Ricorso per difetto di motivazione dell'atto impugnato

Carlo Buonauro

Inquadramento

Gli artt. 3 l. n. 241/1990 e 7 l. n. 212/2000, che espressamente richiama la norma generale per prima citata, disciplinano in termini di principio l'obbligo di motivazione dei provvedimenti amministrativi in generale e di quelli tributari in specie, prescrivendo la necessità che gli stessi indichino le ragioni giuridiche e gli elementi di fatto, scaturenti dall'istruttoria, per cui l'atto è stato emesso. Essa, dunque, con specifico riguardo agli avvisi di accertamento, deve indicare i fatti contestati, le norme violate ed applicabili, nonché l'esposizione delle argomentazioni giuridiche e fattuali che sorreggono la determinazione dell'amministrazione. Se la motivazione fa riferimento ad un altro atto non conosciuto né ricevuto dal contribuente, questo deve essere allegato all'atto che lo richiama, salvo che quest'ultimo non ne riproduca il contenuto essenziale (motivazione per relationem).

Formula

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ....

RICORSO

1

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ....

PROPONE RICORSO

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

– violazione e falsa applicazione della l. n. 241/1990, artt. 3 e 21-septies, nonché della l. n. 212/2000, art. 7 e d.P.R. n. 633/1973, art. 56, comma 5, che disciplinano la motivazione del provvedimento impositivo. L'atto impositivo deve indicare almeno il presupposto della maggiore imposizione e rendere palese la fonte informativa sottostante alla rettifica operata dall'Ufficio affinché non possa essere dichiarata la nullità per carenza di motivazione (conf. Cass. n. 14566/2001, Cass. n. 1209/2000, Cass. n. 7991/1996, Cass. n. 8685/1983 e Cass. n. 3898/1980). La motivazione dell'atto di accertamento non si può limitare, come nella specie, a indicazioni generiche sui valori, ma, a pena di nullità, deve indicare a quale presupposto la modifica debba essere associata, così da delimitare l'ambito delle ragioni deducibili dall'Amministrazione finanziaria nell'eventuale fase contenziosa e facendo sì che il contribuente possa valutare l'opportunità dell'impugnazione. Perciò la motivazione dell'atto richiede – ciò che nella specie difetta – l'indicazione degli estremi del titolo e della pretesa impositiva, unitamente alla specificazione dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche che lo giustificano. Tali elementi conoscitivi devono rispettare i principi della tempestività, determinatezza ed intellegibilità così che il contribuente possa espletare un esercizio non difficoltoso del diritto di difesa: tutto ciò difetta con riguardo all'atto impugnato che si limita ad una generica, tautologica ed inintelligibile pretesa, priva di ogni idoneo supporto giustificativo.

Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corti di giustizia tributaria così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: .....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Firma ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) ....nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo gradocompetente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

L'avviso soddisfa l'obbligo della motivazione quando pone il contribuente nella condizione di conoscere esattamente la pretesa impositiva, individuata nel suo «petitum e nella causa petendi», attraverso una fedele e chiara ricostruzione degli elementi costitutivi dell'obbligazione tributaria, senza che l'atto possa esaurirsi nell'enunciazione di una imposizione fiscale di per sé, il cui fondamento sia soggetto a verifica processuale eventuale ex post, dovendo la motivazione dare conto degli elementi di fatto ed istruttori del procedimento, e del fondamento di legalità, i quali rendono da un lato trasparente il buon andamento (art. 97 Cost.) e, dall'altro, rendendo subito pienamente controllabile l'operato della Pubblica Amministrazione (Cass., sez. trib., n. 30039/2018).

L'obbligo di allegazione all'atto impositivo, o di riproduzione al suo interno, di ogni altro atto dal primo richiamato, previsto dall'art. 7 l. n. 212/2000 (cosiddetto Statuto del contribuente), avendo la funzione di rendere comprensibili le ragioni della decisione, riguarda i soli atti necessari per sostenere quelle ragioni intese in senso ampio e, quindi, non limitate a quelle puramente giuridiche ma comprensive anche dei presupposti di fatto. Ne deriva che sono esclusi dall'obbligo dell'allegazione gli atti irrilevanti a tal fine e gli atti (in specie quelli a contenuto normativo, anche secondario quali le delibere o i regolamenti comunali) giuridicamente noti per effetto ed in conseguenza dell'avvenuto espletamento delle formalità di legge relative alla loro pubblicazione (Cass., sez. trib., n. 26454/2017).

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