Sì all'incidente probatorio protetto anche per le vittime di violenza sessuale

Redazione Scientifica
17 Settembre 2019

Non è corretta la prassi costante di ridurre il ricorso all'incidente probatorio “protetto” (art. 392, comma 1-bis, c.p.p.) ai soli casi in cui la persona offesa sia minorenne o in stato di particolare vulnerabilità.

Il P.M. del Tribunale Tivoli ricorreva avverso il rigetto, da parte del Gip, della richiesta di incidente probatorio per assumere la testimonianza della persona offesa in un procedimento per il reato di violenza sessuale commesso quando la stessa era minore di età.

Nessun potere discrezionale del giudice. La Corte di cassazione, ha affermato che il comma 1-bis dell'art. 392 c.p.p., nel prevedere che le parti possano chiedere al Gip di procedere con incidente probatorio all'assunzione della testimonianza della persona offesa, minorenne o maggiorenne, del reato di violenza sessuale anche al di fuori delle ipotesi previste dal comma […], escluda qualsiasi potere discrezionale da parte del giudice circa l'opportunità di accogliere la richiesta. La conclusione della Corte si concentra sulla necessità di tutelare le vittime del reato di violenza sessuale, a maggior ragione se minorenni all'epoca del fatto, e, in generale, delle vittime vulnerabili onde evitare la c.d. vittimizzazione secondaria, fenomeno durante il quale la persona offesa si trova a «rivivere i sentimenti di paura, di ansia e di dolore provati al momento della commissione del fatto» (Corte Cost., 21 febbraio 2018, n. 92).

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