Istanza di rimborso IVA

Maria Cristina Rizzi
aggiornato da Stanislao De Matteis
Filippo D'Aquino

Inquadramento

La disciplina sui rimborsi IVA è disciplinata dagli artt. 30 e 38-bis d.P.R. n. 633/1972 e successive modifiche (art. 13 d.lgs. n. 175/2014, cd. decreto semplificazioni; art. 7-quater, comma 32 d.l. n. 193/2016).

Occorre distinguere i rimborsi fino a 30.000,00 da quelli oltre tale importo (che richiedono visto di conformità e, in talune ipotesi, garanzie specifiche).

La domanda per il rimborso IVA 2019 può essere inoltrata tramite dichiarazione IVA 2019, compilando gli appositi quadri VX e VR, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità annuale; tramite modello IVA TR 2019, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità trimestrale.

Con provv. dell'Agenzia delle Entrate n. 64421/2019, è stato approvato il nuovo modello IVA TR per la richiesta di rimborso o per l'utilizzo in compensazione del credito iva trimestrale, le relative istruzioni e le specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati.

Formula

All'Agenzia delle Entrate

Oggetto: RICHIESTA DI RIMBORSO O UTILIZZO IN COMPENSAZIONE DEL CREDITO IVA TRIMESTRALE (MODELLO IVA TR) [1]

Agenzia delle Entrate competente: ....

Periodo di riferimento  [2]

Anno ....

Trimestre ....

Casi particolari di compilazione  [3]

Regimi particolari ....

Contabilità separata ....

Richiesta presentata da ente o società controllante per l'IVA di GRUPPO ....

Correttiva nei termini ....

Modifica istanza precedente ....

Dati del contribuente

Partita IVA ....  [4]

Codice attività ....  [5]

Natura Giuridica ....  [6]

Cognome o denominazione o ragione sociale ....  [7]

Nome ....

Sesso M o F;

Data di Nascita ....;

Comune o Stato estero di nascita ....;

Provincia (sigla) ....;

Indirizzo di posta elettronica ....  [8] ;

Tel. Cell. ....;

fax ....;

Paragrafo riservato a dichiarante diverso dal contribuente  [9] (rappresentante, erede, curatore, altro)

Codice fiscale del sottoscrittore ....;

codice carica ....;

C.F. società dichiarante ....;

cognome .... nome .... sesso .... data di nascita .... comune o stato estero di nascita .... provincia (sigla).

Sottoscrizione  [10]

Numero moduli allegati (riservato a ente o società controllante) ....;

Firma .....

Impegno alla presentazione telematica  [11]

Codice fiscale dell'incaricato ....;

soggetto che ha predisposto l'istanza ....;

data dell'impegno ....;

firma dell'incaricato ....;

Seguono i quadri TA (operazioni attive)  [12] TB (operazioni passive)  [13] TC (determinazione del credito)  [14] da compilare secondo le istruzioni

Quadro TD  [15]

Sezione 1

Sussistenza dei presupposti rimborso/compensazione  [16]

Sezione 2

Rimborso e/o compensazione  [17]

Importo a rimborso ....

Importo a compensazione ....

Attestazione condizioni patrimoniali e versamento dei contributi  [18]

Visto di conformità  [19]

Sottoscrizione organi di controllo  [20]

Sezione 3

Ente o società partecipante alla liquidazione dell'IVA di gruppo  [21]

Partita iva ....;

Rimborso ....;

Quadro TE

Sezione 1

Società partecipanti alla liquidazione dell'IVA di gruppo  [22]

Sezione 2

Determinazione del credito  [23]

Sezione 3

Rimborso e/o compensazione  [24]

Il modello è stato approvato con provv. Agenzia delle Entrate n. 64421/2019, ed è reperibile, unitamente alle istruzioni ed alle specifiche tecniche, sul sito istituzionale dell'agenzia delle entrate: www.agenziaentrate.gov.it

Il modello deve essere presentato entro l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento esclusivamente in via telematica, direttamente dal contribuente o tramite intermediari abilitati di cui all'art. 3, commi 2-bis e 3 del d.P.R. n. 322/1998.

Per la stampa del modello devono comunque essere rispettate le caratteristiche tecniche previste nell'allegato A del provv. di approvazione.

La presente formula ricalca il modello approvato.

Il modello deve essere utilizzato dai contribuenti che hanno realizzato nel trimestre un'eccedenza di imposta detraibile di importo superiore a 2.582,28 € e che intendono chiedere in tutto o in parte il rimborso di tale eccedenza ovvero intendono utilizzarla in compensazione anche con altri tributi, contributi e premi, ai sensi dell'art. 17 del d.lgs. n. 241/1997. Ai sensi dell'art. 38-bis, comma 2, il credito IVA infrannuale può essere richiesto a rimborso unicamente dai contribuenti in possesso dei requisiti previsti dalle lettere a), b) ed e) del secondo comma dell'art. 30, nonché dai soggetti che si trovano nelle condizioni stabilite dalle lett. c) e d) dello stesso articolo, con alcune limitazioni rispetto alle ipotesi di rimborso annuale. In alternativa, come previsto dall'art. 8 del d.P.R. n. 542/1999, lo stesso credito può essere utilizzato in compensazione nel modello F24.

Gli importi devono essere indicati in centesimi di euro arrotondando l'ammontare alla seconda cifra decimale per eccesso se la terza cifra è uguale o superiore a 5, per difetto se la stessa è inferiore a 5.

Indicare l'anno d'imposta e il trimestre (valori da 1 a 3) nel quale è maturata l'eccedenza detraibile che si intende chiedere a rimborso e/o utilizzare in compensazione.

Casi particolari di compilazione

I contribuenti che si trovano in una delle situazioni sottoelencate (tranne l'ipotesi del Gruppo IVA) sono tenuti a barrare la casella o le caselle corrispondenti.

Regimi particolari

Soggetti che hanno adottato, per obbligo di legge o per opzione, particolari criteri di determinazione dell'imposta dovuta ovvero detraibile.

In quest'ultimo caso, il rigo TB32 (imposta ammessa in detrazione) deve essere compilato tenendo conto degli specifici criteri previsti dal regime di appartenenza.

Contribuenti con contabilità separate

Soggetti che esercitano più attività gestite, per obbligo di legge o per opzione, con contabilità separata ai sensi dell'art. 36.

In tal caso, i contribuenti presentano, oltre al frontespizio, un solo modulo riepilogativo dei dati relativi a tutte le attività esercitate, indicando il valore 1 nel campo “Mod. n”.

Enti e società controllanti e controllate

Gli enti e le società controllanti che si avvalgono delle disposizioni di cui all'art. 73 possono richiedere il rimborso infrannuale ovvero utilizzare in compensazione l'eccedenza di credito della procedura dell'IVA di gruppo relativa a quelle società facenti parte della stessa in possesso dei requisiti richiesti dall'art. 30, secondo comma, lett. a), b), e) nonché c) e d), queste ultime con le limitazioni previste dall'art. 38-bis, secondo comma.

A tal fine, l'ente o società controllante presenta l'apposito prospetto riepilogativo ad essi riservato allegando, per ciascuna delle società in possesso dei requisiti di cui al citato art. 30, il modulo previsto per la generalità dei contribuenti con l'indicazione degli elementi contabili del trimestre. Per la compilazione del prospetto si rinvia alle istruzioni fornite a pagina 12 del modello pubblicato.

Gruppo IVA

Nel caso in cui l'istanza sia presentata da un Gruppo IVA di cui agli artt. 70-bis e seguenti, il frontespizio deve essere compilato nel seguente modo:

nel riquadro “dati del contribuente” va riportato il numero di Partita IVA del Gruppo, il codice dell'attività svolta in via prevalente dal medesimo, il codice natura giuridica 61 nonché la denominazione del Gruppo;

nel riquadro “dichiarante diverso dal contribuente” vanno riportati i dati della persona fisica che sottoscrive l'istanza, avendo cura di indicare nella casella “Codice carica” il codice corrispondente al rapporto intercorrente tra la persona fisica firmataria e il rappresentante del Gruppo. Se la persona fisica che sottoscrive l'istanza coincide con il rappresentante del Gruppo nella predetta casella va riportato il codice convenzionale 1.

Correttiva nei termini

Riguarda l'ipotesi in cui, prima della scadenza del termine di presentazione, si intenda rettificare o integrare un'istanza già presentata.

In tal caso, deve essere compilato un nuovo modello, completo in tutte le sue parti.

Modifica istanza precedente

La casella deve essere barrata nel caso in cui si intenda modificare, secondo le istruzioni fornite con la risoluzione n. 99/2014, con la circolare n. 35/2015 e con la risoluzione n. 82/2018, un'istanza già tempestivamente presentata. In tal caso, deve essere compilato un nuovo modello, completo in tutte le sue parti.

Contribuenti con contabilità presso terzi

I contribuenti che avendo affidato a terzi la tenuta della contabilità hanno optato per l'effettuazione delle liquidazioni periodiche secondo il regime previsto dall'art. 1, comma 3, del d.P.R. n. 100/1998, come chiarito con la risoluzione n. 6/2011, ai fini della determinazione dell'eccedenza IVA rimborsabile relativa ad un determinato trimestre devono fare riferimento alla differenza tra l'imposta esigibile relativa alle operazioni attive registrate nel trimestre stesso e l'imposta detraibile relativa agli acquisti registrati nel medesimo periodo. Con riferimento alle predette operazioni occorrerà anche verificare la presenza dei presupposti individuati dall'art. 30. Ad esempio, per il primo trimestre dell'an- no d'imposta le operazioni da considerare sono costituite dalle operazioni attive e passive registrate nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.

Deve essere indicato il numero di partita IVA attribuito a ciascun contribuente.

Indicare il codice dell'attività svolta in via prevalente (con riferimento al maggior volume d'affari) desunto dalla tabella di classificazione delle attività economiche, vigente al momento della presentazione del modello, consultabile presso gli uffici dell'Agenzia delle entrate e reperibile sul sito internet dell'Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it e del Ministero dell'Economia e delle Finanze www.finanze.gov.it.

Si rinvia alla tabella generale allegata al modello pubblicato.

Dati identificativi

Il contribuente deve indicare i seguenti dati:

se persona fisica, il cognome, il nome, il sesso, la data di nascita, il comune di nascita e la sigla della provincia. In caso di nascita all'estero, nello spazio riservato all'indicazione del comune va riportato solo lo Stato estero di nascita;

se soggetto diverso dalle persone fisiche, la denominazione o la ragione sociale risultante dall'atto costitutivo. La denominazione deve essere riportata senza abbreviazioni, ad eccezione della natura giuridica che deve essere indicata in forma contratta (esempio: S.a.s. per Società accomandita semplice).

L'indicazione dell'indirizzo di posta elettronica, del numero di telefono o cellulare e del fax è facoltativa. Indicando il numero di telefono o cellulare, fax e l'indirizzo di posta elettronica, si potranno ricevere gratuitamente dall'Agenzia delle Entrate informazioni ed aggiornamenti su scadenze, novità, adempimenti e servizi offerti.

Il presente riquadro deve essere compilato con l'indicazione dei dati relativi al soggetto che sottoscrive il modello nell'ipotesi in cui questo sia diverso dal contribuente istante. Il riquadro deve essere compilato con l'indicazione del C.F. della persona fisica che sottoscrive il modello, del codice di carica corrispondente nonché dei dati anagrafici richiesti. Qualora il modello sia presentato da una società per conto di un altro contribuente, deve esse re compilato anche il campo denominato “Codice fiscale società dichiarante”, indicando, in tal caso, nell'apposito campo, il codice di carica corrispondente al rapporto intercorrente tra la società dichiarante e il contribuente. In tale ipotesi rientrano, ad esempio, la società nominata rappresentante fiscale da un soggetto non residente, ai sensi dell'art. 17, comma 3; la società che presenta il modello in qualità di rappresentante negoziale del contribuente.

Il Codice Carica è desumibile dalla tabella allegata al modello pubblicato.

Il modello deve essere sottoscritto, a pena di nullità, dal contribuente o da chi ne ha la rappresentanza legale o negoziale.

L'ente o società controllante che presenta istanza di rimborso o compensazione dell'eccedenza di credito della procedura di liquidazione dell'IVA di gruppo deve indicare il numero dei moduli allegati, relativi alle società partecipanti alla liquidazione di gruppo in possesso dei requisiti di cui all'art. 30.

Il riquadro deve essere compilato e sottoscritto solo dall'incaricato che trasmette l'istanza. L'incaricato deve riportare:

– il proprio C.F.;

– la data (giorno, mese e anno) di assunzione dell'impegno a trasmettere l'istanza.

Inoltre, nella casella relativa al soggetto che ha predisposto l'istanza, deve essere indicato il codice 1 se la stessa è stata predisposta dal contribuente ovvero il codice 2 se predisposta da chi effettua l'invio.

Nel quadro devono essere indicate le operazioni attive annotate o da annotare nel registro delle fatture emesse (art. 23 d.P.R. n. 633/1972) ovvero in quello dei corrispettivi (art. 24) per il trimestre cui si riferisce il modello.

Si fa presente che, nel particolare caso in cui debbano essere indicate operazioni imponibili con aliquote d'imposta o percentuali di compensazione non più presenti nel modello, gli imponibili relativi a dette operazioni dovranno essere compresi nei righi corrispondenti alle aliquote più prossime a quelle applicate calcolando le corrispondenti imposte, e le relative differenze d'imposta (positive o negative) dovranno essere incluse nel rigo TA23, campo 1, fra le variazioni ed evidenziate separatamente nel campo 2 dello stesso rigo.

Esclusivamente in questa ipotesi, nel calcolo dell'aliquota media per la verifica della sussistenza del presupposto di cui all'art. 30, comma 2, lett. a), occorre tener conto anche delle predette differenze d'imposta esposte nel campo 2 del rigo TA23.

Righi da TA1 a TA13 indicare le operazioni imponibili, suddivise secondo l'aliquota o la percentuale di compensazione applicata, per le quali, nel trimestre cui si riferisce il modello, si è verificata l'esigibilità dell'imposta (comprese quelle ad esigibilità differita annotate in periodi precedenti). Nei righi devono essere comprese le sole variazioni operate ai sensi dell'art. 26, che si riferiscono ad operazioni registrate nel medesimo trimestre di riferimento, escludendo, pertanto, le variazioni annotate nel medesimo trimestre ma relative ad operazioni registrate in periodi precedenti da indicare esclusivamente nel rigo TA23, campo 1. L'imposta va calcolata moltiplicando ciascun imponibile per la corrispondente aliquota o percentuale di compensazione.

Rigo TA20 indicare le seguenti tipologie di operazioni:

– cessioni e prestazioni di servizi per le quali la disciplina IVA prevede l'applicazione del- l'imposta da parte del cessionario attraverso il meccanismo del reversecharge;

– operazioni non soggette all'imposta effettuate in applicazione di determinate norme agevolative nei confronti dei terremotati e soggetti assimilati.

Rigo TA21 indicare il totale dell'imponibile relativo alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate applicando l'art. 17-ter.

Rigo TA22 indicare il totale degli imponibili riportati nella colonna 1 dei righi da TA1 ad TA21 e il totale dell'imposta derivante dalla somma degli importi indicati nella colonna 2 dei righi da TA1 ad TA13.

Rigo TA23 indicare:

– campo 1 le variazioni e gli arrotondamenti di imposta. In particolare, nel rigo deve essere compresa l'imposta relativa alle variazioni operate ai sensi dell'art. 26, registrate nel trimestre cui si riferisce il modello e relative ad operazioni registrate in trimestri precedenti;

– campo 2 le differenze d'imposta (positive o negative), già comprese nel campo 1, derivanti dall'indicazione, nei righi corrispondenti all'aliquota più prossima, delle operazioni imponibili con aliquote d'imposta o percentuali di compensazione non più presenti nel modello. Rigo TA24 indicare il totale dell'IVA sulle operazioni imponibili risultante dalla somma algebrica degli importi dei righi TA22, colonna 2 e TA23 campo 1.

Rigo TA30 indicare le seguenti tipologie di operazioni non imponibili:

– esportazioni, operazioni assimilate e servizi internazionali previsti negli artt. 8, 8-bis e 9 nonché operazioni ad essi equiparate per legge di cui agli artt. 71 (operazioni con lo Stato Città del Vaticano e con la Repubblica di San Marino) e 72 (operazioni nei confronti di determinati organismi internazionali ecc.);

– cessioni di cui agli artt. 41 e 58 del d.l. n. 331/1993;

– le cessioni intracomunitarie di beni estratti da un deposito IVA con spedizione in altro Stato membro della Unione Europea (art. 50-bis, comma 4, lett. f), del d.l. n. 331/1993);

– le cessioni di beni estratti da un deposito IVA con trasporto o spedizione fuori del territorio della Unione Europea (art. 50-bis, comma 4, lett. g), del d.l. n. 331/1993);

– le operazioni effettuate fuori della Unione Europea, dalle agenzie di viaggio e turismo rientranti nel regime speciale previsto dell'art. 74-ter;

– le esportazioni di beni usati e degli altri beni di cui al d.l. n. 41/1995.

– Si precisa che, in detta ipotesi, nel presente rigo deve essere indicato esclusivamente il c.d. “margine”, in quanto ai sensi dell'art. 37, comma 1, del predetto d.l. n. 41/1995, la differenza tra il prezzo dovuto dal cessionario del bene e quello relativo all'acquisto, aumentato delle spese di riparazione e di quelle accessorie, è non imponibile. La restante parte del corrispettivo deve, invece, essere compresa nel rigo TA31

RIGO TA31 indicare l'ammontare delle operazioni diverse da quelle indicate nei righi precedenti (ad esempio, le operazioni esenti, le cessioni effettuate nei confronti di viaggiatori residenti o domiciliati fuori della Comunità europea di cui all'art. 38-quater, la parte che non costituisce margine delle cessioni imponibili e non imponibili di beni usati, le operazioni prive del requisito della territorialità di cui agli artt. da 7 a 7-septies per le quali è stata emessa fattura ai sensi dell'art. 21, comma 6-bis).

Rigo TA32 indicare il totale degli importi esposti nei righi TA22, colonna 1, TA30 e TA31.

Rigo TA33 indicare l'ammontare complessivo delle cessioni imponibili di beni ammortizzabili del trimestre, già compreso nel rigo TA22, tenendo conto delle relative variazioni operate ai sensi dell'art. 26 riferite alle cessioni di beni ammortizzabili registrate nel trimestre di riferimento.

Nel quadro devono essere indicati gli acquisti e le importazioni imponibili annotati nel registro degli acquisti (art. 25) per il trimestre cui si riferisce il modello.

Si fa presente che, nel particolare caso in cui debbano essere indicati acquisti imponibili con aliquote d'imposta o percentuali di compensazione non più presenti nel modello, gli imponibili relativi a dette operazioni dovranno essere compresi nei righi corrispondenti alle aliquote più prossime a quelle applicate calcolando le corrispondenti imposte, e le relative differenze d'imposta (positive o negative) dovranno essere incluse nel rigo TB21, campo 1, fra le variazioni ed evidenziate separatamente nel campo 2 dello stesso rigo. Esclusivamente in questa ipotesi, nel calcolo dell'aliquota media per la verifica della sussistenza del presupposto di cui all'art. 30, secondo comma, lett. a), occorre tener conto anche delle predette differenze d'imposta esposte nel campo 2 del rigo TB21.

Righi da TB1 a TB13 indicare, in corrispondenza delle aliquote o percentuali di compensazione applicate, gli acquisti all'interno, intracomunitari e le importazioni assoggettati ad imposta, per i quali si è verificata l'esigibilità ed è stato esercitato il diritto alla detrazione nel periodo cui si riferisce il modello.

Nei righi devono essere comprese le sole variazioni di cui all'art. 26, che si riferiscono ad acquisti registrati nel medesimo trimestre di riferimento.

L'imposta afferente i predetti acquisti è determinata moltiplicando ciascun imponibile per la corrispondente aliquota o percentuale di compensazione.

Rigo TB20 indicare il totale degli importi evidenziati nei righi da TB1 a TB13.

Rigo TB21 indicare:

– campo 1 le variazioni e gli arrotondamenti di imposta. Nel campo deve essere compresa l'imposta relativa alle variazioni operate ai sensi dell'art. 26, registrate nel trimestre cui si riferisce il modello e riferite ad acquisti registrati in trimestri precedenti;

– campo 2 le differenze d'imposta (positive o negative), già comprese nel campo 1, derivanti dall'indicazione, nei righi corrispondenti all'aliquota più prossima, degli acquisti imponibili con aliquote d'imposta o percentuali di compensazione non più presenti nel modello.

Rigo TB22 indicare il totale dell'IVA sugli acquisti e importazioni per i quali è stata operata la detrazione, risultante dalla somma algebrica degli importi dei righi TB20, colonna 2 e TB21, campo 1.

Rigo TB30 indicare gli acquisti imponibili interni, intracomunitari e importazioni per i quali ai sensi dell'art. 19-bis1 o di altre disposizioni non è ammessa la detrazione dell'imposta. Per gli acquisti per i quali è prevista la detrazione parziale dell'imposta (es. 40%) deve essere indicata soltanto la quota di imponibile corrispondente alla parte d'imposta non detraibile. La restante quota di imponibile e d'imposta deve essere indicata nei righi da TB1 a TB13.

Rigo TB31 indicare la percentuale di detrazione applicata durante l'anno di riferimento secondo quanto previsto dall'art. 19, comma 5.

Rigo TB32 indicare l'ammontare dell'imposta ammessa in detrazione nel periodo di riferimento, corrispondente all'importo indicato nel rigo TB22, ovvero a quello risultante dall'applicazione al predetto importo della percentuale di detrazione di cui al rigo TB31. I contribuenti che adottano speciali criteri di determinazione dell'imposta detraibile devono indicare l'imposta risultante dall'applicazione del regime di appartenenza, che potrebbe non coincidere con l'importo indicato nel rigo TB22.

Nell'ipotesi di esercizio di più attività gestite con contabilità separata ai sensi dell'art. 36, deve essere indicato l'ammontare complessivo dell'imposta detraibile tenendo conto della presenza di eventuali criteri che derogano al principio ordinario di determinazione dell'imposta. Ad esempio, in presenza di una attività in cui l'imposta ammessa in detrazione è determinata applicando la percentuale di detrazione, il contribuente dovrà procedere a determinare separatamente, per ciascuna delle attività esercitate, l'imposta ammessa in detrazione secondo gli specifici criteri ed indicare nel presente rigo la somma degli importi risultanti.

Rigo TB33 indicare l'ammontare complessivo degli acquisti di beni ammortizzabili imponibili, per i quali è stato esercitato il diritto alla detrazione nel trimestre, il cui importo è già compreso nel rigo TB20, tenendo conto delle relative variazioni operate ai sensi dell'art. 26 riferite agli acquisti di beni ammortizzabili registrati nel trimestre di riferimento.

Rigo TC1 indicare l'ammontare dell'IVA relativa alle operazioni imponibili, riportato dal rigo TA24.

Rigo TC2 indicare l'imposta relativa a particolari tipologie di operazioni per le quali la stessa, in base a specifiche disposizioni, è dovuta dal cessionario o committente ovvero dai soggetti operanti in particolari settori di attività per le provvigioni da loro corrisposte. Trattasi, in particolare:

– degli acquisti di beni provenienti dallo Stato Città del Vaticano e dalla Repubblica di San Marino (art. 71, comma 2) per i quali il cessionario è tenuto al pagamento dell'imposta a norma dell'art. 17, comma 2;

– delle operazioni di estrazione di beni dai depositi IVA di cui all'art. 50-bis del d.l. n. 331/1993, operate ai fini della loro utilizzazione o in esecuzione di atti di commercializzazione nel territorio dello Stato (diverse da quelle per le quali l'imposta è versata dal gestore del deposito in nome e per conto del soggetto che procede all'estrazione);

– degli acquisti di beni e servizi da soggetti residenti all'estero di cui all'art. 17, comma 2;

– dei compensi corrisposti ai rivenditori di documenti di viaggio ai sensi del decreto 30 luglio 2009;

– delle provvigioni corrisposte dalle agenzie di viaggio ai loro intermediari, ai sensi dell'art. 74-ter, comma 8;

– degli acquisti all'interno, intracomunitari e delle importazioni di beni di cui all'art. 74, commi 7 e 8, per i quali il cessionario è tenuto al pagamento dell'imposta;

– degli acquisti effettuati all'interno, intracomunitari e delle importazioni di oro diverso dal- l'oro da investimento (c.d. oro industriale) e di argento puro e degli acquisti di oro da in- vestimento per i quali è stata esercitata l'opzione per l'applicazione dell'IVA da parte del cedente, per i quali l'imposta è dovuta dal cessionario ai sensi dell'art. 17, comma 5;

– degli acquisti intracomunitari di beni;

– degli acquisti di servizi resi nel settore edile da subappaltatori nei confronti delle imprese di costruzioni o ristrutturazione di immobili ovvero nei confronti dell'appaltatore principale o di altro appaltatore, ai sensi dell'art. 17, comma 6, lett. a);

– degli acquisti di fabbricati o porzioni di fabbricato per i quali l'imposta è dovuta dal cessionario ai sensi dell'art. 17, comma 6, lett. a-bis);

– degli acquisti di cui all'art 17, comma 6, lett. b) e c) (vedi circolari n. 59/2010 e n. 21/2016);

– degli acquisti di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione d'impianti e di completamento relativi ad edifici, ai sensi dell'art. 17, comma 6, lett. a-ter);

– degli acquisti di titoli ambientali di cui all'art 17, sesto comma, lett. d-bis), d-ter) e d-quater);

– degli acquisti di beni e servizi effettuati dai soggetti di cui all'art. 17-ter per i quali l'imposta dovuta partecipa alla liquidazione periodica (mensile o trimestrale).

Rigo TC3 indicare l'IVA a debito risultante dalla somma degli importi indicati ai precedenti righi TC1 e TC2.

Rigo TC4 indicare l'importo di cui al rigo TB32.

Rigo TC5 indicare l'importo detraibile (c.d. IVA teorica) a norma dell'art. 34, comma 9, da parte dei produttori agricoli che hanno effettuato cessioni non imponibili di prodotti agricoli compresi nella Tabella A - parte prima -, ai sensi dell'art. 8, comma 1, dell'art. 38-quater e dell'art. 72, nonché cessioni intracomunitarie di prodotti agricoli. L'importo da indicare nel presente rigo deve essere calcolato applicando le percentuali di compensazione che sarebbero applicabili se le predette operazioni fossero state effettuate nel territorio dello Stato.

Rigo TC6 indicare l'IVA detraibile risultante dalla somma degli importi indicati nei righi TC4 e TC5.

Rigo TC7 indicare l'imposta a credito per il periodo ricavata dalla differenza tra il rigo TC6 e il rigo TC3. Si evidenzia che, ai fini della richiesta del rimborso o dell'utilizzo in compensazione del credito IVA, l'importo indicato nel rigo deve essere superiore a 2.582,28 euro.

Il quadro TD è costituito da tre sezioni:

la prima per l'indicazione dei presupposti richiesti dall'art. 30, secondo comma;

la seconda per l'indicazione dell'importo da chiedere a rimborso e/o da utilizzare in compensazione, per l'erogazione prioritaria del rimborso nonché l'esonero dalla prestazione della garanzia;

la terza riservata agli enti o società partecipanti alla liquidazione dell'IVA di gruppo

Barrare la casella corrispondente al presupposto che legittima la richiesta di rimborso o l'utilizzo in compensazione del credito IVA trimestrale.

Rigo TD1 – Aliquota media – Riservato ai contribuenti per i quali si è verificato il presupposto previsto dall'art. 30, comma 2, lett. a).

Trattasi di coloro che effettuano esclusivamente o prevalentemente operazioni attive soggette ad aliquote più basse rispetto a quelle gravanti sugli acquisti e sulle importazioni.

Il diritto al rimborso o all'utilizzo in compensazione del credito IVA spetta se l'aliquota mediamente applicata sugli acquisti e sulle importazioni supera quella mediamente applicata sulle operazioni attive maggiorata del 10%.

Nel calcolo dell'aliquota media devono essere esclusi sia gli acquisti (e/o le importazioni) che le cessioni di beni ammortizzabili. Si ricorda che le spese generali devono essere comprese tra gli acquisti. Nel calcolo dell'aliquota media occorre tenere conto della seconda cifra decimale.

Nel campo relativo all'aliquota media delle operazioni attive maggiorata del 10% indicare la percentuale calcolata secondo la formula di cui al modello pubblicato; nel campo relativo all'aliquota media delle operazioni passive indicare la percentuale calcolata secondo la formula contenuta nelle istruzioni

Nel caso di contribuente che esercita più attività gestite con contabilità separata ai sensi dell'art. 36, i campi del presente rigo devono essere compilati facendo esclusivo riferimento alle operazioni effettuate nell'esercizio dell'attività prevalentemente esercitata e per la quale si è verificata la sussistenza del presupposto. Pertanto, in tale ipotesi, nel calcolare l'aliquota media non si potrà fare riferimento al contenuto dei righi indicati nelle formule sopra riportate, in quanto questi riguardano l'ammontare complessivo delle operazioni effettuate dal contribuente.

Rigo TD2 – Operazioni non imponibili – Riservato ai contribuenti per i quali si è verificato il presupposto previsto dall'art. 30, secondo comma, lett. b), in quanto hanno effettuato nel trimestre operazioni non imponibili di cui agli artt. 8, 8-bis e 9, nonché le altre operazioni non imponibili indicate nel rigo TA30, per un ammontare superiore al 25% dell'ammontare complessivo di tutte le operazioni effettuate nello stesso periodo. La percentuale deve essere arrotondata all'unità superiore ed il rimborso compete se il rapporto percentuale tra l'ammontare delle operazioni non imponibili e quello complessivo delle operazioni effettuate risulta superiore al 25%.

Nel campo relativo alla percentuale delle operazioni effettuate indicare il rapporto calcolato secondo la formula indicata nelle istruzioni.

Rigo TD3 – Acquisto di beni ammortizzabili Riservato ai contribuenti per i quali si è verificato il presupposto previsto dall'art. 30, secondo comma, lett. c), con le limitazioni previste dall'art. 38-bis, secondo comma, in quanto hanno effettuato nel trimestre acquisti e importazioni di beni ammortizzabili per un ammontare superiore ai 2/3 del totale degli acquisti e delle importazioni imponibili.

In tale ipotesi può essere chiesta a rimborso o utilizzata in compensazione unicamente l'imposta afferente gli acquisti di beni ammortizzabili del trimestre.

Rigo TD4 – Soggetti non residenti – Riservato ai contribuenti che, ai sensi dell'art. 30, comma 2, lett. e), si trovano nelle condizioni previste dal terzo comma dell'art. 17.

Trattasi di operatori non residenti che si sono identificati direttamente in Italia ai sensi dell'art. 35-ter ovvero che abbiano formalmente nominato un rappresentante fiscale nello Stato.

Detti soggetti possono chiedere il rimborso o utilizzare in compensazione il credito IVA del trimestre di riferimento, anche in assenza dei presupposti previsti dalle altre lettere dell'art. 30.

Rigo TD5 – Operazioni non soggette – Riservato ai contribuenti per i quali si è verificato il presupposto previsto dall'art. 30, secondo comma, lett. d), con le limitazioni previste dall'art. 38-bis, secondo comma, in quanto hanno effettuato nei confronti di soggetti passivi non stabiliti nel territorio dello Stato, per un importo superiore al 50 per cento dell'ammontare di tutte le operazioni effettuate, prestazioni di lavorazione relative a beni mobili materiali, prestazioni di trasporto di beni e relative prestazioni di intermediazione, prestazioni di servizi accesso- rie ai trasporti di beni e relative prestazioni di intermediazione, ovvero prestazioni di servizi di cui all'art. 19, comma 3, lett. a-bis).

I righi TD6 e TD7 non devono essere compilati nell'ipotesi di soggetti che partecipano alla particolare procedura di liquidazione dell'IVA di gruppo di cui all'art. 73.

Rigo TD6 indicare l'ammontare del credito infrannuale chiesto a rimborso.

Per quanto riguarda le modalità di erogazione dei rimborsi l'art. 38-bis prevede:

– l'innalzamento a 30.000 € dell'ammontare dei rimborsi eseguibili senza prestazione di garanzia e senza altri adempimenti;

– la possibilità di ottenere i rimborsi di importo superiore a 30.000 € senza prestazione della garanzia, presentando l'istanza munita di visto di conformità o sottoscrizione alternativa da parte dell'organo di controllo e una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà attestante la sussistenza di determinati requisiti patrimoniali;

– l'obbligo di prestare la garanzia per i rimborsi superiori a 30.000 € solo nelle ipotesi di situazioni di rischio e cioè quando il rimborso è richiesto:

a) da soggetti che esercitano un'attività di impresa da meno di due anni ad esclusione delle imprese start-up innovative di cui all'art. 25 del d.l. n. 179/2012;

b) da soggetti ai quali, nei due anni precedenti la richiesta di rimborso, sono stati notifica- ti avvisi di accertamento o di rettifica da cui risulti, per ciascun anno, una differenza tra gli importi accertati e quelli dell'imposta dovuta o del credito dichiarato superiore:

1) al 10 per cento degli importi dichiarati se questi non superano 150.000 €;

2) al 5 per cento degli importi dichiarati se questi superano 150.000 € ma non superano 1.500.000 €;

3) all'1 per cento degli importi dichiarati, o comunque a 150.000 € se gli importi dichiarati superano 1.500.000 €;

a) da soggetti che presentano l'istanza priva del visto di conformità o della sottoscrizione alternativa o non presentano la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà;

b) da soggetti passivi che richiedono il rimborso dell'eccedenza detraibile risultante all'atto della cessazione dell'attività.

Per chiarimenti e approfondimenti sulle modalità di esecuzione dei rimborsi alla luce delle modifiche apportate all'art. 38-bis dal d.lgs. n. 175/2014, vedi circolare n. 32/2014.

Rigo TD7 indicare l'ammontare del credito infrannuale che si intende utilizzare in compensazione con il modello F24, tenendo conto che tale ammontare partecipa al limite annuo di 700.000 € (art. 9, comma 2, d.l. n. 35/2013).

Per effetto dell'art. 35, comma 6-ter, del d.l. n. 223/2006, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 248/2006, il predetto limite annuo è elevato ad un milione di euro nei confronti dei subappaltatori che nell'anno precedente abbiano registrato un volume d'affari costituito per almeno l'80 per cento da prestazioni rese in esecuzione di contratti di subappalto.

Si evidenzia che l'utilizzo in compensazione del credito IVA infrannuale è consentito, in linea generale, solo dopo la presentazione dell'istanza da cui lo stesso emerge. Inoltre, il superamento del limite di 5.000 € annui, riferito all'ammontare complessivo dei crediti trimestrali maturati nell'anno d'imposta, comporta l'obbligo di utilizzare in compensazione i predetti crediti a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione dell'istanza. Inoltre, i contribuenti che intendono utilizzare in compensazione il credito per importi superiori a 5.000 euro annui (elevato a 50.000 € per le start-up innovative) hanno l'obbligo di richiedere l'apposizione del visto di conformità di cui all'art. 35, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 241/1997, o, in alternativa, la sottoscrizione da parte dell'organo di controllo sull'istanza da cui emerge il credito (art. 3, comma 2, del d.l. n. 50/2017, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 96/2017).

Per approfondimenti e chiarimenti, cfr. il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 21 dicembre 2009 e le circolari n. 57/2009 e n. 1/2010. Si ricorda che la somma degli importi indicati nei righi TD6 e TD7 non deve essere superiore all'imposta a credito risultante al rigo TC7 ovvero all'imposta relativa agli acquisti di beni ammortizzabili in presenza del presupposto previsto dall'art. 30, comma 2, lett. c). Si ricorda anche che ai sensi del comma 4 dell'art. 4 del decreto 6 aprile 2018 il credito d'imposta annuale o infrannuale maturato dal Gruppo IVA non può essere utilizzato in compensazione, ai sensi dell'art. 17 del d.lgs. n. 241/1997, con i debiti relativi ad altre imposte e contributi dei partecipanti.

Rigo TD8 La compilazione del rigo è prevista ai fini dell'erogazione prioritaria del rimborso, ai fini dell'esonero dalla prestazione della garanzia, nonché ai fini del visto di conformità o della sottoscrizione da parte dell'organo di controllo.

La casella 1 “contribuenti ammessi all'erogazione prioritaria del rimborso” è riservata ai contribuenti che rientrano tra le categorie individuate dai decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, emanati ai sensi del penultimo comma dell'art. 38-bis, per le quali è prevista l'erogazione dei rimborsi in via prioritaria.

Indicare il codice desumibile dalla tabella allegata alle istruzioni.

L'art. 38-bis, comma 3, prevede la possibilità di ottenere i rimborsi di importo superiore a 30.000 euro senza prestazione della garanzia presentando l'istanza munita di visto di conformità o della sottoscrizione alternativa da parte dell'organo di controllo e una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, resa ai sensi dell'art. 47 del d.P.R. n. 445/2000, attestante la sussistenza di determinati requisiti patrimoniali. In particolare, è necessario attestare che:

a) il patrimonio netto non è diminuito, rispetto alle risultanze contabili dell'ultimo periodo di imposta, di oltre il 40 per cento; la consistenza degli immobili iscritti non si è ridotta, rispetto alle risultanze contabili dell'ultimo periodo di imposta, di oltre il 40 per cento per cessioni non effettuate nella normale gestione dell'attività esercitata; l'attività stessa non è cessata né si è ridotta per effetto di cessioni di aziende o rami di aziende compresi nelle suddette risultanze contabili;

b) non risultano cedute, se la richiesta di rimborso è presentata da società di capitali non quotate nei mercati regolamentati, nell'anno precedente la richiesta, azioni o quote della società stessa per un ammontare superiore al 50 per cento del capitale sociale;

c) sono stati eseguiti i versamenti dei contributi previdenziali e assicurativi.

Come chiarito dalla circolare n. 32/2014, la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà è resa mediante la sottoscrizione del presente riquadro. Si evidenzia che la dichiarazione di atto notorio, debitamente sottoscritta dal contribuente, e la copia del documento d'identità dello stesso, sono ricevute e conservate da chi invia l'istanza ed esibite a richiesta dell'Agenzia delle entrate.

Il riquadro deve essere compilato per apporre il visto di conformità ed è riservato al responsabile del CAF o al professionista che lo rilascia.

Negli spazi appositi vanno riportati il C.F. del responsabile del CAF e quello relativo allo stesso CAF, ovvero va riportato il C.F. del professionista. Il responsabile dell'assistenza fiscale del CAF o il professionista deve inoltre apporre la propria firma che attesta il rilascio del visto di conformità ai sensi dell'art. 35 del d.lgs. n. 241/1997.

AVVERTENZA: si ricorda che il visto di conformità, in base alla normativa e alla prassi vigente, non si considera validamente rilasciato nei seguenti casi:

1) il professionista che lo rilascia non risulta iscritto nell'elenco informatizzato dei professionisti abilitati tenuto dalle competenti Direzioni regionali;

2) il professionista che lo rilascia è iscritto nell'elenco di cui al punto 1) ma non coincide con il soggetto persona fisica che ha trasmesso l'istanza in via telematica (firmatario della sezione “impegno alla presentazione telematica”);

3) il professionista che lo rilascia è iscritto nell'elenco di cui al punto 1) ma non risulta “collegato” con l'associazione professionale o con la società di servizi o con la società tra professionisti che ha trasmesso l'istanza in via telematica;

4) il professionista che lo rilascia è iscritto nell'elenco di cui al punto 1), ma non risulta “col- legato” con la società partecipata dal Consiglio nazionale, Ordine e Collegio che ha tra- smesso l'istanza in via telematica;

5) in caso di CAF, quando il soggetto che lo rilascia non corrisponde al responsabile dell'assistenza fiscale (RAF) del CAF indicato nella presente sezione;

6) in caso di CAF-imprese, quando il soggetto che lo rilascia corrisponde al responsabile dell'assistenza fiscale (RAF) del CAF indicato nella presente sezione ma il CAF non risulta “collegato” con la società di servizi, cooperativa o consortile o con il consorzio o l'associazione che ha trasmesso l'istanza in via telematica;

7) in caso di associazione sindacale tra imprenditori, quando il soggetto che lo rilascia non risulta collegato con la società di servizi, cooperativa o consortile o con il consorzio che ha trasmesso l'istanza in via telematica.

In merito al punto 3) il professionista che rilascia il visto di conformità risulta “collegato” con il soggetto incaricato che trasmette l'istanza in via telematica quando quest'ultimo soggetto coincide con:

1) l'associazione o la società semplice costituita fra persone fisiche per l'esercizio in forma associata di arti e professioni in cui almeno la metà degli associati o dei soci è costituita da soggetti indicati all'art. 3, comma 3, lett. a) e b), del d.P.R. n. 322/1998 (art. 1, comma 1, lett. a), del decreto 18 febbraio 1999);

2) la società commerciale di servizi contabili le cui azioni o quote sono possedute per più della metà del capitale sociale da soggetti indicati all'art. 3, comma 3, lett. a) e b), del d.P.R. n. 322/1998 (art. 1, comma 1, lett. b), del decreto 18 febbraio 1999);

3) la società tra professionisti (s.t.p.) disciplinata dall'art. 10 della l. n. 183/2011, di cui il professionista che appone il visto di conformità è uno dei soci.

In merito al punto 4), il professionista che rilascia il visto di conformità risulta “collegato” con il soggetto incaricato che trasmette l'istanza in via telematica quando quest'ultimo soggetto coincide con la società partecipata esclusivamente dai consigli nazionali, dagli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dei consulenti del lavoro nonché dai rispettivi iscritti e dalle relative casse nazionali di previdenza e quelle partecipate esclusivamente dalle associazioni rappresentative dei soggetti indicati all'art. 3, comma 3, lett. b), del d.P.R. n. 322/1998 e dai rispettivi associati. Tale società può essere abilitata a svolgere la trasmissione in via telematica delle dichiarazioni per conto dei soggetti nei confronti dei quali l'amministrazione finanziaria ha riconosciuto la sussistenza dei requisiti di cui all'art. 3, comma 3, lett. a) e b), del d.P.R. n. 322/1998, sempreché il rappresentante legale della predetta società ovvero il soggetto da questi delegato alla presentazione della richiesta di abilitazione al servizio telematico sia uno dei soggetti indicati all'art. 3, comma 3, lett. a) e b), del d.P.R. n. 322/1998 (art. 3 del decreto 18 febbraio 1999).

In merito al punto 6), il soggetto che rilascia il visto di conformità risulta “collegato” con il soggetto incaricato che trasmette l'istanza in via telematica quando quest'ultimo soggetto coincide con:

1) la società di servizi le cui azioni o quote sono possedute per più della metà del capitale sociale da associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all'art. 32, comma 1, lett. a), b) e c), del d.lgs. n. 241/1997 ovvero, nella misura del cento per cento, da società di servizi partecipate per più della metà dalle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. a), del decreto 18 febbraio 1999);

1) la società cooperativa o società consortile cooperativa i cui aderenti sono, per più della metà, soci delle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. a), del decreto 18 febbraio 1999);

2) il consorzio o la società consortile di cui, rispettivamente, agli artt. 2602 e 2615-ter del codice civile, i cui aderenti sono, in misura superiore alla metà, associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all'art. 32, comma 1, lett. a), b) e c), del d.lgs. n. 241/1997, e soci delle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. b), del decreto 18 febbraio 1999);

3) le associazioni di cui all'art. 36 del codice civile costituite tra associazioni sindacali tra imprenditori in cui almeno la metà degli associati è in possesso dei requisiti di cui all'art. 32, comma 1, lett. a), b) e c), del d.lgs. n. 241/1997, e quelle aderenti alle associazioni di cui alla lett. c) del menzionato art. 32, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 241/1997 (art. 2, comma 1, lett. c), del decreto 18 febbraio 1999).

In merito al punto 7), (Risoluzione n. 103/E del 28 luglio 2017) il soggetto che rilascia il visto di conformità risulta “collegato” con il soggetto incaricato che trasmette l'istanza in via telematica quando lo stesso è un dipendente della società inquadrabile tra le società di cui all'art. 2 del decreto 18 febbraio 1999, di seguito indicate:

1) la società di servizi le cui azioni o quote sono possedute per più della metà del capitale sociale da associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all'art. 32, comma 1, lett. a), b) e c), del d.lgs. n. 241/1997, ovvero, nella misura del cento per cento, da società di servizi partecipate per più della metà dalle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. a), del decreto 18 febbraio 1999);

2) la società cooperativa o società consortile cooperativa i cui aderenti sono, per più della metà, soci delle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. a), del decreto 18 febbraio 1999); 3) il consorzio o società consortile di cui, rispettivamente, agli artt. 2602 e 2615-ter del codice civile, i cui aderenti sono, in misura superiore alla metà, associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all'art. 32, comma 1, lett. a), b) e c), del d.lgs. n. 241/1997, e soci delle predette associazioni (art. 2, comma 1, lett. b), del decreto 18 febbraio 1999).

Il riquadro è riservato ai soggetti che possono in alternativa all'apposizione del visto di conformità far sottoscrivere l'istanza dall'organo incaricato ad effettuare il controllo contabile.

Con la sottoscrizione dell'istanza da parte dei soggetti che esercitano il controllo contabile viene attestata l'esecuzione dei controlli di cui all'art. 2, comma 2, del decreto n. 164/1999. Si evidenzia che l'infedele attestazione dell'esecuzione dei controlli comporta l'applicazione della sanzione di cui all'art. 39, comma 1, lett. a), primo periodo del d.lgs. n. 241/1997, e, in caso di ripetute violazioni o di violazioni particolarmente gravi, è effettuata apposita segnalazione agli organi competenti per l'adozione di ulteriori provvedimenti.

Negli appositi campi devono essere indicati:

– dal revisore contabile iscritto nel Registro istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze, nella casella Soggetto, il codice 1;

– dal responsabile della revisione (ad esempio il socio o l'amministratore) se trattasi di società di revisione iscritta nel Registro istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze, nella casella Soggetto, il codice 2. Occorre compilare, inoltre, un distinto campo nel quale indicare il C.F. della società di revisione, avendo cura di riportare nella casella Soggetto il codice 3 senza compilare il campo firma;

– dal collegio sindacale nella casella Soggetto, per ciascun membro, il codice 4.

Il soggetto che effettua il controllo contabile deve, inoltre, indicare il proprio C.F..

TD9 Il rigo deve essere compilato esclusivamente nelle ipotesi di richiesta di rimborso o di utilizzo in compensazione dell'eccedenza detraibile risultante dalle annotazioni periodiche riepilogative di gruppo. Indicare, nel campo 1, il numero di partita IVA dell'ente o società partecipante alla liquidazione dell'IVA di gruppo cui il modulo si riferisce, per il quale nel quadro TE è stato indicato, nella corrispondente casella della colonna 2, il possesso di uno dei requisiti richiesti dall'art. 30, comma 2, lett. a), b), c), d) ed e). Nel campo 2, indicare l'importo chiesto a rimborso dalla controllante.

PROSPETTO RIEPILOGATIVO

Riservato all'ente o società controllante per la richiesta di rimborso o per l'utilizzo in compensazione del credito IVA trimestrale della liquidazione dell'IVA di gruppo

Gli enti e le società controllanti che si avvalgono delle disposizioni di cui all'art. 73 possono chiedere il rimborso infrannuale ovvero utilizzare in compensazione l'eccedenza di credito della procedura di liquidazione dell'IVA di gruppo relativa a quelle società in possesso dei requisiti richiesti dall'art. 30, comma 2, lett. a), b), e) nonché c) e d), queste ultime con le limitazioni previste dall'art. 38-bis, comma 2. A tal fine devono presentare il modello compilando:

il frontespizio, in cui indicare i dati dell'ente o società controllante;

il prospetto riepilogativo;

un modulo per ciascuna società della procedura di liquidazione dell'IVA di gruppo in possesso dei requisiti di cui all'art. 30.

Ogni modulo deve essere contraddistinto da un numero progressivo da indicare nel campo “Mod. n. ”.

In alto indicare il C.F. dell'ente o società controllante e nel rigo TD9 la partita IVA del soggetto a cui il modulo si riferisce.

La sezione è prevista per l'indicazione dei dati concernenti tutti i soggetti partecipanti alla liquidazione dell'IVA di gruppo, compresa la controllante.

Nella colonna 1 indicare il numero partita IVA.

Nella colonna 2 indicare per le società in possesso dei requisiti richiesti dall'art. 30, comma 2, il relativo presupposto utilizzando una delle seguenti lettere:

A – aliquota media – per l'ipotesi di cui all'art. 30, comma 2, lett. a);

B – operazioni non imponibili – per l'ipotesi di cui all'art. 30, secondo comma, lett. b);

C – acquisto di beni ammortizzabili – per l'ipotesi di cui all'art. 30, secondo comma, lett. c);

E – soggetti non residenti – per l'ipotesi di cui all'art. 30, secondo comma, lett. e);

F – operazioni non soggette – per l'ipotesi di cui all'art. 30, comma 2, lett. d).

Nella colonna 3, indicare il codice corrispondente al presupposto che consente di accedere all'erogazione del rimborso in via prioritaria:

– 1, riservato ai soggetti che pongono in essere le prestazioni derivanti dai contratti di subappalto rientranti nell'ambito di applicazione della lett. a), del comma 6, dell'art. 17;

– 2, riservato ai soggetti che svolgono le attività individuate dal codice ATECOFIN 2004 37.10.1, e cioè i soggetti che svolgono le attività di recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami metallici;

– 3, riservato ai soggetti che svolgono le attività individuate dal codice ATECOFIN 2004 27.43.0, e cioè i soggetti che producono zinco, piombo e stagno, nonché i semilavorati degli stessi metalli di base non ferrosi;

– 4, riservato ai soggetti che svolgono le attività individuate dal codice ATECOFIN 2004 27.42.0, e cioè i soggetti che producono alluminio e semilavorati;

– 5, riservato ai soggetti che svolgono le attività individuate dal codice ATECO 2007 30.30.09, e cioè i soggetti che fabbricano aeromobili, veicoli spaziali e i relativi dispositivi;

– 6, riservato ai soggetti che hanno effettuato operazioni nei confronti dei soggetti di cui al- l'articolo 17-ter;

– 7, riservato ai soggetti che svolgono l'attività individuata dal codice ATECO 2007 59.14.00, e cioè i soggetti che esercitano l'attività di proiezione cinematografica;

– 8, riservato ai soggetti che effettuano le prestazioni di servizi di cui all'art. 17, comma 6, lett. a-ter).

La casella della colonna 4 è riservata ai soggetti che partecipano alla procedura di liquidazione dell'IVA di gruppo non tenuti alla presentazione della garanzia. La casella deve essere compilata indicando il codice:

– 1 se il modulo relativo all'ente o società partecipante alla liquidazione dell'IVA di gruppo è dotato di visto di conformità o della sottoscrizione da parte dell'organo di controllo e della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesta la presenza delle condizioni individuate dall'art. 38-bis, comma 3, lett. a), b) e c);

– 2 se l'ente o società partecipante alla liquidazione dell'IVA di gruppo ha aderito al regime di adempimento collaborativo previsto dagli artt. 3 e seguenti del d.lgs. n. 128/2015;

– 3 se l'ente o società partecipante alla liquidazione dell'IVA di gruppo ha applicato gli ISA e, sulla base delle relative risultanze, è esonerato dall'apposizione del visto di conformità ovvero dalla prestazione della garanzia per i rimborsi per un importo non superiore a 50.000 €annui, ai sensi dell'art. 9-bis, comma 11, lett. b), del d.l. n. 50/2017.

Nelle colonne 5 e 6 (da compilare alternativamente) indicare il saldo a credito o a debito relativo al trimestre. Tale importo per le società con liquidazioni mensili è dato dalla somma algebrica degli importi trasferiti alla controllante nel corso del trimestre di riferimento.

Rigo TE40 indicare il totale degli importi di colonna 5.

Rigo TE41 indicare il totale degli importi di colonna 6.

Rigo TE42 indicare la differenza tra il rigo TE40 e il rigo TE41.

Rigo TE43 indicare la somma dei righi TC7 (imposta a credito) dei moduli allegati al prospetto, relativi alle società in possesso dei requisiti di cui all'art. 30.

Rigo TE50 indicare l'importo che si intende chiedere a rimborso.

Rigo TE51 indicare l'importo che si intende utilizzare in compensazione con il modello F24. Si evidenzia che l'utilizzo in compensazione del credito IVA infrannuale è consentito, in linea generale, solo dopo la presentazione dell'istanza da cui lo stesso emerge. Inoltre, il superamento del limite di 5.000 € annui, riferito all'ammontare complessivo dei crediti trimestrali maturati nell'anno d'imposta, comporta l'obbligo di utilizzare in compensazione i predetti crediti a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione dell'istanza.

Per approfondimenti e chiarimenti, vedi il provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 21 dicembre 2009 e le circolari n. 57/2009 e n. 1/2010.

Si evidenzia che in ogni caso la somma degli importi indicati nei righi TE50 e TE51 non può essere superiore al minore tra i valori indicati ai righi TE42 e TE43.

Nel caso in cui per una o più società partecipanti alla liquidazione dell'IVA di gruppo ricorra il presupposto previsto dall'art. 30, comma 2, lett. c), il credito chiesto a rimborso o utilizzato in compensazione relativo ai predetti soggetti non deve essere superiore all'imposta afferente gli acquisti di beni ammortizzabili del trimestre

Commento

Istanza di rimborso iva. La disciplina sui rimborsi IVA è disciplinata dagli artt. 30 e 38-bis d.P.R. 633/1972 e successive modifiche (art. 13 d.lgs. n. 175/2014, cd. decreto semplificazioni; art. 7-quater, comma 32, d.l. n. 193/2016). Trattandosi di tributi armonizzato, la normativa interna relativa al rimborso deve essere interpretata alla luce della direttiva IVA e dei principi di effettività e di neutralità, nel senso che essa osta ad una normativa di uno Stato membro ai sensi della quale un soggetto passivo al quale un altro soggetto passivo abbia fornito un servizio non può chiedere direttamente all'amministrazione tributaria il rimborso dell'importo corrispondente all'IVA che gli è stata indebitamente fatturata da tale prestatore e che quest'ultimo ha versato all'erario, qualora il recupero di tale importo presso detto prestatore sia impossibile o eccessivamente difficile (Corte di Giustizia, 24 febbraio 2022, C-582/20, punto 44), come nel caso della sua messa in liquidazione e anche se non possa contestarsi alcuna frode (Corte di Giustizia, 13 ottobre 2022, C-397/21, punto 30).

Tuttavia, non è contraria al diritto eurounitario una disciplina interna che neghi il diritto al rimborso IVA quando un soggetto passivo non fornisca, senza una ragionevole giustificazione e nonostante le richieste di informazioni che gli vengano rivolte, i documenti che dimostrano che le condizioni sostanziali per ottenere tale rimborso sono soddisfatte, prima che l'amministrazione tributaria adotti la sua decisione, ciò in quanto non è disciplinato dal diritto eurounitario il procedimento che regola il rifiuto da parte dei singoli ordinamenti delle prove fornite dal contribuente dopo l'adozione della decisione di rigetto di una domanda di rimborso (Corte di Giustizia, 9 settembre 2021, C-294/20, punti 57 e 58; Cass. Sez. V, n. 25964/2022).

Occorre distinguere i rimborsi fino a 30.000,00 da quelli oltre tale importo.

La soglia di riferimento è stata innalzata ad € 30.000,00 dall'art. 7-quater, comma 32 d.l. n. 193/2016.

Per il rimborso di un credito IVA richiesto con periodicità annuale pari o inferiore a 30.000 €, è sufficiente presentare la dichiarazione annuale IVA; se il rimborso è richiesto con periodicità trimestrale occorre inviare il modello infrannuale IVA TR, senza alcun visto di conformità o garanzia. Per i rimborsi superiori a 30mila euro, la dichiarazione IVA annuale o il modello TR devono essere certificati con il visto di conformità.

Se la richiesta di rimborso superiore a 30.000 € è effettuata da soggetti a rischio, in luogo del visto di conformità è necessario prestare apposita garanzia all'Agenzia delle entrate.

La domanda per il rimborso IVA 2019 può, dunque, essere inoltrata:

– tramite dichiarazione IVA 2019, compilando gli appositi quadri VX e VR, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità annuale;

– tramite modello IVA TR 2019, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità trimestrale.

Rimborso IVA fino a 30.000 €. I contribuenti che chiudono la dichiarazione IVA con un credito, possono, in alternativa alla detrazione o alla compensazione, chiedere il rimborso come previsto dall'art. 30 d.P.R. n. 633/1972, al momento della presentazione della dichiarazione IVA, se l'importo del credito è pari o superiore ad € 2.582,28 (importo aggiornato). In tal caso, e fino ad € 30.000,00, la domanda di rimborso è libera, altrimenti occorre visto di conformità ed eventuali garanzie risultanti dalla dichiarazione.

L'art. 30 dispone che il contribuente può chiedere in tutto o in parte il rimborso dell'eccedenza detraibile, se di importo superiore ad attuali € 2.582,28, all'atto della presentazione della dichiarazione:

a) quando esercita esclusivamente o prevalentemente attività che comportano l'effettuazione di operazioni soggette ad imposta con aliquote inferiori a quelle dell'imposta relativa agli acquisti e alle importazioni, computando a tal fine anche le operazioni effettuate a norma dell'art. 17, comma 5, 6 e 7, nonché a norma dell'art. 17-ter;

b) quando effettua operazioni non imponibili di cui agli artt. 8, 8-bis e 9 per un ammontare superiore al 25% dell'ammontare complessivo di tutte le operazioni effettuate;

c) limitatamente all'imposta relativa all'acquisto o all'importazione di beni ammortizzabili, nonché di beni e servizi per studi e ricerche;

d) quando effettua prevalentemente operazioni non soggette all'imposta per effetto degli arttt. da 7 a 7-septies;

e) quando si trova nelle condizioni previste dall'art. 17, comma 3.

Al di fuori dei casi indicati, si può chiedere il rimborso se dalle dichiarazioni dei due anni precedenti risultano eccedenze detraibili; in tal caso il rimborso può essere richiesto per un ammontare comunque non superiore al minore degli importi delle predette eccedenze (comma 4).

Rimborsi oltre 30.000 €. Il comma 3 dispone che, fatto salvo quanto previsto dal comma 4, i rimborsi di ammontare superiore a 30.000 € sono eseguiti previa presentazione della relativa dichiarazione o istanza da cui emerge il credito richiesto a rimborso recante il visto di conformità o la sottoscrizione alternativa di cui all'art. 10, comma 7, primo e secondo periodo, d.l. n. 78/2009, conv., con modif. in l. n. 102/2009 (da parte dell'organismo di revisione).

Alla dichiarazione o istanza è allegata una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, a norma dell'art. 47 d.P.R. n. 445/2000, che attesti la sussistenza delle seguenti condizioni in relazione alle caratteristiche soggettive del contribuente:

a) il patrimonio netto non è diminuito, rispetto alle risultanze contabili dell'ultimo periodo d'imposta, di oltre il 40%; la consistenza degli immobili non si è ridotta, rispetto alle risultanze contabili dell'ultimo periodo d'imposta, di oltre il 40% per cessioni non effettuate nella normale gestione dell'attività esercitata; l'attività stessa non è cessata né siè ridotta per effetto di cessioni di aziende o rami di aziende compresi nelle suddette risultanze contabili;

b) non risultano cedute, se la richiesta di rimborso è presentata da società di capitali non quotate nei mercati regolamentati, nell'anno precedente la richiesta, azioni o quote della società stessa per un ammontare superiore al 50 per cento del capitale sociale;

c) sono stati eseguiti i versamenti dei contributi previdenziali e assicurativi.

Rimborso oltre 30.000 € con garanzia. L'art. 38-bis, comma 4 d.P.R. n. 633/1972 prevede poi alcuni casi particolari di rimborso oltre i 30.000,00 € con prestazione di apposita garanzia, se richiesti dai cd. soggetti a rischio; infatti, dispone che sono eseguiti, previa prestazione della garanzia di cui al comma 5, i rimborsi di ammontare superiore a 30.000 € quando richiesti:

a) da soggetti passivi che esercitano un'attività d'impresa da meno di due anni diversi dalle imprese start-up innovative di cui all'art. 25 d.l. n. 179/2012, conv., con modif., in l. n. 221/2012;

b) da soggetti passivi ai quali, nei due anni antecedenti la richiesta di rimborso, sono stati notificati avvisi di accertamento o di rettifica da cui risulti, per ciascun anno, una differenza tra gli importi accertati e quelli dell'imposta dovuta o del credito dichiarato superiore:

1) al 10% degli importi dichiarati se questi non superano 150.000 €;

2) al 5% degli importi dichiarati se questi superano 150.000 € ma non superano 1.500.000 €;

3) all'1% degli importi dichiarati, o comunque a 150.000 €, se gli importi dichiarati superano 1.500.000 €;

c) da soggetti passivi che nelle ipotesi di cui al comma 3, presentano la dichiarazione o istanza da cui emerge il credito richiesto a rimborso priva del visto di conformità o della sottoscrizione alternativa, o non presentano la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;

d) da soggetti passivi che richiedono il rimborso dell'eccedenza detraibile risultante all'atto della cessazione dell'attività.

L'art. 38-bis comma 5 d.P.R. n. 633/1972 regola la durata della garanzia e dispone che essa è prestata per una durata pari a tre anni dall'esecuzione del rimborso, ovvero, se inferiore, al periodo mancante al termine di decadenza dell'accertamento, sotto forma di cauzione in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, al valore di borsa, ovvero di fideiussione rilasciata da una banca o da una impresa commerciale che a giudizio dell'Amministrazione finanziaria offra adeguate garanzie di solvibilità ovvero di polizza fideiussoria rilasciata da un'impresa di assicurazione. Per le piccole e medie imprese, definite secondo i criteri stabiliti dal decreto del 18 aprile 2005 del Ministro delle attività produttive, pubblicato nella G.U. n. 238/2005, dette garanzie possono essere prestate anche dai consorzi o cooperative di garanzia collettiva fidi di cui all'art. 29 l. n. 317/1991, iscritti nell'albo previsto dall'art. 106 d.lgs. n. 385/1993. Per i gruppi di società, con patrimonio risultante dal bilancio consolidato superiore a 250 milioni di €, la garanzia può essere prestata mediante la diretta assunzione da parte della società capogruppo o controllante di cui all'art. 2359 c.c. della obbligazione di integrale restituzione della somma da rimborsare, comprensiva dei relativi interessi, all'Amministrazione finanziaria, anche in caso di cessione della partecipazione nella società controllata o collegata. In ogni caso la società capogruppo o controllante deve comunicare in anticipo all'Amministrazione finanziaria l'intendimento di cedere la partecipazione nella società controllata o collegata. La garanzia concerne anche crediti relativi ad annualità precedenti maturati nel periodo di validità della garanzia stessa.

Nelle ipotesi di cui al comma 5 non è obbligatoria l'apposizione del visto di conformità o la sottoscrizione alternativa previsti dal comma 3, essendo sufficiente la garanzia di cui al comma 5.

Rimborso IVA annuale. I rimborsi sono eseguiti, su richiesta fatta in sede di dichiarazione annuale, entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione.

L'ipotesi è regolata dall'art. 38-bis comma 1 che dispone che i rimborsi previsti nell'art. 30 sono eseguiti, su richiesta fatta in sede di dichiarazione annuale, entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione. Sulle somme rimborsate si applicano gli interessi in ragione del 2% annuo, con decorrenza dal novantesimo giorno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione, non computando il periodo intercorrente tra la data di notifica della richiesta di documenti e la data della loro consegna, quando superi quindici giorni.

Rimborso IVA Trimestrale. L'art. 38-bis comma 2 prevede poi che il contribuente possa ottenere il rimborso in relazione a periodi inferiori all'anno nelle ipotesi di cui alle lettere a), b) ed e) dell'art. 30 comma 2, nonché nelle ipotesi di cui alla lett. c) del medesimo secondo comma quando effettua acquisti e importazioni di beni ammortizzabili per un ammontare superiore ai due terzi dell'ammontare complessivo degli acquisti e delle importazioni di beni e servizi imponibili ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, e nelle ipotesi di cui alla lett. d) del comma 2 del citato art. 30 quando effettua, nei confronti di soggetti passivi non stabiliti nel territorio dello Stato, per un importo superiore al 50% dell'ammontare di tutte le operazioni effettuate, prestazioni di lavorazione relative a beni mobili materiali, prestazioni di trasporto di beni e relative prestazioni di intermediazione, prestazioni di servizi accessorie ai trasporti di beni e relative prestazioni di intermediazione, ovvero prestazioni di servizi di cui all'art. 19, comma 3, lett. a-bis). In tal caso la richiesta di rimborso va presentata alla competente direzione provinciale dell'Agenzia delle entrate esclusivamente per via telematica (art. 8, comma 2 d.P.R. n. 542/1992).

Per il rimborso IVA trimestrale occorre presentare il modello IVA TR entro l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento.

Pertanto, le scadenze sono:

– 30 aprile per il primo trimestre;

– 31 luglio per il secondo trimestre;

– 31 ottobre per il terzo trimestre.

Disposizione di chiusura. Ai rimborsi e al presente articolo e al pagamento degli interessi provvede il competente ufficio dell'Agenzia delle entrate. Ai rimborsi si provvede con gli stanziamenti di bilancio (art. 38-bis comma 7).

Nel caso in cui nel periodo relativo al rimborso sia stato constatato uno dei reati di cui agli artt. 2 e 8 d.lgs. n. 74/2000, l'esecuzione dei rimborsi di cui al presente articolo è sospesa, fino a concorrenza dell'ammontare dell'imposta indicata nelle fatture o in altri documenti illecitamente emessi od utilizzati, fino alla definizione del relativo procedimento penale (art. 38-bis comma 8). La sospensione opera ipso iure sia per il credito sia ai fini della decorrenza degli interessi moratori e dura fino alla definizione del relativo procedimento in uno dei modi previsti dal codice di procedura penale (Cass., Sez. V, n. 24295/2023).

Se successivamente al rimborso o alla compensazione viene notificato avviso di rettifica o accertamento il contribuente, entro sessanta giorni, versa all'ufficio le somme che in base all'avviso stesso risultano indebitamente rimborsate o compensate, oltre agli interessi del 2% annuo dalla data del rimborso o della compensazione, a meno che non presti la garanzia prevista nel comma 5 fino a quando l'accertamento sia divenuto definitivo (art. 38-bis comma 9).

Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze sono individuate, anche progressivamente, in relazione all'attività esercitata ed alle tipologie di operazioni effettuate, le categorie di contribuenti per i quali i rimborsi di cui al presente articolo sono eseguiti in via prioritaria (art. 38-bis comma 10).

Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate sono definite le ulteriori modalità e termini per l'esecuzione dei rimborsi di cui all'art. 38-bis, inclusi quelli per la richiesta dei rimborsi relativi a periodi inferiori all'anno e per la loro esecuzione.

Modelli e domande. La domanda per il rimborso IVA 2019 può essere inoltrata:

tramite dichiarazione IVA 2019, compilando gli appositi quadri VX e VR, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità annuale;

tramite modello IVA TR 2019, qualora il rimborso venga richiesto con periodicità trimestrale.

I modelli sono reperibili sul sito istituzionale dell'Agenzia delle Entrate.

In particolare, con provv. dell'Agenzia delle Entrate n. 64421/2019, è stato approvato il nuovo modello IVA TR per la richiesta di rimborso o per l'utilizzo in compensazione del credito iva trimestrale, le relative istruzioni e le specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati.

Il nuovo modello è stato aggiornato alle modifiche normative (es. introduzione del gruppo IVA tra ai soggetti passivi, indici sintetici di affidabilità fiscale, aumento percentuali di compensazione, l. di stabilità 2016).

Il modello si utilizza a decorrere dalle richieste di rimborso o di utilizzo in compensazione del credito IVA relativo al primo trimestre dell'anno d'imposta 2019, da presentare entro l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento.

Decadenza e prescrizione. La giurisprudenza ha chiarito che in tema di rimborso di Iva, nel caso in cui il contribuente abbia erroneamente versato l'imposta non dovuta per carenza del presupposto della territorialità, il termine entro il quale va avanzata la richiesta di rimborso è quello biennale, previsto dall'art. 21, comma 2 d.lgs. n. 546/1992, termine che decorre dal momento in cui è stato effettuato il versamento poiché, in una tale evenienza, il presupposto per la restituzione sussiste sin dall'origine, senza che assuma rilevanza l'incertezza soggettiva sul diritto al rimborso, che è questione di mero fatto, non incidente sulla possibilità giuridica di ripetere l'indebito e, quindi, sulla decorrenza del termine in base al principio generale di cui all'art. 2935 c.c. (Cass. sez. trib., n. 15638/2019).

Si segnala anche Comm. trib. reg. Venezia, (Veneto) sez. I, n. 261/2019 secondo cui in tema di I.V.A., l'esposizione di un credito d'imposta nella dichiarazione dei redditi fa sì che non occorra, da parte del contribuente, al fine di ottenere il rimborso, alcun altro adempimento, dovendo solo attendere che l'Amministrazione finanziaria eserciti, sui dati esposti in dichiarazione, il potere -dovere di controllo secondo la procedura di liquidazione delle imposte ovvero, ricorrendone i presupposti, attraverso lo strumento della rettifica della dichiarazione. Ne consegue che il relativo credito del contribuente è soggetto all'ordinaria prescrizione decennale, mentre non è applicabile il termine biennale di decadenza previsto dall'art. 21, comma 2 d.lgs. n. 546/1992, in quanto l'istanza di rimborso non integra il fatto costitutivo del diritto ma solo il presupposto di esigibilità del credito per dare inizio al procedimento di esecuzione del rimborso stesso (nello stesso senso Cass. V, n. 17151/2018 la quale ha statuito che in tema d'IVA, ai fini del rimborso dell'eccedenza d'imposta, è sufficiente che il contribuente manifesti la propria volontà di esercitare il relativo diritto mediante l'esposizione del credito di imposta nella dichiarazione annuale che, da tale momento, è anche esigibile, in quanto l'eventuale presentazione del modello “VR” ha la sola funzione di sollecitare l'attività di verifica dell'Amministrazione in ordine alla correttezza dei dati riportati nella dichiarazione e di rendere possibile l'avvio del relativo procedimento di esecuzione (v. anche Cass. V n. 15867/2020 secondo cui, In tema di IVA, l'istanza di compensazione del credito d'imposta maturato dal contribuente deve considerarsi già presentata con la compilazione del corrispondente quadro della dichiarazione annuale, a prescindere dalla formalizzazione del mutamento di opzione con l'apposito modello ministeriale; ne consegue che, ove all'istanza di compensazione, esercitata tempestivamente in dichiarazione, sopravvenga il decesso del contribuente, essa si trasforma in richiesta di rimborso, al cui diritto non è applicabile il termine biennale di decadenza, previsto dall'art. 21, comma 2, del d.lgs. n. 546 del 1992, ma solo quello ordinario di prescrizione decennale di cui all'art. 2946 c.c(si veda anche Comm. trib. reg. Roma, (Lazio) I, n. 2793/2019 secondo cui la cessazione dell'attività di impresa è regolata dall'art. 30, comma 2 d.P.R. n. 633/1972. Ne consegue che è esaustiva la manifestazione di una volontà all'ottenimento del rimborso, anche non accompagnata dalla compilazione del quadro “VR”, il quale costituisce – ai sensi dell'art. 38-bis del Decreto IVA – solo un presupposto per l'esigibilità del credito; inoltre il termine ordinario di prescrizione per il rimborso è quello decennale, e non rileva quello di decadenza biennale, ex art. 21, comma 2 d.lgs. n. 546/1992, applicabile solo in via sussidiaria e residuale (Cass. n. 9941/2015; Cass. n. 32424/2019).

 

Tuttavia, la domanda di rimborso del credito IVA va distinta da quella di compensazione con altro debito fiscale, sicché, laddove l'istanza sia formulata in termini di compensazione e non denoti l'inequivoca volontà di ottenere il rimborso del credito mediante l'indicazione dello stesso nel quadro "RX4" della dichiarazione annuale, non si applica il termine decennale di prescrizione, bensì quello biennale di decadenza ex art. 21, comma 2, del d.lgs. n. 546 del 1992 (Cass., Sez. V, n. 25612/2023)

In tema di IVA, il soggetto non residente con stabile ed operativa organizzazione in Italia non può accedere al rimborso ex art. 30, comma 3, lett. e), d.P.R. n. 633/1972, neppure con riferimento alle operazioni compiute direttamente, cioè senza il coinvolgimento della stabile organizzazione, atteso che, alla luce del Diritto dell'Unione la posizione IVA di tale soggetto confluisce integralmente in quella della stabile organizzazione, con conseguente esercizio del diritto alla restituzione dell'imposta mediante il meccanismo della detrazione (Cass., Sez. V, n. 25685/2023).

Il diritto al rimborso dell'imposta per cessazione dell'attività, ai sensi dell'art. 30 d.P.R. n. 633/1972, sorge al momento della cessazione effettiva della medesima, da individuarsi con la messa in liquidazione della società e non con lo scioglimento o la cancellazione, successivi alla data della domanda di rimborso (Cass., Sez. V, 29257/2023)

Le Sezioni Unite, facendo seguito al principio enunciato in tema di imposte dirette (Cass., Sez. U., n. 5069/2016), hanno affermato che in sede di rimborso dell'eccedenza IVA detraibile (Cass., Sez. U., 29 luglio 2021, nn. 21765 e 21766), l'Amministrazione finanziaria può contestare il credito esposto dal contribuente nella dichiarazione anche qualora siano scaduti i termini per l'esercizio del suo potere di accertamento o per la rettifica dell'imponibile e dell'imposta dovuta, senza che abbia adottato alcun provvedimento, atteso che i termini decadenziali attengono ai soli crediti erariali (Cass., Sez. U., nn. 21765 e 21766) . Si è ritenuto che non osta a tale riguardo il disposto dell'art. 57 d.P.R. n. 633/1972, che riferisce la decadenza anche ai crediti da rimborso IVA, in quanto detta norma riguarda la sottostima del debito di imposta indotta da accertamenti sul maggior debito e che costituisce contestazione del credito di imposta indotto da accertamento, mentre nulla impedisce all'Ufficio di contestare i fatti costitutivi dell'eccedenza di imposta esposta a credito dal contribuente (Cass., Sez. U., n. 21766/2021, cit.). Si è, inoltre, ritenuto che non può farsi discendere da una inerzia dell'Amministrazione finanziaria nel contestare preventivamente l'inesistenza del credito il riconoscimento del credito medesimo, costituendo questo, invero, rifiuto tacito impugnabile (Cass., Sez. U., n. 21766/2021, cit.). Per le stesse ragioni, il diniego del credito oltre i termini di prescrizione ordinari non appare in contrasto con il disposto dell'art. 8, comma 5, l. n. 212/2000, perché questa norma riguarda l'accertamento di maggiori obbligazioni tributarie (Cass., Sez. V n. 5899/2023) e non, pertanto, la contestazione di crediti del contribuente.

 

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