Adesione del legale all'astensione delle Camere Penali. La Corte d'appello di Trieste ha annullato la sentenza del Tribunale di Udine che aveva riconosciuto l'imputato colpevole del delitto di tentata truffa, ritenendo che il primo giudice avesse disatteso la richiesta di rinvio dell'udienza presentata dal difensore, per contestuale impegno innanzi alla Corte di Assise di Frosinone in un processo per il reato di omicidio, senza tenere conto che il legale aveva comunicato il proprio impedimento nove giorni prima dell'udienza, motivando anche l'impossibilità di avvalersi di un sostituto.
Proponendo ricorso per Cassazione, il difensore dell'imputato ha dedotto la nullità di tale pronuncia per aver la Corte di appello proceduto alla trattazione del processo nonostante la sua dichiarazione di adesione all'astensione proclamata dalle Camere Penali, inoltrata dal legale stesso a mezzo PEC e pervenuta alla cancelleria nove giorni prima dell'udienza.
Deve essere accertato il regolare invio del messaggio PEC in cancelleria. La Cassazione ha ribadito che, secondo orientamento pressoché unanime della giurisprudenza di legittimità (tra cui Cass. pen., n. 48911/2018; Cass. pen., n. 31314/2017), nel processo penale alle parti private non è consentito depositare comunicazioni, notificazioni ed istanze mediante la PEC.
Al riguardo, inoltre è stato precisato che, «sebbene la richiesta di rinvio dell'udienza per legittimo impedimento del difensore, inviata a mezzo PEC in cancelleria, non sia irricevibile né inammissibile, l'utilizzo di tale irregolare modalità di trasmissione comporta l'onere, per la parte che intenda dolersi in sede di impugnazione dell'omesso della sua istanza, di accertarsi del regolare arrivo della mail in cancelleria e della sua tempestiva sottoposizione all'attenzione del giudice procedente».
La Corte, inoltre, ha precisato che, quando il giudice viene a conoscenza di un legittimo impedimento (sia dell'imputato, sia del difensore) deve prenderne atto anche se l'istanza di rinvio dell'udienza è stata trasmessa con un mezzo irrituale.
Nel caso di specie, hanno rilevato i Giudici che il ricorrente non ha allegato circostanze da cui si può desumere il fatto che l'istanza di rinvio fosse stata portata a conoscenza della Corte d'appello e neppure egli si fosse preoccupato di verificare il regolare arrivo della mail e della tempestiva sottoposizione della stessa all'attenzione del giudice procedente. Il ricorso, pertanto, è stato dichiarato inammissibile.