Il ristoro del danno biologico non può essere subordinato all’accertamento strumentale della lesione subita

30 Aprile 2019

Ferma restando la necessità di un rigoroso accertamento medico-legale da compiersi in base a criteri oggettivi, la sussistenza dell'invalidità permanente non può essere esclusa per il solo fatto che non sia documentata da un referto strumentale per immagini sulla base di un automatismo che vincoli, sempre e comunque, il riconoscimento dell'invalidità permanente a una verifica strumentale.

LA FATTISPECIE Nel caso in esame il soggetto leso, a seguito di un incidente stradale, aveva convenuto in giudizio il proprietario, e l'assicurazione, onde ottenere la rifusione dei danni materiali e delle lesioni personali patite. La compagnia, regolarmente costituitasi, contestava l'insussistenza delle lesioni personali (lesione del rachide cervicale) deducendo la mancanza di un accertamento «clinico strumentale obiettivo» della stessa come richiesto dall'art. 139, comma 2, codice delle assicurazioni. Il Giudice di Pace ha accolto la domanda dell'attore e il Tribunale, in funzione di Giudice del gravame, ha confermato sul punto la sentenza riformandola, invece, nella parte in cui riconosceva la sussistenza del c.d. fermo tecnico.

L'INTERPRETAZIONE DEGLI ART. 138 E 139 COD. ASS. La Corte ha avuto modo di precisare che gli artt. 138 e 139 cod. ass. sono da interpretare nel senso che il danno biologico, ai fini del risarcimento, deve essere suscettibile di accertamento medico-legale esplicando entrambe le norme i criteri scientifici di accertamento e valutazione del danno biologico tipici, appunto, della medicina legale. Ciò, a maggior ragione, a seguito della novella normativa del 2012 che si è posta l'obiettivo di sollecitare tutti gli operatori del settore a un rigoroso accertamento dell'effettiva esistenza delle patologie di modesta entità.

LA NON NECESSARIETÀ DELL'ACCERTAMENTO STRUMENTALE Non è condivisibile l'opinione secondo cui la prova della lesione debba essere necessariamente fornita con l'accertamento clinico strumentale. L'accertamento medico non può essere “imbrigliato” in un vincolo probatorio che, ove fosse imposto per legge, condurrebbe a forti dubbi non manifestamente infondati di legittimità costituzionale tenuto conto che il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione e, pertanto, la prova della lesione deve essere conforme a criteri di ragionevolezza.

IL DANNO MORALE VA LIQUIDATO MA… La Corte ha evidenziato che in presenza di un danno alla salute, non costituisce duplicazione risarcitoria la rifusione del danno biologico e la condanna a una ulteriore somma a titolo di rifusione dei danni che non hanno fondamento medico-legale ma rappresentati dalla sofferenza interiore che dovranno formare oggetto di separata valutazione e liquidazione. Vero è che l'art. 139, comma 3, cod. ass. prevede, quale modalità di ristoro, un aumento fino al 20% di quanto liquidato a titolo di danno biologico, tuttavia è compito del Magistrato giustificare, e motivare, la percentuale applicata non essendoci alcun automatismo nell'applicazione di tale disposizione.

(Tratto da: dirittoegiustizia.it)

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