Contratto di somministrazione di beni

Luca Luchetti
aggiornata da Nicola Rumìne

Inquadramento

La somministrazione è un contratto con il quale una parte, solitamente un'impresa, si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo, ad eseguire, a favore dell'altra parte, prestazioni periodiche o continuative di cose o beni (art. 1559 c.c.). Non vi sono limitazioni rispetto all'oggetto della prestazione.

Tale contratto è classificabile come un contratto tipico di durata, essendo caratterizzato da molteplici prestazioni, distinte e autonome tra loro, anche se connesse in quanto finalizzate a soddisfare un interesse periodico o continuativo dell'accipiens ossia del somministrato.

Tipici contratti di somministrazione sono i contratti di utenza telefonica, quelli di fornitura di energia elettrica, gas, acqua, nonché quelli di fornitura di materie prime da trasformare.

Formula

CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE DI BENI

TRA

la Società ...., con sede legale in ...., via ...., in persona del .... e legale rappresentante pro tempore Sig. ...., munito dei necessari ai sensi dello statuto sociale (di seguito anche “Somministrante”),

E

la Società ...., con sede legale in ...., via ...., in persona del .... e legale rappresentante pro tempore Sig. ...., munito dei necessari ai sensi dello statuto sociale (di seguito anche “Somministrato”).

SI CONVIENE E STIPULA QUANTO SEGUE

1) Il Somministrante si obbliga ad eseguire in favore del Somministrato la fornitura dei seguenti beni/prodotti: .... [1] (di seguito “Prodotti), con la seguente cadenza .... [2]

OPPURE

Il Somministrante si obbliga ad eseguire in favore del Somministrato la fornitura dei seguenti beni prodotti/: .... con continuità per tutta la durata del presente contratto.

2) Il Somministrante si obbliga ad effettuare la somministrazione richiesta a seguito di ordine, anche verbale, da parte del Somministrato, che dovrà indicare la quantità e la qualità dei prodotti che dovranno essere forniti di volta in volta. In caso di mancata indicazione della quantità e della qualità dei prodotti da fornire, si intenderà confermato il precedente ordine effettuato.

3) La somministrazione si intenderà accettata dal Somministrato se non specificamente contestata con comunicazione scritta da inviarsi al Somministrante entro e non oltre .... dal ricevimento della fornitura.

4) Il prezzo dei Prodotti è indicato nel listino allegato al presente contratto. Eventuali modifiche del prezzo dovranno essere concordate per iscritto tra le parti.

5) Il Somministrato si obbliga a corrispondere in favore del Somministrante il prezzo entro .... dalla esecuzione della prestazione, previa emissione di apposita fattura [3] . In caso di mancato pagamento nei termini pattuiti il Somministrato sarà tenuto al pagamento degli interessi di mora.

6) Le parti convengono che la durata del presente contratto è di .... dalla sua sottoscrizione. Alla scadenza del contratto, esso si intenderà tacitamente rinnovato per un uguale periodo, salvo disdetta di una delle parti da inviarsi a mezzo raccomandata a/r con preavviso di almeno .....

7) Per quanto non espressamente disposto dal presente contratto, le parti intendono rinviare alle disposizioni del Codice Civile e alle norme di legge applicabili.

8) Per qualsiasi controversia derivante dal presente contratto o collegata allo stesso sarà esclusivamente competente il Tribunale di .... [4] .

La presente scrittura privata viene redatta in tre originali, di cui uno per uso registrazione scontando l'imposta in misura fissa, in quanto relativa ad operazione soggetta ad IVA.

Luogo e data ....

Firma il Somministrante ....

Firma il Somministrato ....

[1]Occorre descrivere le caratteristiche qualitative dei prodotti oggetto della somministrazione.

[2]Le parti avranno la facoltà di prevedere che le prestazioni del somministrante vengano eseguite continuativa e non con cadenza periodica.

[3]Nella somministrazione a carattere periodico il prezzo è corrisposto all'atto delle singole prestazioni e in proporzione di ciascuna di esse. Nella somministrazione a carattere continuativo il prezzo è pagato secondo le scadenze d'uso (art. 1562 c.c.).

[4]Le parti possono prevedere che la risoluzione delle controversie derivanti dal contratto o collegate allo stesso possano essere definite da un Collegio Arbitrale (clausola compromissoria).

Commento

La disciplina generale del contratto di somministrazione

La somministrazione è un contratto a prestazioni corrispettive, di durata, commutativo, ad effetti obbligatori la cui disciplina è prevista al Capo V del Titolo III del Libro IV del codice civile.

In particolare, secondo il dettato normativo di cui all'art. 1559 c.c. la somministrazione è il contratto con il quale una parte, solitamente un imprenditore, si obbliga, verso un corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose.

Si definiscono periodiche le prestazioni in cui l'esecuzione avviene ad intervalli di tempo costanti (ad esempio, la fornitura di prodotti alimentari o bevande ad un ristorante). Sono, invece, continuative le prestazioni eseguite senza soluzione di continuità anche se in un tempo determinato, come nel caso di fornitura elettrica o di gas.

Le due ipotesi relative all'oggetto del contratto previste dall'art. 1559 c.c. di prestazioni periodiche o continuative si differenziano in quanto solo nella prima di esse le prestazioni vengono effettuate in periodi intermittenti. Tale distinzione, sebbene chiara nella sua formulazione teorica, risulta essere più problematica in termini applicativi, essendo rare le prestazioni eseguite senza soluzione di continuità. In ogni caso, sia che si tratti di prestazioni periodiche che continuative, vale il principio secondo cui, anche la somministrazione, quale contratto di scambio, soggiace alla regola della determinabilità dell'entità dell'oggetto stabilito dall'art. 1346 c.c., in quanto ai sensi dell'art. 1560 c.c., ove la prestazione non sia stata determinata dalle parti, la sua entità va commisurata al normale fabbisogno del somministrato, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto, operando tale fabbisogno non solo a carico, ma anche a vantaggio del somministrante. È, peraltro, necessario che il fabbisogno del somministrato sia obiettivamente accertabile, perché, ove ciò non si verifichi, il contratto è nullo per indeterminabilità dell'oggetto (in tal senso Cass. n. 61/1970).

Le prestazioni oggetto del contratto di somministrazione devono essere, in ogni caso, determinate o determinabili. Nell'ipotesi in cui non sia determinata l'entità della somministrazione, a norma dell'art. 1560, comma 1 c.c. si intende pattuita quella corrispondente al normale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto. Il concetto di “normale fabbisogno della parte” implica una preventiva, sia pure approssimativa, valutazione di necessità massima della prestazione in capo al somministrato che il somministrante deve svolgere con l'impiego dell'ordinaria diligenza (art. 1560, comma 1 c.c.). Occorre precisare che il criterio interpretativo di cui all'art. 1560 c.c. si riferisce alla quantità della prestazione da somministrare e che, pertanto, non può valere anche per la quantità delle cose, in ordine alla quale è determinante la volontà delle parti.

Sempre nell'ipotesi in cui non sia determinata l'entità della somministrazione, è possibile che le parti concludano una somministrazione c.d. “a piacere” in cui il somministrante è vincolato a fornire la quantità di cose pretesa di volta in volta in piena discrezionalità della controparte.

Per quanto concerne la determinazione e il pagamento del prezzo, nella somministrazione a carattere periodico il prezzo è corrisposto all'atto delle singole prestazioni e in proporzione di ciascuna di esse. Nella somministrazione a carattere continuativo, invece, il prezzo viene pagato secondo quelle che sono le scadenze d'uso (art. 1562 c.c.).

Per il caso di somministrazione a carattere periodico, in assenza di determinazione espressa del prezzo, questo sarà determinato ai sensi dell'art. 1474 c.c., presumendo che le parti abbiano voluto riferirsi al prezzo normalmente applicato dal somministrante, avendo riguardo al tempo della scadenza delle singole prestazioni e al luogo in cui queste devono essere eseguite (art. 1561 c.c.).

Il codice civile disciplina, altresì, la scadenza delle singole prestazioni. In particolare, ai sensi dell'art. 1563 c.c. il termine stabilito per le singole prestazioni si presume pattuito nell'interesse di entrambe le parti. Se l'avente diritto alla somministrazione ha la facoltà di fissare la scadenza delle singole prestazioni, egli deve comunicarne la data al somministrante con un congruo preavviso.

In caso d'inadempimento di una delle parti, l'altra può chiedere la risoluzione del contratto, solo se l'inadempimento ha una notevole importanza ed è tale da menomare la fiducia nell'esattezza dei successivi adempimenti (art. 1564 c.c.).

Se la parte che ha diritto alla somministrazione è inadempiente e l'inadempimento è di lieve entità, il somministrante non può sospendere l'esecuzione del contratto senza dare congruo preavviso (art. 1565 c.c.). Qualora, invece, non sia stata stabilita la durata della somministrazione, ciascuna parte può recedere dal contratto dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo della natura della somministrazione.

La risoluzione è possibile anche per le singole prestazioni, ma in questo caso la disciplina di riferimento è quella generale dettata dall'art. 1453 e ss. c.c.; qualora, invece, venga formulata la richiesta di liberazione dall'obbligo di pagare le prestazioni di cose da consumare viziate, la normativa di riferimento è quella dei vizi della cosa venduta.

L'azione di risoluzione si prescrive nell'ordinario termine decennale mentre il termine di prescrizione relativo alle singole prestazioni è quinquennale ai sensi dell'art. 2948 n. 4 c.c.

La somministrazione può essere caratterizzata dal patto di preferenza (art. 1566 c.c.) o dal patto di esclusiva (artt. 1567 e 1568 c.c.).

Il legislatore ha previsto l'applicazione alla somministrazione, in quanto compatibili rispetto al caso specifico, le disposizioni che disciplinano il contratto a cui corrispondono le specifiche prestazioni (art. 1570 c.c.).

La “somministrazione di consumo” e la “somministrazione di uso”

La nozione di somministrazione data dal legislatore è volutamente generica al fine di ricomprendere più fattispecie possibili. Infatti, il contratto di somministrazione può essere di:

1. “somministrazione di consumo”, in cui le cose date dal somministrante vengono trasferite in proprietà al somministrato, con applicazione delle relative disposizioni;

2. “somministrazione di uso”, in cui il somministrante attribuisce attraverso il trasferimento solo il godimento del bene (come per esempio nel caso della fornitura periodica di recipienti – bottiglie di vetro – destinati a contenere bevande quando essi devono essere restituiti).

Il contratto di somministrazione è un contratto consensuale cioè per la sua conclusione è sufficiente l'accordo delle parti legittimamente manifestato.

La somministrazione non richiede una forma particolare, potendosi concludere contratti di somministrazione anche per facta concludentia, consistente nella ricezione e fruizione da parte di una parte della fornitura effettuata dall'altra (in tal senso Cass. n. 3936/1982; di recente Cass. III, n. 20267/2023 e Trib. Pavia III, n. 944/2023).

La rilevazione dei consumi della somministrazione

Con particolare riferimento a somministrazioni continuative, quali, ad esempio, quelli di fornitura di gas, luce ed energia elettrica, al fine di misurare l'effettivo consumo da parte del somministrato, vengono solitamente applicati dei contatori, così da consentire una costante rilevazione.

La rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità sicché, in caso di contestazione, grava sul somministrante, anche se convenuto in giudizio con azione di accertamento negativo del credito, l'onere di provare che il contatore era perfettamente funzionante, mentre il fruitore deve dimostrare che l'eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e che non avrebbe potuto evitare con un'attenta custodia dell'impianto, ovvero di aver diligentemente vigilato affinché eventuali intrusioni di terzi non potessero alterare il normale funzionamento del misuratore o determinare un incremento dei consumi (in tal senso Cass. n. 19154/2018; conf. Cass. n. 23699/2016).

In tema di contratto di abbonamento telefonico, deve presumersi, in difetto di contestazione da parte dell'utente, il buon funzionamento del sistema di rilevazione del traffico mediante i contatori centrali delle società telefoniche, le cui risultanze fanno piena prova dei relativi addebiti, mentre, in caso di contestazione, costituisce onere della società esercente il servizio di telefonia offrire la prova dell'affidabilità dei valori registrati da contatori funzionanti; in ogni caso, l'utente è ammesso a provare che non gli sono addebitabili gli scatti risultanti dalla corretta lettura del contatore funzionante, ma a tale scopo dovrà allegare circostanze che univocamente autorizzino a presumere una utilizzazione esterna della linea nel periodo al quale gli addebiti si riferiscono, consentendo di escludere che soggetti diversi dal titolare dell'utenza, ma in grado di accedere ad essa, ne abbiano fatto uso per ragioni ricollegabili ad un difetto di vigilanza da parte dell'intestatario, ovvero alla mancata adozione di possibili cautele da parte del medesimo. In applicazione di tale principio, la S.C. ha ritenuto del tutto irrilevante che all'utente – in assenza di contestazione dei dati del traffico telefonico o del malfunzionamento del contatore centrale o dell'illecito utilizzo da parte di terzi – non fosse stato consentito di provare il mancato funzionamento del telefono cellulare nel periodo degli addebiti (Cass. n. 30290/2017).

La sospensione della somministrazione

L'art. 1565 c.c. disciplina l'ipotesi di sospensione della somministrazione stabilendo che il somministrante, fornendo un congruo preavviso, può sospendere l'esecuzione della propria prestazione, nelle ipotesi in cui il soggetto avente diritto alla somministrazione risulti inadempiente e l'inadempimento sia di lieve entità. A ben vedere, tale disposizione rispetta il principio generale “inadimplenti non est adimplendum” di cui all'art. 1460 c.c. esteso, però, anche al caso di lieve importanza dell'inadempimento. Se, invece, l'inadempimento è grave, il somministrante potrà sospendere immediatamente l'esecuzione, secondo quanto previsto dall'art. 1460 c.c.

Sulla base di tale disposizione, nel contratto di utenza telefonica, il somministrante ha facoltà di sospendere la fornitura nel caso di ritardato pagamento anche di una sola bolletta. Tale sospensione della fornitura è legittima, però, solo finché permane l'inadempimento dell'utente; al contrario, se la sospensione permane anche quando l'utente ha pagato il suo debito, questo rappresenta un inadempimento contrattuale e obbliga il somministrante al risarcimento del danno ai sensi degli artt. 1176 e 1218 c.c., a meno che non sia fornita la prova che tale inadempimento è stato determinato da causa non imputabile allo stesso somministrante, ovvero, nella specie, dalla ignoranza incolpevole dell'avvenuto pagamento. Sul punto, la Suprema Corte di Cassazione ha rilevato che la mancata conoscenza del pagamento da parte dello specifico ufficio addetto alla sospensione e riattivazione del servizio, essendo un fatto interno alla società e non dipendente dall'utente, non esclude l'obbligazione risarcitoria se non viene fornita la prova che essa dipende da causa estranea alla società e alla sua organizzazione (in tal senso Cass. n. 9624/1997 conf. Cass. n. 255731/2015).

Le ipotesi di cessazione della somministrazione

Producono lo scioglimento del contratto di somministrazione: il raggiungimento del risultato dedotto in obbligazione, l'impossibilità sopravvenuta della prestazione del somministrante, l'eccessiva onerosità della stessa, la risoluzione per inadempimento, nonché il recesso di uno dei contraenti.

In applicazione del principio vigente per tutti i contratti ad esecuzione continuata o periodica di cui all'art. 1373 c.c., l'art. 1569 c.c. prevede un'ipotesi di recesso legale stabilendo che “se la durata della somministrazione non è stabilita, ciascuna delle parti può recedere dal contratto, dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo alla natura della somministrazione”.

La dichiarazione di recesso produce effetti ex nunc, non è subordinata al rispetto di particolari formalità, e sarà legittima anche qualora venga manifestata in forma orale o per fatti concludenti, salvo il potere del giudice di stabilire in base alle clausole contrattuali, agli usi e alla natura della somministrazione, il termine congruo entro il quale il recesso debba avere efficacia. La Suprema Corte ha precisato che per poter considerare il contratto di somministrazione a tempo determinato, al fine di escludere il diritto di ciascuna parte al recesso ad nutum, occorre che la durata del contratto sia stata determinata in modo espresso, potendo, però, i contraenti fissare il termine di durata anche per relationem con riferimento ad un certo avvenimento che dovrà in seguito verificarsi (Cass. n. 4228/1976; conf. Cass. n. 6864/1983).

Rispetto alla risoluzione, il legislatore ha dettato una specifica disciplina contenuta all'art. 1564 c.c. che prevede, da un lato, la notevole rilevanza della singola o delle singole prestazioni e, dall'altro, che l'inadempimento sia tale da menomare la fiducia nell'esattezza dei futuri adempimenti. Al riguardo, occorre considerare che, corrispondendo alla prestazione continuativa del somministrante una prestazione periodica dell'utente, la risoluzione del contratto opera secondo il principio affermato dall'art. 1458 c.c., per cui gli effetti della risoluzione stessa non si estendono alle prestazioni già effettuate (in tal senso Cass. n. 21973/2007). Il carattere di durata della somministrazione, oltre la risoluzione totale del contratto, consente evidentemente anche la risoluzione parziale, cioè la risoluzione con riguardo alle singole prestazioni ovvero una porzione della prestazione continuativa dedotta nel contratto. Tale risoluzione è possibile anche se i singoli inadempimenti non sono tali da menomare la fiducia nell'esatta esecuzione delle prestazioni successive.

La somministrazione e le principali differenze con contratti affini

Il contratto di somministrazione si distingue dalla vendita a consegne ripartite perché nel primo caso la periodicità o la continuità delle prestazioni si pongono come elementi essenziali del contratto stesso in funzione di un fabbisogno del somministrato così che ogni singola prestazione è distinta ed autonoma rispetto alle altre. Nella vendita a consegne ripartite, invece, la prestazione oggetto del contratto è unica, considerato che la ripartizione delle consegne attiene esclusivamente la fase esecutiva del rapporto (in tal senso Cass. n. 7380/1991).

La somministrazione si distingue, inoltre, dall'appalto che ha ad oggetto prestazione di opere o servizi e non di cose. Tale distinzione rileva con particolare riferimento alla somministrazione di personale, infatti, il contratto di appalto ha ad oggetto un'obbligazione di risultato (con cui l'appaltatore assume, con la propria organizzazione, il compito di far conseguire al committente il risultato promesso), mentre la somministrazione sottende una tipica obbligazione di mezzi. Conseguentemente, laddove chi debba eseguire la prestazione non abbia alcun risultato da raggiungere, poiché ad esempio oggetto esclusivo dell'accordo sono mere prestazioni lavorative, deve ritenersi che si è al cospetto di un contratto di somministrazione di personale e non già di un appalto di servizi (Cons. St. n. 1571/2018).

Profili fiscali

La registrazione del contratto sconta il pagamento dell'imposta in misura fissa, trattandosi di operazione assoggettata ad IVA.

Infatti, sotto tale profilo, ai sensi dell'art. 6, comma 2, lett. a) d.P.R. n. 633/1972, il momento impositivo in caso di cessioni periodiche o continuative di beni in esecuzione di contratti di somministrazione si realizza con il pagamento e non con la consegna dei beni, con la conseguenza che la fatturazione potrà essere anche complessiva (ad esempio, per ciascun mese) ove il pagamento rispetti tale cadenza temporale.

Nella recente giurisprudenza della S.C. si è precisato, sempre in tema di IVA, che, ai fini dell'applicazione dell'aliquota agevolata di cui alla voce 38, Tabella A, parte II, allegata al d.P.R. n. 633/1972 – nella formulazione applicabile ratione temporis – i distributori automatici di somministrazione di alimenti e bevande devono essere collocati in luoghi destinati alla collettività (quali, ad esempio, ospedali, case di cura, scuole e uffici), utilizzati da un numero indeterminato di individui, in quanto la ratio dell'agevolazione è la funzione sociale che caratterizza la somministrazione di tali beni in detti edifici (Cass. trib., n. 21809/2018).

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