Ricorso contro l'avviso di accertamento fondato su indagini bancarie da parte del libero professionista

Carlo Buonauro

Inquadramento

La norma di riferimento (art. 32 comma 1 d.P.R. n. 600/1973 come modificato dall'art. 1 comma 402 l. n. 311/2004), dopo aver previsto che i dati relativi alle movimentazioni sui conti correnti sono posti a base delle rettifiche e degli accertamenti previsti dagli artt. 38,39,40 e 41 dello stesso d.P.R. n. 600/1973, se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto per la determinazione del reddito soggetto a imposta e che non hanno rilevanza allo stesso fine, precisava che alle stesse condizioni sono altresì posti come ricavi o compensi a base delle stesse rettifiche ed accertamenti, se il contribuente non ne indica il soggetto beneficiario e sempre che non risultino dalle scritture contabili, i prelevamenti o gli importi riscossi nell'ambito dei predetti rapporti od operazioni.

La Corte cost., con sentenza n. 228/2014, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di tale norma, in relazione ai titolari di reddito di lavoro autonomo prevedendo che la presunzione legale con riferimento ai compensi percepiti dai lavoro autonomi fosse “lesiva del principio di ragionevolezza nonché della capacità contributiva, essendo arbitrario ipotizzare che i prelievi ingiustificati da conti correnti bancari effettuati da lavoratore autonomo siano destinati ad un investimento nell'ambito della propria attività professionale e che questo a sua volta sia produttivo di reddito”.

A seguito di tale statuizione l'art. 7-quater d.l. n. 193/2016, conv. con modif. in l. n. 225/2016 ha eliminato le parole «o compensi», in tal modo escludendo dall'art. 32, comma 1, n. 2) d.P.R. n. 600/1973 l'operatività della presunzione legale di evasione relativa ai compensi dei professionisti in riferimento ai prelevamenti.

Formula

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO  DI ....

RICORSO

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ....

PROPONE RICORSO 1

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

1) Violazione e falsa applicazione in riferimento all'art. 32 d.P.R. n. 600/1973: in materia di indagini bancarie e, in particolare, in riferimento all'art. 32 d.P.R. n. 600/1973, si ritiene sia definitivamente venuta meno la presunzione legale di imputazione sia dei prelevamenti sia dei versamenti operati sui conti correnti bancari ai ricavi conseguiti nella propria attività dal lavoratore autonomo o anche dal professionista intellettuale. Pertanto, si sposta in capo all'Amministrazione finanziaria – ciò che non si è minimamente verificato nel caso di specie attesa la genericità dei rilevi tautologicamente ed assertivamente effettuati dall'Ufficio nell'atto impugnato – l'onere di provare che i prelevamenti ingiustificati dal conto corrente bancario, e non annotati nelle scritture contabili, siano stati utilizzati dal libero professionista per acquisti inerenti alla produzione del reddito, conseguendone dei ricavi, e che i versamenti corrispondano, invece, ad importi riscossi nell'ambito dell'attività professionale.

2) Violazione e falsa applicazione in riferimento all'art. 32 d.P.R. n. 600/1973 sotto altro profilo: gli accertamenti fiscali nei confronti dei lavoratori autonomi fondati sull'art. 32, comma 1, numero n. 2, d.P.R. n. 600/1973, dichiarato costituzionalmente illegittimo (Corte Cost. n. 228/2014), anche se riguardanti anni di imposta precedenti alla pronuncia, purché non ancora definitivi, devono essere rivisti; se, dunque, la Suprema Corte di recente (Cass. V, ord. n. 20841/2020 ) ha enunciato tale principio e ribadito la retroattività della sentenza della Consulta che era intervenuta per dichiarare l'illegittimità della citata norma come modificata dall'art. 1 comma 402, lett. a), n. 1 l. n. 311/2004, tanto più e con riferimento al caso di specie, alla luce di tale decisione sono dunque escluse dal maggior reddito oggetto di accertamento le movimentazioni bancarie di mero prelievo effettuate dai conti correnti nella disponibilità del contribuente lavoratore autonomo.

Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte Tributaria così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: .....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Firma Difensore ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustiziaTributaria di Primo Grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

Sul fronte degli importi addebitati sui conti dei professionisti, non opera alcuna presunzione legale di maggiori compensi professionali, ancorché per gli stessi non venga fornita giustificazione oppure indicato il beneficiario, atteso che l'art. 7-quater d.l. n. 193/2016, convertito con modificazioni nella l. n. 225/2016 ha eliminate le parole «o compensi», in tal modo escludendo dall'art. 32, comma 1, n. 2) del d.P.R. n. 600/1973 l'operatività della presunzione legale di evasione relativa ai compensi dei professionisti in riferimento ai prelevamenti.

In materia di indagini bancarie e, in particolare, in riferimento all'art. 32 d.P.R. n. 600/1973, si ritiene sia definitivamente venuta meno la presunzione legale di imputazione sia dei prelevamenti sia dei versamenti operati sui conti correnti bancari ai ricavi conseguiti nella propria attività dal lavoratore autonomo o anche dal professionista intellettuale. Pertanto, si sposta in capo all'Amministrazione finanziaria l'onere di provare che i prelevamenti ingiustificati dal conto corrente bancario e non annotati nelle scritture contabili, siano stati utilizzati dal libero professionista per acquisti inerenti alla produzione del reddito, conseguendone dei ricavi, e che i versamenti corrispondano, invece, ad importi riscossi nell'ambito dell'attività professionale (C.t.r., Roma, sez. V, 27 marzo 2018, n. 1939).

L' art. 32, comma 1, n. 2 e 7 d.P.R. n. 600/1973, pone a carico del contribuente l'onere di fornire la prova dell'estraneità, delle movimentazioni finanziarie, ad operazioni imponibili.

Ne consegue che qualora lo stesso dimostri che i versamenti sul conto corrente contestati dall'ufficio sono ascrivibili a incassi per contanti relativi a gruppi di fatture di vendita o di scontrini emessi di modico importo, l'avviso di accertamento è illegittimo.

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