Contratto di leasing finanziario

Mattia Caputo

Inquadramento

Il leasing finanziario o locazione finanziaria è una fattispecie negoziale che ha avuto origine nei paesi anglosassoni, ed in particolare negli Stati Uniti, e costituisce un'operazione particolarmente frequente nella prassi dei traffici economici e giuridici. L'originaria assenza di una disciplina legale ha comportato che tale contratto fosse qualificato in dottrina ed in giurisprudenza come socialmente tipico, con conseguente difficoltà di comprendere quale sia la sua natura giuridica, al fine di individuare la disciplina ad essa applicabile. In tempi più recenti con la l. n. 124/2017, detta “legge concorrenza” è stata introdotta per la prima volta in Italia una disciplina più compiuta della locazione finanziaria, tanto che può ritenersi che in tal modo il contratto in esame sia stato “tipizzato”. Nella presente formula si esaminerà l'origine di tale operazione negoziale, la sua nozione, natura giuridica ed uno dei problemi più sentiti in giurisprudenza negli ultimi anni, ovvero quello della tutela dell'utilizzatore nei confronti del fornitore, risolto dalle Sezioni Unite della Cassazione Civile nel 2015.

Formula

CONTRATTO DI LEASING FINANZIARIO 1

Con il presente contratto la banca/la società ...., iscritta nel R.I. il .... a .... e con sede legale in ...., alla ...., P.IVA .... (di seguito Concedente)

E

il/la Sig./Sig.ra/la società ...., nato/a/iscritta nel R.I. il .... a .... e residente/con sede legale in ...., alla ...., C.F./P.IVA .... (di seguito Utilizzatore)

CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE

PREMESSO

- che il Fornitore è proprietario dei seguenti beni mobili registrati/non registrati/ immobili così meglio descritti: .... (di seguito i beni);

- che il Concedente ha acquistato la proprietà dei beni del Fornitore con atto del .... in base alle istruzioni ricevute dall'Utilizzatore in cambio del pagamento del prezzo pari ad € .... + IVA;

- che l'Utilizzatore intende acquistare dal Concedente la disponibilità dei beni sopra indicati;

- che il corrispettivo dovuto dal Concedente al Fornitore per l'acquisto dei beni è pari ad € ....;

- che l'Utilizzatore ha corrisposto al Concedente all'atto della sottoscrizione del presente contratto la somma di € ....;

- che l'Utilizzatore dovrà corrispondere al Concedente numero .... canoni mensili dell'ammontare di € .... + IVA a decorrere dal ...., fino alla data del .... per un importo complessivo di € .... + IVA con le seguenti modalità di pagamento: ....;

- che l'Utilizzatore dovrà corrispondere al Concedente il tasso di interesse nella misura del .... %;

- che alla scadenza della data del .... l'Utilizzatore potrà acquistare la proprietà del bene pagando il prezzo (“maxicanone”) di € .... + IVA:

tutto ciò premesso è da considerarsi parte integrante e sostanziale del presente atto;

ART. 1 SCELTA DEI BENI E LORO ORDINAZIONE AI FORNITORI

1.1 Il Concedente si impegna ad appositamente acquistare, su richiesta dell'Utilizzatore, i beni e/o le attrezzature (di seguito denominati “i beni”) descritti in Premessa, emettendo nei confronti del Fornitore separati ordini di acquisto, in conformità alle indicazioni dell'Utilizzatore, il quale garantisce, per gli effetti di cui all'art. 1381 c.c., l'accettazione ed il corretto e puntuale adempimento di ciascuno di tali ordini da parte sia del Fornitore che di eventuali suoi incaricati;

1.2 In attuazione di quanto sopra l'Utilizzatore dà la propria espressa autorizzazione all'emissione da parte del Concedente degli eventuali ordini di pagamento di cui sopra, in conformità ai dati relativi ai beni indicati in Premessa ed alle Condizioni Generali di Acquisto predisposte dal Concedente che l'Utilizzatore dichiara di espressamente approvare;

1.3 L'Utilizzatore garantisce inoltre, per ogni singolo bene, la congruità del prezzo di acquisto fissato con il rispettivo Fornitore;

1.4. L'Utilizzatore conferma, agli effetti anche dell'art. 1338 c.c., di avere verificato che ogni singolo bene è rispondente alle vigenti prescrizioni antinfortunistiche ed antinquinamento, nonché alle disposizioni delle direttive UE emanate in materia di prevenzione degli infortuni e sicurezza del lavoro e garantisce il rilascio da parte di ciascun Fabbricante e/o Fornitore di ogni certificazione ed altro documento previsto sia dalla legge nazionale, sia dalle richiamate direttive UE, sia comunque dall'Ordine emesso nei confronti Fornitore. In particolare l'Utilizzatore garantisce il rilascio da parte di ciascun Fabbricante e/o Fornitore delle omologazioni, ovvero delle certificazioni UE emesse da organismo notificato, o dalle autocertificazioni di conformità UE, che siano previste per ogni bene fornito, nonché di ogni altro documento richiesto dal Concedente, ivi compreso il manuale di istruzioni redatto in lingua italiana e l'apposizione su ogni benne della marcatura UE, prendendo atto che in mancanza della predetta documentazione di cui sopra la consegna del bene da parte del Fornitore all'Utilizzatore sarò da considerarsi priva di effetti nei confronti del Concedente, con facoltà per il Concedente di risolvere il presente contratto nei modi e nei termini previste dagli artt. 14 e 15, ovvero comunque, qualora ne derivi l'invalidità del contratto, di rivalersi nei confronti dell'Utilizzatore, secondo quanto previsto dal successivo art. 3, comma 8.

1.5 Il Concedente avrà altresì facoltà di risolvere il presente contratto nei modi e termini di cui agli artt. 14 e 15 delle Condizioni Generali nel caso in cui il Fornitore e/o l'Utilizzatore, ometta di far pervenire al Concedente la medesima, all'atto della presa in consegna da parte dell'Utilizzatore, il duplicato della documentazione di cui sopra e l'Utilizzatore non conformi l'avvenuta apposizione sul bene della marcatura UE ove per esso prevista.

ART. 2 ACCOLLO DEI RISCHI E RESPONSABILITÀ DELL'UTILIZZATORE

2.1 L'Utilizzatore si impegna inderogabilmente a ricevere il bene per la durata di seguito indicata, accollandosi, sia nei confronti del Concedente, che dei terzi, ogni rischio 2 , onere e responsabilità connessi a tale bene, proprietà, detenzione, impiego e custodia dello stesso, anche per gli eventi derivanti da causa antecedente la stipulazione del contratto, caso fortuito, forza maggiore, atto o fatto del Fornitore o di terzi, loro inadempienza o insolvenza, provvedimento della Pubblica Autorità ecc., a partire dal momento in cui i rischi cesseranno di fare carico al Fornitore.

2.2 L'Utilizzatore non potrà pertanto imputare alcuna responsabilità al Concedente, né potrà recedere anticipatamente dal rapporto o comunque liberarsi dalle obbligazioni assunte, e segnatamente da quelle di effettuare il pagamento del canone nella misura ed alle scadenze stabilite, neanche in caso di mancata o ritardata consegna del bene, di perdita, distruzione o sottrazione, totale o parziale, inutilizzabilità temporanea o definitiva, a qualsiasi causa dovute, anche per vizi palesi od occulti, sia originari che sopravvenuti, mancanza delle qualità richieste, mancata omologazione e non rispondenza del bene, violazione dei diritti di privativa industriale, sequestro, requisizioni, revocatoria e similari. In tutte le ipotesi ora indicate ed in quelle similari ed analoghe, come per i sinistri che dovessero colpire il bene oppure vengano ad essere causati da questo a persona o cose dell'Utilizzatore o di terzi, anche se a lui non imputabili, l'Utilizzatore sarà inoltre responsabile per i danni subiti dal Concedente, e sarà tenuto a manlevare ed indennizzare quest'ultimo per ogni esborso che questo dovesse sostenere, anche a titolo di responsabilità obiettiva o di sanzione amministrativa o penale.

2.3 La responsabilità gravante sull'Utilizzatore ai sensi della presente clausola permarrà anche in caso di danno per il quale sia prevista o sussista una copertura assicurativa, nonché oltre i limiti della stessa.

2.4 In caso di legittimo rifiuto alla presa in consegna dei beni da parte dell'Utilizzatore, così come nel caso in cui il Fornitore non provveda alla consegna come previsto nell'ordine, il presente contratto di locazione finanziaria si intenderà privo di ogni effetto con completo esonero per il Concedente e con l'obbligo, a carico dell'Utilizzatore, di retrocedere ogni importo nel frattempo liquidato al Fornitore, oltre interessi di mora nella misura indicata all'art. 5.

ART. 3 PRESA IN CONSEGNA DEI BENI E RELATIVI VERBALI DI CONSTATAZIONE

3.1 Ciascun bene verrà consegnato all'Utilizzatore direttamente dal Fornitore.

3.2 La regolarità della consegna e dell'installazione dei singoli beni da parte di ciascun Fornitore sarà curata dall'Utilizzatore, che si impegna a conseguirle, a proprie spese e sotto la propria responsabilità, anche nell'interesse del Concedente, nel termine ed alle condizioni previste dall'ordine di acquisto emesso dalla stessa, su indicazione dell'Utilizzatore.

3.3 Nel termine massimo di otto giorni dalla consegna di ogni singolo bene, l'Utilizzatore dovrà verificarne il buono stato, nonché la sua conformità all'Ordine eventuale, L'Utilizzatore, assumendone la responsabilità, dovrà altresì verificare, nello stesso termine, la completa rispondenza del bene sia alle norme di legge che alle prescrizioni delle direttive UE in materia antinfortunistica e di sicurezza del lavoro, accertando che lo stesso sia corredato sia di ogni certificazione o altro documento prescritto per legge o per disposizioni emanate dalla UE, quali in particolare, a seconda di quanto previsto dalle richiamate norme per ogni tipo di bene, il certificato di omologazione, ovvero il certificato UE, rilasciato da organismo notificato o la dichiarazione di conformità UE, sia del manuale di istruzioni redatto in italiano, sia della marcatura UE apposta sul bene stesso sia, infine, di ogni altra documentazione eventualmente richiesta dal Concedente al Fornitore.

3.4 L'Utilizzatore dovrà altresì certificare l'accettazione di ogni singolo bene inviando al Concedente un apposito verbale di constatazione e presa in consegna, debitamente sottoscritto e nel cui contesto dovranno essere espressamente indicati tutti i certificati di omologazione e/o conformità UE che accompagnano il bene stesso. Tale verbale dovrà essere trasmesso dall'Utilizzatore al Concedente unitamente ad un duplicato di tutti gli eventuali certificati di omologazione e/o di conformità UE di cui sopra, nonché di ogni altro documento previsto per il bene o richiesto dal Concedente al fornitore.

3.5 Fermo restando quanto disposto dal precedente art. n. 2, l'Utilizzatore, nel caso in cui intenda rifiutare la consegna di uno o più beni, in seguito a loro gravi vizi o difetti di funzionamento, ovvero per altre inadempienze dei relativi Fornitori, sarà tenuto tassativamente a comunicare le proprie riserva ai Fornitori interessati, a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, dandone contemporanea notizia con le stesse forme al Concedente. L'Utilizzatore sarà altresì tenuto ad immediatamente promuovere, nei confronti dei Fornitori interessati, un accertamento tecnico preventivo e ad assumere ogni altra iniziativa, anche di carattere giudiziale, per la tutela degli interessi del Concedente.

3.6 Nei rapporti tra le parti la consegna si intenderà in ogni caso accettata senza riserve dall'Utilizzatore, per i beni che al momento dell'invio da parte sua della proposta di contratto al Concedente risultino essere stati consegnati dai rispettivi Fornitori all'Utilizzatore medesimo, nonché per quelli per i quali l'Utilizzatore ometta di ottemperare agli adempimenti previsti ai precedenti paragrafi di questa clausola, fatta salva in quest'ultima ipotesi la facoltà del Concedente di risolvere il contratto ai sensi e per gli effetti delle successivi artt. 14 e 15.

3.7 L'uso del bene da parte dell'Utilizzatore si intenderà comunque iniziato il primo giorno in cui il medesimo avrà ricevuto e preso in consegna il bene nei modi e nei termini sopra indicati.

Nel caso in cui il leasing abbia per oggetto più beni o gruppi di beni con consegna non contestuale, il contratto avrà la durata di seguito indicata e decorrerà dalla data della consegna di ciascun bene o gruppo di beni. È facoltà del Concedente considerare ciascun bene o gruppo di bene come oggetto di un autonomo contratto di leasing regolato dalle Condizioni Generali di contratto. In tale ipotesi il Concedente comunicherà all'Utilizzatore la volontà di avvalersi di tale facoltà mediante l'invio della fattura relativa al primo canone e l'obbligo dell'Utilizzatore al pagamento dei canoni successivi al canone alla firma o maxicanone, decorrerà dalle rispettive date di consegna.

3.8 In ogni caso è fatto espresso divieto all'Utilizzatore di accettare, da parte del Fornitore, la consegna di beni che non risultino conformi alla normativa vigente, e/o alle prescrizioni delle direttive UE in materia antinfortunistica ed antinquinamento, nonché non risultino corredati dal certificato di omologazione o di conformità UE rilasciato da organismo notificato ovvero di autocertificazione di conformità UE rilasciata dal Fabbricante e/o Fornitore, così come di ogni altro documento che sia previsto per legge o per disposizione UE, ivi compresi il libretto di istruzioni redatto in lingua italiana e la regolare marcatura UE, nonché ogni altro documento eventualmente richiesto dal Concedente al Fornitore. Qualora per effetto della violazione di tale divieto da parte dell'Utilizzatore dovessero derivare la nullità o l'inefficacia del contratto ovvero, comunque, altro pregiudizio a carico del Concedente, l'Utilizzatore risponderà nei confronti del medesimo, ai sensi dell'art. 1338 c.c., di ogni danno da esso subito.

ART. 4. FACOLTÀ DI AZIONE DELL'UTILIZZATORE

4.1 Per quanto sopra previsto e fermo restando che non potranno essere imputate al Concedente eventuali limitazioni e/o esoneri di responsabilità dei Fornitori o di terzi, è conferita la facoltà all'Utilizzatore, senza pregiudizio degli impegni da lui assunti verso il Concedente, né del diritto di proprietà di questa sul bene, di avanzare direttamente riserve ed eccezioni nei confronti dei Fornitori o di chi altri di ragione, a propria cura e spese, assumendosene ogni responsabilità e conseguenza.

4.2 All'Utilizzatore è altresì conferita la facoltà di proporre reclami ed azioni anche in via giudiziaria, riservata in ogni caso al Concedente la facoltà di intervento in causa o di proporre azione autonoma.

ART. 5. CORRISPETTIVO DELLA LOCAZIONE FINANZIARIA - MODALITÀ DI PAGAMENTO - INTERESSI DI MORA

5.1 Il canone complessivamente dovuto dall'Utilizzatore al Concedente ed il prezzo fissato per l'opzione di cui alla successivo art. n. 13, comma 3, sono determinati in proporzione ai costi totali che risulteranno essere stati sostenuti a consuntivo dal Concedente per l'acquisto dei beni, anche per effetto di revisione dei prezzi, oscillazione dei cambi, oneri e dazi doganali, commissioni di qualsiasi natura, competenze degli spedizionieri, accessori di qualsiasi tipo, rapportati ad un parametro percentuale calcolato in funzione dei costi di acquisto definitivamente sostenuti dal Concedente, nonché dalla periodicità dei versamenti come indicati in Premessa.

5.2 Il primo versamento che l'Utilizzatore abbia effettuato in via anticipata all'atto dell'invio della sua domanda/proposta di contratto al Concedente si intenderà corrisposto a titolo di deposito cauzionale infruttifero, sino al momento in cui il Concedente abbia manifestato, anche tacitamente, la propria accettazione di tale proposta e verrò poi imputato in parte a copertura delle spese di contratto per l'importo all'uopo indicato in Premessa e, per la restante part, a copertura del versamento dovuto dall'Utilizzatore contestualmente alla sottoscrizione del contratto così come determinato in Premessa.

5.3 Ognuno degli altri versamenti che si renderanno dovuti al Concedente, in conformità a quanto previsto in Premessa, sarà effettuato periodicamente, a partire dalla data in cui avrà inizio, ai sensi dell'art. 3, l'uso del bene da parte dell'utilizzatore.

5.4 In aggiunta al corrispettivo pattuito in Premessa, l'Utilizzatore sarà tenuto, a compenso degli oneri preliminari sostenuti dal Concedente, a corrispondere allo stesso un canone di prelocazione finanziaria, il cui ammontare verrà mensilmente calcolato nella misura del .... % su tutte le somme che, in eccedenza rispetto all'importo versato dall'Utilizzatore insieme all'invio della proposta di contratto, il Concedente stesso dovesse pagare ai Fornitori o a terzi in via anticipata rispetto alla data per l'inizio dell'uso del bene da parte dell'Utilizzatore così come fissato all'art. 3.

5.5 Salvo diverso accordo scritto delle parti, il compenso degli oneri di prelocazione finanziaria di cui al precedente comma verrà calcolato, per ciascun bene, a partire dalla data dei rispettivi pagamenti effettuati dal Concedente ai Fornitori, sino alla data in cui avrà inizio, ai sensi dell'art. 3, l'uso del bene da parte dell'utilizzatore.

5.6 Il compenso degli oneri di prelocazione finanziaria di cui ai precedenti commi dovrà essere corrisposto dall'Utilizzatore al Concedente in una o più soluzioni, in conformità alla richiesta medesima, entro .... giorni dalla richiesta stessa, salva la facoltà del Concedente di imputare il corrispondente importo tra le componenti dei costi sostenuti per l'acquisto del bene.

5.7 L'Utilizzatore sarà tenuto a corrispondere al Concedente un canone di prelocazione finanziaria, da calcolarsi nella misura e con i criteri di cui al comma 4 del presente art., anche nel caso in cui, in conformità alle istruzioni impartite dall'Utilizzatore, il Concedente abbia pattuito, con uno o più Fornitori, il pagamento differito del prezzo della rispettiva fornitura e l'Utilizzatore provveda, per qualsiasi causa o motivo, anche a lui non imputabile, alla sottoscrizione del relativo verbale di constatazione o presa in consegna in data successiva a quella di inizio del computo del termine di dilazione pattuito per il pagamento di detta fornitura. In questa ipotesi il compenso degli oneri di prelocazione finanziaria verrà calcolato per ogni bene a decorrere dalla data convenuta dal Concedente con il rispettivo Fornitore per l'inizio del computo del termine di dilazione del pagamento del relativo prezzo fino alla data di sottoscrizione del corrispondente verbale di constatazione e presa in consegna da parte dell'Utilizzatore e verrà anch'esso corrisposto dall'Utilizzatore al Concedente nei termini e con le modalità previste dal precedente comma 6 del presente art..

5.8 Il pagamento di ogni somma dovuta dall'Utilizzatore al Concedente, a titolo di canone o per qualsiasi altro titolo, dovrà essere effettuato, alle date di rispettiva scadenza, con le modalità che il Concedente riterrò di adottare ed al domicilio della stessa oppure presso qualsiasi altro Ente da questo indicato.

5.9 I pagamenti la cui scadenza coincida con un giorno non lavorativo dovranno essere effettuati all'ultimo giorno lavorativo bancario antecedente.

5.10 Le spese di incasso saranno a carico dell'Utilizzatore.

5.11 L'Utilizzatore, in caso di ritardo nel pagamento di qualsiasi somma dovuta al Concedente, tanto a titolo di canoni, quanto per qualsiasi altro titolo, ivi comprese anche le somme dovute in conseguenza dell'anticipata risoluzione totale o parziale del contratto ovvero di scioglimento dello stesso per mutuo consenso o di recesso dell'Utilizzatore ai sensi del successivo art. 18, sarà tenuto, senza necessità di costituzione in mora, a corrispondere gli interessi moratori nella misura del .... % e, comunque, entro i limiti di cui alla legge n. 108/1996;

5.12 Qualsiasi pagamento dell'Utilizzatore verrà imputato in primo luogo agli interessi ed alle spese e successivamente alle somme dovute a titolo di canone, iniziando da quelle scadute da maggior tempo.

5.13 Le contestazioni che fossero avanzate dall'Utilizzatore o dovessero comunque sorgere anche nei confronti di uno o più Fornitori o di terzi, non legittimeranno l'Utilizzatore a sospendere il puntuale pagamento del canone dovuto per ogni singolo bene nella misura e nei tempi pattuiti.

5.14 Le spese legali anche stragiudiziali sono a carico esclusivo dell'Utilizzatore inadempiente, così come le spese e/o le commissioni relative ad eventuali interventi da parte di esattori incaricati dal Concedente al recupero dei crediti in misura on superiore a quella prevista dall'art. 18. Gli importi a tale titolo anticipati dal Concedente saranno immediatamente rimborsati dall'Utilizzatore a semplice richiesta.

ART. 6. ASSICURAZIONE

6.1 L'Utilizzatore, per tutta la durata del rapporto e comunque fino alla riconsegna o all'acquisto da parte sua del bene, è tenuto ad assicurarlo a propria cura e spese per l'intero suo costo effettivo, con apposite polizze, che dovranno essere vincolate a favore del Concedente, contro tutti i rischi ivi compresi:

a) ogni rischio di trasporto, carico e scarico, dal luogo di consegna al luogo di installazione;

b) danni parziali o totali al bene;

c) responsabilità civile verso terzi da circolazione, compresi i terzi trasportati, con massimale unico non inferiore ai minimi di legge;

d) responsabilità civile da esercizio, anche se non prevista dalla legge, con massimale unico non inferiore ai minimi di legge quando i beni dedotti in contratto sono rappresentati da macchine operatrici semoventi.

6.2 Ogni polizza di assicurazione, di cui deve essere trasmesso duplicato al Concedente tempestivamente e, comunque, non oltre la sottoscrizione da parte dell'Utilizzatore del verbale di presa in consegna prevista dall'art. 3, all'atto della sottoscrizione della domanda/proposta di contratto, dovrà essere espressamente vincolata a favore del Concedente o di chi da questo indicato, fermo restando che i premi e tutti gli oneri del contratto di assicurazione saranno a carico dell'Utilizzatore, mentre i rispettivi diritti sarnno di spettanza del Concedente o di chi da questo designato;

6.3 Nel caso di inadempimento a tale obbligo, ovvero qualora l'Utilizzatore non abbia provveduto a trasmettere al Concedente copia della polizza assicurativa stipulata con la compagnia di propria scelta, il Concedente ha la facoltà di provvedere autonomamente ad assicurare il bene, previo un sollecito scritto, addebitando conseguentemente all'Utilizzatore il relativo premio in via di rivalsa, senza ulteriore avviso;

6.4 Ogni polizza dovrà altresì contenere l'impegno della compagnia di assicurazione a notificare tempestivamente al Concedente, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, l'eventuale mancato rinnovo della polizza nonché l'eventuale mancato pagamento dei premi ed a considerare valida a tutti gli effetti l'assicurazione fino a quanto non siano trascorsi .... giorni dalla data del recapito della raccomandata di cui sopra al Concedente.

6.5 Nel caso in cui un bene risulti scoperto di assicurazione o non vengano pagati tempestivamente i relativi premi, il Concedente impregiudicato quanto previsto dall'art. 12, potrà provvedere alla copertura assicurativa ed al pagamento dei premi, con diritto di rivalsa nei confronti dell'Utilizzatore.

6.6 In ogni caso, il Concedente non assume obblighi o responsabilità di sorta per gli eventuali rischi non coperti o soltanto parzialmente coperti dall'assicurazione.

6.7 In caso di sinistro l'Utilizzatore sarà comunque responsabile nei confronti del Concedente per l'intero risarcimento del danno da questo subito, mentre le somme che verranno corrisposte dalla compagnia assicurativa al Concedente a tittolo di indennità verranno da questo trasferite all'Utilizzatore solo dopo che lo stesso abbia provveduto, a sua volta ed a sue esclusive spese, alle necessarie riparazioni ed ai necessari risarcimenti, ovvero verranno imputate a semplice decurtazione del risarcimento dei danni dovuto dall'Utilizzatore al Concedente stesso, ai sensi dell'art. 16, nel caso in cui sia stato risolto.

ART. 7 PRESCRIZIONI SULL'USO DEI BENI - MANUTENZIONE

7.1 L'Utilizzatore per l'intera durata del rapporto sarà tenuto, sotto la propria responsabilità, agli effetti anche dell'art. 1338 c.c., ed a proprie spese, con esonero del Concedente da ogni relativo onere o rischio, a:

a) curare l'ottenimento di tutti i permessi, omologhe e certificazioni, che fossero connessi alla proprietà, all'impiego o comunque detenzione di ogni singolo bene, nonché provvedere al compimento di tutte le relative pratiche amministrative ed al pagamento di eventuali tasse di proprietà o possesso, sia ripetitive che “una tantum”;

b) curare la regolarità di tutti i documenti di immatricolazione e circolazione di ogni bene assoggettato ad immatricolazione ed iscrizione al P.R.A. o similari, nonché il loro tempestivo aggiornamento, qualora lo stesso si renda necessario per vicende che riguardano l'Utilizzatore;

c) servirsi di ogni bene con la diligenza del buon padre di famiglia, adibendoli ai soli usi consentiti dalle eventuali licenze ed autorizzazioni di cui siano dotati, nonché osservare le leggi e le disposizioni, anche locali, che regolano il loro impiego;

d) astenersi dall'utilizzo di ogni bene qualora lo stesso non sia correlato da tutte le certificazioni ed altri documenti previsti per legge o per prescrizione delle direttive UE in materia antinfortunistica e di sicurezza del lavoro, quali il certificato di omologazione, la certificazione UE rilasciata da organismo notificato, la dichiarazione di conformità UE, il manuale di istruzioni redatto in italiano, l'apposizione sul bene della marcatura UE ed ogni altro documento indicato nell'ordine che il Concedente abbia eventualmente emesso nei confronti del Fornitore, nonché nel caso in cui l'Utilizzatore non abbia ottemperato ad ogni altra disposizione di legge con particolare riguardo alle norme in materia di antinquinamento ed a quelle sull'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile;

e) sottoporre ogni bene alle verifiche, ispezioni, controlli, anche periodici e revisioni che fossero disposti per legge o per provvedimento della Pubblica amministrazione;

f) custodire, conservare e/o ricoverare ogni bene in locali idonei, nel luogo di utilizzazione indicato e non mutare tale luogo senza il preventivo consenso scritto del Concedente;

g) non cedere a terzi il godimento e l'uso, anche parziale o temporaneo, di alcun bene, non sublocarli senza il preventivo consenso scritto del Concedente, ovvero non alienarli, darli in pegno o altrimenti distrarli o modificarli, non farli partecipare, ove si tratti di veicoli, a competizioni di alcun genere, né costituire o consentire sugli stessi ragioni di privilegio, vincolo o possesso, neppure in parte, a favore di terzi;

h) provvedere, a sua cura di spese, a tutte le necessarie manutenzioni, sia ordinarie che straordinarie e di rimessa in pristino, se occorrenti, nonché alle integrazioni e sostituzioni che fossero richieste da organi amministrativi o da disposizioni di legge o di regolamento, fermo restando che i miglioramenti e le eventuali addizioni apportate ad ogni bene, anche se autorizzati dal Concedente, resteranno acquisiti alla stessa senza indennizzo in favore dell'Utilizzatore, il quale non potrà neppure compensare i miglioramenti apportati con gli eventuali danni eccedenti il normale deterioramento per l'uso. In ogni caso all'Utilizzatore è fatto espresso divieto di eseguire interventi sul bene che, modificandone anche parzialmente la destinazione d'uso o le potenzialità, rendano necessario procedere ad un'ulteriore verifica di conformità dello stesso e al rilascio di una nuova certificazione UE;

i) effettuare tempestivamente ai singoli Fornitori o a chiunque altro di ragione, anche nell'interesse e per conto del Concedente, e dandone notizia alla medesima, tutte le denunce e notifiche che si rendessero necessarie per i vizi di funzionamento o di costruzione di ogni bene, ovvero per qualsiasi fatto pregiudizievole che colpisse gli stessi, nonché promuovere i relativi accertamenti i tecnici preventivi ed assumere ogni altra opportuna iniziativa, anche in sede giudiziale, restando tuttavia sempre in facoltà del Concedente di curare direttamente gli adempimenti di cui sopra, senza che l'esercizio di questa facoltà faccia venire meno la responsabilità dell'Utilizzatore, né qualunque altro obbligo a suo carico derivante dal contratto, ivi compreso quello di provvedere al regolare pagamento del canone convenuto.

7.2 L'Utilizzatore potrà eseguire, nel corso della locazione finanziaria, a sua cura e spese, tutte le modifiche ed innovazioni ai beni che riterrà opportune, a condizione che esse siano state preventivamente autorizzate per iscritto dal Concedente e previo ottenimento delle eventuali autorizzazioni amministrative necessarie, e purché nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza degli impianti e prevenzione degli infortuni. Ferma restando la obbligatorietà della autorizzazione da parte del Concedente, si conviene fin da ora che, in ogni caso, modifiche, migliorie ed innovazioni apportate ai beni non daranno diritto ad alcuna indennità né a riduzioni dei corrispettivi pattuiti a favore dell'Utilizzatore anche qualora ritenute dal Concedente stesso, fatta comunque salva la facoltà di richiedere la rimessa in pristino, totale o parziale, dei beni a cura ed a spese dell'Utilizzatore.

ART. 8. CONTRAVVENZIONI - VERIFICHE DEL VEICOLO E COMUNICAZIONI SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELL'UTILIZZATORE

8.1 Le contravvenzioni per le eventuali infrazioni alle norme di legge dovranno essere pagate direttamente dall'Utilizzatore, ovvero essere rimborsate dal medesimo al Concedente nel caso in cui questo ne abbia anticipato il pagamento ancorché il relativo provvedimento sia stato notificato al Concedente successivamente alla scadenza del contratto.

8.2 L'Utilizzatore, avendo comunque l'onere di farsi parte diligente per il pagamento delle contravvenzioni e di ogni altro adempimento relativo, non potrà imputare alcuna responsabilità al Concedente per mancato o ritardato pagamento delle stesse, o per oblazione che per suo insindacabile giudizio il Concedente abbia ritenuto di effettuare, neppure con riguardo a loro eventuali supplementi o maggiorazioni;

8.3 Il Concedente nel corso del rapporto avrà altresì facoltà, in qualsiasi momento, di procedere a mezzo dei suoi incaricati o delegati alla verifica dello stato d'uso di conservazione del veicolo ed è a tal fine autorizzato fin da ora ad accedere nei locali dell'Utilizzatore.

8.4 L'Utilizzatore si obbliga anche ad informare il Concedente, ogni volta che questo ne faccia richiesta, sulla propria situazione patrimoniale, economica e finanziaria ed a fornire tutta la documentazione e le notizia occorrenti per una completa valutazione della stessa.

ART. 9. NORME IN CASO DI SINISTRO.

L'Utilizzatore dovrà fare denuncia al Concedente di qualsiasi danneggiamento, deterioramento, distruzione, perdita o sottrazione, o di qualsiasi altro analogo fatto concernente i beni oggetto del contratto, come pure di ogni danno provocato dai medesimi ai terzi, entro .... a mezzo telex o telegramma, facendo seguire al più preso la comunicazione scritta con la descrizione dei danni e delle modalità in cui è avvenuto il sinistro. Se i beni sono stati assicurati dall'Utilizzatore, questi deve inviare tempestivamente comunicazione scritta anche alla compagnia di assicurazioni, rimettendone copia al Concedente.

Nel caso di danno causato da incendio, furto e/o rapina, l'Utilizzatore si impegna, esonerando il Concedente da ogni responsabilità, a sporgere denuncia all'autorità giudiziaria specificando che i beni sono di proprietà del Concedente, rimettendone copia allo stesso.

L'Utilizzatore si impegna altresì a compiere tutti gli atti possibili per la limitazione del danno, per la tutela e la salvaguardia dei diritti della compagnia assicurativa verso i terzi responsabili, a conservare le parti danneggiate e difettose per l'esame da parte del perito della compagnia di assicurazioni, a permettere ogni rilevazione dell'oggetto danneggiato, a mettere a disposizione tutti i documenti o mezzi di prova sull'esistenza, il genere ed il valore delle cose assicurate, nonché sull'evento e sull'entità del danno.

ART. 10. PERDITA TOTALE DEI BENI.

In caso di perdita totale di tutti i beni oggetto del contratto, il presente contratto si intenderà automaticamente risolto e l'Utilizzatore liberato dall'obbligo di restituzione dei beni. Gli oneri di qualunque natura derivanti dalla distribuzione o dalla perdita dei beni oggetto del contratto per qualsivoglia ragione (es. sinistro, furto o altri eventi) sono sempre a carico dell'Utilizzatore, anche se non imputabili al medesimo. Al verificarsi della risoluzione, l'Utilizzatore si obbliga, a semplice richiesta del Concedente, a pagare:

a) i corrispettivi periodici scaduti e non pagati e tutto quant'altro specificatamente previsto dal presente contratto fino alla data dell'evento, maggiorati degli interessi di mora contrattuali delle singole scadenze fino alla data dell'effettivo pagamento;

b) un'indennità pari all'importo attualizzato, al tasso indicato all'art. 16, di tutti i corrispettivi a scadere e del prezzo di riscatto dei beni oggetto del contratto. In caso di ritardato pagamento dell'indennità da parte dell'Utilizzatore su di essa si applicheranno gli interessi di mora previsti dall'art. 5. Nei soli casi di incendio e furto di autoveicoli il pagamento dell'indennità sarà postergato per il tempo necessario alla liquidazione del danno da parte della compagnia di assicurazione, ma comunque per un tempo non superiore a giorni .... dall'evento, purché l'Utilizzatore procuri tempestivamente tutti i documenti necessari per una pronta liquidazione dell'indennizzo o al Concedente, qualora vi abbia provveduto quest'ultimo.

In mancanza, il Concedente cederà all'Utilizzatore ogni eventuale residuo diritto relativamente ai beni. L'Utilizzatore sarà dunque surrogato in tutti i diritti del Concedente nei confronti della Compagnia assicurativa o della Pubblica Amministrazione per l'incasso di quanto eventualmente dovuto a titolo di risarcimento del danno o di indennizzo.

Laddove non risulti pagato tutto quanto sopra indicato:

a) il Concedente è espressamente autorizzato ad affidare ad un legale di propria fiducia, addebitando le conseguenti spese ed onorari all'Utilizzatore, l'incarico di trattare presso la compagnia assicurativa la liquidazione del danno ed agire direttamente nei confronti della compagnia di assicurazioni, con conseguente facoltà di concordare l'indennizzo, rilasciarne quietanza a sua firma ed incassarlo;

b) il Concedente comunicherà all'Utilizzatore l'ammontare dell'eventuale indennizzo concordato con la compagnia di assicurazione; ove questi lo ritenesse inadeguato, vi si potrà opporre versando al Concedente tutto quanto ad esso dovuto come sopra indicato ad estinzione del presente contratto, rimanendo pertanto libero di trattare direttamente l'indennizzo con la compagnia assicurativa; se entro .... giorni da questa comunicazione l'Utilizzatore non avrà effettuato questo versamento, il Concedente è autorizzato ad incassare quanto da lui corrisposto con la compagnia di assicurazioni e a trattenerlo in conto a quanto dovuto al Concedente in virtù del presente contratto.

Se la perdita totale riguardasse soltanto alcuni dei beni oggetto di locazione finanziaria, le norme sopra indicate si applicheranno solo ai beni perduti ed il presente contratto continuerà ad avere regolare svolgimento prevedendo, a far data dall'evento dannoso, un corrispettivo periodico ed un prezzo di riscatto dei beni risotti proporzionalmente rispetto al valore dei beni superstiti.

ART. 11 LIMITI ALLA CEDIBILITÀ DEL CONTRATTO E DEI DIRITTI DA ESSO DERIVANTI DA PARTE DELL'UTILIZZATORE

11.1 L'Utilizzatore potrà cedere il contratto o i diritti che gli derivano dal medesimo ad imprese solamente in caso di cessione, affitto od usufrutto dell'azienda nella quale si trova inserito il bene, ovvero previo ottenimento di espresso consenso scritto da parte del Concedente.

11.2 L'Utilizzatore resterà comunque responsabile del contratto in solido con il Cessionario.

11.3 Nel caso in cui uno o più dei beni detto in contratto siano costituiti da veicoli, faranno carico esclusivamente all'Utilizzatore ed al Cessionario la cura e la responsabilità di tutti gli adempimenti relativi ad eventuali variazioni da apportarsi ai documenti di circolazione.

ART. 12 FACOLTÀ DI CESSIONE DEL CONTRATTO DA PARTE DEL CONCEDENTE

12.1 Il Concedente ha facoltà, in qualsiasi tempo, di cedere il contratto a terzi, ovvero in tutto o in parte i diritti che derivano dal medesimo. L'Utilizzatore si obbligo sin da ora ad accettare la cessione, a partire dal momento stesso in cui la medesima gli venisse comunicata, a cura del Concedente, unitamente alle relative modalità di esecuzione.

12.2 Il Concedente potrà inoltre cedere a terzi o sottoporre a vincoli ed oneri i singoli beni oggetto del contratto, senza necessità di darne notizia all'Utilizzatore, purché ciò non comporti alcuna turbativa alla facoltà del medesimo di utilizzarlo e di esercitare le scelte di cui all'art. 11.

ART. 13 RESTITUZIONE DEL BENE - FACOLTÀ ALTERNATIVE DELL'UTILIZZATORE

13.1 L'Utilizzatore del bene alla scadenza del termine fissato nella Premessa sarà tenuto, a proprie cure e spese e sotto la propria responsabilità, a restituire il bene al Concedente, nel luogo, modi e termini che saranno da questo indicati e che gin ogni caso l'Utilizzatore avrà cura di richiedere.

13.2 Ciascun bene dovrà essere restituito completo di ogni relativo documento, ivi compresi, in originale, la dichiarazione di conformità UE ed il manuale di istruzioni redatto in lingua italiana, di cui lo stesso debba essere munito, e con ogni accessorio e pertinenza, oltre all'evidenza del pagamento delle tasse di proprietà annuali e qualsivoglia ulteriore spesa, in regolare stato di conservazione e manutenzione, salvo la naturale obsolescenza dovuta all'uso.

13.3 Le parti si danno atto di aver stimato che il bene, in relazione alla sua natura, all'uso programmato ed alla durata del rapporto, avrà, alla data della scadenza del termine previsto nella Premessa, un valore pari a quello ivi fissato per l'esercizio dell'opzione di acquisto e l'Utilizzatore sarà tenuto a risarcire il Concedente per ogni eventuale deterioramento che ecceda quello previsto.

13.4 In alternativa a quanto sopra previsto, l'Utilizzatore, sempre che abbia assolto tutti gli obblighi contrattuali su di lui incombenti, avrà la facoltà, dandone preavviso di .... giorni, di acquistare, nello stato di fatto in cui si troverà e con esclusione di qualsiasi garanzia da parte del Concedente, il bene stesso per il prezzo di opzione previsto in Premessa. A pena di decadenza, l'Utilizzatore dovrà corrispondere tale prezzo entro la data di scadenza della locazione finanziaria. Le spese relative al trasferimento di proprietà saranno a carico dell'Utilizzatore.

13.5 All'atto di ricevimento della prova dell'avvenuto pagamento delle tasse di proprietà annuali e di qualsivoglia ulteriore spesa, il Concedente emetterà la fattura di vendita dei beni che costituirà il documento attestante l'avvenuto trasferimento di proprietà degli stessi; nel caso di più beni, il Concedente si riserva la facoltà di emettere la fattura di vendita, attestante il trasferimento di proprietà, al pagamento dell'opzione di acquisto dell'ultimo bene, emettendo in corrispondenza dei pagamenti precedenti fatture in acconto, oltre all'evidenza del pagamento delle tasse di proprietà annuali e qualsivoglia ulteriore spesa.

13.6 Qualora l'Utilizzatore abbia omesso di esercitare la facoltà di scelta sopra prevista nei termini indicati al precedente comma del presente art. e sia altresì in ritardi nella restituzione del bene, l'Utilizzatore medesimo, ferma l'impregiudicatezza della facoltà del Concedente di procedere al ritiro forzoso del bene, dovrà corrispondere, per ogni giorno di ritardo, un indennizzo pari ad € ...., ferma restando l'osservanza da parte sua di ogni altro obbligo posto a suo carico dal contratto.

13.7 In ogni caso tutti gli obblighi e le responsabilità assunti dall'Utilizzatore verranno a cessare solo dopo che il medesimo abbia provveduto alla restituzione o all'acquisto del bene ed abbia altresì corrisposto al Concedente tutte le somme a questo dovute per canoni, spese, tasse e per qualsiasi altro titolo previsto nel presente contratto.

ART. 14. CLAUSOLA RISOLUTIVA E DECADENZA DAL BENEFICIO DEL TERMINE

14.1 Il Concedente avrà la facoltà di risolvere anticipatamente il contratto senza necessità di preventiva costituzione in mora, nei seguenti casi:

a) mancato pagamento di almeno sei canoni mensili o due canoni trimestrali, anche non consecutivi, o un importo equivalente per i leasing immobiliari oppure di quattro canoni mensili, anche non consecutivi, o un importo equivalente per gli altri contratti di locazione finanziaria 3 .

b) mancata rispondenza alla realtà dei dati e delle notizie forniti dall'Utilizzatore, ovvero scoperta da parte del Concedente, successivamente alla stipulazione del contratto, di un giustificato motivo che legittimi, anche per uno soltanto dei beni dedotti in contratto, la risoluzione del contratto di acquisto concluso con il Fornitore;

c) apertura di una procedura concorsuale a carico dell'Utilizzatore ovvero sostanziale modifica della sua situazione economica o cessazione della sua attività, messa in liquidazione ecc., salvo che l'Utilizzatore non presti idonea garanzia entro il termine di .... giorni dalla richiesta del Concedente;

d) inadempienza dell'Utilizzatore anche ad uno solo dei seguenti artt. 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 18, 20.

14.2 In tutti i casi indicati la risoluzione opererà con gli effetti di cui all'art. 15, in forza di invio all'Utilizzatore di comunicazione a mezzo di lettera raccomandata, impregiudicata la facoltà del Concedente di non intimare la risoluzione e di procedere all'esecuzione coattiva del contratto.

14.3 Sempre nei casi di cui sopra il Concedente avrà altresì la facoltà alternativa di far decadere l'Utilizzatore dal beneficio del termine, intimando al medesimo, a mezzo di lettera raccomandata e senza necessità di previa costituzione in mora, di provvedere all'immediato pagamento in un'unica soluzione sia di ogni importo già scaduto a suo carico per canoni insoluti, interessi di mora e per qualsiasi altro titolo, sia anche del valore attuale di tutto il residuo corrispettivo contrattualmente previsto a suo carico nella Premessa, fatti salvi gli effetti dell'indicizzazione, ove prevista.

14.4 A seguito del pagamento da parte dell'Utilizzatore di quanto previsto dal precedente comma 3 del presente art., il medesimo Utilizzatore potrà proseguire nell'utilizzo del bene fino al termine previsto dal contratto ed esercitare poi l'opzione di acquisto del bene per l'importo all'uopo indicato nella Premessa.

ART. 15. EFFETTI DELLA RISOLUZIONE ANTICIPATA DEL CONTRATTO

15.1 Qualora al momento della risoluzione del contratto uno o più beni non fossero ancora stati consegnati dal rispettivo Fornitore all'Utilizzatore, questi sarà tenuto a sostituirsi al Concedente in tutti gli obblighi a questa derivanti dai relativi contratti di acquisto, con surroga nei corrispondenti diritti, versando al Concedente, al netto di quanto già pagato a titolo di canone anticipato, un importo pari agli esborsi che il Concedente stesso abbia sostenuto in previsione del loro acquisto, maggiorato degli interessi dal giorno dei singoli esborsi fino al giorno del pagamento, in misura pari al .... %.

15.2 In seguito a quanto sopra, l'Utilizzatore sarà tenuto anche in prosieguo a manlevare o comunque rimborsare il Concedente per tutti gli ulteriori esborsi che questo abbia a sostenere, a favore dei relativi Fornitori o di altri terzi, in relazione all'avvenuta stipulazione dei contratti di acquisto dei beni di cui trattasi.

15.3 Per i beni che al momento della risoluzione del contratto risultino invece già consegnati, l'Utilizzatore dovrà immediatamente provvedere, sempre a proprie cure e spese, a restituire gli stessi al Concedente completi di ogni relativo documento, ivi compresi, in originale, la dichiarazione di conformità UE ed il manuale di istruzioni redatto in lingua italiana, di cui gli stessi debbano essere muniti, e con ogni accessorio e pertinenza, nonché delle eventuali migliorie apportate, nel modo, luogo e termini che da questi saranno indicati. In mancanza il Concedente sarà autorizzato a recuperare o far recuperare a mezzo dei suoi incaricati tali beni, ovunque si trovino, ed a trasferirli a spese e sotto la responsabilità dell'Utilizzatore, che rinuncia sin da ora ad ogni opposizione e contraria eccezione.

15.4 L'Utilizzatore dovrà inoltre immediatamente corrispondere qualunque somma che risulti maturata a suo carico per canoni insoluti, interessi di mora, spese ecc., sino alla data di restituzione dei beni in questione. Tali somme, unitamente a quanto dovuto ai sensi del primo comma del presente art. e ad ogni altro importo già corrisposto a qualsiasi titolo dall'Utilizzatore, resteranno definitivamente acquisite al Concedente, a titolo anche di penale.

15.5 In aggiunta a quanto sopra, è riservata al Concedente la facoltà di chiedere il risarcimento degli eventuali maggiori danni. Il loro ammontare, salvo ulteriori emergenze, sarà determinato sommando a tutti gli importi previsti dai precedenti commi del presente art., anche il valore attuale di tutto il restante corrispettivo contrattualmente previsto a carico dell'Utilizzatore e dell'importo fissato nella Premessa ai fini dell'esercizio del diritto di opzione di acquisto dei beni, e detraendo quanto il Concedente abbia ricavato, al netto di spese e tasse, con la vendita o il riutilizzo di tali beni, ovvero per indennizzi assicurativi o risarcimenti da parte di terzi.

15.6 Laddove, a seguito dell'imputazione di cui al precedente comma, residui un'eccedenza del ricavo netto conseguito dal Concedente rispetto alle somme a questo complessivamente dovute dall'Utilizzatore per canoni insoluti, interessi di mora, risarcimento del danno, rimborsi spese o per qualsiasi altro titolo previsto dal contratto, tale eccedenza sarà restituita dal Concedente all'Utilizzatore.

15.7 Qualora, a seguito della collocazione sul mercato del bene il Concedente abbia ottenuto un importo inferiore rispetto a quello dovutogli dall'Utilizzatore, il Concedente potrà agire nei confronti dell'Utilizzatore per il credito residuo.

15.8 In caso di risoluzione del contratto per l'inadempimento dell'Utilizzatore per l'ipotesi di cui al precedente art. 14. 1, lett. a) il Concedente procederà alla vendita o ricollocazione del bene sulla base dei valori risultanti da pubbliche rilevazioni di mercato elaborate da soggetti specializzati. Quando non è possibile far riferimento ai predetti valori, procede alla vendita sulla base di una stima effettuata da un perito scelto dalle parti di comune accordo nei venti giorni successivi alla risoluzione del contratto o, in caso di mancato accordo nel predetto

termine, da un perito indipendente scelto dal Concedente in una rosa

di almeno tre operatori esperti, previamente comunicati all'Utilizzatore, che può esprimere la sua preferenza vincolante ai fini della nomina entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione. Il perito è indipendente quando non è legato al Concedente da rapporti di natura personale o di lavoro tali da compromettere l'indipendenza di giudizio. Nella procedura di vendita o ricollocazione il Concedente si attiene a criteri di celerità, trasparenza e pubblicità adottando modalità tali da consentire l'individuazione del migliore offerente possibile, con obbligo di informazione dell'utilizzatore.

ART. 16 CONTRATTI ASSISTITI DA RICHIESTA DI AGEVOLAZIONI O AMMESSI A GODERE DI PARTICOLARI FORME DI FINANZIAMENTO – NORME APPLICABILI

16.1 Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano esclusivamente a quei contratti in relazione ai quali, in forza di specifica normativa e di apposita domanda dell'Utilizzatore, ove necessaria, sia stata richiesta l'ammissione a godere di agevolazioni erogate da Enti, sia pubblici che privati, ovvero da Organismi Comunitari, sulla base delle leggi vigenti, nonché dei rispettivi regolamenti attuativi e delle eventuali convenzioni stipulate dal Concedente.

16.2 L'Utilizzatore dà atto che la validità ed efficacia del presente contratto non è in alcun modo subordinata alla richiesta o all'ottenimento di eventuali contributi agevolativi. L'Utilizzatore riconosce espressamente che il mancato ottenimento, ovvero la ritardata erogazione, la decadenza o la revoca del o dei contributi non potranno legittimare alcuna interruzione o sospensione da parte sua nel pagamento dei canoni periodici alle scadenze contrattualmente stabilite, né costituire motivo di recesso dal contratto.

16.3 Qualora la richiesta di contributo debba essere presentata per il tramite del Concedente, l'Utilizzatore si impegna a fornire allo stesso, nel rispetto dei termini imposti dall'Ente erogatore, tutta la documentazione necessaria per la corretta istruzione della pratica, garantendone la veridicità e completezza e manlevando il Concedente da ogni responsabilità, salvo il caso di sua comprovata e grave negligenza, concernente la predisposizione e l'inoltro della domanda in merito al cui accoglimento l'Utilizzatore dichiara di assumersi ogni rischio.

16.4 L'Utilizzatore si impegna inoltre:

a) ad accertare e comunicare al Concedente quale tipo di contributo possa essere richiesto per il presente contratto, nonché a rispettare le specifiche norme che gli dichiara di ben conoscere, che regolino la concessione, la revoca, la sospensione e la decadenza del contributo;

b) a sottoscrivere, ove richiesto dal Concedente, una specifica appendice integrativa relativa al contributo, fermo restando che le previsioni tutte contenute nel presente articolo rimarranno pienamente valide od efficaci ove non espressamente derogate;

c) ad applicare, ai sensi e per gli effetti dell'art. 36, l. 29 maggio 1970, n. 300, nei confronti del personale da lui dipendente, condizioni non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro della categoria o della zona di appartenenza;

d) a comunicare tempestivamente al Concedente ogni variazione nella proprietà dell'azienda, la cessazione dell'attività di impresa ovvero lo spostamento della sede legale o produttiva della medesima, nonché ogni altro fatto in genere rilevante sull'andamento dell'azienda che possa comportare un eventuale riesame dell'agevolazione concessa;

e) a garantire che il veicolo richiesto in locazione finanziaria è di nuova fabbricazione e che non sarà da lui alienato o distolto dalla sua destinazione per l'intera durata del contratto;

f) a rispettare la legislazione nazionale e comunitaria vigente in materia di protezione dell'ambiente.

16.5 Le disposizioni contenute nel precedente comma si applicano anche qualora il presente contratto fruisca di finanziamenti richiesti dal Concedente e messi a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), destinati a coprire un massimo del 50% del valore dei beni oggetto del contratto. In tal caso l'Utilizzatore prende atto che il Concedente provvederà a dargliene comunicazione, che i canoni di cui alla Premessa tengono conto della provvista della BEI utilizzata dal Concedente per far fronte al contratto, nonché si impegna a consentire che la BEU ed il Concedente effettuino, o facciano effettuare dalle persone da esse designate, ispezioni in merito all'utilizzo dei beni, agevolandone il compito.

ART. 17. SPESE E TASSE - SERVIZI ACCESSORI

17.1 Spese, tasse e imposte afferenti al contratto, nonché qualsiasi onere o tributo, diretto o indiretto, inerente o conseguente anche in futuro alla sua conclusione, esecuzione o risoluzione, nonché alla proprietà ed all'impiego del veicolo, ivi compresa la tassa di proprietà dei veicoli e ogni altra tassa diretta ed indiretta, presente o futura, ripetitiva od “una tantum”, sono a carico esclusivo dell'Utilizzatore anche se anticipate di fatto dal Concedente.

17.2 Qualora le imposte, tasse ed oneri di cui al precedente comma gravassero a carico dal Concedente con vincolo di indeducibilità, l'Utilizzatore se ne accolla il pagamento gravato dagli ulteriori oneri derivanti dal vincolo di indeducibilità.

17.3 È a totale carico dell'Utilizzatore anche l'obbligo di provvedere alla conservazione dei relativi documenti, così come all'adempimento di qualsiasi altra incombenza od onere previsto dalla legge (quali ad esempio revisione, licenza/autorizzazione di trasporto, diritti vari, ecc.).

17.4 Fermo restando quanto contrattualmente previsto al comma 1 del presente articolo, è in diritto del Concedente richiedere e l'Utilizzatore è tenuto a corrispondere a semplice richiesta di quest'ultimo, gli importi relativa I.V.A., oltre al rimborso di ogni altro onere direttamente sostenuto da quest'ultima, per le prestazioni indicate nella tabella “IMPORTI MASSIMI APPLICABILI” di seguito indicata:

- ....;

- ....;

- ....;

17.5 Per la prestazione di servizi di natura non finanziaria relativi all'attività di amministrazione e gestione dei beni oggetto del contratto cui sarà tenuto il Concedente, nella sua veste di proprietario dei medesimi, sarà facoltà del Concedente stesso, fermo restando l'accollo di ogni rischio e responsabilità in capo all'Utilizzatore secondo le previsioni del presente contratto, di addebitare al nominato all'Utilizzatore una commissione forfettaria omnicomprensiva su base annua, calcolata percentualmente sul prezzo di acquisto dei beni come indicato nella Premessa di questo contratto.

Pertanto l'Utilizzatore, fermo restando quanto previsto dai precedenti commi del presente articolo, si impegna a corrispondere, a semplice richiesta del Concedente, la suddetta commissione, il cui ammontare sarà pari al .... % del prezzo d'acquisto del bene/veicolo e che si renderà dovuta, nella misura fissa sopra indicata, all'inizio di ogni anno di durata del contratto.

17.6 In caso di esercizio da parte dell'Utilizzatore della facoltà d'acquisto del bene/veicolo, graverà a carico dell'Utilizzatore medesimo anche ogni altro adempimento inerente il trasferimento della proprietà del bene/veicolo, da perfezionarsi secondo le modalità che il Concedente intenderà adottare, anche a mezzo di uno studio di consulenza.

17.7 Ai fini dell'imposta di registro le parti dichiarano ai sensi del d.P.R. n. 131/1986 che il presente contratto è sottoposto al regime dell'IVA.

ART. 18 MODIFICA UNILATERALE DELLE CONDIZIONI

18.1 Il Concedente si riserva la facoltà di modificare a proprio insindacabile giudizio il corrispettivo inizialmente pattuito, nonché le spese e le condizioni contrattualmente previste.

18.2 Ove il Concedente si avvalga di questa facoltà, ha l'obbligo di darne espressa comunicazione all'Utilizzatore nei termini e secondo le modalità dell'art. 118 del d.lgs. n. 385/1993 (T.U. delle leggi in materia bancaria e creditizia) e la modifica si intenderà approvata qualora l'Utilizzatore non receda dal contratto entro 60 giorni dal suo ricevimento;

18.3 Qualora invece l'Utilizzatore, entro 60 giorni dal ricevimento della predetta comunicazione, eserciti il diritto di recesso senza penalità dal contratto, dovrà corrispondere al Concedente una somma pari ad ogni importo eventualmente già scaduto per canoni insoluti, interessi di mora e per qualsiasi altro titolo e:

a) se intende esercitare l'opzione di acquisto sul bene, versare al Concedente un importo pari al valore attuale, calcolato al tasso utilizzato all'ultimo tasso utilizzato, di tutto il restante corrispettivo contrattualmente previsto, ivi compreso l'importo previsto per l'esercizio del diritto di opzione;

b) se non intende esercitare il diritto di opzione, restituire il bene al Concedente nei termini e con le modalità stabilite dall'art. 13;

18.4 Nell'ipotesi di cui al precedente comma 3), lettera a), a seguito dell'avvenuto pagamento da parte dell'Utilizzatore a favore del Concedente di ogni importo come sopra dovuto, il Concedente provvederà a sua volta a trasferire all'Utilizzatore la proprietà del bene oggetto del presente contratto.

ART. 19 OPPONIBILITÀ DEL CONTRATTO AI SUCCESSORI E AVENTI CAUSA

19 Il contratto obbliga le parti e, in via solidale ed indivisibile, anche i loro successori ed aventi causa a titolo generale e particolare 4.

Ove l'Utilizzatore sia una società, in caso di modifiche della propria forma sociale, dovrà darne prontamente notizia al Concedente a mezzo di lettera raccomandata. Tale notizia, peraltro, anche se comunicata preventivamente, non comporterà in alcun caso la liberazione degli eventuali soci a responsabilità illimitata.

ART. 20 ADEMPIMENTI INTEGRATIVI - ELEZIONE DI DOMICILIO

20.1 Le clausole del presente contratto possono essere modificate o derogate soltanto per espresso atto scritto, con esclusione di qualsivoglia possibilità di presunzione di deroga tacita o verbale.

20.2 Le parti si impegnano peraltro ad addivenire agli atti aggiuntivi ed integrativi del contratto che si rendessero necessari ed opportuni per il buon fine dell'operazione.

20.3 L'Utilizzatore si obbliga altresì per tutta la durata del contratto:

a) a rendere edotto il Concedente di ogni variazione nella proprietà dell'azienda, di qualsivoglia progetto di modificazione, fusione, trasformazione, concentrazione o cessazione della propria attività;

b) a fornire, ove richiesto, al Concedente ed a qualsiasi altro Ente interessato, la documentazione richiesta dalla vigente normativa per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso;

20.4 L'Utilizzatore elegge domicilio – ad ogni effetto – presso la sede indicata in contratto. Eventuali variazioni del domicilio dell'Utilizzatore non avranno effetti nei confronti del Concedente e non potranno comunque esserle opposte fino a che non abbia ricevuto la relativa comunicazione a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento.

ART. 21 FORO COMPETENTE

Per ogni controversia che possa sorgere in dipendenza diretta ed indiretta del contratto, ove l'azione sia promossa dal Concedente o dall'Utilizzatore, è competente il Foro stabilito dalla legge.

Per ogni controversia che possa sorgere in dipendenza diretta ed indiretta del contratto, ove l'azione sia promossa dal Concedente o dall'Utilizzatore, è competente il Foro di ...., con esclusione di ogni deroga per ragioni di connessione o continenza di causa.
ART. 22 DISPOSIZIONI FINALI

Per tutto quanto non espressamente previsto nel presente contratto si applicheranno le norme del Codice Civile in materia di locazione (artt. 1571-1606) e quelle di cui all'art. 1, commi 136-140 della legge n. 124/2017 (c.d. “legge concorrenza”).

Luogo e data ....

Il Concedente ....

L'Utilizzatore ....

[1] [1]La presente formula è stata redatta seguendo il modello del leasing finanziario come operazione con tre parti, con scissione tra il Fornitore ed il Concedente, secondo lo schema legalmente tipico delineato dal legislatore nella l. n. 259/1993 (“Ratifica ed esecuzione della Convenzione UNIDROIT sul leasing finanziario internazionale, fatta a Ottawa il 28 maggio 1988”) e all'art. 1, comma 136, della l. n. 124/2017. Tuttavia è altresì possibile che Fornitore e Concedente coincidano e, pertanto, in questo caso andranno eliminati dal Contratto tutti i riferimenti alla figura del Fornitore.

[2] [2]La presente clausola ricalca il neointrodotto art. 1, comma 136, della l. n. 124/2017, che pone ogni rischio a carico dell'utilizzatore.

[3] [3]La clausola in oggetto è modellata sul disposto dell'art. 1, comma 137, della l. n. 124/2017 che ha “tipizzato” la nozione di “grave inadempimento” dell'utilizzatore nella locazione finanziaria.

[4] [4]Nel caso in cui l'utilizzatore sia una società e questa venga cancellata dal Registro delle Imprese, si applicherà il principio di diritto sancito dalle Sezioni Unite Civili n. 6070/2013 in base al quale tutti i debiti ed i crediti residui e che risultino dall'ultimo bilancio si trasmettono ai soci in una sorta di fenomeno successorio a carattere universale.

Commento

Premessa: origine del contratto di leasing finanziario

Il leasing finanziario (dal verbo inglese “to lease”, che significa letteralmente affittare, locare) costituisce una complessa operazione negoziale che ha avuto origine nei paesi anglosassoni, ed in particolare negli Stati Uniti, inizialmente per consentire il godimento, l'utilizzo (e poi eventualmente l'acquisto) dei fondi terrieri. Successivamente l'ambito di operatività di questo contratto è stato esteso ad ogni genere di bene, assurgendo a rango di vero e proprio strumento che consente di realizzare la possibilità di poter fruire di determinati beni (immobiliari, di consumo o di impresa), pure a fronte dell'assenza delle risorse economiche necessarie per acquistarli.

Si coglie già così la funzione tipica del leasing finanziario, anche detto “locazione finanziaria”, che è quella di finanziamento, a prescindere dalla tipologia in concreto utilizzata dalle parti (operativo, traslativo), poiché esso consente ad un soggetto, il c.d. “utilizzatore” (che di regola è un imprenditore), di avere la disponibilità di beni di cui necessita (per motivi personali oppure per svolgere la sua attività di impresa), senza che questi debba corrispondere il prezzo necessario per l'acquisto in un'unica soluzione, specialmente nel caso in cui sia privo di tali risorse.

Il contratto di leasing finanziario, proprio per il fatto di essere nato in altri ordinamenti, quelli appunto anglosassoni, è stato per lungo tempo privo di disciplina legale in Italia, ed è stato pertanto inquadrato quale contratto socialmente tipico, in quanto utilizzato nella prassi dai privati pur in assenza di una regolamentazione giuridica specifica.

L'assenza di una disciplina legale del leasing finanziario all'interno del sistema giuridico italiano ha fatto sorgere molteplici problemi in dottrina ed in giurisprudenza, tra cui essenzialmente quello della individuazione della sua esatta natura giuridica e, dunque, delle norme ad esso applicabili nel silenzio della legge; tra queste problematiche particolare importanza ha avuto la questione della tutela esperibile dall'utilizzatore del bene in leasing per il caso di inadempimento del fornitore.

Nozione e natura giuridica del leasing finanziario

La prima definizione del contratto in oggetto si è avuta con l'art. 17 della l. n. 183/1976 (che stabiliva una serie di interventi per il Mezzogiorno tra il 1976 ed il 1980), per cui il leasing sono le “operazioni di locazione di beni mobili ed immobili, acquistati o fatti costruire dal locatore, su scelta o indicazione del conduttore, che ne assume tutti i rischi, e con facoltà per quest'ultimo di divenire proprietario dei beni locati al termine della locazione, dietro versamento di un prezzo stabilito”.

Questa disposizione individuava per la prima volta le parti del contratto di leasing, ovvero da una parte il locatore-concedente, dall'altra il conduttore-utilizzatore, nonché l'oggetto dello stesso, cioè i beni mobili (anche registrati) ed immobili.

Inoltre il legislatore delineò i tratti essenziali dell'operazione negoziale, prevedendo l'obbligo del conduttore-utilizzatore di corrispondere un canone periodico al locatore-fornitore per l'utilizzo del bene, con contestuale assunzione di tutti i rischi relativi al bene stesso. Venne in tal modo prevista esplicitamente anche la facoltà spettante al conduttore-utilizzatore di acquistare la proprietà del bene al termine della durata del contratto, dietro il versamento del prezzo pattuito.

Una definizione più esaustiva del contratto di leasing finanziario è stata poi fornita dall'art. 1 della l. n. 259/1993 di “Ratifica ed esecuzione della Convenzione UNIDROIT sul leasing finanziario internazionale, fatta a Ottawa il 28 maggio 1988”.

Questa disposizione al primo comma stabilisce che l'operazione di leasing finanziario è quella in cui una parte, detta concedente:

a) stipula un contratto (il contratto di fornitura), sulla base delle indicazioni di un'altra parte (l'utilizzatore), con un terzo (il fornitore) in base al quale il concedente acquista impianti, materiali o altri beni strumentali (il bene o il bene strumentale) alle condizioni approvate dall'utilizzatore nella misura in cui lo concernono, e

b) stipula un contratto (il contratto di leasing) con l'utilizzatore dando a quest'ultimo il diritto di usare il bene contro pagamento di canoni.

Il secondo comma dell'art. 1 della legge di cui sopra sancisce che l'operazione di leasing finanziario presenta le seguenti caratteristiche:

a) l'utilizzatore sceglie il bene ed il relativo fornitore senza fare primario affidamento sulla capacità di giudizio del concedente;

b) il bene è acquistato dal concedente in collegamento con un contratto di leasing, stipulato o da stipulare tra concedente ed utilizzatore e di cui il fornitore è a conoscenza;

c) i canoni fissati nel contratto di leasing sono calcolati tenendo conto in particolare dell'ammortamento di tutto o di una parte sostanziale del costo del bene.

Dalla definizione legale contenuta nella legge di ratifica della Convenzione UNIDROIT di Ottawa si evince come la locazione finanziaria sia un'operazione a carattere trilaterale, in cui vengono coinvolti normalmente tre soggetti, ovvero il fornitore (che è colui che produce il bene e lo vende al concedente), il concedente (che è colui che acquista il bene dal fornitore e lo dà in godimento all'utilizzatore) e l'utilizzatore (cioè colui che indica al concedente il bene prodotto dal fornitore di cui necessita e di cui fruisce in cambio del pagamento di un corrispettivo a titolo di canone).

Più di recente, con il varo della legge annuale per il mercato e la concorrenza n. 124 del 14 agosto 2017 (c.d. “legge concorrenza”) ai commi 136-140 il legislatore ha introdotto una nuova e maggiormente compiuta disciplina del contratto di locazione finanziaria. Anche questa normativa non è esauriente, in quanto si occupa solo di fornire una definizione di locazione finanziaria ed a regolare gli effetti e le conseguenze della risoluzione del contratto per inadempimento dell'utilizzatore.

L'art. 1, comma 136 della l. n. 124/2017 stabilisce ora che “Per locazione finanziaria si intende il contratto con il quale la banca o l'intermediario finanziario iscritto nell'albo di cui all'art. 106 del testo unico di cui al d.lgs. n. 385/1993, si obbliga ad acquistare o a far costruire un bene su scelta e secondo le indicazioni dell'utilizzatore, che ne assume tutti i rischi, anche di perimento, e lo fa mettere a disposizione per un dato tempo verso un determinato corrispettivo che tiene conto del prezzo di acquisto o di costruzione e della durata del contratto. Alla scadenza del contratto l'utilizzatore ha diritto di acquistare la proprietà del bene ad un prezzo prestabilito ovvero, in caso di mancato esercizio del diritto, l'obbligo di restituirlo”.

Questa definizione costituisce la codificazione dell'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale degli ultimi anni, comprendendo le diverse figure di leasing finanziario (immobiliare, di veicoli, strumentale, ecc.), mentre risulta escluso dall'ambito applicativo della novella legislativa il leasing c.d. “operativo”, in cui il fornitore assume anche la funzione di concedente. Oltre a delineare la struttura della locazione finanziaria la suddetta norma riserva espressamente la legittimazione a concludere il contratto di leasing nella qualità di concedenti alle banche o agli intermediari finanziari iscritti nell'apposito albo.

Con il leasing finanziario o locazione finanziaria si realizza dunque una funzione essenzialmente di finanziamento a favore dell'utilizzatore, il quale ottiene la disponibilità del bene concessogli – e la conseguente possibilità di godimento ed utilizzo dello stesso – senza che debba immobilizzare i capitali necessari per acquistarne la proprietà attraverso il versamento del corrispettivo, oltre ad ottenere alcuni vantaggi contabili e fiscali.

In questo senso si è osservato che la locazione finanziaria assomiglia dal punto di vista funzionale al contratto di mutuo, posto che entrambe le fattispecie negoziali svolgono una funzione ddi finanziamento: tuttavia la differenza essenziale sta nel fatto che nel leasing finanziario l'utilizzatore non riceve dal concedente-finanziatore il denaro per acquistare il bene di cui abbisogna, ma il bene stesso, a fronte della corresponsione di un canone periodico.

Alla tipica funzione di finanziamento o creditizia del leasing finanziario si affianca poi, di volta in volta, quella di godimento tipica della locazione vera e propria oppure quella traslativa della vendita a rate o con riserva di proprietà, a seconda che, alla luce di tutte le circostanze del caso concreto, emerga che l'utilizzatore intenda soltanto fruire del bene concessogli per un certo periodo di tempo, oppure voglia in realtà acquistarne la proprietà, frazionando il pagamento del prezzo nel tempo sotto forma di canoni corrisposti periodicamente.

Se la causa in concreto del contratto di leasing finanziario verrà individuata in quella della locazione, risulterà ad esso applicabile la disciplina legale relativa a tale tipologia contrattuale (artt. 1575 e ss. c.c.), ed il canone costituirà semplicemente il corrispettivo versato dall'utilizzatore per godere del bene, che provvederà poi a restituire.

Ad ogni modo nel leasing l'obbligo di manutenzione del bene incombe in ogni caso sul conduttore-utilizzatore, che pertanto deve pagare i canoni anche se il bene perisce per causa a lui non imputabile (Cass. III, n. 6369/2002).

In questo senso depone oggi anche il disposto del comma 136 dell'art. 1 della l. n. 124/2017, che stabilisce che “l'utilizzatore assume tutti i rischi”.

Diversamente, invece, qualora si ritenga che le parti abbiano concluso la locazione finanziaria nella prospettiva di far acquistare all'utilizzatore la proprietà, si applicherà la disciplina della vendita con riserva di proprietà o con patto di riservato dominio (artt. 1523-1526 c.c.).

In questo senso la Suprema Corte (Cass. III, n. 19287/2010) ha chiarito che laddove la reale natura giuridica del leasing finanziario sia quella di una vendita con riserva di proprietà si applicherà anche il disposto dell'art. 1526 c.c., che stabilisce che in caso di risoluzione del contratto per inadempimento del compratore il venditore dovrà restituire le rate riscosse, salvo il diritto ad un equo compenso della cosa, oltre al risarcimento dei danni.

In quest'ultima ipotesi il pagamento del canone non rappresenta il corrispettivo per il godimento del bene, ma semplicemente una peculiare modalità pattiziamente convenuta tra le parti di restituzione del finanziamento erogato dal concedente, che sarà maggiore al valore del bene stesso, in quanto risultante dalla somma del costo del bene stesso, oltre che del suo ammortamento, dell'interesse sul capitale investito e delle spese sostenute dal concedente.

In ordine alle conseguenze derivanti dalla violazione da parte dell'utilizzatore dell'obbligo di pagare i canoni, il comma 137 di recente introdotto dalla l. n. 124/2017 stabilisce che “costituisce grave inadempimento dell'utilizzatore il mancato pagamento di almeno sei canoni mensili o due canoni trimestrali anche non consecutivi o un importo equivalente per i leasing immobiliari, ovvero di quattro canoni mensili anche non consecutivi o un importo equivalente per gli altri contratti di locazio di locazione finanziaria”.

La novella legislativa prevede dunque a tipizzare il concetto di “grave inadempimento” di cui all'art. 1455 c.c. al fine di conferire maggiore certezza alle vicende relative ai contratti di locazione finanziaria, prevedendo dei requisiti maggiormente stringenti perché possa aversi grave inadempimento e, dunque, il legittimo esercizio del rimedio risolutorio, nel leasing immobiliare, dove si realizzano interessi relativi all'esercizio dell'attività di impresa e, più spesso, anche abitative.

La disposizione tace invece relativamente alla possibilità per le parti di derogare convenzionalmente alla nozione di “grave inadempimento”, per cui allo stato non è possibile ancora ritenere se la norma di cui all'art. 1, comma 137, l. n. 124/2017 sia inderogabile per l'autonomia privata oppure no.

Ed ancora, in caso di risoluzione del contratto per grave inadempimento dell'utilizzatore come sopra individuato, il comma 138 della l. n. 124/2017 prevede che “il concedente ha diritto alla restituzione del bene ed è tenuto a corrispondere all'utilizzatore quanto ricavato dalla vendita o da altra collocazione del bene, effettuata ai valori di mercato, dedotto la somma pari all'ammontare dei canoni scaduti e non pagati fino alla data della risoluzione, dei canoni a scadere, solo in linea capitale, e del prezzo pattuito per l'esercizio dell'opzione finale di acquisto, nonché le spese anticipate per il recupero del bene, la stima e la sua conservazione per il tempo necessario alla vendita. Resta fermo nella misura residua il diritto di credito del concedente nei confronti dell'utilizzatore quando il valore realizzato con la vendita o con altra collocazione del bene è inferiore all'ammontare dell'importo dovuto dall'utilizzatore a norma del periodo precedente”.

Ricollocazione del bene sul mercato che potrà avvenire con una delle due modalità alternativamente previste dal comma 139 dell'art. 1 della l. n. 124/2017, ovvero sulla base dei valori risultanti da “pubbliche rilevazioni di mercato elaborate da soggetti specializzati” o, in mancanza di tali valori, procedendo alla vendita sulla base di una stima effettuata da un perito scelto dalle parti di comune accordo nei venti giorni successivi alla risoluzione del contratto o, in caso di mancato accordo del predetto termine, da un perito indipendente scelto dal concedente in una rosa di almeno tre operatori esperti, previamente comunicati all'utilizzatore, che può esprimere la sua preferenza vincolante ai fini della nomina entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione. La norma prevede poi che il perito è indipendente quanto non è legato al concedente da rapporti di natura personale o di lavoro tali da compromettere l'indipendenza di giudizio. Nella procedura di vendita o ricollocazione il concedente si attiene a criteri di celerità, trasparenza e pubblicità adottando modalità tali da consentire l'individuazione del migliore offerente possibile, con obbligo di informazione dell'utilizzatore”.

Inoltre il rischio derivante dall'inadempimento da parte dell'utilizzatore risulta comunque attenuato dal fatto che il diritto di proprietà sul bene concesso spetta sempre al concedente fino a che non sia stata pagata dall'utilizzatore l'ultima rata.

Sul punto appare eloquente quanto stabilito dalla Corte di Cassazione Civile, III, con sentenza n. 3362 del 13 febbraio 2014 per cui “ .... La formale intestazione della proprietà al concedente ha mera funzione di garanzia della restituzione del finanziamento e configura una sorta di proprietà fiduciaria in funzione di garanzia, che si contrappone al vero e proprio dominio utile, spettante all'utilizzatore”.

Il problema dell'esatta individuazione della natura giuridica della locazione finanziaria si riverbera anche sulla disciplina applicabile in punto di responsabilità per eventuali danni cagionati dalla cosa concessa in leasing.

Così il disposto dell'art. 2051 c.c. nel prevedere la regola generale della responsabilità di ciascuno per i danni cagionati dalle cose in custodia, impone di individuare se “custode” sia tecnicamente il concedente del bene oppure l'utillizzatore. In questo senso, laddove si ritenga che il leasing finanziario abbia natura di locazione, la responsabilità dovrebbe incombere sul concedente, il quale resta il proprietario del bene stesso; diversamente, invece, ove prevalesse il profilo traslativo della proprietà, il bene che ha prodotto danni ai terzi dovrebbe essere considerato di proprietà dell'utilizzatore e, dunque, quest'ultimo sarebbe responsabile ai sensi dell'art. 2051 c.c.

Per quanto riguarda la responsabilità per uso dell'autoveicolo oggetto di leasing, la giurisprudenza (ex multisCass. III, n. 8488/1996) ha affermato che l'art. 2054, comma 3 c.c. sancisce un criterio di imputazione della responsabilità senza colpa collegato unicamente alla proprietà del veicolo anche quando questo venga ceduto a terzi, in modo da escluderne la disponibilità da parte del proprietario, ma non l'uso e la circolazione. Pertanto, anche se l'equiparazione fra la locazione ordinaria e quella finanziaria appare controversa, può affermarsi che inin entrambe le fattispecie, si applica, nei confronti del proprietario, il criterio di responsabilità in base al citato art. 2054 c.c., che si somma a quella dell'utilizzatore che conduca il veicolo concessogli in godimento.

In giurisprudenza (ex multisCass. III, n. 6390/1983) si è poi soliti distinguere il leasing finanziario, a struttura trilaterale, dal leasing c.d. “operativo”, che dà vita ad un'operazione bilaterale, caratterizzata da una funzione tipicamente di godimento.

Nel leasing operativo vi è coincidenza soggettiva tra il soggetto che riveste la qualità di produttore e, dunque, fornitore del bene, e quello che lo concede in locazione all'utilizzatore, per cui vi sono soltanto due soggetti.

Di contro nella locazione finanziaria vi è alterità soggettiva tra il produttore-fornitore del bene ed il concedente, trattandosi di due soggetti diversi.

In generale si ritiene che il leasing vada qualificato come di godimento quando, oltre ad avere l'elemento caratterizzante della presenza di due soli soggetti, il corrispettivo versato dall'utilizzatore a titolo di canone corrisponde al valore d'uso del bene per una durata pattuita che non supera quella della vita economica del bene stesso.

Può dunque dirsi che il leasing operativo costituisce una mera modalità di allocazione del bene sul mercato, riconducibile alla struttura ed alla natura giuridica della locazione, dalla quale però si distingue per avere una funzione sottesa di finanziamento, nonché per la fisiologica pattuizione di un patto di futura vendita, con cui all'utilizzatore è attribuito il diritto potestativo di acquistare il bene ad una certa scadenza, dietro corresponsione di una somma pari al valore residuo del cespite.

Di norma le parti introducono nel contratto di locazione finanziaria una serie di clausole contrattuali. Tra queste rientra la pattuizione per cui il rischio del deterioramento o del perimento anche per caso fortuito del bene è ad esclusivo carico dell'utilizzatore che è tenuto a pagare il corrispettivo previsto anche se il bene non esiste più. Spesso poi le parti convengono l'esclusione della garanzia per i vizi della cosa da parte dell'impresa di leasing concedente, poiché il bene è stato scelto dall'utilizzatore ed il concedente si è limitato a stipulare il relativo contratto di acquisto dal fornitore.

Una clausola la cui validità risulta particolarmente controversa è quella con cui le parti convengono che il concedente non risponda dell'inadempimento del fornitore rispetto all'obbligo di consegna, con la conseguenza che l'utilizzatore non può rifiutare la propria prestazione per il conseguente mancato godimento del bene, in quanto il fornitore è stato scelto dall'utilizzatore.

Il problema della validità delle clausole di esonero da responsabilità del concedente per mancata consegna del bene da parte del fornitore.

Il contratto di locazione finanziaria secondo la sua struttura fisiologica (anche come delineata dall'art. 1 della l. n. 259/1993 e dall'art. 1, comma 137, l. n. 124/2017) si caratterizza per il fatto che nella fase prodromica alla sua stipulazione intervengono tre soggetti, ovvero il fornitore, il concedente e l'utilizzatore.

In questo scenario è l'utilizzatore a scegliere il bene che il concedente deve acquistare ed il fornitore, stabilendo anche le condizioni che saranno praticate dal concedente.

Appare chiaro, dunque, che l'utilizzatore, pur non intrattenendo formalmente alcun rapporto contrattuale con il fornitore, è titolare di un interesse a che questo si comporti correttamente, in particolare attraverso l'adempimento dell'obbligo di consegnargli il bene richiesto e nelle condizioni idonee a consentirne l'uso (ovvero esente da vizi).

Il ruolo del concedente in questa fase precontrattuale, che è essenzialmente un intermediario tra fornitore ed utilizzatore, nonché un finanziatore per l'utilizzo e l'acquisto del bene, ha comportato secondo la giurisprudenza granitica che nel leasing vi sia un esonero del concedente da ogni responsabilità in ordine alle condizioni del bene acquistato per conto dell'utilizzatore (si pensi ai vizi dello stesso, al suo deterioramento, sottrazione o alla mancata o erronea consegna).

E ciò a causa della netta distinzione tra il rischio finanziario (che è posto a carico del concedente) e quello operativo (che spetta all'utilizzatore) tipico dell'operazione in esame; assunzione del rischio che, peraltro, costituisce un effetto derivante ex lege in capo all'utilizzatore ai sensi dell'art. 1, comma 137, della l. n. 124/2017.

Nonostante l'orientamento pressoché pacifico della giurisprudenza si è posta la questione della validità delle clausole che prevedono l'esonero da responsabilità del concedente qualora all'utilizzatore sia precluso il godimento e l'uso del bene a causa della mancata consegna del bene all'utilizzatore da parte del fornitore.

La problematica in oggetto va risolta alla luce della funzione che si ritiene che il contratto di locazione finanziaria svolga.

Pertanto, laddove si ritenga che la causa in concreto del leasing finanziario sia essenzialmente quella di finanziamento, tali clausole andrebbero considerate valide, poiché il concedente in questa prospettiva risulta aver adempiuto il proprio obbligo contrattuale, cioè quello di finanziare l'operazione di leasing e l'utilizzatore risulta aver conseguito i benefici derivanti dal leasing (ovvero il finanziamento per il godimento e/o l'acquisto del bene).

In questo senso è, ad esempio, la pronuncia della Cass. III, n. 6862/1993, secondo cui la clausola di esonero del concedente da responsabilità per mancata consegna da parte del fornitore deve ritenersi valida, perché il fornitore è un ausiliario dell'utilizzatore e non del concedente, e non può dunque qualificarsi tecnicamente quale vera e propria clausola di esonero da responsabilità, atteso che sul concedente incombe solo l'obbligo di compulsare il fornitore a consegnare il bene all'utilizzatore in virtù della stipulazione del contratto di vendita.

Il risultato di quest'interpretazione è che il concedente non rischia di non recuperare dall'utilizzatore i costi sopportati per acquistare o far costruire il bene, poiché l'utilizzatore potrebbe dolersi della mancata consegna soltanto nei confronti del fornitore, essendo il concedente esonerato da ogni responsabilità.

Laddove invece si ritenesse che la causa in concreto della locazione finanziaria sia quella di mettere il bene a disposizione dell'utilizzatore, dovrebbero ritenersi invalide le clausole di esonero da responsabilità, in quanto comporterebbero un'alterazione del sinallagma contrattuale tra prestazione del concedente, che è quella di assicurare all'utilizzatore l'uso ed il godimento del bene, e controprestazione dell'utilizzatore, che consiste nel pagamento del canone periodico (così Cass. III, n. 20592/2007).

L'accoglimento di questa tesi, oltre a determinare la nullità delle suddette pattuizioni, comporta che l'utilizzatore possa agire direttamente nei confronti del fornitore per il caso di inadempimento di quest'ultimo, potendo opporre al concedente l'eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c. e quindi di sospendere il pagamento dei canoni (Cass. III, n. 4065/2014). E, ancora, in questo modo il concedente sarebbe abilitato a chiedere la risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta ai sensi dell'art. 1463 c.c.

Tuttavia l'utilizzatore non potrà azionare tali tutele laddove abbia sottoscritto il verbale di consegna del bene senza formulare alcuna riserva.

La controversa natura giuridica del leasing finanziario e la tutela dell'utilizzatore per il caso di inadempimento del fornitore.

L'esatta perimetrazione degli strumenti di tutela azionabili dall'utilizzatore nei confronti del fornitore inadempiente nella locazione finanziaria costituisce una delle questioni con cui la giurisprudenza si è dovuta confrontare negli ultimi anni.

La complessità della tematica deriva dalla necessità di trovare un giusto punto di equilibrio tra due valori contrapposti.

Da una parte, infatti, c'è il principio di relatività degli effetti negoziali sancito dall'art. 1372 c.c., in virtù del quale il contratto ha, di regola, effetti tra le parti.

Dall'altra parte si colloca invece l'esigenza di fornire un'adeguata tutela all'utilizzatore, che spesso è il contraente economicamente più debole, nei confronti di un soggetto, il fornitore, con cui normalmente non sussiste alcun vincolo contrattuale.

La difficoltà della giurisprudenza nell'individuare la natura giuridica della locazione finanziaria, nonché le azioni esperibili dall'utilizzatore, si coglie osservando la peculiare strutturazione di quest'operazione negoziale.

Inizialmente, infatti, un soggetto, detto utilizzatore, sceglie il bene di cui ha bisogno ed il fornitore; tale bene viene poi acquistato dal concedente mediante un contratto di fornitura concluso col fornitore sulla base delle indicazioni fornite dall'utilizzatore.

Quindi il concedente dà il bene acquistato dal fornitore in godimento all'utilizzatore, con cui conclude a sua volta un contratto di leasing finanziario.

L'utilizzatore, dal canto suo, corrisponde al concedente dei canoni periodici per godere del bene scelto in precedenza, con facoltà di acquistarne eventualmente la proprietà esercitando il diritto di opzione, ove pattuito, oppure di restituirlo alla scadenza pattuita.

La locazione finanziaria appare dunque, almeno prima facie, strutturata in due contratti, di fornitura e di leasing, di cui sono parti tre soggetti: il fornitore, il concedente e l'utilizzatore.

La circostanza che solo il concedente sia parte formale di entrambi i rapporti contrattuali comporta, in ossequio al principio di relatività degli effetti, che questi dovrebbe essere l'unico soggetto legittimato ad agire in giudizio contro il fornitore inadempiente.

Tuttavia questa soluzione risulta per certi versi estremamente insoddisfacente, poiché incapace di fornire un'adeguata tutela all'utilizzatore, unico titolare dell'interesse a ricevere dal fornitore il bene prontamente ed esente da vizi.

L'insoddisfazione rispetto ad una soluzione troppo rigida e formalistica, che finisce per danneggiare oltremodo l'utilizzatore, si è palesata nel tortuoso cammino che la giurisprudenza civile ha percorso per individuare la natura giuridica della locazione finanziaria.

Secondo una prima impostazione ermeneutica, più risalente nel tempo, la locazione finanziaria sarebbe un contratto unitario plurilaterale (e specificamente trilaterale), di cui sono cioè parti il fornitore, il concedente e l'utilizzatore.

La natura unitaria del contratto di leasing finanziario consentirebbe all'utilizzatore di agire direttamente nei confronti del fornitore, laddove questi risulti inadempiente, oppure abbia adempiuto in modo inesatto.

In questo modo, dunque, l'utilizzatore può agire non solo per l'adempimento, per il risarcimento dei danni da inadempimento contrattuale e per l'accertamento del corrispettivo dovuto, ma anche con l'azione di risoluzione per inadempimento ex art. 1453 c.c.

L'esperimento di quest'azione poteva però condurre anche all'annientamento dell'intero contratto, essendo questo unitario, purché però fosse stato convenuto in giudizio anche il concedente, dal momento che la proposizione di un'azione giudiziale volta ad ottenere una pronuncia costitutiva rispetto ad un contratto plurilaterale implica un'ipotesi di litisconsorzio necessario ai sensi dell'art. 102 c.p.c.

Tale ricostruzione era certamente pervasa dalla logica di implementare le tutele dell'utilizzatore, ma è stata ben presto superata in giustizia civile: essa, infatti, non coglieva correttamente il modo con cui di norma si sviluppa l'operazione negoziale della locazione finanziaria, articolata in due contratti tra loro strettamente collegati.

La giurisprudenza civile (Cass. I, n. 16158/2007; Cass. trib., n. 9417/2014) ha così accolto la teoria che ravvisa nel leasing finanziario un collegamento negoziale con parti diverse tra un contratto di fornitura ed uno di leasing.

Così ricostruita la struttura della locazione finanziaria, si è posto ancora una volta il problema di comprendere come l'utilizzatore possa ricevere protezione nei confronti del fornitore inadempiente.

Sul punto larga parte della giurisprudenza (Cass. III, n. 23794/2007) ha ricostruito i rapporti tra le parti dei negozi collegati richiamando la disciplina del mandato senza rappresentanza, ed in particolare l'art. 1705, comma 2 c.c.

Secondo questo filone interpretativo l'utilizzatore assumerebbe la veste giuridica di mandante nei confronti del concedente, che ha la qualifica di mandatario senza rappresentanza, col fornitore che è invece terzo.

Pertanto l'utilizzatore-mandante potrebbe agire direttamente nei confronti del terzo-fornitore inadempiente mediante il potere sostitutivo di cui all'art. 1705, comma 2, c.c., surrogandosi in tal modo al concedente-mandatario.

Ciò, però, soltanto entro gli stretti limiti delle azioni c.d. “endocontrattuali”, quali quelle di adempimento, di accertamento del corrispettivo, nonché per il risarcimento del danno da inadempimento contrattuale.

L'utilizzatore-mandante non potrebbe, invece, mai azionare il rimedio della risoluzione per inadempimento, dal momento che le Sezioni Unite Civili con sentenza n. 24472/2008 hanno stabilito che il secondo comma dell'art. 1705 c.c. è norma eccezionale, come tale da interpretare restrittivamente.

Diversamente opinando, infatti, si verificherebbe un'autentica cessione del contratto concluso dal mandatario senza rappresentanza nei confronti del terzo, peraltro senza il consenso di quest'ultimo.

Una soluzione restrittiva della tutela dell'utilizzatore si renderebbe inoltre necessaria anche per un altro motivo: consentire all'utilizzatore di sostituirsi al concedente nell'esercizio dell'azione di risoluzione vorrebbe dire comportare l'automatica caducazione anche del contratto di leasing, atteso che nel collegamento negoziale i negozi simul stabunt simul cadent.

In questo modo, peraltro, il concedente verrebbe privato della garanzia sul bene concesso in leasing per il caso di inadempimento da parte dell'utilizzatore.

Tale soluzione, perfettamente conforme ai principi generali dell'ordinamento, ha però mostrato forti criticità rispetto alla necessità di assicurare una tutela effettiva a favore dell'utilizzatore nei confronti del fornitore inadempiente.

Per queste ragioni altra parte della giurisprudenza, sia pure con alcune pronunce isolate (Cass. III, n. 17597/2014), ha stabilito che l'utilizzatore può agire anche con l'azione di risoluzione avverso il fornitore ai sensi dell'art. 1705, comma 2 c.c., purché abbia chiamato in causa anche il terzo concedente quale litisconsorte necessario.

Le difficoltà della giurisprudenza nel trovare una soluzione che consentisse un'adeguata tutela dell'utilizzatore senza sacrificare oltremodo la posizione giuridica del concedente si sono concretizzate nell'ordinanza n. 17597/2014 con cui la Terza Sezione della Cassazione Civile ha rimesso la questione alle Sezioni Unite.

La Sezione rimettente, infatti, non dubitava che la locazione finanziaria integrasse un collegamento negoziale tra il contratto di fornitura e quello di leasing; tuttavia alla Suprema Corte appariva corretto accogliere una soluzione che consentisse all'utilizzatore di agire anche con l'azione di risoluzione contro il fornitore, seppur attraverso lo strumento di cui all'art. 1705, comma 2, c.c.

A ben vedere, infatti, secondo la Sezione rimettente non è possibile applicare rigidamente e meccanicamente alla locazione finanziaria i principi sanciti dalle Sezioni Unite Civili nel 2008 in punto di mandato senza rappresentanza.

Ciò perché le peculiarità di quest'operazione non lo consentono. Ad un'attenta disamina, infatti, nel leasing finanziario è proprio l'utilizzatore mandante a trattare in prima persona con il fornitore-terzo; quest'ultimo, a sua volta, è perfettamente consapevole del fatto che il bene che venderà al concedente-mandatario verrà dato in godimento proprio all'utilizzatore.

Da ciò consegue che in questo caso non ci sarebbe alcuna necessità di tutelare l'affidamento del fornitore-terzo, per cui le Sezioni Unite avrebbero dovuto accogliere un'interpretazione estensiva in ordine agli strumenti rimediali attivabili dall'utilizzatore contro il fornitore.

A dirimere il contrasto giurisprudenziale sono così intervenute le Sezioni Unite della Cassazione Civile con la sentenza n. 19785/2015.

Sul punto la Suprema Corte nella sua composizione allargata ha evidenziato come, sempre più spesso, sia proprio la prassi negoziale ad assicurare un'adeguata tutela all'utilizzatore nei confronti del fornitore-inadempiente.

Ciò accade talvolta facendo partecipare anche l'utilizzatore alla stipulazione del contratto di fornitura tra fornitore e concedente, specialmente in caso di leasing immobiliare.

In questo modo il contratto concluso assume carattere plurilaterale, con l'utilizzatore che assume la veste di parte contrattuale e può così agire direttamente nei confronti del fornitore.

Altre volte invece le parti, nell'esplicazione della loro autonomia negoziale, prevedono delle clausole con cui vengono attribuiti all'utilizzatore di diritti e le azioni spettanti al concedente rispetto al fornitore.

In disparte l'ipotesi in esame, in cui con ogni evidenza non si pone alcun problema di tutela dell'utilizzatore nei confronti dell'utilizzatore, resta da risolvere il problematico caso, pure diffuso, in cui le parti nulla abbiano stabilito circa la tutela che può essere somministrata all'utilizzatore.

Per le Sezioni Unite quest'ipotesi, ancorché preoccupante, non può essere risolta secondo la ricostruzione avanzata dall'ordinanza di rimessione, che vede nel collegamento negoziale lo strumento idoneo a superare la rigidità dell'efficacia relativa del contratto di fornitura.

Le Sezioni Unite, infatti, evidenziano come il collegamento negoziale in senso tecnico, come tale capace di derogare alla relatività degli effetti negoziali, possa configurarsi soltanto laddove sussistano due requisiti cumulativi, come già sancito proprio dalla Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza n. 7930/2008.

Affinché possa ritenersi sussistente il collegamento negoziale in senso tecnico occorre un presupposto oggettivo, che consiste nel nesso teleologico che avvince tra loro i singoli contratti in vista della realizzazione di uno scopo unitario.

È altresì necessario che sussista un requisito soggettivo, ovvero che vi sia la comune volontà di tutte le parti contrattuali di orientare i diversi negozi verso il perseguimento di uno scopo unitario.

Per le Sezioni Unite proprio quest'ultimo requisito difetta nel caso della locazione finanziaria: se è vero infatti che nel leasing finanziario il fornitore tratta con l'utilizzatore in vista della futura stipula da parte di quest'ultimo del contratto di leasing, è altrettanto vero che tale consapevolezza non penetra nella causa del contratto, trattandosi invece di un mero motivo, come tale irrilevante.

Da ciò deriva che il fornitore vende il bene al concedente per conseguire il prezzo, mentre il concedente concede il bene acquistato in godimento all'utilizzatore per ottenere gli interessi sui singoli canoni da quest'ultimo corrisposti durante l'esecuzione del contratto.

All'esito di questo articolato ragionamento le Sezioni Unite Civili hanno dunque stabilito che la locazione finanziaria dà vita ad un collegamento negoziale “atecnico”, come tale inidoneo a consentire all'utilizzatore di agire in risoluzione direttamente contro il fornitore inadempiente.

Il principio di relatività degli effetti, infatti, sancito dall'art. 1372 c.c., è suscettibile di essere derogato soltanto in caso di collegamento negoziale tecnico, non ravvisabile nella locazione finanziaria.

In quest'operazione, infatti, non è ravvisabile alcuna volontà comune di tutte le parti, che agiscono invece ciascuna per il perseguimento di un fine loro proprio.

L'impossibilità per l'utilizzatore di azionare la risoluzione ex art. 1453 c.c. nei confronti del fornitore, del resto, si desume per le Sezioni Unite anche da due norme che, ancorché settoriali, possono orientare l'interprete.

L'art. 125-quinquies, comma 3, del d.lgs. n. 385/1993 (T.U.B.), infatti, sancisce che in caso di inadempimento del fornitore rispetto ad un contratto di leasing, l'utilizzatore può soltanto domandare al concedente di agire per la risoluzione del contratto, senza però poter azionare il rimedio iure proprio.

Analogamente, l'art. 12 della l. n. 259/1993 di ratifica della Convenzione UNIDROIT di Ottawa sul leasing finanziario internazionale, non riconosce all'utilizzatore il diritto di agire per la risoluzione contro il fornitore inadempiente.

Il risultato pratico della ricostruzione delle Sezioni Unite è quindi che all'utilizzatore va riconosciuto soltanto il diritto ad attivare l'azione di adempimento, di accertamento del corrispettivo esatto spettante al concedente, nonché il risarcimento del danno da lesione aquiliana del suo credito all'adempimento.

Tale soluzione, però, a detta delle Sezioni Unite appariva quanto mai insoddisfacente, in quanto finiva col privare di un'adeguata ed effettiva tutela l'utilizzatore, soggetto spesso economicamente più debole, nei confronti del fornitore inadempiente.

Lo strumento idoneo a colmare questo pericoloso vuoto di tutela viene così rinvenuto dalle Sezioni Unite nella buona fede integrativa di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c. che, in quanto espressione del principio costituzionale di solidarietà (art. 2 Cost.), fa sorgere in capo al concedente l'obbligo di agire nei confronti del fornitore inadempiente per tutelare le ragioni dell'utilizzatore.

In questo modo, dunque, le Sezioni Unite approdano ad una soluzione che riesce a rispettare il principio di relatività degli effetti di cui all'art. 1372 c.c., ed al contempo a riconoscere una tutela piena ed effettiva all'utilizzatore avverso il fornitore.

A fronte dell'inadempimento del fornitore, proseguono le Sezioni Unite, possono dunque verificarsi diverse ipotesi.

Nella prima il fornitore non consegna il bene all'utilizzatore oppure lo consegna, ma affetto da vizi immediatamente riconoscibili: in questo caso l'utilizzatore può rifiutare la consegna, dandone tempestiva notizia al concedente.

Quest'ultimo, in virtù degli obblighi integrativi nascenti ex bona fidei dovrà immediatamente sospendere il pagamento del prezzo nei confronti del fornitore, dovendo poi agire con l'azione di risoluzione o di riduzione del prezzo, a seconda delle circostanze, rispetto al contratto di vendita di cui è parte.

Altra ipotesi che può verificarsi è quella in cui il forniture consegna il bene all'utilizzatore, ma affetto da vizi occulti oppure da lui taciuti in mala fede.

In questa situazione l'utilizzatore potrà agire direttamente nei confronti del fornitore con l'azione di esatto adempimento, al fine di ottenere una pronuncia con cui il giudice condanna il fornitore a regolarizzare la prestazione sotto il profilo materiale, cioè eliminando i vizi oppure sostituendo il bene viziato.

Il potere dell'utilizzatore di agire direttamente nei confronti del fornitore si deve alla natura manutentiva dell'azione di esatto adempimento, che non è volta ad annientare il contratto, bensì a conservarlo.

Qualora invece l'utilizzatore non abbia interesse alla regolarizzazione della prestazione da parte del fornitore, allora dovrà informare il concedente dei vizi occulti da cui il bene è affetto. Per effetto degli obblighi derivanti dalla buona fede integrativa il concedente dovrà quindi domandare la risoluzione del contratto nei confronti del fornitore o, nei casi meno gravi, la riduzione del prezzo.

Resta fermo, in ogni caso, che l'utilizzatore potrà sempre agire nei confronti del fornitore inadempiente per il risarcimento del danno ai sensi dell'art. 2043 c.c., al fine di vedere ristorato il pregiudizio patito per effetto della lesione del suo diritto di credito al godimento del bene concessogli in leasing.

Di recente la Corte di Cassazione (Cass., III, n. 9663/2020) è intervenuta sulla questione degli strumenti rimediali azionabili dall'utilizzatore che si assuma danneggiato nell'ambito di un contratto di leasing finanziario. Secondo i giudici di legittimità n l'azione diretta dell'utilizzatore nei confronti del fornitore per l'accertamento della responsabilità per inadempimento di questi e dell'entità del risarcimento del danno subito derivatogli dall'inutilizzo del bene ricevuto prescinde dalla partecipazione al processo del concedente, rispetto al quale, anche se evocato in giudizio, non si determina alcuna necessità di integrazione del litisconsorzio, essendo l'utilizzatore terzo rispetto al contratto intercorso tra fornitore e concedente e non potendo, quindi, egli esercitare l'azione di annullamento per vizi del consenso e di risoluzione per inadempimento di quel contratto, salvi gli effetti di specifica clausola contrattuale inserita nel medesimo contratto, con la quale il concedente gli abbia trasferito la propria posizione sostanziale con obbligo del fornitore di adempiere direttamente in favore dell'utilizzatore. Quindi, laddove il fornitore lamenti sostanzialmente il solo inadempimento ascrivibile al fornitore, senza invocare alcun rimedio caducatorio del rapporto contrattuale, non si configura alcun litisconsorzio necessario ai sensi dell'art. 102 c.p.c.

I rapporti tra locazione finanziaria e fallimento

L'art. 72-quater l. fall., introdotto nel r.d. n. 267/1942 con il d.lgs. n. 5/2006, regola le vicende del contratto di locazione finanziaria in relazione alla procedura concorsuale del fallimento.

Il primo comma estende al contratto di locazione, in caso di fallimento dell'utilizzatore, la disciplina dell'art. 72 della legge fallimentare, per cui nel caso in cui il contratto non sia stato ancora compiutamente eseguito da entrambe le parti prima della dichiarazione di fallimento, l'esecuzione del contratto rimane sospesa fino a quando il curatore, con l'autorizzazione del comitato dei creditori, dichiara di subentrare nel contratto in luogo del fallito, assumendo tutti i relativi obblighi ovvero di sciogliersi dal medesimo.

Il secondo comma dell'art. in questione prevede poi che “se è disposto l'esercizio provvisorio dell'impresa il contratto continua ad avere esecuzione salvo che il curatore dichiari di volersi sciogliere dal contratto”.

L'art. 72-quater, comma 3, l. fall. stabilisce poi che “In caso di scioglimento del contratto, il concedente ha diritto alla restituzione del bene ed è tenuto a versare alla curatela l'eventuale differenza fra la maggiore somma ricavata dalla vendita o da altra collocazione del bene stesso avvenute a valori di mercato rispetto al credito residuo in linea capitale; per le somme già riscosse si applica l'art. 67, terzo comma, lettera a)”.

Il quarto comma prevede che “Il concedente ha diritto ad insinuarsi nello stato passivo per la differenza fra il credito vantato alla data del fallimento e quanto ricavato dalla nuova allocazione del bene”.

L'ultimo comma della norma in esame, con il chiaro intento di tutelare l'utilizzatore che abbia concluso la locazione finanziaria in attuazione di un piano economico pluriennale e che ha quindi diritto di continuare a perseguire i propri obiettivi produttivi e commerciali, prevede che “In caso di fallimento delle società autorizzate alla concessione di finanziamenti sotto forma di locazione finanziaria, il contratto prosegue; l'utilizzatore conserva la facoltà di acquistare, alla scadenza del contratto, la proprietà del bene, previo pagamento dei canoni e del prezzo pattuito”.

COVID-19 e leasing

La drammatica diffusione della pandemia del virus COVID-19 durante il 2020 ha comportato, come è noto, drammatiche ripercussioni sull’economia mondiale e, di conseguenza, anche sui contratti bancari in essere e, in particolare, su quelli aventi una funzione in senso lato di “finanziamento”, quale certamente è il leasing. Le restrizioni adottate dallo Stato italiano, infatti, hanno comportato una significativa contrazione delle attività economiche e produttive, con l’effetto che sono sorte notevoli difficoltà – se non, addirittura, una vera e propria impossibilità, in taluni casi – per i debitori di provvedere ad onorare le obbligazioni precedentemente assunte.

Onde cercare di risolvere o, quantomeno, attenuare tali criticità, il legislatore è intervenuto con il Decreto Legge n. 18 del 17 Marzo 2020 (convertito con modificazioni con Legge n. 27 del 2020) rubricato “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, anche noto come “Decreto cura Italia”. Il suddetto decreto, all’articolo 56, comma 2, prevede che “Al fine di sostenere le  attività  imprenditoriali  danneggiate dall'epidemia di COVID-19 le  Imprese,  come  definite  al  comma  5, possono  avvalersi  dietro  comunicazione   -   in   relazione   alle esposizioni  debitorie  nei  confronti  di  banche,  di  intermediari finanziari previsti dall'art. 106 del d.lgs. n. 385 del 1°  settembre 1993 (Testo unico bancario) e degli  altri  soggetti  abilitati  alla concessione di credito in Italia - delle seguenti misure di  sostegno finanziario: …  c) per i mutui e gli altri finanziamenti  a  rimborso  rateale, anche perfezionati  tramite  il  rilascio  di  cambiali  agrarie,  il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020 è sospeso sino al 30 settembre 2020  e  il  piano  di rimborso  delle  rate  o  dei  canoni  oggetto  di   sospensione  è dilazionato,  unitamente  agli  elementi  accessori  e  senza  alcuna formalità, secondo modalità che assicurino  l'assenza  di  nuovi  o maggiori oneri per entrambe  le  parti; è  facoltà  delle  imprese richiedere di sospendere soltanto i rimborsi in conto capitale”. Dunque, laddove le imprese, così come definite al quinto comma dell’art. 56 del D.L. n. 18/2020, si trovino in una situazione di esposizione debitoria che, alla data della pubblicazione del D.L. (cioè il 29/4/2020) non sia classificata come “esposizioni creditizie deteriorate” (comma 4) e formulino la comunicazione alla Banca o all’Intermediario finanziario ex art. 106 T.U.B., della volontà di avvalersi della “moratoria” per il pagamento delle rate del leasing, mediante invio di comunicazione contenente la dichiarazione con la quale l'Impresa autocertifica ai sensi dell'art. 47 del D.P.R. n. 445/2000 (dunque sotto la propria penale responsabilità)  di  aver  subito  in  via  temporanea  carenze  di liquidità quale conseguenza diretta della  diffusione  dell'epidemia da COVID-19, potranno ottenere la sospensione delle rate fino al 30 Settembre del 2020 e la dilazione del piano di rimborso dei canoni oggetto di sospensione con modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti. Tale rimedio, dunque, volto ad ovviare alle criticità che hanno colpito il settore imprenditoriale, non opera in modo automatico, ma presuppone l’esistenza di alcuni presupposti formali (comunicazione ed autodichiarazione in ordine alla carenza di liquidità riconducibile alla diffusione della pandemia) e sostanziali (l’assenza di situazione debitoria classificabile come “deteriorata”) e, previa verifica di tali presupposti, la Banca o l’Intermediario finanziario dovrà sospendere il pagamento delle rate e dilazionare il piano di pagamento dei canoni del leasing sospesi con modalità tali da non comportare nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti.

Con il Decreto Legge n. 104 del 14 Agosto 2020, avente rubrica “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia”, convertito con modificazioni con Legge n. 126 del 2020, all’articolo 65, comma 1, è stato poi prorogato il termine ultimo per le misure a sostegno delle imprese previste dall’articolo 56, co. 2, del D.L. n. 18/2020, originariamente individuato nella data del 30 Settembre del 2020, al 31 Gennaio 2021. Inoltre il secondo comma dell’art. 65 succitato stabilisce che la proroga della “moratoria” operi automaticamente, senza necessità di alcuna formalità,   fatta salva l'ipotesi di rinuncia espressa da parte dell'impresa beneficiaria, da far pervenire al  soggetto  finanziatore  entro  il  termine  del  30 Settembre 2020. L’articolo 65, co. 2, del D.L. n. 104/2020 ha poi ampliato la finestra temporale in cui è possibile avvalersi della “moratoria” di cui sopra sancendo che le imprese che, alla data di entrata  in  vigore  del decreto stesso, presentino esposizioni che non siano  ancora  state ammesse alle misure  di  sostegno  di  cui  al  comma  2  dell’art. 56 del D.L. n. 18 del 2020, possono comunque essere ammesse, entro il  31  Dicembre  2020,  alle predette  misure  di  sostegno  finanziario   alle stesse  condizioni e modalità previste dall'articolo 56.

Sempre nell’ottica di offrire strumenti di sostegno per coloro che non sono in grado di adempiere ai canoni del leasing già stipulato a causa della carenza di disponibilità economiche dei debitori, in data 6 Marzo del 2020 l’A.B.I. e le Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno sottoscritto un Addendum all’Accordo per il Credito del 2019, in tal modo prorogando l’applicazione della misura “Imprese in Ripresa 2.0”. In tal modo è stato consentito, alle imprese pregiudicate dall’emergenza COVID-10, di usufruire della c.d. “moratoria A.B.I.” per tutti i finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020, potendo quindi chiedere, per per le operazioni di leasing, immobiliare o mobiliare, la sospensione della quota capitale implicita dei canoni di leasing.

Profili fiscali

Per la locazione finanziaria, sotto l'aspetto tributario, non essendo prevista una disposizione specifica che ne dia una qualifica, si fa riferimento all'art. 17 della l. n. 183/1976 che differenzia l'operazione di leasing finanziario rispetto alle altre forme di locazione per la presenza dell'opzione dell'acquisto finale del bene a favore della ditta utilizzatrice (si veda la citata risoluzione n. 175/E/2003). Secondo il parere dell'Agenzia delle Entrate (contenuto in tale risoluzione) non costituiscono elementi a tale fine qualificanti del contratto di leasing:

– la circostanza che il contratto preveda condizioni che sollevano la società di leasing dal rischio insito nell'operazione; oppure

– la circostanza che l'intermediario possa determinare i canoni periodici con il metodo finanziario, attraverso una correlazione al piano di ammortamento finanziario.

L'art. 67 del TUIR dispone, nel comma 8 che, per i beni acquistati in locazione finanziaria, la deduzione dei canoni è consentita a condizione che la durata del relativo contratto di leasing non sia inferiore a otto anni, se questo ha per oggetto la locazione di beni immobili, o alla metà del normale periodo di ammortamento se il contratto ha per oggetto beni mobili.

Con riferimento al trattamento fiscale delle società di leasing, per quello finanziario trova applicazione il comma 8, dell'art. 67 del TUIR per il quale le quote di ammortamento sono determinate in ciascun esercizio nella misura risultante dal relativo piano di ammortamento finanziario, mentre non è ammesso l'ammortamento anticipato.

Inoltre, il comma 4, dell'art. 71 del TUIR prevede, che, per gli enti creditizi e finanziari, nell'ammontare dei crediti sono compresi anche i crediti impliciti nei contratti di locazione. È, quindi, ammessa, per le società di leasing, la svalutazione dei crediti, ammessi in bilancio, nella misura per ciascun esercizio dello 0,50% del valore nominale. La svalutazione non è più ammessa quando l'accantonamento al fondo svalutazione crediti ha raggiunto il 5% del valore nominale dei crediti risultanti in bilancio alla fine dell'esercizio.

Rispetto alla deduzione dei canoni di leasing dai redditi, è stato chiarito che gli artt. 75, comma 2, lett. a), e 53 del d.P.R. n. 917/1986 (nei testi applicabili ratione temporis) sono riferibili al contratto atipico formulato alternativamente come leasing traslativo, ovvero come locazione con clausola di trasferimento non automatica, sicché, sulla base del principio di competenza, deve aversi riguardo, ai fini della tassazione, al momento in cui i corrispettivi sono versati, così riflettendo la tassazione fiscale la ripartizione diluita dei pagamenti del canone a partire dalla sottoscrizione contrattuale e non assumendo rilievo, per ragioni antielusive, il differimento del trasferimento dominicale (Cass. I, n. 8192/2015).

Quanto all'IVA, conformemente all'orientamento espresso dalla Corte di Giustizia nelle sentenze del 2 luglio 2015 in C-209/2014 e del 16 febbraio 2012 in C-118/2011, ai sensi dell'art. 30, comma 2, lett. c) del d.P.R. n. 633/1972, l'utilizzatore ha diritto al rimborso dell'eccedenza detraibile d'importo superiore ad € 2.582,28, assolta relativamente a beni ammortizzabili detenuti in virtù di contratto di leasing, in quanto tale operazione deve essere equiparata, per detto utilizzatore, all'acquisto di un “bene d'investimento” anche prima dell'esercizio del diritto di riscatto (Cass. trib., n. 20951/2015).

La legge di stabilità 2016 (l. 28 dicembre fini delle imposte sui redditi del 40% del costo di acquisizione dei beni materiali strumentali nuovi e dei beni in leasing. Perché possa fruire del beneficio fiscale di cui sopra occorre che il bene oggetto di leasing presenti le seguenti caratteristiche cumulative: deve trattarsi di beni materiali strumentali all'esercizio 2015, n. 208) ha introdotto all'art. 1, commi 91-94 e 97, l'agevolazione fiscale del c.d. “superammortamento”, che consiste nella maggiorazione dell'attività di impresa, di beni nuovi e che devono essere stati acquisiti o presi in leasing dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016.

La maggiorazione del costo di acquisizione consiste in una deduzione extracontabile, non correlata alle valutazioni di bilancio.

La Legge di stabilità 2017 (l. n. 232/2016) ha previsto la proroga di questa agevolazione al 31 dicembre 2017 ed ha introdotto il c.d. “iper ammortamento”, con una maggiorazione del 150% del costo di acquisizione per determinate categorie di beni.

Per tale agevolazione, la legge di bilancio 2018 (l. n. 27/2017) ha, successivamente, previsto la proroga anche per il 2018 per gli investimenti (in beni materiali strumentali nuovi), che siano stati effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018 oppure entro il 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

L'art. 1, commi 14-20, della legge di bilancio 2018 reca inoltre una serie di novità in ordine ai vantaggi fiscali del leasing di beni strumentali all'esercizio dell'attività di impresa.

La prima è la modifica della percentuale di maggiorazione del costo di acquisto dei beni strumentali all'impresa nuovi, acquistati o presi in leasing finanziario (c.d. “superammortamento”), che diminuisce dal 40%, al 30%.

Il “superammortamento” per il 2018 può essere applicato anche sul software con una maggiorazione del 40% del costo di acquisizione dei beni immateriali (software, appunto) funzionali alla trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 (ovvero quei beni ricompresi nell'allegato B alla l. n. 232/2016), per i soggetti che usufruiscono dell'iper ammortamento (pari all'aumento del 250% delle quote di ammortamento rispetto al costo di acquisto) per gli investimenti effettuati nel 2018, con l'ampliamento dei software ammissibili.

La novella normativa esclude poi dal perimetro oggettivo di applicazione dell'agevolazione fiscale del “superammortamento” gli investimenti in veicoli a deducibilità limitata di cui ex art. 164, comma 1, lett. b), TUIR, i veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti ex lett. b-bis) e quelli esclusivamente strumentali all'attività d'impresa e di uso pubblico di cui alla lett. a).

L'esclusione dal beneficio riguarda in buona sostanza l'intera categoria dei veicoli richiamati dal comma 1 del citato art. 164, mentre fino all'anno 2017 l'esclusione era limitata ai veicoli di cui alle lett. b e b-bis.

In relazione al beneficio fiscale del c.d. “superammortamento” per i beni in leasing deve rilevarsi che la maggiorazione percentuale del costo di acquisto spetta solo per la quota capitale e non per l'intero canone di leasing.

In ordine alle modalità di effettuazione del calcolo del c.d. “superammortamento”, ovvero se esso debba essere effettuata utilizzando la durata civile o fiscale del bene, si osserva quanto segue. Sul punto l'Agenzia delle Entrate, nella Circolare 23/E del 26 maggio 2016 ha chiarito che “anche nel caso di un bene acquisito attraverso un contratto di leasing, la deduzione della maggiorazione non dipenda dal comportamento civilistico adottato dal contribuente, ma avviene in base alle regole fiscali stabilite dall'art. 102, comma 7, del TUIR”.

I chiarimenti resi dall'Agenzia delle Entrate sono stati ribaditi in seguito nella Circolare 4/E del 30 marzo 2017.

L'art. 102, comma 7 del d.P.R 917/86 (TUIR) prevede poi la deduzione dei canoni di locazione finanziaria per un periodo non inferiore alla metà del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito dal decreto ministeriale 31 dicembre 1988.

Con la risoluzione 132/E del 24 ottobre 2017 l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla possibilità di fruire della proroga del c.d. “maxi ammortamento” al 30 giugno 2018 e del c.d. “iper ammortamento” al 30 settembre 2018 per gli investimenti in leasing effettuati secondo particolari modalità.

È questo il caso in cui, dopo aver effettuato l'ordine e versato al fornitore l'acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisto del bene entro il entro il 31 dicembre 2017, l'investitore decida, dopo tale data di acquistare il bene direttamente dal fornitore oppure di acquisire il bene in leasing.

Nel primo caso la spettanza del maxi o iper ammortamento è dovuta al fatto che, trattandosi a tutti gli effetti di un bene in proprietà, le condizioni relative all'ordine e all'acconto minimo risultano rispettate.

Nella seconda ipotesi, invece, l'acquisto del bene viene effettuato dalla società di leasing, che lo concede poi in godimento al contribuente. In quest'ultima fattispecie l'investitore ha due alternative, di cui la prima è compensare l'acconto versato al fornitore con il maxicanone iniziale da corrispondere alla società di leasing. Quest'ultima concederà il bene in locazione finanziaria ed effettuerà il pagamento al fornitore per la differenza. L'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il contribuente può fruire del c.d. “maxi” o “iperammortamento” purché alla data del 31 dicembre 2017 abbia effettuato l'ordine di pagamento e versato un acconto pari almeno al 20% del prezzo finale. Secondo l'Agenzia delle Entrate non ha invece rilevanza il fatto che l'impegno venga inizialmente assunto nei confronti del fornitore e che l'acconto, a seguito della compensazione si trasformi sostanzialmente in un maxicanone.

Oppure l'investitore può ottenere la restituzione dell'acconto da parte del fornitore del bene.

In questo caso la società di leasing concedente dà il bene in locazione finanziaria all'investitore e pagherà il prezzo per intero al fornitore. Pure in questa ipotesi l'Agenzia delle Entrate ritiene, per ragioni analoghe a quelle di cui sopra, che il contribuente possa fruire del c.d. “maxi” o “iperammortamento”, purché però al momento della restituzione dell'acconto da parte del fornitore e di stipula del contratto di leasing, venga corrisposto al locatore un maxicanone in misura almeno pari a tale acconto, e venga inserito nel contratto di leasing il riferimento all'ordine originariamente effettuato con il fornitore del bene.

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