Acquisto della qualità di erede per il minore: sufficiente la dichiarazione di accettazione con beneficio o è necessaria anche la redazione dell'inventario?

21 Novembre 2019

L'art. 489 c. c. non attribuisce al minore, il cui legale rappresentante non abbia rinunciato a suo nome all'eredità, il diritto di rinunciarvi al compimento della maggiore età, ma soltanto la facoltà di redigere l'inventario nel termine di un anno dal compimento della maggiore età, in guisa da garantire la sua responsabilità intra vires hereditatis.
Massima

L'art. 489 c. c. non attribuisce al minore, il cui legale rappresentante non abbia rinunciato a suo nome all'eredità, il diritto di rinunciarvi al compimento della maggiore età, ma soltanto la facoltà di redigere l'inventario nel termine di un anno dal compimento della maggiore età, in guisa da garantire la sua responsabilità intra vires hereditatis.

Il caso

A seguito del decesso di Tizio e dell'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario da parte della figlia minore Tizietta (non ancora seguita dalla redazione dell'inventario), il Tribunale di Bologna condannava con altri anche la stessa Tizietta – sul presupposto che fosse erede – a rilasciare un immobile occupato senza titolo e a suo tempo condotto in locazione da Tizio, deceduto senza che si fosse verificata successione nel contratto, nonché al pagamento di canoni di locazione, indennità di occupazione e spese processuali.

Tizietta, nel frattempo diventata maggiorenne, e la madre Tizia proponevano appello argomentando che, alla luce del disposto dell'articolo 489 c.c., non fosse legittima la condanna dell'accettante col beneficio d'inventario, la quale al momento dell'emissione della sentenza di primo grado era mera chiamata all'eredità, essendo ancora in corso il termine per l'inventario (un anno dal raggiungimento della maggiore età).

La Corte di Appello di Bologna, nel rigettare l'appello, sottolineava che a seguito dell'accettazione beneficiata Tizietta avrebbe soltanto potuto rispondere dei debiti ereditari intra vires o ultra vires, a seconda dell'avere o non avere adempiuto all'onere di compiere l'inventario nel termine; di tal che era legittimo il coinvolgimento della minore nella condanna, essendo, nella delineata ricostruzione, erede di Tizio.

La Corte di Appello rilevava, conseguentemente, che la rinuncia all'eredità fatta da Tizietta successivamente al raggiungimento della maggiore età fosse tamquam non esset, potendo la stessa soltanto conseguire la limitazione della responsabilità quale erede, redigendo l'inventario nel termine.

Avverso tale sentenza, Tizietta ha proposto ricorso in Cassazione. Con il primo motivo, la ricorrente ha rilevato che, pendente il termine per l'inventario, l'accettante col beneficio avrebbe potuto essere considerata soltanto una mera chiamata all'eredità, quindi non condannabile dal Tribunale, acquistandosi la qualità di erede solo al perfezionamento della fattispecie a formazione progressiva destinata a completarsi con la redazione dell'inventario. Con il secondo motivo, conseguentemente, Tizietta sottolineava l'efficacia della rinuncia all'eredità operata successivamente, trovandosi in tal momento ancora nella condizione di mera chiamata, in assenza del compimento dell'inventario.

Con l'ordinanza in oggetto, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso sostenendo che «(…) qualora il genitore esercente la relativa responsabilità o il legale rappresentante del minore chiamato all'eredità faccia l'accettazione prescritta dall'art. 471 c.c., da cui deriva l'acquisto da parte del minore della qualità di erede, ma non compia l'inventario – necessario per poter usufruire della limitazione della responsabilità – questo potrà essere redatto dal minore entro un anno dal raggiungimento della maggiore età; se anche in tale termine non si provveda, l'accettante è considerato erede puro e semplice».

La questione

La questione in esame è la seguente: qualora il genitore esercente la relativa responsabilità o il legale rappresentante del minore chiamato all'eredità faccia l'accettazione prescritta dall'art. 471 c.c. ma non compia l'inventario, il minore acquista la qualità di erede potendo eventualmente conseguire la limitazione della responsabilità redigendo l'inventario entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, oppure in assenza del compimento dell'inventario resta mero chiamato, residuando in suo favore anche la facoltà di rinunziare all'eredità?

Le soluzioni giuridiche

Nell'ordinamento giuridico il sistema delle tutele predisposte per i minori assume una particolare coloritura in materia successoria, alla luce del combinato disposto degli articoli 320, 471 e 489 c.c.

Infatti, in caso di eredità agli stessi devoluta, i genitori possono accettare o rinunziare ma sempre previa autorizzazione del giudice tutelare e nel caso di accettazione, la stessa può essere effettuata soltanto col beneficio d'inventario, mentre ogni altra forma di accettazione espressa o tacita è nulla e improduttiva di effetti, non conferendo al minore la qualità di erede (cfr. al riguardo anche Cass. civ. 15 settembre 2017 n. 21456). La ragione sottesa a siffatta previsione è quella di evitare la confusione tra il patrimonio dell'erede e quello ereditario, limitando la responsabilità dell'erede nei limiti del valore dell'attivo ereditario.

Laddove il genitore o il legale rappresentante, dopo aver accettato col beneficio d'inventario, non compia l'inventario, è prevista nel sistema un'ulteriore tutela per gli incapaci, stabilendo l'art. 489 c.c. che «i minori, interdetti e inabilitati non si intendono decaduti dal beneficio d'inventario se non al compimento di un anno dalla maggiore età o dal cessare dello stato di interdizione o d'inabilitazione, qualora entro tale termine non si siano conformati alle norme della presente sezione».

Stante il sistema normativo delineato, nella ricostruzione della ricorrente, per l'acquisto della qualità di erede in capo al minore sarebbe necessario il perfezionamento della fattispecie a formazione progressiva costituita dall'accettazione beneficiata seguita dall'inventario nel termine. Conseguentemente, data la ratio protettiva sottesa all'art. 471 c.c., una volta resa la dichiarazione di accettazione col beneficio d'inventario, qualora il minore non compia l'inventario entro l'anno dalla maggiore età, non diverrebbe erede puro e semplice ma resterebbe nella condizione giuridica di mero chiamato all'eredità.

Diversa è la conclusione alla quale perviene la Corte di Cassazione nell'ordinanza in esame, secondo la quale la progressione dei due elementi richiesti dalle norme – ovvero la dichiarazione di accettazione e la redazione dell'inventario – sarebbe funzionale soltanto alla limitazione della responsabilità (intra vires) e non già all'acquisto della qualità di erede, che costituisce una fattispecie normativa che si compie uno actu, con la dichiarazione di accettare (con il beneficio di inventario). Pertanto se il genitore rende la dichiarazione di accettazione col beneficio d'inventario di cui all'art. 471 c.c., ne deriva l'acquisto della qualità di erede in capo al minore, essendo l'inventario necessario unicamente ai fini della limitazione della responsabilità.

Osservazioni

La problematica esaminata dalla Corte di Cassazione concerne la corretta definizione della scansione temporale degli adempimenti, e dei correlati termini, richiesti per l'accettazione dell'eredità in caso di successioni mortis causa nelle quali sono coinvolti soggetti minori.

Al riguardo, giova ricordare che restano fermi i termini di prescrizione e decadenza di cui agli articoli 480 e 481 c.c., in quanto l'art. 489 c.c. si limita a prevedere un'eccezionale ipotesi di “non” decadenza dal beneficio di inventario per l'incapace, ma non esclude che lo stesso possa perdere il diritto di accettare, stante quanto sancito dalle dette norme.

Pertanto, nell'eventualità che all'apertura della successione - alla quale è chiamato il minore - il genitore esercente la responsabilità non provveda ad accettare col beneficio di inventario, il minore resterà nella posizione di chiamato all'eredità: nel rispetto del termine decennale ex art. 480 c.c., il genitore potrà accettare col beneficio d'inventario, ovvero, una volta raggiunta la maggiore età lo stesso minore potrà addivenire alla determinazione di accettare (con o senza beneficio) ovvero rinunciare all'eredità.

Laddove invece il genitore provveda alla dichiarazione di accettare col beneficio, ma non rediga contestualmente l'inventario, ha la possibilità di provvedervi anche successivamente, oltre il termine di cui all'art. 485 c.c. ritenuto in giurisprudenza non applicabile alle eredità devolute ai minori (Cfr. Cass. civ. 16 novembre 2018 n. 29665), purché in costanza della minore età del minore stesso. Diversamente, quest'ultimo sarà considerato erede beneficiario e non decadrà dal beneficio se non decorso un anno dalla maggiore età, sempre che in tale termine non abbia provveduto alla relativa redazione dell'inventario.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.