Memoria di costituzione a fronte del ricorso contro l'atto impositivo fondato su accertamenti sinteticiInquadramentoPer la rideterminazione del reddito l'Amministrazione Finanziaria può avvalersi di metodi induttivi, mediante elementi e circostanze di fatto certo che consentono di rideterminare sinteticamente il reddito complessivo netto del contribuente. È il caso del cd. metodo sintetico che ridetermina la pretesa erariale partendo dalle spese sostenute dal contribuente nel corso del periodo d'imposta, secondo quanto previsto, con riferimento esclusivo alle persone fisiche, dall'art. 38, comma 4 del d.P.R. n. 600/1973, nel testo attualmente riformulato dall'art. 22 del d.l. n. 78/2010 con riguardo sia all'accertamento sintetico puro che all'accertamento da redditometro. L'accertamento del reddito con metodo sintetico non impedisce al contribuente di dimostrare, attraverso idonea documentazione, che il maggior reddito determinato o determinabile sinteticamente è costituito in tutto o in parte da redditi esenti o da redditi soggetti a ritenute alla fonte a titolo di imposta. A tal fine, si richiede però qualcosa di più della mera prova della disponibilità di ulteriori redditi, dovendosi ancorare a fatti oggettivi, di tipo quantitativo e temporale, la disponibilità dei redditi. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ... Sezione n. ... R.G.R. n. ... MEMORIA DI COSTITUZIONE [1] L'Ente resistente ... (Agenzia Entrate, Agenzia Entrate Riscossione, Regione/Provincia/Comune) in persona di ... nato a ... il ... C.F. ... nella sua qualità di rappresentante legale dell'Ente rappresentato per delega in calce dall'Avv. ... nato a ... il ... con studio in ... alla via ... n. ... , CAP ... ed ivi elettivamente domiciliato, (oppure nel caso in cui la difesa è attribuita al funzionario: rappresentato per delega in calce dal Dott. ... nato a ... il ... – in qualità di ... ) PREMESSO - che in data ... all'Ente è stato notificato da ... il ricorso avverso l'atto ... , avente ad oggetto: ... SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO contro ... elettivamente domiciliato presso lo studio di ... che lo rappresenta e difende PREMESSO CHE - a sostegno del gravame parte ricorrente articola i seguenti profili di illegittimità: 1) nullità/inesistenza dell'atto impugnato per violazione del principio del contraddittorio: secondo la contrastata prospettazione di parte ricorrente, dovendosi attribuirsi agli studi di settore un valore di presunzione semplice, carente dei requisiti di precisione, concordanza e gravità, in assenza di ulteriori elementi assunti dall'ufficio per suffragare la pretesa, l'atto impugnato si appaleserebbe illegittimo perché basato esclusivamente sulle risultanze del richiamato studio di settore, che ha struttura oggettiva e soggettiva categoriale e, quindi, di genere. 2) nullità/inesistenza dell'atto impugnato per difetto di motivazione correlato alla violazione delle garanzie partecipative: sostiene erroneamente parte ricorrente che, nel caso di specie, l'avviso di accertamento fondato sugli studi di settore, pur a fronte dell'instaurato contraddittorio – sarebbe illegittimo perché non contiene una motivazione, fondata su indizi idonei a corroborarne la fondatezza, e un adeguato ragionamento che consenta di spiegare per quali ragioni le elaborazioni statistiche, spesso sconosciute al contribuente, dello studio di settore astrattamente riferibili ad un soggetto corrispondano alla sua effettiva situazione. - con la presente memoria si contesta quanto dedotto dalla parte ricorrente deducendone l'inammissibilità ed improcedibilità e, in ogni caso, l'infondatezza nel merito per i motivi di seguito riportati ESPONE Il ricorso è infondato. Sussistono nel caso in esame i presupposti fattuali e giuridici previsti dalla normativa ex adverso indicati in tema di garanzie partecipativo-procedimentali rispetto ad atti impositivi fondati su studi di settore: si rileva infatti, in termini generali e quanto alla prima delle avversate censure, che, come da consolidato orientamento dei giudici di legittimità (Cass., sez. trib., n. 16036/2015) proprio in tema di accertamento basato su parametri o studi di settore e di presupposti per l'accertamento analitico – induttivo alla luce del Contraddittorio con il contribuente,) in materia di garanzie del contribuente, la violazione del diritto di difesa, ed in particolare del diritto di essere sentiti, determina l'invalidità del provvedimento conclusivo solo se, diversamente dal caso di specie in cui nulla in via costruens ha prospettato parte ricorrente, in mancanza di tale irregolarità il procedimento avrebbe potuto comportare un risultato diverso. In tal senso si orientata anche la giurisprudenza unionale come si desume dalle sentenze della CGUE 3 luglio 2014 in C-129/13 e del 22 ottobre 2013 in C-276/12 con principio applicato in relazione proprio ad un accertamento induttivo, di cui è stata confermata la legittimità, nonostante l'omessa attivazione del contradditorio preventivo, non avendo il ricorrente neppure prospettato un risultato diverso. ... Quanto poi alla concreta motivazione dell'atto impugnato rispetto all'attivato contraddittorio, si osserva che gli studi di settore costituiscono solo uno degli strumenti utilizzabili dall'Amministrazione finanziaria per accertare in via induttiva, pur in presenza di una contabilità formalmente regolare, ma intrinsecamente inattendibile, il reddito reale del contribuente: tale accertamento, infatti, può essere presuntivamente condotto anche sulla base del riscontro di gravi incongruenze tra i ricavi, i compensi ed i corrispettivi dichiarati e quelli fondatamente desumibili dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, a prescindere, quindi, dalle risultanze degli specifici studi di settore e dalla conformità alle stesse dei ricavi aziendali dichiarati. Inoltre, correttamente questo Ufficio ha operato atteso che, considerati i dati desumibili dagli studi di settore, non è tenuto a verificare tutti i dati richiesti potendosi basare, come nel caso di specie anche solo su alcuni elementi ritenuti sintomatici per la ricostruzione del reddito del contribuente. La doglianza pertanto è infondata. ... CONCLUSIONI Voglia la Corte Tributaria così provvedere: - in via preliminare, dichiarare la inammissibilità ed improcedibilità della domanda; - rigettare comunque nel merito la domanda perché infondata in fatto e in diritto; - con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione al procuratore antistatario); Si chiede la trattazione in pubblica udienza (in tal caso l'atto va notificato alla controparte ai sensi dell'art. 33 del d.lgs. n. 546/1992). Si depositano i seguenti atti: ... Luogo e data ... Firma ... CommentoL'accertamento induttivo fondato sul mero divario, a prescindere dalla gravità dello stesso, tra quanto dichiarato dal contribuente e quanto risultante dagli studi di settore è legittimo solo a decorrere dal 1° gennaio 2007, in base all'art. 1, comma 23, della l. n. 296/2006, che non ha portata retroattiva, trattandosi di norma innovativa e non interpretativa, in quanto, con l'aggiunta di un inciso, ha soppresso il riferimento alle "gravi incongruenze", prima operato tramite il rinvio recettizio all' art. 62-sexies, comma 3, del d.l. n. 331/1993 , conv., con modif., nella l. n. 427/1993. In tema di imposte dirette, l'art. 38, comma 4, del d.P.R. n. 600/1973, nel consentire la rettifica con metodo sintetico della dichiarazione del contribuente, quando risulti la non congruità della "determinazione analitica in base ad elementi e circostanze di fatto certi", non esige un preventivo riscontro dell'impossibilità (o difficoltà) di una revisione di tipo analitico delle poste indicate dal dichiarante, essendo sufficiente che l'imponibile, come risultante dai dati enunciati dal contribuente, risulti complessivamente in contrasto con la realtà evidenziata su base presuntiva da detti elementi e circostanze. Ne consegue che, qualora l'ufficio abbia sufficientemente motivato l'accertamento sintetico, specificando gli indici di ricchezza e dimostrando la loro astratta idoneità a rappresentare una capacità contributiva non dichiarata, il provvedimento di rettifica del reddito è legittimo, senza che debba essere preceduto dal riscontro analitico della congruenza e della verosimiglianza dei singoli cespiti di reddito dichiarati dal contribuente (Cass. V, n. 12158/2014). |