gli interessi convenzionali quelli moratori. L'orientamento pressoché unanime ha evidenziato che ai fini della verifica della usurarietà di un contratto di mutuo non è valida la formula di calcolo data dalla sommatoria degli interessi convenzionali e quelli moratori, laddove pattuiti come sostitutivi dei primi e non addizionabili ad essi (v., tra le molte, Trib. Milano VI, 8 marzo 2016, n. 3021). In sostanza, poiché gli interessi moratori hanno funzione e natura diverse dagli interessi corrispettivi, costituendo una tecnica di determinazione forfettaria del danno da inadempimento volta a compensare il creditore del danno emergente subito per il ritardo nel pagamento e idonea a soddisfare finalità sanzionatorie del debitore in ragione del saggio convenuto, per cui sono riconducibili al genus delle clausole penali, l'usurarietà degli interessi corrispettivi o moratori va scrutinata con riferimento all'entità degli stessi, e non già alla sommatoria dei moratori con i corrispettivi, atteso che detti tassi sono dovuti in via alternativa tra loro (cfr. Trib. Grosseto 21 giugno 2018, in dejure.giuffre.it). Pertanto, come chiaramente esplicato nella Circolare della Banca d'Italia del 3 luglio 2013, i TEG medi rilevati trimestralmente includono, oltre ai tassi di interesse nominali, tutti gli oneri connessi all'erogazione del credito, non anche gli interessi di mora, che sono, invece, esclusi dal calcolo del TEG, perché non dovuti dal momento dell'erogazione del credito ma solo a seguito di un eventuale inadempimento da parte del cliente. L''esclusione è finalizzata ad evitare di considerare nella media operazioni con andamento anomalo, in quanto ne deriverebbe un eccessivo innalzamento delle soglie ed è sottolineata nei Decreti trimestrali del Ministero dell'Economia e delle Finanze i quali specificano che i tassi effettivi globali medi non sono comprensivi degli interessi di mora contrattualmente previsti per i casi di ritardato pagamento (Trib. Roma IX, 1° agosto 2018, n. 15998, in dejure.giuffre.it). Quando non risulta superato il cosiddetto tasso soglia, la nullità ex art. 1815, comma 2, della clausola di previsione degli interessi, richiede invece la prova del loro carattere usurario ai sensi dell'art. 644, comma 3, secondo periodo c.p., ossia la dimostrazione della sproporzione degli interessi convenuti, nonché della condizione di difficoltà economica di colui che promette gli interessi. La S.C. ha recentemente chiarito che la pattuizione di un tasso di interesse moratorio usurario non comporta la gratuità del contratto, poiché la sanzione della non debenza di alcun interesse, prevista dall'art. 1815, comma 2, c.c., non coinvolge anche gli interessi corrispettivi lecitamente pattuiti, che continuano ad essere applicati ai sensi dell'art. 1224, comma 1, c.c. (Cass. III, n. 8103/2023). La disciplina relativa ai tassi di interesse sui mutui introdotta dalla l n. 108/1996 — e quindi anche quella dettata dall'art. 1 d.l. n. 394/2000, conv. in l. n. 24/2001, di interpretazione autentica della precedente — non si ritiene applicabile ai rapporti completamente esauriti prima della sua entrata in vigore. Di recente, le Sezioni Unite, intervenendo sul tema dell'usurarietà sopravvenuta, hanno sancito che allorché il tasso degli interessi concordato tra mutuante e mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell'usura come determinata in base alle disposizioni della l. n. 108/1996, non si verifica la nullità o l'inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all'entrata in vigore della predetta legge, o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia quale risultante al momento della stipula. Le SU hanno altresì ritenuto che la pretesa del mutuante di riscuotere gli interessi secondo il tasso validamente concordato non può essere qualificata, per il solo fatto del sopraggiunto superamento di tale soglia, contraria al dovere di buona fede nell'esecuzione del contratto in quanto la violazione del canone di buona fede non è riscontrabile nell'esercizio in sé considerato dei diritti scaturenti dal contratto, bensì nelle particolari modalità di tale esercizio in concreto, che siano appunto scorrette in relazione alle circostanze del caso (Cass. S.U., n. 24675/2017). Quanto al cd. anatocismo, la S.C. aveva ritenuto che, in riferimento al calcolo degli interessi nel contratto di mutuo bancario, dovevano ritenersi applicabili le limitazioni previste dall'art. 1283 c.c., con conseguente illegittimità della convenzione contestuale alla stipulazione del mutuo, in forza della quale sulle rate scadute decorrono gli interessi sull'intera somma (Cass. III, n. 2593/2003). Peraltro, mediante l'art. 3 della delibera Cicr. del 9 febbraio 2000 è stato previsto che, per i contratti di finanziamento a rimborso rateale stipulati successivamente alla sua entrata in vigore, ha previsto la possibilità di pattuire che, in caso di inadempimento del debitore, l'importo complessivamente dovuto alla scadenza di ogni rata produca interessi sino al pagamento, restando invece vietata la capitalizzazione periodica degli stessi. È ormai dominante l'orientamento per il quale, in tema di mutuo, non vi è anatocismo in presenza di interessi addebitati dalla banca calcolati sulle sole quote di capitale via via residuate e non anche sugli interessi della o delle rate precedenti (v., da ultimo, Trib. Arezzo 6 agosto 2018, n. 626, in dejure.giuffre.it). Per altro verso, il dibattito concernente la validità del mutuo con ammortamento cd. alla francese nel quale l'imputazione dei pagamenti prevalentemente in conto di interessi e solo in minima parte in conto capitale, appare risolto dalla prassi dominante nel senso che siffatto meccanismo, ricorrente nella prassi bancaria, è conforme alla regola generale prevista dall'art. 1194 c.c. (v., per tutte, Trib. Avellino 31 luglio 2017, n. 1523). Profili fiscali Sul piano fiscale un'operazione di mutuo rileva sotto plurimi aspetti. In primo luogo, se il mutuo è contratto da un soggetto che esercita un'attività imprenditoriale i relativi costi devono essere scomputati, secondo la spesa sostenuta per competenza per ciascun anno di durata, in conformità al piano di ammortamento, dal reddito complessivo (v. artt. 75 e 76 del d.P.R. n. 917/1986, cd. TUIR). È stato invece chiarito che il costo della consulenza concernente la stipula di un contratto di mutuo deve essere imputato alla annualità nel corso della quale esso è stato sostenuto, trattandosi di spesa di competenza dell'esercizio nel corso del quale il contratto è stato concluso e non di quelli successivi nei quali vanno a ricadere non i vantaggi del prestito ma le scadenze delle obbligazioni restitutorie (Cass. sez. trib., n. 23338/2017). Qualora il soggetto che eserciti un'attività imprenditoriale si trovi invece nella posizione del mutuante, gli interessi attivi percepiti sulle somme oggetto del mutuo ne comporranno il reddito complessivo. In questo senso, è consolidata la giurisprudenza di legittimità per la quale gli interessi su mutui, finanziamenti o simili, percepiti dalle società e dagli enti esercenti attività commerciali residenti di cui all'art. 73, comma 1, lettera a) e b) del d.P.R. n. 917/1986, o dalle stabili organizzazioni di soggetti non residenti di cui alla successiva lett. d), o nell'esercizio di imprese commerciali, non costituiscono, come stabilito dall'art. 48 del d.P.R. n. 917/1986, reddito di capitale e vanno qualificati come una delle componenti attive rilevanti per la determinazione del reddito di impresa, con la conseguenza che non sorge per il soggetto erogante l'obbligo di effettuare la ritenuta d'imposta, salvi i casi espressamente previsti dall'art. 26 del d.P.R. n. 600/1973 (Cass. sez. trib., n. 19793/2017). Per altro verso, l'art. 15 del d.P.R. n. 601/1973 prevede l'esenzione dall'imposta di registro e di bollo, dalle imposte ipotecarie e catastali e dalle tasse sulle concessioni governative per le operazioni di concessione di credito a medio e lungo termine ossia, come chiarito dal comma 3, quelle aventi una durata superiore a 18 mesi. Sul punto, si è evidenziato, di recente, in discontinuità con l'impostazione che era stata precedentemente fatta propria dalla medesima S.C., che tale agevolazione opera anche nell'ipotesi in cui il contratto preveda la facoltà dell'istituto erogante di recedere per giusta causa, prima della scadenza del termine di diciotto mesi contemplato da detta disposizione, poiché in tale ipotesi la cessazione anticipata del rapporto si correla a circostanze di fatto obiettivamente accertabili e sottoponibili a vaglio giudiziale che non implicano, pertanto, una degradazione della durata del rapporto ad elemento variabile in funzione dell'interesse della banca (Cass. sez. trib., n. 9506/2018). |