Responsabilità dell’èquipe e verifica del ruolo effettivo svolto dai medici

Redazione Scientifica
22 Agosto 2019

Il riconoscimento dell'eventuale responsabilità per errore altrui non è illimitato e richiede la verifica del ruolo effettivo svolto dal singolo medico, non essendo possibile ritenere aprioristicamente una responsabilità di gruppo.

IL CASO Due medici del reparto di chirurgia, un primario ed il suo aiuto anziano, vengono ritenuti responsabili dal Tribunale di Monza del reato di omicidio colposo per la morte di una paziente deceduta per una sindrome da disfunzione multiorgano. La Corte d'Appello di Milano, successivamente adita, conferma la pronuncia. Il primario ricorre per la cassazione della sentenza, denunciando il vizio motivazionale per l'omessa verifica in concreto sull'operato dei singoli membri dell'équipe medica.

OMESSA VERIFICA DELLA SUSSISTENZA DEL NESSO CAUSALE La Suprema corte accoglie il ricorso sottolineando l'omessa verifica della sussistenza del nesso causale tra la condotta attuata dal ricorrente e l'evento, tanto più che nella fattispecie concreta era emerso come al sanitario fosse stata attribuita la responsabilità per un errore riconducibile ad altro medico, non emendabile nell'immediatezza perché non percepibile nel corso dell'intervento in relazione alle manovre di posizionamento dei divaricatori. La Cassazione precisa che la verifica deve essere particolarmente attenta qualora di tratti di «ipotesi di lavoro in èquipe e , più in generale, di cooperazione multidisciplinare nell'attività medico-chirurgica, cioè in tutti i casi in cui alla cura del paziente concorrono, con interventi non necessariamente omologabili, sanitari diversi, magari ciascuno con uno specifico compito».

PRINCIPIO DI AFFIDAMENTO È necessario contemperare il principio di affidamento, secondo il quale il titolare di una posizione di garanzia, tenuto dunque ad impedire la verificazione di un evento dannoso, può essere esente da responsabilità qualora possa riferirsi esclusivamente alla condotta di altro, contitolare della posizione di garanzia, sulla correttezza del cui operato il primo abbia fatto legittimo affidamento, con l'obbligo di garanzia verso il paziente in forza del quale tutti i sanitari che partecipano contestualmente o successivamente all'intervento terapeutico.

OBBLIGO DI DILIGENZA LIMITATO La Corte ricorda che , nell'ambito della responsabilità medica, il principio di affidamento consente di confinare l'obbligo di diligenza del singolo sanitario entro i limiti compatibili con l'esigenza del carattere personale della responsabilità penale, ex art. 27 Cost.

VERIFICA DEL RUOLO EFFETTIVO DEL MEMBRO DELL'ÈQUIPE La Corte conclude affermando che il riconoscimento dell'eventuale responsabilità per errore altrui non è illimitato e richiede la verifica del ruolo effettivo svolto dal ricorrente, non essendo possibile ritenere aprioristicamente una responsabilità di gruppo, a maggior ragione se si considera che il posizionamento dei divaricatori non era percepibile nell'immediatezza, e che la sentenza impugnata nulla aveva detto sulla modalità e sull'entità del discostamento dell'operato del medico da quanto previsto dalle linee guida o dalle buone pratiche.

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