Richiesta della carta d’identità elettronica: “padre” e “madre” sostituiscono “genitori”

Redazione Scientifica
16 Aprile 2019

Sulla Gazzetta Ufficiale del 3 aprile 2019, n. 79, è stato pubblicato il decreto del Ministero dell'Interno 31 gennaio 2019 di «Modifica del decreto 23 dicembre 2015, recante modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica».

Richiesta della CIE in favore di minorenni. Il decreto del Ministero dell'Interno 31 gennaio 2019, pubblicato sulla G.U. n. 79 del 3 aprile 2019, interviene sul decreto 23 dicembre 2015 in tema di modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica, al fine di «adeguarlo alla normativa dello stato civile, in particolare per quanto attiene alla qualificazione dei soggetti legittimati a presentare agli ufficiali d'anagrafe la richiesta di emissione del documento elettronico in favore di minori di età».
In particolare, il decreto modifica l'art. 4 relativo alla presentazione della richiesta della carta d'identità elettronica sostituendo le parole «dai genitori o tutori in caso di minore» con le parole «dal padre o dalla madre, disgiuntamente, o dai tutori, in caso di minore». In coerenza con tale sostituzione, vengono modificati anche i seguenti commi e le indicazioni riportate nei moduli allegati.

Il parere del Garante Privacy. Sulle modifiche previste dal decreto ministeriale, si era espresso il Garante Privacy che, con il provvedimento n. 476 del 31 ottobre 2018, aveva evidenziato le criticità che potrebbero generarsi. Nello specifico, il Garante aveva sottolineato i possibili «profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica “padre” o “madre”». Ed infatti la modifica «rischierebbe di imporre in capo ai dichiaranti, all'atto della richiesta del rilascio del documento di identità del minore, in relazione all'obbligatoria riconducibilità alle nozioni di “padre” e “madre”, il conferimento di dati inesatti o di informazioni non necessarie di carattere estremamente personale, arrivando in alcuni casi a escludere la possibilità di rilasciare il documento a fronte di dichiarazioni che non rispecchiano la veridicità della situazione di fatto derivante dalla particolare composizione del nucleo familiare».

Fonte: dirittoegiustizia.it

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