Omologa dell'accordo di ristrutturazione ed effetti fiscali
14 Ottobre 2019
La riduzione dei debiti dell'impresa, in caso di accordo di ristrutturazione dei debiti omologato, non costituisce sopravvenienza attiva per la parte in eccedenza delle perdite. Questo quanto emerso dalla risposta all'interpello dell'Agenzia delle Entrate n. 414 dell'11 ottobre scorso che riguarda l'estensione dell'efficacia di un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato. L'accordo di ristrutturazione dei debiti, previsto dall'art. 182-bis l.fall., consente all'imprenditore in stato di crisi di chiedere l'omologazione di un accordo stipulato con i creditori rappresentanti almeno il 60 per cento dei crediti, la cui attuabilità sia attestata da una relazione redatta da un professionista, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare il regolare pagamento dei creditori che sono rimasti estranei.
Il carattere contrattuale dell'accordo vincola solo i creditori che vi abbiano aderito e non consente che la volontà negoziale espressa sacrifichi le ragioni dei creditori dissenzienti, che conservano il diritto a essere soddisfatti per intero e alle scadenze previste.
Secondo l'Agenzia delle Entrate, la riduzione dei debiti dell'impresa non costituisce sopravvenienza attiva per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, senza considerare il limite dell'ottanta per cento, la deduzione di periodo e l'eccedenza relativa all'aiuto alla crescita economica e gli interessi passivi e gli oneri finanziari assimilati. |