Giudice competente per il pagamento delle spese da parte di un condomino domiciliato in uno Stato diverso da quello in cui si trova l'immobile

Patrizia Petrelli
28 Ottobre 2019

La Corte di Giustizia UE, in una recente pronuncia, ha ritenuto che le controversie relative al mancato pagamento delle spese condominiali, da parte di un condomino domiciliato in uno Stato membro diverso da quello in cui si trova l'immobile da cui sono originati i contributi condominiali, rientrano nel campo delle obbligazioni contrattuali e, in particolare, delle prestazioni di servizi, trovando applicazione l'art. 7, punto 1, lett. a) Reg. UE n. 1215/2012 sulla competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale nonché l'art. 4, par. 1, lett. b), Reg. CE n. 593/2008. Ne consegue che, per dette controversie, è competente l'autorità giurisdizionale del luogo di esecuzione dell'obbligazione dedotta in giudizio, in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto.
Massima

L'art. 7, punto 1, lett. a), del regolamento (UE) n. 1215/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2012, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale, deve essere interpretato nel senso che una controversia vertente su di un'obbligazione di pagamento risultante da una decisione dell'assemblea dei condomini di un immobile costituito di appartamenti priva della personalità giuridica e istituita ex lege per esercitare taluni diritti, adottata a maggioranza dei suoi membri, ma vincolante per tutti i condomini, deve considerarsi riconducibile alla nozione di “materia contrattuale” ai sensi di tale disposizione. L'art. 4, paragrafo 1, lett.b), del regolamento (CE) n. 593/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Roma I), deve essere interpretato nel senso che una controversia vertente su di un'obbligazione di pagamento risultante da una decisione dell'assemblea dei condomini di un immobile composto di appartamenti, relativa alle spese per la manutenzione delle parti comuni di tale immobile, deve essere considerata come riguardante un contratto di prestazione di servizi ai sensi di tale disposizione.

Il caso

Un amministratore di condominio di un immobile sito in Bulgaria intentava un'azione giudiziaria dinanzi al Tribunale distrettuale di Razlog - Bulgaria nei confronti di due condòmini morosi nel pagamento dei contributi condominiali afferenti all'unità immobiliare di loro proprietà e facente parte del condominio, chiedendo la condanna degli stessi, domiciliati in Irlanda, al pagamento di detti contributi condominiali, oltre gli interessi moratori.

Il Tribunale distrettuale di Razlog dichiarava la propria incompetenza, sulla base dell'art. 4, par. 1, del Reg. UE n. 1215/2012, dal momento che i convenuti erano domiciliati a Dublino (Irlanda), ritenendo che non ricorressero le condizioni per l'applicazione delle deroghe alla regola della competenza generale (domicilio del convenuto) enunciata da tale disposizione.

L'amministratore di condominio impugnava tale ordinanza, chiedendo chiarimenti sulla natura giuridica delle obbligazioni discendenti da una decisione di un organo collettivo privo di personalità giuridica, quale è un'assemblea dei condomini di un immobile costituito da appartamenti.

Il giudice di rinvio, adito in appello, sospendeva il procedimento e rimetteva le questioni alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

La questione

Le questioni rimesse alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella presente fattispecie erano quattro:

1) accertare se le delibere di un soggetto di diritto privo di personalità, che sorgono ex lege in forza della particolare titolarità di un diritto, adottate a maggioranza dei loro partecipanti ma vincolanti per tutti, anche per coloro che non le hanno votate, costituiscano il fondamento di una “obbligazione contrattuale” al fine della determinazione della competenza giurisdizionale ai sensi dell'art. 7, punto 1, lett. a), Reg. UE n. 1215/2012;

2) nel caso che alla prima questione fosse stata data risposta negativa, precisare se alle suddette delibere assembleari siano applicabili le disposizioni sulla determinazione della legge applicabile nel caso di rapporti contrattuali di cui al regolamento n. 593/2008;

3) in caso di ulteriore risposta negativa alla prima e alla seconda questione, stabilire se alle suddette delibere siano applicabili le disposizioni del regolamento n. 864/2007, e quali fondamenti extracontrattuali della pretesa, fra quelli citati nel regolamento, rilevino;

4) in caso di risposta affermativa alla prima o alla seconda questione, specificare se le delibere di collettività prive di personalità in materia di spese per la manutenzione di un edificio debbano essere considerate come un “contratto di prestazioni di servizi” nell'accezione dell'art. 4, paragrafo 1, lett.b), Reg. CE n. 593/2008 o come un contratto “avente ad oggetto un diritto reale” o “la locazione” nell'accezione dell'art. 4, paragrafo 1, lett. c), del medesimo regolamento.

Le soluzioni giuridiche

La Corte di Giustizia UE, nel rispondere alla prima questione posta, preliminarmente precisa, richiamando propri precedenti, che la competenza prevista all'art. 4, Reg. UE n. 1215/2012, vale a dire quella delle autorità giurisdizionali dello Stato membro nel cui territorio il convenuto ha il suo domicilio, costituisce la regola generale e che le deroghe a tale regola devono ritenersi circoscritte ai casi tassativamente elencati nei quali il convenuto può o deve, a seconda delle circostanze, essere convenuto dinnanzi a un giudice di un altro Stato membro, con conseguente divieto di una interpretazione della disposizione che vada oltre le ipotesi espressamente prese in considerazione dal regolamento stesso.

Tra i casi che derogano alla regola generale e, dunque, dettano una ipotesi di competenza speciale rientra quello previsto all'art. 7, punto 1, lett. a), Reg. UE n. 1215/2012, secondo cui in materia contrattuale, una persona domiciliata in uno Stato membro può essere convenuta davanti all'autorità giurisdizionale del luogo di esecuzione dell'obbligazione dedotta in giudizio.

Nella specie, si trattava di accertare se l'obbligazione nascente da una delibera condominiale potesse rientrare in tale caso in modo da radicare la competenza in capo al giudice del luogo di esecuzione dell'obbligazione dedotta in giudizio.

La Corte nel rispondere in senso affermativo alla questione se, da un lato, evidenzia che, per costante giurisprudenza comunitaria, la stipula di un contratto non costituisce una condizione di applicazione dell'art. 7, punto 1, lettera a), Reg. UE n. 1215/2012, dall'altro ha cura di specificare che è indispensabile, ai fini della sua applicazione, che vi sia un'obbligazione giuridica che sia stata liberamente assunta da un soggetto nei confronti di un altro.

L'obbligazione a carico dei condomini nei confronti del condominio - secondo la Corte - deve essere considerata un'obbligazione giuridica assunta volontariamente in considerazione della circostanza che, sebbene la partecipazione al condominio sia prescritta per legge, i dettagli dell'amministrazione delle parti comuni dell'immobile interessato vengono eventualmente disciplinati per contratto e l'adesione al condominio avviene attraverso l'acquisto volontario congiunto di un appartamento e di quote di comproprietà relative a tali parti comuni.

Ai fini dell'applicazione dell'art. 7, punto 1, lett. a), Reg. UE n. 1215/2012, non ha alcuna rilevanza - precisa la Corte - che detta obbligazione discenda esclusivamente da tale atto d'acquisto o derivi ad un tempo da quest'ultimo e da una decisione adottata dall'assemblea dei condomini, né che i condomini non abbiano partecipato all'adozione di tale decisione o si siano opposti atteso che nel momento in cui una persona aderisce ad un Condominio accetta di vincolarsi all'insieme delle disposizioni dell'atto che disciplina il condominio in questione nonché alle decisioni assunte dall'assemblea dei condomini di tale immobile.

La seconda e la terza questione non sono state esaminate, in quanto si riferivano unicamente all'ipotesi in cui venisse data risposta negativa alla prima questione.

Con riguardo, invece, alla quarta questione si trattava di stabilire se la controversia da cui scaturiva l'obbligo di pagamento dei contributi condominiali potesse essere ricondotta nell'ambito di un contratto di prestazione di servizi, nell'accezione dell'art. 4, par. 1, lett.b), Reg. CE n. 593/2008, o di un contratto avente ad oggetto un diritto reale immobiliare, nell'accezione dell'art. 4, paragrafo 1, lett. c), del predetto regolamento: nel primo caso la controversia sarebbe stata regolata dalla legge del paese in cui risiede abitualmente il prestatore dei servizi, nel secondo caso dalla legge dello Stato membro in cui l'immobile è situato.

La Corte, nell'escludere l'applicazione dell'art. 4, par. 1, lett.c), Reg. CE n. 593/2008 precisa, richiamando propri precedenti conformi, che la competenza esclusiva delle autorità giurisdizionali dello Stato membro in cui l'immobile è situato in materia di diritti reali immobiliari e di contratti di locazione di immobili, prevista dall'art. 24, punto 1, Reg. UE n. 1215/2012 non riguarda tutte le azioni che si riferiscono ai diritti reali immobiliari, ma solo quelle che sono dirette, da un lato, a determinare l'estensione, la consistenza, la proprietà, il possesso di un bene immobile o l'esistenza di altri diritti reali su tali beni e, dall'altro, ad assicurare ai titolari di questi diritti la protezione delle prerogative derivanti dal loro titolo.

L'azione promossa contro i condomini morosi per il recupero dei contributi condominiali, i cui importi sono stabiliti dall'assemblea condominiale con delibera vincolante per tutti, esula da questa categoria e rientra in quella del contratto di prestazione di servizi: la Corte chiarisce che, sulla base di una giurisprudenza consolidata, tale nozione implica che la parte che li fornisce effettui una determinata attività in cambio di un corrispettivo.

Osservazioni

La decisione che si commenta detta dei punti fermi in ordine alla problematica relativa al giudice competente per le controversie in materia di pagamento delle spese condominiali e ciò per realizzare quell'esigenza di uniformità, all'interno dell'Unione Europea, tra le varie legislazioni degli Stati membri.

Esigenza che, del resto, è esplicitata nel considerando 4 del regolamento n. 1215/2012 secondo cui “alcune divergenze tra le norme nazionali sulla competenza giurisdizionale e sul riconoscimento delle decisioni rendono più difficile il buon funzionamento del mercato interno. È pertanto indispensabile adottare disposizioni che consentano di unificare le norme sui conflitti di competenza in materia civile e commerciale e di garantire che le decisioni emesse in uno Stato membro siano riconosciute ed eseguite in modo rapido e semplice”.

Dall'interpretazione fornita dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea alle disposizioni dei regolamenti n. 1215/2012 e n. 593/2008 si evince che, in caso di obbligazioni condominiali, la decisione presa dall'assemblea dei condomini adottata a maggioranza e vincolante per tutti, rientra nella nozione di “materia contrattuale”, con conseguente applicazione dell'art. 7, punto 1, lett. a), Reg. UE n. 1215/2012, atteso che la disposizione non richiede la stipula di un contratto per la sua applicazione, ma l'esistenza di un'obbligazione in cui una parte assume liberamente un obbligo nei confronti dell'altra.

La Corte, nel richiamare propri precedenti con i quali si era affermato che le obbligazioni che consistono nel versare una somma di denaro e che trovano il loro fondamento nel rapporto esistente tra un'associazione e i suoi membri rientrano nella “materia contrattuale” in quanto “l'adesione ad un'associazione crea tra gli associati stretti legami dello stesso tipo di quelli che si instaurano tra le parti di un contratto”, giunge ad affermare che l'adesione al Condominio “avviene attraverso l'acquisto volontario congiunto di un appartamento e di quote di comproprietà relative a tali parti comuni”; ne deriva che le decisioni adottate dall'assemblea di Condominio devono essere considerate fonte di obbligazioni liberamente assunte che vincolano tutti i condomini, anche gli assenti e i dissenzienti.

Appurato, quindi, che le delibere dell'assemblea condominiale rientrano nella “materia contrattuale”, si esclude che l'obbligazione di pagamento dei contributi condominiali possa essere ricompresa in un contratto avente ad oggetto un diritto reale immobiliare, per ritenersi, invece, inclusa nei contratti aventi ad oggetto una prestazione di servizi, in quanto la nozione di “servizi” implica che “la parte che li fornisce effettui una determinata attività in cambio di un corrispettivo”, con conseguente competenza dell'autorità giurisdizionale del luogo di esecuzione dell'obbligazione dedotta in giudizio, in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al contratto.

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