Il giudice può negare l’attendibilità delle dichiarazione dei redditi anche senza disporre indagini della polizia tributaria

Redazione Scientifica
30 Aprile 2019

In tema di divorzio al Tribunale è rimessa ogni valutazione circa la possibilità di avvalersi della polizia tributaria tutte le volte in cui venga contestato un reddito indicato e documentato.

Il caso. Il Tribunale di La Spezia, dopo aver dichiarato la cessazione degli effetti civili del matrimonio, disponeva che l'ex marito versasse all'ex moglie un assegno divorzile pari a duemila euro mensili. La Corte di Appello di Genova confermava l'obbligo dell'uomo di versare tale assegno fino a quando la donna non fosse entrata in possesso di una cospicua somma di denaro, a lei riconosciuta con sentenza definitiva a titolo di utile come associata in partecipazione nella farmacia dell'ex marito.

Avverso la sentenza di secondo grado l'uomo ricorreva per cassazione, poiché la Corte territoriale si sarebbe limitata a negare l'attendibilità della dichiarazione dei redditi dell'appellante, senza disporre alcuna indagine al riguardo e basando le proprie valutazioni unicamente sull'assetto economico relativo alla separazione.

Assegno divorzile e contestazione dei dati reddituali della parte. Al riguardo, i giudici di legittimità affermano che, in tema di divorzio, «l'art. 5, comma 9, l. n. 898/1970, non impone al Tribunale in via diretta ed automatica di disporre indagini avvalendosi della polizia tributaria ogni volta in cui sia contestato un reddito indicato e documentato, ma rimette allo stesso giudice la valutazione di tale esigenza, in forza del principio generale dettato dall'art. 187 c.p.c., che affida al giudice la facoltà di ammettere i mezzi di prova proposti dalle parti e di ordinare gli altri che può disporre d'ufficio, previa valutazione della loro rilevanza e concludenza». Prosegue la Suprema Corte, anche in queste controversie «la valutazione delle prove è rimessa, ai sensi dell'art. 116 c.p.c., al prudente apprezzamento del giudicante e non può ritenersi in alcun modo condizionata dalla scelta, parimenti discrezionale, di disporre, d'ufficio o su istanza di parte, indagini patrimoniali tramite polizia tributaria al fine di procedere al doveroso accertamento dei fatti rilevanti per la decisione».

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