Il provvedimento sulla sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo è reclamabile anche se emesso dal giudice dell'opposizione a precetto

31 Luglio 2019

Il P.G. ha chiesto alla Corte di enunciare, quale principio di diritto nell'interesse della legge, che «il provvedimento, con il quale il giudice dell'opposizione all'esecuzione, proposta prima che questa sia iniziata ed ai sensi del primo comma dell'art. 615 c.p.c., decide sull'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo, è impugnabile col rimedio del reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c.»
Massima

Il provvedimento del giudice dell'opposizione a precetto, che decide l'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo, è reclamabile al collegio (del tribunale cui appartiene il giudice monocratico o nel cui circondario ha sede il giudice di pace che lo ha emesso), ex art. 669-terdecies c.p.c.

Il caso

comma dell'art. 363 c.p.c., l'enunciazione del principio di diritto per il giudice del merito tenuto a pronunciarsi sul reclamo proposto avverso il provvedimento di rigetto dell'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo ex art. 615, comma 1, c.p.c.

Segnatamente, il P.G. ha segnalato che:

  • il Tribunale di Latina - investito del reclamo ex artt. 669-terdecies e 624, comma 2, c.p.c., avverso il provvedimento di rigetto della sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo - ha dichiarato inammissibile il suddetto reclamo;
  • la decisione dei Giudici pontini è basata sulla formulazione letterale dell'art. 624, comma 1, c.p.c. e sull'inapplicabilità della normativa sul rito cautelare uniforme. Quest'ultimo assunto, in particolare, sarebbe fondato sulla natura solo latamente cautelare della misura di cui all'art. 615, comma 1, c.p.c. e sulla mancanza di qualsivoglia irragionevole disparità di trattamento rispetto alla reclamabilità, ex art. 624, comma 2, c.p.c., del provvedimento di sospensione dell'esecuzione forzata.

Stante la non impugnabilità dell'ordinanza del Tribunale di Latina e l'impossibilità per le parti di ricorrere per cassazione ex art. 111 Cost., il P.G. ha ritenuto sussistente l'interesse nomofilattico per chiedere alla Suprema Corte un orientamento univoco, idoneo a dirimere i contrasti emersi nelle corti di merito.

La questione

Il P.G. ha chiesto alla Corte di enunciare, quale principio di diritto nell'interesse della legge, che «il provvedimento, con il quale il giudice dell'opposizione all'esecuzione, proposta prima che questa sia iniziata ed ai sensi del primo comma dell'art. 615 c.p.c., decide sull'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo, è impugnabile col rimedio del reclamo ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c.»

Le soluzioni giuridiche

Le Sezioni Unite, ritenuti sussistenti i presupposti di ammissibilità della richiesta di enunciazione del principio di diritto, come elaborati dalla giurisprudenza di legittimità (Cass. civ., Sez. Un., 18 novembre 2016, n. 23469), hanno affermato il seguente principio:«il provvedimento del giudice dell'opposizione a precetto, che decide l'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo, è reclamabile al collegio (del tribunale cui appartiene il giudice monocratico o nel cui circondario ha sede il giudice di pace che lo ha emesso), ex art. 669-terdecies c.p.c.».

È opportuno preliminarmente precisare che prima della riforma del 2005/2006, il giudice dell'opposizione a precetto era privo del potere di sospendere l'efficacia esecutiva del titolo; tuttavia, già a partire dal 2000, la Cassazione, per colmare la lacuna normativa, aveva riconosciuto al suddetto giudice il potere di sospendere l'efficacia esecutiva del titolo, in presenza dei presupposti richiesti dall'art. 700 c.p.c. (ex multis Cass. civ., 19 luglio 2005, n. 15220).

I due orientamenti che, nel regime attuale, si sono contrapposti originano dall'impreciso dato normativo.

Tra gli elementi a sostegno dell'ammissibilità del reclamo, vanno segnalati: a) l'eliminazione dal comma 1 dell'art. 624 c.p.c. del richiamo all'art. 615, comma 2, c.p.c. che legittima l'estensione del reclamo anche all'ordinanza sospensiva pronunciata ex art. 615, comma1, c.p.c.; b)la generica formulazione del comma 2 dell'art. 624 c.p.c., che si riferisce senza distinzioni di sorta al “provvedimento di sospensione”, dimostra che l'art. 624 c.p.c. è stato concepito come vera e propria normativa di riferimento per tutte le opposizioni sia pre, sia post- esecutive; c)a fronte della reclamabilità dei provvedimenti sospensivi emessi in sede esecutiva, un'interpretazione sistematicamente corretta impone di estendere il reclamo anche al provvedimento previsto dal comma 1 dell'art. 615 c.p.c.

Diversi anche gli argomenti che militano a favore della tesi opposta e che possono così riassumersi: a) l'art. 624 c.p.c. richiama solo il giudice dell'esecuzione (e non anche quello dell'opposizione a precetto) e le ordinanze emesse dal giudice dell'esecuzione; b) il reclamo avverso il provvedimento di sospensione adottato ex art. 615, comma 1, c.p.c. non avrebbe natura cautelare, trattandosi di provvedimento sommario non cautelare. Nell'opposizione a precetto il periculum è insito nella necessità di evitare l'esercizio illegittimo dell'azione esecutiva, pertanto se l'opposizione risulta prima facie fondata, va inibita un'esecuzione contra ius. Nei procedimenti cautelari in senso proprio il periculum va, invece, puntualmente verificato; c) in difetto di una previsione normativa che estende a tali ordinanze il regime del reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c., opera l'art. 669-quaterdecies c.p.c., che limita l'applicazione del regime cautelare uniforme ai provvedimenti previsti nelle sezioni II, III e IV del capo III del libro IV del codice di rito.

Osservazioni

Le argomentazioni addotte dalle Sezioni Unite, a sostegno della reclamabilità dell'ordinanza sulla sospensione emessa dal giudice dell'opposizione a precetto, ci sembrano corrette.

La conclusione della reclamabilità è imposta da un'interpretazione sistematica dell'istituto della sospensione pre-esecutiva e dalla sua funzione cautelare in senso proprio anche se, sui generis, a causa della particolare azione di cognizione cui accede.

Si aggiunga che l'inibitoria del titolo esecutivo giudiziale in pendenza di impugnazione od opposizione è istituto ben diverso dalla sospensiva concessa dal giudice dell'opposizione a precetto. Nonostante l'art. 615, comma 1, c.p.c., sia stato formulato «sulla contigua fattispecie dell'inibitoria del titolo giudiziale impugnato» che non è soggetta ad ulteriore impugnazione (v. artt. 351, 373, 649 c.p.c.), il Supremo Collegio opportunamente precisa che «la sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo riguarda non l'esecuzione in astratto ma come connotata nel precetto, essendo limitata dalle ragioni dell'opposizione al precetto stesso».

L'oggetto dell'opposizione pre-esecutiva è la contestazione del diritto del creditore di agire in executivis; si tratta nella specie di azione di accertamento negativo che non attiene propriamente al titolo esecutivo ma, più precisamente alla mera inesistenza (anche per fatti sopravvenuti o anche solo parziale) del diritto di agire in executivis.

A conforto di tale interpretazione sovviene la modifica apportata all'art. 615, comma 1, c.p.c., dal d.l. 27 giugno 2015, n. 83, conv. con modifiche dalla l. 6 agosto 2015, n. 132, che ha introdotto la sospensione parziale del titolo proprio in relazione al diritto di procedere esecutivamente; la sospensione dell'esecutività, in caso di opposizione a precetto, può essere, così, confinata dalle specifiche contestazioni sollevate, «con la conseguenza che l'efficacia esecutiva per la parte residua pienamente sussiste ed abilita il precettante a proseguire nella minacciata esecuzione».

Si può, dunque, concludere nel senso che la particolare natura ed oggetto dell'opposizione pre-esecutiva ne giustificano la reclamabilità.

Last but not least, le Sezioni Unite si preoccupano di chiarire come l'art. 615, comma 1, c.p.c. che conferisce al giudice della opposizione pre-esecutiva la competenza a decidere sulle istanze di sospensione fondi il relativo potere anche in capo al giudice di pace, sia pure in via assolutamente eccezionale ed in combinato disposto con le ordinarie regole di competenza per materia e valore rispetto al portato dell'art. 669-bis c.p.c. Al contempo i Giudici escludono l'applicabilità di altre norme del rito cautelare uniforme, risultando la sospensione pre-esecutiva compiutamente regolata dalle norme proprie del cd. microsistema delle opposizioni esecutive.

Guida all'approfondimento
  • S. Caprio, Inammissibile il reclamo avverso l'ordinanza che dispone sulla sospensione dell'efficacia esecutiva del titolo, su www.ilProcessoCivile.it;
  • A. Didone, La lunga strada verso la reclamabilità dell'ordinanza di sospensione ex art. 615, 1° co., c.p.c.,in Rivista dell'esecuzione forzata, 2019, 123;
  • R. Oriani, La sospensione dell'esecuzione (sul combinato disposto degli artt. 615 e 624 c.p.c.), in www.judicium.it, 2006;
  • A. Proto Pisani, Premessa, in Le modifiche al codice di procedura civile previste dalla l. n. 80 del 2005, in Foro it., V, 2005, 92.

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