Il ticket Naspi sui licenziamenti nelle procedure concorsuali
30 Aprile 2019
In situazione di procedura concorsuale un'azienda procede a licenziamenti collettivi e individuali. E' dovuto da parte, della procedura stessa, il versamento del contributo di licenziamento Naspi (c.d. ticket di licenziamento) ?
Il contributo aziendale di recesso, c.d. ticket NASpI, è un contributo che deve essere versato dal datore di lavoro privato in caso di licenziamento di uno o più lavoratori assunti a tempo indeterminato. E' dovuto in qualsiasi caso in cui il rapporto cessa senza la volontà del lavoratore e comunque in tutti quei casi che fanno scaturire il diritto all'indennità di disoccupazione per il lavoratore.
Secondo la disciplina di cui alla legge 28 giugno 2012, n. 92 (c.d. legge Fornero), e in contrapposizione a quanto avveniva precedentemente, anche le procedure concorsuali sono tenute al pagamento del ticket di licenziamento. Tale contributo potrà essere ammesso al passivo nell'ambito della procedura stessa.
Il contributo va pagato all'INPS in un'unica soluzione entro il sedicesimo giorno del secondo mese successivo all'interruzione del contratto lavorativo. Per l'esatta definizione dell'importo dovuto è innanzitutto necessario comprendere se si sta trattando di licenziamenti individuali o collettivi.
Per i licenziamenti individuali, o individuali plurimi, l'importo da versare è pari al 41% del massimale mensile NASpI per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni. Per il 2019 tale massimale è definito in 1.221,24 euro. Pertanto il contributo risulta essere pari a 500,79 euro. Se il rapporto ha avuto una durata inferiore all'anno il contributo è riproporzionato in mesi.
Con la Legge di Stabilità 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205), invece, il valore sopra indicato risulta raddoppiato per le imprese soggette a regime di CIGS che effettuano procedure di licenziamento collettivo e che riescano a raggiungere un accordo sindacale per la gestione degli esuberi. Il contributo risulta essere pari all'82% dello stesso massimale annualmente rivalutato dall'Inps e, pertanto, a 1.001.58 euro. Qualora l'azienda, invece, non riesca a raggiungere un accordo con le parti, il contributo dovuto sarà moltiplicato per tre (1.001,58 x 3 = 3.004,74).
E' bene puntualizzare, tuttavia, che a seguito del D.L. 28 settembre 2018, n. 109 (c.d. “Decreto Genova”), le società in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria ammesse al trattamento di Cigs per cessazione dell'attività potranno essere esentate dal pagamento del contributo licenziamenti negli anni 2020 e 2021. Tale esenzione riguarderà esclusivamente le realtà che abbiano usufruito del trattamento di integrazione salariale straordinaria negli anni 2019 e 2020, e che ne facciano esplicita richiesta all'INPS. Sempre secondo lo stesso decreto, tali aziende saranno anche esonerate dal pagamento delle quote di accantonamento del trattamento di fine rapporto, relative alla retribuzione persa a seguito della riduzione oraria o sospensione dal lavoro.
Tali benefici possono essere riconosciuti comunque entro il limite di spesa complessivo di 16 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.
Riferimenti normativi. Art. 2, comma 31, della Legge n. 92, 28 giugno 2012 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita); Circolare INPS n. 5 del 25 gennaio 2019; D.lgs 4 marzo 2015, n. 22 (Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali …); art. 43-bis e 44 del Decreto Legge n. 109 del 28 settembre 2018 ; art. 1, comma 137 della legge n. 205, 27 Dicembre 2017(Legge di Stabilità 2018); Decreto Legge 28 settembre 2018, n. 109 (Decreto Genova).
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