Omonimia tra avvocati: la notifica al difensore sbagliato è nulla

Redazione scientifica
18 Settembre 2019

La notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello effettuata a mezzo PEC ad un avvocato omonimo del difensore dell'imputato si considera come omessa. L'omessa notificazione determina una nullità d'ordine generale insanabile, a nulla rilevando che l'atto sia stato successivamente inviato ad un difensore d'ufficio, non potendo l'imputato essere privato del diritto di affidare la propria difesa alla persona che riscuota la sua fiducia e che abbia avuto possibilità di prepararsi adeguatamente nel termine stabilito per la comparizione.

Notifica a difensore omonimo. La Corte d'Appello di L'Aquila, confermando la decisione del Tribunale di vasto, ha affermato la responsabilità di due imputati per il delitto di ricettazione di una patente di guida. Avverso la decisione uno dei due imputati ha proposto ricorso deducendo la violazione degli artt. 178 e 179 c.p.p. poiché il decreto di citazione, tramite PEC, per il giudizio in appello non è stato notificato al suo difensore di fiducia (del Foro di Vasto), ma ad un altro avvocato, omonimo, appartenente del Foro di Lucca. Conseguentemente, il suo legale di fiducia non ha preso parte al giudizio ed egli è stato rappresentato da un difensore d'ufficio, ragione per cui la sentenza d'Appello doveva dichiararsi nulla.

Nullità della sentenza. La Cassazione ha ritenuto la fondatezza dell'eccezione di nullità formulata dal ricorrente, constatando che l'avviso di fissazione dell'udienza d'appello era stato notificato ad altro avvocato, omonimo del difensore di fiducia, appartenente al Foro di Lucca. Per questo l'avvocato difensore dell'imputato non ha preso parte al giudizio di secondo grado.

I Giudici hanno ricordato che «l'omessa notificazione del decreto di citazione per il giudizio di appello al difensore di fiducia dell'imputato determina una nullità d'ordine generale insanabile, a nulla rilevando che la notifica sia stata effettuata al difensore d'ufficio, non potendo l'imputato essere privato del diritto di affidare la propria difesa alla persona che riscuota la sua fiducia e che abbia avito possibilità di prepararsi adeguatamente nel termine stabilito per la comparizione».

Sulla base di tale principio, la sentenza di appello è stata annullata, con rinvio degli atti alla Corte d'Appello per nuovo giudizio.

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