Ricorso contro l'avviso di accertamento fondato su indagini bancarie da parte dell'imprenditore

Carlo Buonauro

Inquadramento

La disciplina delle presunzioni legate agli accertamenti bancari è stabilita dall'art. 32 d.P.R. n. 600/1973 (e, per quanto riguarda l'IVA, dall'art. 51 d.P.R. n. 633/1972). In virtù di queste disposizioni non sovrapponibili, i dati e gli elementi attinenti ai rapporti e alle operazioni bancarie sono posti a base delle rettifiche degli accertamenti previsti dagli artt. 38,39,40 e 41 d.P.R. n. 600/1973, salvo che il contribuente non dimostri di averne tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto ad imposta o che, comunque, non abbiano rilevanza per il fine medesimo. Inoltre, alle stesse condizioni, sono posti a base delle rettifiche e degli accertamenti se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempreché non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti o gli importi riscossi nell'ambito dei predetti rapporti od operazioni.

L'art. 7-quater, d.l. n. 193/2016, conv. con modif. in l. n. 225/2016, ha apportato importanti modifiche ed integrazioni all'art. 32, comma 1, n. 2 d.P.R. n. 600/1973, precisando un limite agli importi dei prelevamenti o importi riscossi, posti come ricavi a base delle rettifiche e degli accertamenti. Per le imprese (la presunzione non opera più per i lavoratori autonomi, a prescindere dal relativo importo), la presunzione relativa ai prelevamenti si correla agli importi superiori a 1.000 € giornalieri e 5.000 € mensili mentre è inapplicabile nei riguardi degli esercenti arti e professioni. Per effetto di tale modifica, a partire dalla data di entrata in vigore della l. di conversione n. 225/2016 (31 dicembre 2016), a fondamento delle rettifiche ed accertamenti, potranno essere considerati ricavi i prelevamenti o gli importi riscossi nei limiti di importo sopra riferiti. Inoltre, in linea con la lettera della norma («sono posti a base delle rettifiche e degli accertamenti ..., se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempreché non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti o gli importi riscossi nell'ambito dei predetti rapporti od operazioni per importi superiori a € 1.000 giornalieri e, comunque, a € 5.000 mensili»), l'integrazione in esame interviene solamente sui prelievi non giustificati, e non anche sui versamenti, per i quali rimane in vigore la regola per cui costituiscono presunzione di reddito se non “giustificati”.

Formula

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO  DI ....

RICORSO

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ....

PROPONE RICORSO 1

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

1) nullità/inesistenza dell'atto impugnato per violazione degli artt. 32 comma 1, n. 1 e 7 del d.P.R. n. 600/1973, e 51, comma 2, n. 2 e 7 del d.P.R. n. 633/1972: in tema di accertamento delle imposte sui redditi, qualora l'accertamento effettuato dall'ufficio finanziario si fondi su verifiche di conti correnti bancari, l'onere probatorio dell'Amministrazione non è soddisfatto attraverso i dati e gli elementi risultanti dai conti predetti, laddove, come nel caso di specie, il contribuente abbia dato prova che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili ad operazioni imponibili, avendo fornito, a tal fine, una prova non generica, ma analitica, con indicazione specifica della riferibilità di ogni versamento bancario, in modo da dimostrare come ciascuna delle operazioni effettuate sia estranea a fatti imponibili. Ed, invero, dalla documentazione prodotta all'ufficio ed allegata al presente ricorso, emerge che .....

2) Nullità/inesistenza dell'atto impugnato per difetto di motivazione correlato all'irrituale utilizzo di conti bancari di terzi: in tema di accertamenti bancari ai sensi gli artt. 32 comma 1, n. 1 e 7 del d.P.R. n. 600/1973, e 51, comma 2, n. 2 e 7 del d.P.R. n. 633/1972, la presunzione dell'Ufficio di attrarre ad operazioni imponibili le movimentazioni bancarie è applicabile, in linea di principio, solo con riferimento ai conti intestati o cointestati al contribuente e non a quelli riferibili a terzi, seppur legati al contribuente da vincoli familiari o d'affari. Pertanto, l'Amministrazione finanziaria può utilizzare a carico dell'impresa le risultanze delle indagini bancarie su conti correnti bancari intestati a soggetti terzi dall'imprenditore, anche se legati da vincoli familiari o d'affari, solo se, diversamente dal caso di specie ove manca ogni riferimento in tal senso, prova adeguatamente che l'intestazione a terzi è fittizia o comunque che i movimenti risultanti su tali conti sono sostanzialmente imputabili ad attività non dichiarate del contribuente. La carenza di ogni idonea indicazione in tal senso da parte dell'atto impugnato lo rende illegittimo con conseguente statuizione di suo annullamento: ed, infatti, se è vero che tale limitazione può essere superata, e la presunzione estesa alle movimentazioni rinvenute su rapporti bancari intestati a persone diverse dal contribuente sottoposto a controllo, solo qualora l'Ufficio dimostri in sede giudiziale che l'intestazione a terzi è fittizia o comunque è superata, in relazione alle circostanze del caso concreto, dalla sostanziale imputabilità al contribuente medesimo delle posizioni creditorie e debitorie annotate sui conti, nel caso di specie deve ritenersi errato l'operato dell'Ufficio non rinvenendosi nella motivazione alcun passaggio relativo all'imputabilità al contribuente dei conti intestati ad un soggetto terzo di cui aveva la disponibilità per essere procuratore o legale rappresentante del terzo titolare.

Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte Tributaria così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: .....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Firma Difensore ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustiziaTributaria di Primo Grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

In ordine alla natura della presunzione bancaria, si ritiene che la fonte legale della presunzione renda utilizzabili, da parte dell'Amministrazione finanziaria, i dati e gli elementi risultanti dai conti, ferma restando la possibilità per il contribuente di fornire la prova contraria (presunzione relativa) dimostrando di avere tenuto conto nella determinazione della base imponibile. In particolare, per superare le presunzioni che caratterizzano gli accertamenti bancari, occorre che la prova sia specifica rispetto alle movimentazioni risultanti dal conto corrente, non essendo sufficiente una giustificazione generica legata al tipo di attività del contribuente. Per la determinazione del reddito d'impresa devono considerarsi ricavi sia i prelevamenti che i versamenti sui conti correnti, salvo che i versamenti siano registrati in contabilità e che i prelevamenti, anziché costituire acquisizione di utili, siano serviti per pagare determinati beneficiari.

In detta materia, è stabilita una presunzione legale per cui opera l'inversione dell'onere della prova, secondo cui alla presunzione (legale relativa) va contrapposta una prova e non un'altra presunzione (semplice) ovvero una mera affermazione di carattere generale.

In tema di accertamenti bancari ai sensi gli artt. 32 comma 1, n. 1 e 7 d.P.R. n. 600/1973, e 51, comma 2, n. 2 e 7 d.P.R. n. 633/1972, la presunzione dell'Ufficio di attrarre ad operazioni imponibili le movimentazioni bancarie è applicabile, in linea di principio, solo con riferimento ai conti intestati o cointestati al contribuente e non a quelli riferibili a terzi, seppur legati al contribuente da vincoli familiari o d'affari (Cass. n. 2386/2019).

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