Il documento congiunto evidenzia come il tema della valutazione e della contabilizzazione delle passività potenziali si presenti ancor oggi non ben definito in relazione alle disposizioni codicistiche in vigore (l'art. 2424-bis, comma 3, c.c., prevede che “Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono destinati soltanto a coprire perdite o debiti di natura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dell'esercizio sono indeterminati o l'ammontare o la data di sopravvenienza”).
Sulla base del riferimento codicistico, il documento in commento cerca di circoscrivere il concetto di passività potenziale, e il conseguente trattamento contabile, considerando quanto attualmente previsto dai principi contabili nazionali elaborati dall'Organismo Italiano di Contabilità (OIC) e quanto previsto dai principi contabili internazionali IAS/IFRS.
In particolare, il principio contabile nazionale OIC 31 al paragrafo 5 recita “I fondi per rischi rappresentano passività di natura determinata ed esistenza probabile, i cui valori sono stimati. Si tratta, quindi, di passività potenziali connesse a situazioni già esistenti alla data di bilancio, ma caratterizzate da uno stato d'incertezza il cui esito dipende dal verificarsi o meno di uno o più eventi in futuro”.
Al paragrafo 10 del medesimo principio contabile si precisa che “Le passività potenziali rappresentano passività connesse a “potenzialità”, cioè a situazioni già esistenti alla data di bilancio, ma con esito pendente in quanto si risolveranno in futuro”.
Il successivo paragrafo 9 fornisce poi la definizione di potenzialità come di seguito indicato: “Per potenzialità si intende una situazione, una condizione o una fattispecie esistente alla data di bilancio, caratterizzate da uno stato d'incertezza, che al verificarsi o meno di uno o più eventi futuri, potranno concretizzarsi in una perdita (passività potenziale), ovvero in un utile (attività potenziale)”.
Gli elementi che accomunano i tre incisi, richiamati dal documento congiunto CNDCEC e FNC, sono pertanto riassumibili come segue:
i. la natura determinata ed “esistenza probabile” della passività relativamente al verificarsi di un evento futuro;
ii. la “potenzialità” che la passività sia connessa a situazioni esistenti alla data di bilancio (intendendosi come tale il momento in cui si sta effettuando la valutazione. Rientrano quindi tutte quelle valutazioni infrannuali a cui si riferisce la determinazione di un reddito di esercizio, piuttosto a cui si riferisce la costruzione di un capitale per l'esercizio futuro dell'impresa);
iii. lo “stato di incertezza” che si verifichi l'evento futuro e che da tale evento possa scaturire una perdita per l'azienda (la valutazione delle potenzialità di rischio e perdita può presentare livelli diversi di incertezza e gradi diversi di difficoltà nella misurazione della stima degli accantonamenti sia ai fondi per rischi sia ai fondi per oneri; cfr. C. SOTTORIVA, La redazione del bilancio di esercizio secondo il D.Lgs. 139/2015 e secondo i principi contabili nazionali, II Edizione, Milano, 2018).
Nell'ambito dei principi contabili internazionali il concetto di passività potenziale viene, invece, correlato alla definizione di obbligazione con una distinzione tra obbligazioni attuali e obbligazioni possibili. In particolare, lo IAS 37 al paragrafo 10 dispone che la passività potenziale è:
a) una possibile obbligazione che deriva da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solo dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri incerti non interamente sotto il controllo dell'entità; o
b) un'obbligazione attuale che deriva da eventi passati ma che non è rilevata perché:
- non è probabile che sarà necessario l'impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all'obbligazione; o
- l'importo dell'obbligazione non può essere determinato con sufficiente attendibilità”.
Le obbligazioni attuali possono essere classificate al loro volta in:
- legali, se derivano da un contratto in forma scritta o verbale o da una specifica norma di legge (il documento in commento riporta alcuni esempi: a) un contratto per la realizzazione di una costruzione di un immobile che prevede il ripristino dell'“area verde” circostante, indicando una spesa di circa il 5% dell'intera opera edilizia. Finita la costruzione, l'obbligazione che proviene da eventi passati, risulta attuale poiché ci si trova in procinto di ripristinare l'“area verde”. Pertanto, la probabilità è sicuramente superiore al 50%, oltre ad essere vincolante e stimabile con attendibilità; b) si pensi, ad esempio, all'adeguamento alle normative di sicurezza; c) un'impresa che smaltisce rifiuti e decide di tutelare l'ambiente anche con opere di pubblica utilità a carattere sociale, mediante finanziamenti a terze entità. Seppur non trattasi di una obbligazione legale o da contratto, l'impegno reso pubblico fa sorgere i presupposti per una obbligazione implicita nei confronti dei terzi venuti a conoscenza);
- implicite, qualora, per quanto non prevista da un contratto o dalla legge, un'impresa si impegni nei confronti dei terzi, assumendosi una responsabilità, inserita all'interno di un modello di prassi o di politiche aziendali, reso pubblico.
L'obbligazione attuale per essere iscritta tra i fondi rischi deve:
- essere riferita ad un evento passato;
- deve essere obbligatoriamente riferita a fatti vincolanti, ossia a situazioni in cui l'impresa non ha alcun'altra valida alternativa per adempiere l'obbligazione. In tal senso, l'obbligazione è quindi certa alla data di bilancio.
Ulteriormente, la probabilità di impiego di risorse finanziarie associabile alla stessa deve essere stimabile con attendibilità.
Un'obbligazione non probabile nell' “an” (sostenimento di un onere probabile) e nel “quantum” (valore dell'adempimento), secondo lo IAS 37, deve essere trattata diversamente rispetto all'obbligazione attuale e, quindi, non deve essere ricompresa tra i fondi per rischi. Si parla, in questa ipotesi, di obbligazione possibile, cioè di passività potenziali, che provengono comunque da eventi passati, ma che presentano incertezze nella stima dell'an e del quantum. Sono considerate passività potenziali anche le obbligazioni che, seppur attuali sono preventivabili nell'an ma non nel quantum, pertanto risulta difficoltoso e aleatorio stabilire, alla data di bilancio, un attendibile valore dell'esborso finanziario futuro. La difficoltà di determinazione dell'an e del quantum anche per l'obbligazione possibile, per quanto non esplicitamente menzionata dallo IAS 37, rappresenta un'obbligazione remota.
Per quanto attiene alle obbligazioni solidali, i principi contabili internazionali impongono che l'impresa co-obbligata debba valutare se l'obbligata principale è o non è in grado di adempiere alla sua obbligazione. Qualora la società obbligata principale non sia in grado di adempiere alla sua obbligazione occorrerà valutare se, per gli oneri correlati all'obbligazione solidale, sussistano i presupposti del danno “probabile” o “possibile”. Nella prima circostanza si procederà con l'accantonamento ad un fondo per rischi (cfr. più ampiamente F. SUPERTI FURGA, Il bilancio di esercizio italiano secondo la normativa europea, V Ed., Giuffrè Editore, Milano, 2017, 274 e ss.); nella seconda ipotesi è sufficiente l'annotazione nelle note al bilancio (nel contesto dei principi contabili internazionali, le note al bilancio hanno l'obiettivo di fornire precisazioni qualitative circa le modalità di redazione dei prospetti numerici e dettagli a corredo degli stessi. La maggior parte del contenuto delle note è rinvenibile negli aspecifici principi contabili internazionali. Cfr. A. GIUSSANI, Introduzione ai principi contabili internazionali, II ed., Giuffrè Editore, Milano, 2017, 23). Se l'obbligazione solidale non è quantificabile con attendibilità, la stessa deve essere considerata remota e, pertanto, non è necessaria nemmeno l'informativa tra le note al bilancio.