PatronatiFonte: L. 30 marzo 2001 n. 152
08 Novembre 2019
Inquadramento
Gli istituti di Patronato sono enti di assistenza sociale senza fini di lucro, presenti sul tutto il territorio.
Essi sono organismi attivi in sede di applicazione della legislazione sociale e, in particolare, nel settore delle assicurazioni sociali. Sono costituiti e gestiti dalle confederazioni o dalle associazioni nazionali dei lavoratori e svolgono attività per lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e cittadini in generale.
La prima forma di patronato risale al 1917, quando venne disciplinata la tutela dei lavoratori agricoli infortunati. Successivamente, nel 1923, la normativa fu estesa alle prestazioni previdenziali. I soggetti promotori del patronato
I patronati, a seguito della L. 152/2001, godono di personalità giuridica e si occupano di servizi di pubblica utilità.
Le regole per la costituzione dei patronati vengono definite nella stessa legge sopra citata, attuativa degli artt. 2, 3, 18, 31, 32, 35 Cost.
Le funzioni e le attività dei patronati vengono delineate nell'art. 7 L. 152/2001.
I patronati devono essere costituiti da dalle confederazioni o dalle associazioni nazionali dei lavoratori che, stando alla L. 152/2001 presentano quattro requisiti:
I requisiti citati sono stati modificati dall'art. 1, c. 10, L. 228/2012, come riportato nella tabella sottostante:
Le modifiche riportate nella tabella sono state rese attive dalla Circ. Min. Lav. 5 giugno 2015 n. 18, con decorrenza dal 1° gennaio 2015. La costituzione del patronato
Le indicazioni per la costituzione di un patronato si rinvengono nella L. 152/2001 e sono avallate dalla sentenza della C. Cost. 7 febbraio 2000 n. 42.
L'iter prevede:
Gli istituti di patronato e di assistenza sociale che abbiano ottenuto il riconoscimento definitivo, hanno l'obbligo di iscrizione nel registro delle persone giuridiche, presso la prefettura del luogo ove hanno la sede legale e svolgono la loro attività.
Non possono presentare domanda di riconoscimento le confederazioni e le associazioni che nel quinquennio precedente abbiano costituito un altro istituto di patronato e di assistenza sociale, il quale non abbia ottenuto il riconoscimento definitivo o sia stato sottoposto a procedure di commissariamento e scioglimento.
Lo scopo principale dei patronati è quello di svolgere servizi di utilità pubblica; le principali attività svolte dai patronati si possono raggruppare in:
Tutte le attività sono destinate all'ottenimento di prestazioni, suddividibili in:
I servizi offerti dagli istituti di patronato sono attinenti a:
L'INPS consente l'accesso ai profili dei patronati ai seguenti servizi:
Come definito dall'art. 13 L. 152/2001, le attività vengono erogate gratuitamente, salvo quelle di assistenza in ambito processuale che vengono comunque erogate ad un prezzo ridotto rispetto alle tariffe professionali, dal momento in cui i patronati perseguono finalità etico-sociali. Atto costitutivo e statuto
Come riportato dall'art. 4 L. 152/2001, lo statuto degli istituti di patronato e di assistenza sociale deve obbligatoriamente contenere:
Nel caso in cui si debbano effettuare delle modifiche all'atto costitutivo o allo statuto, si necessita di una notifica e di un'approvazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. In mancanza di osservazioni da parte del Ministero entro 60 giorni, le modifiche sono da ritenere approvate. Le convenzioni
L'art. 5 L.152/2001 si occupa delle convenzioni che le confederazioni e le associazioni di lavoratori che non hanno promosso un istituto di patronato e di assistenza sociale possono sottoscrivere. Difatti, esse possono avvalersi dei servizi di un istituto di patronato già costituito, a seguito della stipula di una convenzione.
Per quel che riguarda il contenuto, la legge non pone limiti e sembra lasciare ampia libertà alle parti stipulanti, salvo logicamente il rispetto della legge, in particolare per quel che riguarda l'erogazione dei servizi istituzionali e la loro gratuità in favore dei singoli assistiti.
La convenzione deve esser notificata al Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali, che ha 30 giorni di tempo per formulare eventuali osservazioni. Nel caso in cui non si esprima, la convenzione è approvata.
Gli operatori
L'art. 6 L. 152/2001 si occupa degli operatori, vale a dire i lavoratori subordinati di cui il patronato può avvalersi per svolgere le proprie attività.
L'art. 6 c. 2 L. 152/2001 concede la possibilità di stipulare delle collaborazioni occasionali, volontarie e gratuite. Resta fermo il diritto dei collaboratori al rimborso delle spese autorizzate secondo accordo, effettivamente sostenute e debitamente documentate, per l'esecuzione dei compiti affidati. Esse sono previste solo per lo svolgimento dei compiti di informazione, di istruzione delle pratiche, nonché di raccolta e consegna delle pratiche agli assistiti e agli operatori o, su indicazione di questi ultimi, ai soggetti erogatori delle prestazioni. Ai collaboratori non possono esser attribuiti poteri di rappresentanza degli assistiti.
Per lo svolgimento di attività di consulenza e assistenza in sede giudiziaria, possono essere stipulate delle collaborazioni coordinate e continuative, ma solo per un periodo limitato di tempo. La vigilanza
L'art. 15 L. 152/2001 si occupa della vigilanza sull'attività dei patronati: essa è affidata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il controllo avviene per poter stabilire il finanziamento spettante ai patronati; essi sono, infatti, finanziati da un fondo economico predisposto dagli enti previdenziali INPS, INAIL, IPSEMA e INPDAP.
Il fondo è costituito da una percentuale dei contributi versati dai lavoratori dipendenti in ogni anno di lavoro.
Il finanziamento viene erogato in misura proporzionale all'attività svolta ed è accordato con un sistema a punteggio, che riconosce i punti solo per alcune tipologie di pratiche a condizione che la pratica stessa abbia avuto esito positivo.
Per questo motivo, il Ministero del Lavoro verifica la quantità e la qualità dell'attività svolta e la rispondenza degli uffici ai parametri stabiliti dalla legge.
Le misure di vigilanza sugli istituti di patronato sono svolte, con cadenza annuale:
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali emana direttive e criteri cui dovranno attenersi i servizi ispettivi del lavoro nell'effettuazione delle verifiche presso le sedi dei patronati. Il Ministero dispone ispezioni straordinarie sul territorio nazionale e all'estero ogni qualvolta ne ravvisi la necessità. Nell'ipotesi in cui, a seguito di un'ispezione presso una sede di un istituto di patronato operante in uno Stato estero, vengano accertate irregolarità nella rilevazione degli interventi, la riduzione del punteggio relativo all'attività della sede stessa è estesa, in misura proporzionale sullo stesso gruppo di attività per le quali è stata rilevata l'irregolarità, a tutte le sedi del medesimo istituto di patronato operanti in detto Stato. Nelle confederazioni di Stati, tale riduzione si estende alle sedi operanti in tutti gli Stati della confederazione.
L'ispezione può riguardare gli ultimi cinque anni di attività.
Copia del verbale degli esiti degli accertamenti ispettivi deve essere rilasciata alla sede dell'istituto di patronato, unitamente alle tabelle di cui all'art. 11, lett. b), e deve contenere:
- il punteggio di attività riconosciuto; - il giudizio sulla sussistenza dei requisiti per il riconoscimento del punteggio organizzativo previsto dall'art. 8, nonché il numero dei punti organizzativi attribuiti; - le eventuali controdeduzioni relative a motivi di disaccordo sui risultati della visita ispettiva, sottoscritte dal responsabile della sede dell'istituto di patronato.
Da parte delle sedi centrali degli istituti di patronato possono essere inoltrate, entro 30 giorni dalla data di rilascio di copia del verbale di ispezione di cui al presente art. 10, mediante raccomandata, istanze di rettifica delle rilevazioni effettuate, sulla scorta del c. 3, lett. c), al competente ufficio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Lo stesso decide entro 120 giorni dalla data di ricezione dell'istanza, decorsi i quali, in caso di mancata decisione, l'istanza si intende accolta. I patronati attivi
Attualmente sono costituiti 22 patronati, 17 tra essi aderiscono ai raggruppamenti:
- ACLI - PATRONATO ACLI PER I SERVIZI SOCIALI DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI - INCA - ISTITUTO NAZIONALE CONFEDERALE DI ASSISTENZA - INAS - ISTITUTO NAZIONALE ASSISTENZA SOCIALE - ITAL - ISTITUTO DI TUTELA E ASSISTENZA LAVORATORI
- ENAPA - ENTE NAZIONALE ASSISTENZA PATROCINIO AGRICOLTORI - 50&PIÚ ENASCO - ENTE NAZIONALE DI ASSISTENZA SOCIALE PER GLI ESERCENTI ATTIVITÀ COMMERCIALI - EPACA - ENTE DI PATROCINIO E ASSISTENZA PER I CITTADINI E L'AGRICOLTURA - EPASA - ITACO CITTADINI E IMPRESE ENTE DI PATRONATO - INAC - ISTITUTO NAZIONALE ASSISTENZA CITTADINI - INAPA - ISTITUTO NAZIONALE DI ASSISTENZA E DI PATRONATO PER L'ARTIGIANATO
- ENCAL- INPAL - ENTE NAZIONALE CONFEDERALE ASSISTENZA LAVORATORI - ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSISTENZA AI LAVORATORI - EPAS - ENTE DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE - SIAS - SERVIZIO ITALIANO DI ASSISTENZA SOCIALE
- PATRONATO A.C.A.I. - E.N.A.S. - ASSOCIAZIONE CRISTIANA ARTIGIANI ITALIANI - ENTE NAZIONALE DI ASSISTENZA SOCIALE - ENAC - ENTE NAZIONALE DI ASSISTENZA AL CITTADINO - LABOR - SBR - SOZIALER BERATUNGSRING
- INAPI - ISTITUTO NAZIONALE ASSISTENZA PICCOLI IMPRENDITORI - INPAS - ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA E DI ASSISTENZA SOCIALE - Se.N.A.S. - SERVIZIO NAZIONALE PER L'ASSISTENZA SOCIALE - Patronato ANMIL - ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRA LAVORATORI MUTILATI E INVALIDI DEL LAVORO - E.N.A.S.C. - ENTE NAZIONALE DI ASSISTENZA SOCIALE AI CITTADINI Riferimenti
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Giurisprudenza
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